17.7.21

Cassazione, lo stalking non è più aggravante in caso di femminicidio ..... ( reprise )

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Aggiorno   il  post  precedente  (  vedi url  in inizio post    )    qualche rappresentrante  del femminismo    che      ha espresso la  sua indignazione    verso tale  sentenza  c'è  ed  è Concita De  Gregorio   su

repubblica  d'ogi  17\7\2021  .  Ma  soprattutto  perchè c'è  un articolo  di www.tpi.it che afferma   che l'articolo    di repubblica     citato  nei  post     precedente   è   errato    . Infatti 


“Lo stalking non è più configurabile come un’aggravante per il reato di femminicidio”. Ma non è così: la decisione dei giudici della Cassazione prevede invece che chi viene punito per omicidio aggravato da stalking non può anche essere condannato per lo stalking come reato autonomo. Che è ben diverso. E questo, a conti fatti, rende possibile applicare l'ergastolo anziché 30 anni di reclusione. Non c’è alcun passo indietro nella battaglia legittima e doverosa a difesa delle donne

Sempre  sempre   secondo  l'articolo in questione  

[...]

LA DECISIONE DEI GIUDICI
La Quinta Sezione della Cassazione ha ritenuto sussistente un contrasto nella giurisprudenza di legittimità e per questo ha chiamato a esprimersi le Sezioni unite, ponendo la seguente domanda: “Se, in caso di concorso tra i fatti-reato di atti persecutori e di omicidio aggravato ai sensi dell’art. 576, comma primo, n. 5.1, cod. pen., sussista un concorso di reati, ai sensi dell’art. 81 c.p., o un reato complesso, ai sensi dell’art. 84, comma 1, cod. pen., che assorbe integralmente il disvalore della fattispecie di cui all’art. 612-bis cod. pen. ove realizzato al culmine delle condotte persecutorie precedentemente poste in essere dall’agente ai danni della medesima persona offesa”.
Le Sezioni unite hanno sposato l’interpretazione per cui l’omicidio aggravato dallo stalking è un reato complesso, derivante dall’unificazione normativa di due reati in una forma aggravata di uno solo di essi. Questo vuol dire forse che lo stalking non è più un’aggravante ?
No. In realtà, come spiega un articolo pubblicato sulla rivista Sistema Penale e come evidenziato dalla stessa Quinta Sezione, questa interpretazione della norma “appare considerare pienamente il maggior disvalore connesso all’abitualità del reato di atti persecutori che sfocino nel fatto di omicidio, atteso che l’applicazione del solo omicidio aggravato comporta comunque l’applicazione di una pena più severa (l’ergastolo) a quella che potrebbe derivare dall’applicazione delle regole del concorso di reati (30 anni di reclusione)”.
In conclusione, per quanto riguarda il caso di specie, la sentenza definitiva nei confronti dell’imputata è stata di 14 anni e 4 mesi di carcere (la condanna in secondo grado era stata di 15 anni e 4 mesi di reclusione, il procuratore generale aveva chiesto l’ergastolo).
IN BREVE
No, non è vero che lo stalking non è più un’aggravante in virtù della decisione dei giudici delle Sezioni Unite della Cassazione. Le motivazioni della sentenza non sono state ancora rese note, quindi non sappiamo esattamente quali siano state le considerazioni dei giudici. Tuttavia, dal riconoscimento dell’omicidio aggravato dallo stalking come un reato complesso potrà derivare l’applicazione della pena dell’ergastolo, ovvero del massimo della pena (a meno che non siano concesse delle attenuanti). Al contrario, se si fosse riconosciuto il concorso di reati, la condanna massima sarebbe stata inferiore.


Comunque   riprendendo in attesa  delle motivazioni     dei giudici  la   sentenza  della  cassazione     del 15\7\2021    (  vedi url  in  cima  )  fa dunque un passo indietro la tutela delle persone vittime di stalking, che colpisce soprattutto le donne: era il 2009 quando (con la legge 38 di quell’anno) fu introdotto come reato e come specifica aggravante in caso di omicidio.
la  corte  di  cassazione  
IL  caso su  cui  si  è  pronunciato  la  cassazione   è quello   del  caso dell’omicidio di Anna Lucia Coviello, uccisa a Sperlonga nel 2016 dopo essere stata per mesi perseguitata e minacciata da una collega. Le Sezioni unite hanno respinto la doppia condanna per i due reati, come chiesto dall’accusa, ritenendo che il reato maggiore contenga il minore.<< In questo modo però >>  come  fa  notare l'articolo  della  De  gregorio  <<  si affievolisce fin quasi a scomparire la tutela dal reato di persecuzione, che spesso indebolisce la vittima al punto da renderla preda più fragile di reati successivi. >>  Infattti  al di là del caso esaminato dalla Corte questa sentenza, che purtroppo   farà giurisprudenza, riguarderà in futuro anche le migliaia di donne vittime di violenza domestica, perseguitate da ex compagni, fidanzati respinti, sconosciuti ossessionati. Come se l’aggressione, quando arriva, fosse un fulmine a ciel sereno,   come se il tormento di mesi o di anni non avessero rilevanza. L’omicidio è si   un  ‘reato complesso’ ,ma  anche    molto spesso  le storie  che  vi sono dietro     specie  nel  caso fi femminicidio   sono complesse, e <<  le vite di ciascuno portano le stimmate della strada che hanno percorso.>>.  
 Se  dovesse     essere   confermatro      quanto riportato da  repubblica  i    giudici  che hanno scritto  tale  sentenza   non  si rendono  conto      che  : <<  ca incomintzat   sa passientzia    in sas   femminas   a mancare  (  Perchè  alle  donmne  inco,mincia  a mancare   la pazienza  )   >>    da  CHENA TIMIRE, adattamento in Sardo del brano Cancion sin miedo della cantautrice messicana Vivir Quintana, vero inno internazionale di lotta culturale al femminicidio ne trovate il video qui oppure i questo nostro precedente post
Quindi non ci si lamenti se le donne oltre a diventare ulteriormente stronze come gli uomini si ribellino uccidendo il femminicida  o il  violento  

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