Camminare è decisivo per noi umani, ma purtroppo lo scopriamo tardi o smettiamo presto



in sottofondo 
  CAMMINARE- Modena City Ramblers  la prima  di  questa  play  list  https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20130613075834AAZkC7O


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Rileggendo l'articolo di Enzo Bianchi  che  trovate  sotto mi    sa  che  dovrei  riprendere  a  camminare  senza  i miei compagni di strada  elettronici e non (  cellulare  ed  macchine fotografiche   digitali e  power point  ) .  
Riprendere  come un  tempo , in particolare quando ero all'università   che  venivano preso in giro   perchè    non prendevo  mezzi pubblici    e mi facevo  fra  andare  e tornare  40  minuti al giorno di   cammino  , a  volte anche  di più   quando tornavo   a piedi  by  night tornando  da  cene  fra  studenti  compaesani    facendo spaventare  i colleghi  sassaresi   fissati  con la sicurezza  .
Secondo questo articolo  8  ( vedere  sotto) www.perquelchevale.it/  che  riporto nella  sua  quasi integrità in quanto a  differenza di quello che  trovate  sotto i repubblica  e  free     Ippocrate non sbagliava quando affermava che “il camminare è la miglior medicina per l’uomo“.  Infatti  secondo http://www.perquelchevale.it/il-senso-della-vitascoprilo-camminando


Ricordate sempre che le cose più semplici nascondono la verità. Dove troviamo risposte complesse e si aprono spazi interpretativi, ci allontaniamo dalla verità. Sforziamoci di riconoscerne l’artificiosità. La nostra filosofia si sviluppa attorno a tutto ciò che è naturale. Nessuna scorciatoia. Le risposte sono sempre chiare, limpide ed oggettive.
Se in questo momento dovessi darmi una martellata sul pollice, non vi è dubbio alcuno che avrei fatto un danno al mio corpo. Qualcuno potrebbe però ribattere “Se il martello fosse di gomma, non ti saresti fatto nulla”. Chiaro. Ma quindi di cosa stiamo parlando? Di un giocattolo a forma di martello o di un martello? Questo esempio sciocco può farvi comprendere come si possa essere facilmente deviati. Questo vale per ogni aspetto dell’esistenza. La relatività intellettuale sembra possedere ormai tutte le fonti comunicative ed il sentire comune viene quindi virato a piè spinto senza nessuna difficoltà. Questo per dire: tenete sempre d’occhio l’obbiettivo. Semplicità è la parola d’ordine.
Torniamo al camminare. Sicuramente l’atto più semplice e naturale che possiamo compiere. Vi è mai capitato di dover sostenere una telefonata importante e particolarmente stressante? Ecco, penso che tutti, nessuno escluso, in quel frangente si sarà ritrovato a girare nella stanza come una trottola. Attraverso il movimento fisico traduciamo ed espelliamo quelle forze interiorizzate che possono causare uno squilibrio del sistema. Non ci metteremo a fare piegamenti o salti. Ci limiteremo a camminare. Ed in maniera inconscia. Il nostro cervello B, quello che ci permette di guidare la macchina mentre parliamo con il nostro compagno di viaggio, per intenderci, attiva il pilota automatico. La natura prova a farci smaltire l’eccesso di energia.
In un contesto lavorativo e sociale particolarmente stressante, dove tutta la comunicazione verte ad allontanarci dal nostro sentire più intimo attraverso distrazioni di ogni genere, è ancora più importante incentivare l’atavico bisogno di movimento. Se prendessimo l’abitudine di scaricare la tensione fumando o concentrando l’attenzione su apparecchi tecnologici, per esempio, capite bene che si innescherebbero meccanismi sgraditi al corpo e che nulla hanno a che fare con lo stato naturale. Parliamo di martelli o giocattoli a forma di martello? Avete compreso la differenza? Il camminare risulta la panacea di ogni male. E per diversi motivi. Non vi immaginereste mai quanti. 

Eccone  alcuni  

–È a costo zero. Il primo fattore da considerare, soprattutto in epoca di crisi, è che camminare è gratis. Non richiede nessuna iscrizione e particolari attrezzature. Un paio di scarpe comode, un abbigliamento a strati e via.

–Rende più intelligenti. Uno studio dell’Università del Kansas ha dimostrato come la pratica di esercizi aerobici a basso impatto possa prevenire l’insorgenza precoce di demenza. Ha altresì riscontrato un volume maggiore dell’ippocampo (porzione di cervello deputata alla memoria ed all’apprendimento).

–Aiuta la vista. Camminare comporta un aumento delle capacità del corpo di richiamare ossigeno. L’attivazione dell’apparato respiratorio ha la capacità di sviluppare i vasi sanguigni e le cellule celebrali. Abbiamo quindi una miglior efficienza di tutti gli apparati con conseguente alleggerimento della pressione generale e della pressione oculare. Questo determina una minor insorgenza di glaucoma.

–Fa bene al cuore. Come già detto, richiamando più ossigeno, vi è l’attivazione anche della pompa che rende il ciclo sanguigno più efficiente. Con conseguenze positive che potete ben immaginare a livello di stato generale e prevenzione di malattie cardiache.

–Migliora la digestione. Niente di meglio di quattro passi per facilitare la digestione. Il camminare contribuirebbe ad una miglior digestione dei cibi ed a regolarizzare il movimento intestinale. Una bella abitudine che potrebbe addirittura prevenire il tumore al colon.

