Senza titolo 1786

La scorsa settimana   si  è svolta nel solito locale  , il cotton club  ormai divenuto il caffè letterario cittadino    la presentazione , ed è stata l’ultimo appuntamento del mese in corso ,   del libro  della poliedrica  cdv  M.antonietta Pirigheddu  (www.lunadivetro.it) Le parole assasine .
Tale  evento  combaciava  con la vittoria dello scudetto, dopo quello a tanormale  \ a tavolino, meritato e pulito  (  ? per come è andata  a finire l'inchiesta di calciopoli e visto  che  in alcune telefonate  sui cui non si è  andati affondo si parlava  dell'inter  e delle altre squadre  oltre a quelle coinvolte ho i miei dubbi  e sospetti ) e  dalla, dopo   10-12  anni , se non ricordo male ,  dalla promozione dell'Ustempio ( squadra  cittadina )  dala serie  D  alla C2 . E quindi  eco che oltre le e foto scattate all'autrice  che trovate sotto riporto qui  anche altre foto scattate   ( io sono quello  al centro   con il giubotto bianco )  con degli amici \ conoscenti   prima della presentazione  del libro in questione .
 


L’opera della Pirrigheddu è stata data alle stampe dalla Kimerik, casa editrice impegnata nella ricerca di nuovi talenti e organizzatrice di diversi concorsi letterari .
Proprio in uno di questi Maria Antonietta Pirrigheddu si è segnalata all’attenzione dei responsabili della Kimerik, tanto da vincere con il racconto ( che poi ha dato titolo a tale raccolta  )
“Le parole assasine " .
Un 'opera prima dai tratti accattivanti fatti  di una scrittura snella e semplice, caratteristiche che ben distinguono lo stile della scrittrice gallurese (  già nota  con altri interventi   come  potete  notare dal suo sito riportto  nelle righe precedenti  )  .
IL libro è stato presetato ad un attento pubblico da Franco Fresi ( al centro della foto ) , il decano ma anche sostenitore di molti scrittori tempiesi e dal 
, magari lo avessi avuto   alle superiori , prof  di filosofia e cdv  esterno ,   Giuseppe Pulina  ( a sinistra nella  foto )

 


Tra questi c’è ovviamente anche la Pirrigheddu ( foto a destra )  che con Fresi ha in comune la passione per la novella e l’attenzione per la storia e le tradizioni del territorio.
“Le parole assassine”
Segno che l’autrice si sente ancora impegnata in una ricerca personale che potrebbe modificare stile e direzioni.
D’altronde, come si legge nell’introduzione dell’opera,che  trovate 
qui integralmente   « (...) l’elemento che più di tutti Maria Antonietta Pirrigheddu mette in risalto è la parola: la parola intesa nel suo unicum indivisibile di significato e significante e come tale veicolo di potere . raccoglie anche altri racconti, tutti diversi per trama e svolgimento. (....)  La metafora creata dall'autrice è perfetta ed esprime chiaramente la potenza del messaggio. Messaggio che si articola su due livelli : quello della particolare situazione a cui fa riferimento e quello più generale. In entrambi i casi la metafora calza a pennello e trasporta tutta l'intensità dei sentimenti della protagonista e la potenza della parola stessa in quanto veicolo di significato e quindi di emozioni e sentimenti, spesso negativi. Il suo stile è asciutto e lineare. L'autrice si destreggia bene nel gestire al meglio la metafora creata. Riesce anche a realizzare brevi passaggi che molto si avvicinano alla poesia: "Nel cavo della mente, timidamente accorti, si aprono le tane pasciuti centopiedi". Queste sono le costanti riscontrabili in tutti gli altri racconti.(...) ».
Parole che possono uccidere e scarnificare una quotidianità fatta di finzioni.  Concludo  affrmando che "
Le parole assassine "  è  bello e suggestivo. La metafora creata dall’autrice è perfetta ed esprime chiaramente la potenza del messaggio. Messaggio che si articola su due livelli: quello della particolare situazione alla quale fa riferimento e quello più generale. In entrambi i casi la metafora calza a pennello e trasporta tutta l’intensità dei sentimenti della protagonista e la potenza della parola stessa in quanto veicolo di significato e quindi di emozioni e sentimenti, spesso negativi. Il suo stile è asciutto e lineare. L’autrice si destreggia bene nel gestire al meglio la metafora creata. Riesce anche a realizzare brevi passaggi che molto si avvicinano alla poesia





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