LA BERLINGUER VA A RETE 4. CHE NESSUN PIANGA. Di Gilberto Squizzato

 Tra i tanti interventi sulll'abbandono della rai e il passaggio  a Mediaset di Bianca Berlinguer questo è quello che condivido di più . Per l'ottima analisi .


 Tra i tanti interventi sulll'abbandono della rai e il passaggio  a Mediaset di Bianca Berlinguer questo è quello che condivido di più . Per l'ottima analisi .


Che la figlia di Enrico passi al servizio di Mediaset non é certo evento che possa stupire. Credendosi da troppo tempo una star  dell’informazione, la “Bianchina“ di Mauro Corona (da lei consacrato come eminente opinionista), giá zarina del TG3 per diritto di nascita e non si sa per quali eccelsi meriti professionali, si é -come si dice oggi- "messa sul mercato“, a riprova di quanto fosse salda e inossidabile la sua vocazione di “servire il servizio pubblico“.
Personalmente, non credo che il servizio pubblico abbia perso qualcosa di irrinunciabile e irripetibile con la sua fuoruscita alla volta del Biscione. La maestrina dalla penna rossa, celebre in RAI per i suoi modi un po’ padronali, dovrá adesso render conto del proprio share al padrone che si é scelta. (Faccio notare, en passant, che la storia della RAI é piena di bravissimi, coerenti e coraggiosi professionisti silenziati dal padrone politico di turno che piuttosto che fuoruscire dal servizio pubblico hanno scelto di subire l’emarginazione e l’umiliazione del mobbing, anche per anni.)


Meglio chiederci allora di quale strategia editoriale e commerciale di Piersilvio la Bianchina abbia deciso di mettersi inconsapevolmente al servizio.  Non credo proprio che il padrone di Mediaset abbia deciso di sganciare un bel cachet alla figlia di Enrico (purtroppo forzosamente ignaro della coraggiosa battaglia per la libertà d’informazione che Bianchina condurrá sotto l’egida del Biscione) per dar voce a una campionessa della sinistra militante (finora il medesimo si é avvalso della moglie di quel trozkista di Rutelli e dell'ex portavoce del parolaio Bertinotti e non risulta che stia facendo fuoco e fiamme per prendersi la pur discutibile Annunziata che pure fece la presidente RAI per chiamata diretta di Berlusconi senior.)  Piú semplicemente, in tempi di feroci melonismo e salvinismo dominanti e governanti, é stato fatto notare da importanti e acuti osservatori che Piersilvio il furbo vuol fare con questo fino a ieri inimmaginabile acquisto un’operazione di “rinverginamento“ di quella Mediaset che ha potentemente contribuito a far trionfare melonismo e salvinismo nella sub cultura italiana  e a farli vincere lo scorso anno alle politiche con il contributo decisivo di babbo Silvio. Ma perché Piersilvio vuol rinverginare Mediaset proprio adesso, tentando di darle con l’arrivo di Bianchina una patente del tutto incredibile e tardiva di patria del pluralismo informativo?  Mah, saperlo! “Provate a pensarci“ direbbe Zaia... Il fatto é che Piersilvio in tempi cosí incerti nei quali a dar le carte nella Destra italiana  non é piú il Cavalier papá (capace di metter insieme in un patto d’acciaio di cartapesta i due inconciliabili rivali Meloni e Salvini) sente di aver bisogno di fare una plastica facciale a Mediaset, in attesa di sapere quanto durerá questo governo. Pensate che vuole perfino de-trashizzare le sue reti, disposto com’é a rinunciare perfino alla D'Urso, dopo che le tre reti Mediaset il trash l’hanno divulgato per decenni impunemente. Non solo. Piersilvio sente che il ruolo di vero “servizio pubblico“ informativo la7 di Urbano Cairo lo sta progressivamente sottraendo alla Rai che col tempo (a partire dalla lontana presidenza Moratti e dall’immissione in ruoli di vertice di professionisti Mediaset) é andata assomigliando sempre piú proprio alle reti Mediaset. Ma tornando a Bianchina, voi, se vi sentiste un tantino di sinistra, accettereste di andare a lavorare per il padrone dell’inguardabile e inascoltabile Giordano? (E ho fatto solo un nome!) La Bianchina sí, osa sfidare il suo avversario civile- ideologico-politico sventolando la sua stessa bandiera aziendale!  Ma c’é una seconda perfida astuzia nella strategia di Piersilvio (e Marina): la convinzione di conquistarsi una fetta di quell’ingenuo pubblico di sinistra che per anni ha fatto di Bianchina la sua santa Giovanna d'Arco, ignaro del fatto che la prima Berlinguer che conduceva il TG3 delle 19 facendo credere che in lei riecheggiasse la voce e la coscienza di Enrico, in realtá non faceva che leggere i testi e gestire le scalette preparati, questi sí, da un autentico intellettuale di sinistra come Corradino Mineo, braccio destro e mente pensante del direttore Sandro Curzi. Anzi, per dirla tutta, decidere di fare condurre il suo tg proprio dalla figlia di Enrico era stata una genialissima operazione di marketing dell’astutissimo Curzi!  Quanto di questo “zoccolo duro“ del pubblico del primo TG3, rimasto senilmente innamorato dell’ormai attempata Berlinguer -che non perde l'abitudine di accavallare le gambe scosciate nei suoi talk show come la Sharon Stone di  Basic Istict - si lascerá ancora sedurre dalla sua eroina perdurando in questa infatuazione e si fará seguace fedele della zarina transitata al soldo del padrone un tempo tanto vituperato dall'intransigente platea di sinistra che Mediaset l'avrebbe abrogata per legge a furor di popolo?  Questo é tutto da vedere, io non ci credo molto... Ma posso sbagliarmi.

Conclusione. 

I soldi non sono tutto per le grandi giornaliste di sinistra. Ma qualche volta sí, magari con la scusa della piena libertá di informazione...

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