–Previene il diabete. Migliora sensibilmente la tolleranza al glucosio. Uno studio durato sei mesi della Duke University ha riscontrato una miglior tolleranza al glucosio fino a 6 volte maggiore rispetto a chi pratica la corsa.

–Tonifica la muscolatura. È dimostrato che 10000 passi al giorno, con tratti di salita, possono migliorare sensibilmente il tono muscolare. Questo aggiungerebbe una miglior resistenza articolare e scheletrica.

–Aumenta la vitamina D. La produzione endogena di vitamina D avviene tramite esposizione ai raggi solari. La pratica all’aperto è un buon metodo per spendere il tempo libero in qualcosa che non solo apporta benefici a livello di struttura ma che può essere un vantaggio anche a livello di sistema immunitario.

–Contrasta la depressione. La concomitanza di fattori metabolici legati al movimento ed alla produzione di vitamina D, correlata con livelli ottimali di ormoni endogeni, fanno riscontrare un migliore stato mentale.

–Si può praticare ad ogni età. Camminare è l’unica pratica sportiva che si può praticare ad ogni età. Anche la corsa, che sicuramente apporta benefici simili, possiede dei fattori negativi che, a lungo andare, possono provocare danni.

Insomma, camminare è tutto questo ma anche molto di più. Oltre che una grande valvola di sfogo ed una medicina efficacissima, è anche filosofia, passione e socialità. E’ un qualcosa che unisce ai nostri simili, come i compagni di camminata con cui condividiamo ore di relax e chiacchiere infinite  o  almeno dovrebbe     vist che  siamo   schiavi   della tecnologia   da non farne  a meno neppure camminando  . Unisce a comparse estemporanee in cui ci si può incappare per caso e che sanno donare un valore aggiunto al camminare. Ma soprattutto unisce l’uomo alla natura. E quindi apre le porte all'essere più profondo ed intimo. Ci spogliamo di ruoli e doveri e siamo noi stessi. Camminare è democratico e  rivoluzionario . Siamo tutti sullo stesso livello. E rappresenta , sempre  secondo il sito citato prima  , <<  per me una forma di ribellione e di uscita nei confronti di un sistema che ci vuole addomesticare la domenica pomeriggio al centro commerciale. >> Camminare è sentire. E’ vita. 


   


Nel cammino il senso della vita

Camminare è decisivo per noi umani, ma purtroppo lo scopriamo tardi
Ho camminato tanto nella mia vita, e ora che sono vecchio non posso più camminare a lungo, ma paradossalmente in me si è molto accresciuto il desiderio di fare passeggiate. Camminare significa mettere un piede davanti all'altro e spingersi verso un altrove, lasciando che il proprio corpo si muova e percorra un tragitto segnato da altri che hanno camminato prima di noi, fino a lasciarne le tracce. "Camminando si apre cammino", aveva ben intuito il grande poeta M Machado. Camminare è decisivo per noi umani, ma purtroppo lo scopriamo tardi, così come tardi ci accorgiamo che la vita è un cammino da percorrere giorno dopo giorno, verso una meta che non sempre abbiamo chiara davanti a noi. Non rifletto dunque sul cammino dei pellegrini sulle vie sante, che portano a Compostela, Roma o Gerusalemme.
Oggi il camminare non è più una pratica quotidiana necessaria, perché ricorriamo all'auto o ai mezzi pubblici. Un tempo, invece, lungo la strada c'era sempre gente che camminava con i suoi bagagli, con i suoi "fagotti" e i suoi pesi da portare, a volte schiaccianti.
Oggi i medici raccomandano di dedicare almeno mezz'ora al giorno al camminare spedito, perché è un esercizio benefico per la salute del corpo, ma secondo me lo è soprattutto per la salute della mente e dello spirito. Anche perché, se si cammina veloci, lo si fa da soli, e allora, nella concretezza del mettere un passo dietro l'altro, silenzio e solitudine diventano fecondi, stimolati da tutti i sensi accesi dal camminare. Non a caso il filosofo greco Diogene ripeteva, di fronte agli interrogativi più difficili: "Solvitur ambulando", "camminando il problema sarà risolto". E quando si passeggia in due, allora la conversazione, gli sguardi incrociati, diventano linguaggi carichi di complicità, affettività e tenerezza.
Camminare insieme a un altro è mai inutile, mai tempo perso, ma guai a fare passeggiate, in mezzo alla natura, eliminando il silenzio con musiche o voci immesse direttamente nei padiglioni auricolari. Solo nel silenzio, infatti, si può fare l'esperienza che "niente è senza voce", come scriveva Paolo di Tarso. Sì, quando cammino e non resto distratto o chiuso in me, ogni cosa ha un messaggio da offrirmi, anzi diventa essa stessa una parola. È così che emergono presenze insospettate, domande essenziali, e avvengono anche dialoghi immaginari con una volpe che ci osserva o un corvo che ci saltella davanti...
Nel camminare, soprattutto in campagna e tra i boschi, c'è un'adesione del corpo alla terra che ci fa sentire più che mai terrestri. Camminare su questa terra è immergersi in un flusso di vita in cui siamo co-creature, tutte conviventi - umani, animali, alberi, muschi, fiori, sassi - e in questo fiume spetta a noi farci loro voce e loro pensiero, in una reale comunione. Mi diceva un monaco dell'Athos: "Ho camminato tanto nella mia vita, e ora che sono vecchio e paralizzato alle gambe posso dirmi: "Siediti e cammina!"


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