Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Chirurgia estetica: è il momento della “faccia da ricca” CRESCE IL NUMERO DELLE GIOVANISSIME CHE DECIDONO DI CAMBIARE L’IMMAGINE DI SÉ. HANNO IN MENTE MODELLI PRECISI. IL FENOMENO SI CHIAMA “RICH GIRL FACE”. nuove bambole sex
questra storia che trovate sotto conferma quanto dicevo bnel precedente post : << Bisturi, botulino e droga. I Narcos "investono" sulla chirurgia estetica I trafficanti pagano gli interventi delle amanti per trasformarle in bambole sex >> sulla neccessità sempre più urgente di educare la gente alla bellezz ed a distinguerla da quella sintentica \ artificiale . Molti mi dirsnno , ma ciascuno non è libero di fare dile proprio corpoquello che vuole ? certo che si ma un conto sono : 1) la precocità con cui tale scelta per lo più indotta ( vedi articolo sotto ) ., 2) la libertà di sceglierlo da se , non perchè te lo consiglia il sistema dello spettacolo .
Chirurgia estetica: è il momento della “faccia da ricca”
GENTE
DI R. LINGUINI
CRESCE IL NUMERO DELLE GIOVANISSIME CHE DECIDONO DI CAMBIARE L’IMMAGINE DI SÉ. HANNO IN MENTE MODELLI PRECISI. IL FENOMENO SI CHIAMA “RICH GIRL FACE”. MA QUALI SONO I VISI DI RIFERIMENTO ?
C’è stato un tempo non remoto in cui a ogni lifting seguiva una vacanza lontana da occhi indiscreti che terminava senza cerotti ed ecchimosi del post operatorio e con un alibi per il repentino ringiovanimento: «Tutto merito del riposo». Un tempo in cui ai complimenti allusivi di fronte a sguardi più freschi e gote tutt’a un tratto rimpolpate si rispondeva dissimulando, quando non negando con sdegno. Poi però lo stigma del ritocchino ha cominciato a vacillare, complici le tante celebrities di Hollywood che hanno deciso d’ammettere che per la perfezione dei loro volti e dei loro corpi non devono ringraziare solo
Madre Natura ma anche i più famosi chirurghi plastici. Allora, come ha scritto Harpersbazaar. com, ecco Jamie Lee Curtis confessare di aver provato chirurgia plastica e liposuzione, Robin Wright dichiarare di avere un appuntamento con il botox due volte l’anno, Jane Fonda rivelare d’aver fatto “qualche lavoretto” su mento, collo e occhi. È così che punturine, rinoplastiche e seni rifatti hanno cominciato a essere sdoganati anche tra le persone normali, e finalmente: se chiediamo alla medicina estetica di intervenire su quelle caratteristiche fisiche che ci mettono a disagio perché mai dovremmo nasconderlo? Fin qui tutto bene, quindi, tranne che a un certo punto forse ci è un po’ scappata la mano perché - è venuto fuori dal Congresso della Società italiana di medicina estetica
- si è passati dal negare l’evidenza di fronti levigate dal botox e labbra ridisegnate dai filler, a esibirle. Ostentarle come i più desiderati status symbol.
«Rispetto al passato», ha spiegato Nadia Fraone, consigliere della Sime, «registriamo una vera e propria inversione di tendenza: mentre fino a pochi decenni fa si tendeva a nascondere i trattamenti di medicina estetica, adesso si pensa a quest’ultima come una medicina del benessere, intesa soprattutto come possibilità di curare la propria immagine. E anche la medicina estetica risente di queste nuove richieste, non trovandosi più ad accompagnare il paziente nel percorso normale di invecchiamento, ma piuttosto ad aiutare una vera e propria trasformazione della persona». Un atteggiamento diffuso soprattutto tra le giovanissime della “generazione Z”, che si rivolgono a studi di medicina estetica non per correggere difetti ma per modificare la propria immagine rendendola simile ai canoni di bellezza che arrivano dagli ambienti social, nei quali vivono buona parte della giornata. Rich girl face, faccia da ragazze ricche, è stato chiamato il fenomeno dal chirurgo plastico inglese Dirk Kremer, per intendere la tendenza a mettere in mostra labbra carnose, zigomi pronunciati, fronte liscia e naso sottile e all’insù. Perché sono ricca e me lo posso permettere, come mi permetto un lussuoso weekend a Ibiza o una borsa stragriffata.
