l'ipocrisia dell'antifascismo il caso di Beatrice Venezi direttrice d'orchestra

Va bene essere  antifascisti ,  ma  con  un po   di onesta intellettuale   e   spirito  ctritico . A mente    fredda  ecco  il mio pensiero    sulle  polemiche  che  vedono  coinvolte  la direttice    d'orchestra Beatrice Verzi .
Essa   è  certamente  filo  meloniana  ed vicino   a  qiuesto  governo    e ne  fa  l'addorsement  e  sminuisce  le  accuse   che  gli  vengono  rivolte  come  risulta    da  questa  intervista  rilasciata  al quotidiano La  Stampa    del  13\7\2023 

È un’ostilità dovuta alla sua vicinanza all’attuale governo? «In realtà esiste da tempo,perché io non mi sono mai allineata,ci tengo a precisare che non ho mai preso una tessera di partito, ma al di là della questione politica non ho mai ceduto al pensiero unico. Insomma,ho sempre nuotato controcorrente, anche se è piuttosto faticoso. Però lo faccio per le cose in cui credo e su cui vorrei avere un confronto aperto, invece nel nostro Paese la dialettica assume sempre toni poco democratici».
Si riconosce in quest’etichetta di “neofascista” che è le è stata appiccicata addosso? 
«Le chiedo:ho mai fatto una dichiarazione che possa andare in quel senso? Ho mai fatto dichiarazioni omofobe o a favore di una qualche forma di totalitarismo? Anzi, ho sempre pronunciato parole di massima libertà, a sostegno della libertà della cultura. Per questo sono allibita dall’acredine con cui vengo attaccata e dall’uso scellerato di una terminologia che non ha ragione di esistere».
Si riferisce anche alle polemiche d’Oltralpe? 
«Certo, definire neofascista questo governo democraticamente eletto, e a furor di popolo, mi sembra assurdo. Penso che questo tipo di comunicazione stia sfuggendo di mano, c’è un uso di termini assolutamente improprio e una veemenza, una bassezza che mi colpisceveramente» .
Il nostro Paese ha un problema a confrontarsi con quella parte della sua storia?
  «Sì, perché se ancora si continua a parlare di fascismo e neofascismo per qualsiasi cosa è evidente che c’è un problema. Questo potrebbe essere un buon momento per riconciliarci con la nostra memoria storica, così come è avvento in quasi tutti i Paesi, quanto meno quelli europei. Non è più quel tempo, quello dell’ideologia, bisogna uscire da questi cliché che rischiano di limitare il pensiero a dei preconcetti». 
Pensa che ci sia disparità di trattamento, a seconda che le idee vengano manifestate da persone vicine a una parte politica, piuttosto che all’altra? «La reazione di questi giorni è già una risposta». Quindi sì? «Sì. Fortunatamente questa operazione contro di me si è poi rivelata un boomerang per chi l’ha lanciata e ha solo messo in evidenza l’assurdità di certe posizioni che già erano latenti ma adesso sono sotto gli occhi di tutti:cioè il pensiero di un circolo ristretto di persone ch ecredono che l’arte debba sottostare a un’ideologia o a una considerazione di parte». 

 ma     allo stesso   tempo    è   qui   ecco il  titolo   del  post   , non  h  a tutti  i torti   quando   semore  sulla  stessa    intervista dice  

La sua decisione di eseguire l’Inno di Roma è stata oggetto di critiche a sfondo politico: come risponde? 

«Questo è un brano scritto nel  1919 per celebrare la fine della Grande guerra, non ha nessun tipo di riferimento ideologico, io credo che se si vuol fare un buon servizio alla musica di Puccini, si deve proporre questo brano, così come altri  che sono stati etichettati dalla storia successiva e che andrebbero ricontestualizzati. La Germania in questo ci può dare  una lezione, la musica di Wagner, che per molti anni è stata ostracizzata perché utilizzata nel periodo nazista, oggi è nella programmazione di tutti i  teatri tedeschi: c’è stata una riconciliazione con la memoria  storica».

La sua scelta è stata una “provocazione”? Sapeva che  avrebbe suscitato determinate reazioni?  «No, nessuna provocazione,solo la volontà di proporre un brano veramente bello, che non fa altro che cantare l’amore di patria, valore in cui non vedo niente di male. Ed è un brano che ha subìto un destinodi oblio a causa di un pregiudizio. Devo dire che in questa mia scelta ho avuto pieno sostegno da parte del sindaco di Lucca Mario Pardini. Certo,non sapevo che per qualcunaltro, invece, il brano potesse rappresentare un problema».

Le è stato chiesto di non eseguirlo?

«Sì».

Da quei membri del Comitato promotore delle celebrazioni  pucciniane che non si sono presentati alla serata? 

SI

Come giudica tutto questo? 

«Beh mifa un po’ ridere se penso che qualche anno fa questo brano è stato eseguito da Andrea Bocelli, se non ricordo male alla presenza di Gentiloni   Franceschini, e nessuno ha detto niente.



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