4.5.07

Sul Partito Popolare

(innanzitutto grazie per avermi dato la possibilità di scrivere in questo blog ed eccovi quindi il mio primo post dedicato a ciò che oggi più mi dà angoscia...)


Mi domando se Fassino e gli altri si rendono conto di quello che stanno facendo, Io sono di Torino e l'altro ieri, qui c'è stata la grande sfilata del I maggio con tutti i politici della cosiddetta sinistra. C'erano tutti e tutti immancabilmente quando venivano intervistati parlavano di due cose. Uno direbbe: salari e pensioni, potere d'acquisto e lavoro precario, equità e conflitti di interessi? no, manco per sogno. Si parlava solo di Partito Democratico e di leadership.


Mi sono fatto un'idea precisa di quello che succede. VI ricordate la bolognina? Il Signor Nessuno della Gioiosa macchina da guerra che piangeva le sue lacrime di coccodrillo e gli altri che facevano i conti in tasca al nuovo partito. Nanni Moretti fece un bellissimo documentario, "la cosa" che ci parlava del travaglio di tutti quesgli ex-comunisti (28% alle elezioni del 1987) spaesati che non sapevano dove andava questa "cosa". Quella gente faceva pena. (16% alle politiche del '92, prima elezione del nuovo partito) eppure votava il PDS. Dall'altra parte erano rimasti i rifondaroli, sembravano avere un'insegna al neon sulla testa che diceva "poveri sfigati condannati dalla storia a sparire". Invece sparivano gli altri. Nel giro di pochi anni, infatti nascevano i DS che imbarcavano, già allora, un po' di tutto:






























Federazione Laburista (ex PSI) Valdo Spini, Giorgio Ruffolo 8%
Comunisti Unitari (ex PRC) Famiano Crucianelli 6%
Cristiano Sociali (ex DC) Pierre Carniti, Ermanno Gorrieri 6%
Sinistra Repubblicana (ex PRI) Giorgio Bogi 3%
Riformatori per l'Europa (ex PSI) Giorgio Benvenuto                         


i PDS avevano perso la P per diventare moderni, giovani; per non restare legati alle antiche convenzioni politicistiche del partitone nazionale così demodè e radicato sul territorio...  Nel frattempo venivano su giovani che si erano fatti le ossa non più nella politica ma negli affari e nelle università americane. Io mi ricordo che non ho più sentito parlare nessuno di loro di pensioni, di stipendi, di equità sociale mentre i bisogni che si sentivano maggiormente erano quelli di riempire le poltrone e di crearne altre nuove. Alcuni avevano anche la premura di risciacquare il loro passato prendendo le distanze dalla falce-e-martello che, nel frattempo, veniva anche cancellata dal simbolo del partito.


Ora si tratta di imbarcare un altro bel carico di dubbi personaggi, soprattutto democristi:


La margherita, cioè: teo-dem (Binetti), UdEur, Alleanza democratica, i popolari, rinnovamento italiano... etc. etc.


Soprattutto si tratta di fare ingoiare a tutti quei poverini che già hanno tappato il naso diverse volte, la scomparsa TOTALE non soltanto dell'elemento comunista, ma anche quello del socialismo europeo dal partito per diventare una compagine di tante cose, diversissime fra loro, che naviga a vista e che non tarderà, per necessità di potere, ad appiattirsi sulle posizioni del centro (e del Vaticano). E così abbiamo liquidato la maggior forza progressista di sinistra del paese in appena 16 anni! Niente male, neppure Licio Gelli aveva mai sognato tanto. La democrazia cristiana rifondata...

1 commento:

compagnidiviaggio ha detto...

una nuova democrazia cristiana