di solito si sente parlare , vedere i lik sotto i recenti casi di conaca solo per citare i più clamorosi
- https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/07/gioventu-allo-sbando-fing-di-stare-male.html
- https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/07/a-16-anni-prende-di-nascosto-lauto.html
- https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/06/gioventu-bruciata-incidente-roma.html
- https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/06/elia-baby-alla-sua-vittima-io-ho-preso.html
di generazioni allo sbando o succubi dei like . invece oggi propongo una storia , sarà una mosca bianca ma fa ben sperare, di Piero Basile Pietro Basile, il 29enne latitante condannato a 16 anni di reclusione per l'omicidio del padre Franco, 42 anni, la notte di Capodanno del 2014 nella loro casa dopo l'ennesimo litigio in famiglia.
da la nuova sardegnas del 11\7\2023
«Pietro si è costituito per suo figlio»Nuoro Parla la compagna di Basile, il giovane che era latitante da 13 mesi
Daniela Agus ha una voce serena: «Sono contenta che l’abbia fatto, che si sia deciso per il fi-
glio. Finalmente il bambino potrà conoscere il
padre».
Lei è la compagna di Pietro Basile, il giovane di Bitti che ha messo fine alla latitanza dopo 13 mesi, durante i quali è diventato padre. Basile si è consegnato ai carabinieri di Nuoro. Il
giovane finiva di scontare la condanna a 16 anni per aver ucciso, nel 2014, il padre Franco.
Sono contenta che
l’abbia fatto, che si sia deciso
per il figlio. Finalmente il
bambino potrà conoscere il
padre». Daniela Agus è la
compagna di Pietro Basile, il
giovane di Bitti che ieri ha
messo fine alla latitanza dura-
ta 13 mesi e 24 giorni, durante i quali è diventato padre.
Basile, assente ingiustificato
dal 24 maggio dello scorso an-
no e poi latitante, ieri mattina alle 13 ha varcato l’ingresso del Comando provinciale
dei carabinieri di Nuoro. Con
lui il suo avvocato, Angelo
Manconi, ad attenderlo il comandante provinciale Elvio
Sabino Labagnara, quello
del Nucleo investigativo
Francesco Giola, il sostituto
procuratore della Repubblica Giorgio Bocciarelli. C’era
anche don Alessandro Muggianu, ex parroco di Mamone, dove Basile stava finendo
di scontare la condanna a 16
anni per aver ucciso, nel
2014, il padre Franco, al ter-
mine di vessazioni e violenze
imposte dall’uomo a tutta la
famiglia. La costituzione di ieri è il culmine di un percorso
di riflessione di Pietro Basile:
per la sua sorte si era temuto
il peggio, dopo che si era letteralmente volatilizzato, non
rientrando a Mamone dal
quale era uscito per un permesso premio.
Per sostenere
gli esami di ammissione alla
maturitàall’Istituto alberghiero Oggiano di Siniscola.
Prove superate, avrebbe dovuto fare l’esame, ma qualcosa, nel meccanismo virtuoso
di questo ragazzo, si era improvvisamente rotto.
«Si è sentito sotto pressione, per lo studio, per la tensione, per il bimbo che stava arrivando. Ha pensato di risolvere con una fuga. Sbagliando», lo dice l’avvocato Man-
coni al quale Basile si è rivolto nei giorni scorsi. Non ci sono versioni ufficiali, ma si capisce che il giovane è sempre
stato nella zona di Bitti. Qualcuno, probabilmente i famliari stretti, lo ha aiutato in tutto questo periodo. Anche a riflettere su cosa ci fosse in gioco continuando in una latitanza inutile, arrivato pratica-
mente a cento metri dal traguardo di una vita normale.
Nel momento in cui si è allon-
tanato aveva in tasca il biglietto per la semilibertà. Eppure.
Un vissuto tormentato, un
presente incerto e le incognite del futuro, la paternità. Ma
alla fine è stata questa la chiave di volta che lo ha convinto
ad affrontare tutto quello che
la fuga, tecnicamente una vera e propria evasione, comporterà. «Voglio vedere mio
figlio» ha detto all’avvocato,
e evidentemente il passo successivo era costituirsi. Quindi, con il legale, ha cominciato a creare le condizioni per
la costituzione. Ha avvisato
la famiglia, e la famiglia ha
chiesto che al momento giusto ci fosse anche don Muggianu, una figura importante
per Pietro Basile negli anni a
Mamone. Ieri mattina i due
si sono parlati per pochi minuti, poi a Basile è stato notificato l’ordine di carcerazione
ed è stato condotto a Badu ’e
Carros. «C’è stata umanità,
accoglienza da parte dei carabinieri», ha sottolineato l’avvocato Manconi. E il colonnello Labagnara ha specificato che «Abbiamo apprezzato
il gesto della costituzione,
non ci ha voluto dire altro ma
comunque è stata una scelta
corretta».
Ora Pietro Basile dovrà finire di scontare la pena, allungando una conclusione che
era a un tanto così nel mo-
mento in cui si è allontanato,
dicendo alla sua compagna
che avrebbe fatto delle commissioni. Lasciando in casa il
cellulare, il portafoglio, i documenti serviti per sostenere l’esame, tutto quanto rima-
sto sul tavolo della casa che i
due condividevano. Via senza neanche un cambio di ve-
stiti. C’erano stati appelli, ricerche anche di volontari, e
delle forze dell’ordine. Pietro
non si trovava, nessuna voce
dalle campagne sembrava indicare che fine avesse fatto.
Nel frattempo, è nato il figlioletto. La riflessione ha porta-
to Basile all’unica conclusione accettabile, tornare. Ora
sarà processato per l’evasione. Ma riprenderà in mano i
libri e la sua vita. E incontrerà
il figlio. Finalmente.
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