«Si tratta di un fenomeno sociologico che rivela la fragilità e l’insicurezza dei giovani», spiega la dottoressa Fraone, «che non hanno un’identità precisa e trovano così il modo di crearsela ad imitazione di idoli dei social media».Ci vorrebbe equilibrio, anche se non tutte possono avere la personalità di Sophia Loren, che pur non avendo mai negato di essere ricorsa alla chirurgia estetica rifiutò di modificare il suo naso malgrado le insistenze di Hollywood. «All’epoca rifacevano il naso alla francese, con una piccola punta. Mi ci vedete con un naso del genere?», disse la diva. Il naso che Sophia rifiutò è lo stesso studiato a lungo dai ricercatori della New York University, arrivati alla conclusione che quello perfetto abbia la punta leggermente rialzata, con le linee che partono da punta e bordo del labbro superiore a generare un angolo di 106°. L’ideale? Quello di Scarlett Johansson, ma le ragazzine che oggi si sottopongono a una rinoplastica hanno altre muse, che di solito spopolano su Instagram. Kim Kardashian e Kylie Jenner su tutte, poi Ivanka Trump e, in Italia
Diletta Leotta e Bianca Atzei. «In realtà questo fenomeno è molto più americano», precisa Marco Iera, chirurgo plastico a Milano, «e anche i personaggi cui i pazienti si ispirano sono quasi sempre americani, forse perché siamo un popolo di esterofili. Comunque non vengono con la foto del personaggio famoso, ma con la loro: cambiata con i filtri di Instagram». Certo, conferma il dottor Iera, a frequentare gli studi dei medici estetici sono ragazze sempre più giovani. «Credo che la medicina estetica sia uno strumento di prevenzione per rallentare l’invecchiamento e se si comincia da giovani è meglio: apportare nutrimento ialuronico, che con l’avanzare dell’età si perde, consente all’organismo di attingere a quello anziché consumare l’acido ialuronico proprio».
Dunque sì, spiega Iera, alla medicina estetica ci si può avvicinare dai vent’anni in su, per preparare l’organismo alle fasi successive. «Parliamo di vitamine per la pelle o biotivitalizzazione», precisa il medico, che non nega che gli capitino pazienti giovani che chiedono interventi invasivi. «A quel punto bisogna cercare di far capire che la bellezza è armonia ed equilibrio
e spiegare che le alterazioni volumetriche alla lunga possono invecchiare e peggiorare l’armonia di un volto». Insomma, lo scopo di qualunque trattamento è il raggiungimento del benessere psico-fisico. «Basta ricordare questo per non sbagliare».
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memoria una storia d'altri tempi, di prima del motore quando si correva per rabbia o per amore ma fra rabbia ed amore il distacco già cresce ( da il bandito e il campione qui il resto del testo ) da http://blog.leiweb.it/novella2000/2012/07/09/ di Daniela Groppuso , 9 luglio 2012 - 18:24 in Vip Tv , Visti in tv Luce Caponegro ( Selen ) e Sara Tommasi Percorsi invertiti, destini che si incrociano. Luce Caponegro, in arte Selen, ex pornostar in auge negli anni ’90, si è sposata ieri. Lo ha fatto in chiesa con un vaporoso abito bianco, come tradizione impone. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, indignati perché fa strano, perché “oddio, una pornostar in chiesa”, perché l’abito bianco è simbolo di purezza e illibatezza, che non sono proprio una peculiarità dell’hard core. In realtà tut
dalla nuova sardegna del 17\10\2011 di Paolo Matteo Meglio le manette ai polsi, piuttosto che una pallottola in testa. Così l’altra sera ha preferito farsi arrestare dando vita a una sorta di sceneggiata: ha rubato un furgone nel cuore della città di Eleonora, poi ha raggiunto la questura e si è autodenunciato. In verità ci aveva provato anche poco prima, confessando un furto (900 euro) messo a segno nel Lazio. Ma non è stato creduto. Così ha optato per il furgone. Il motivo del suo singolare gesto? Eccolo: finire in carcere, piuttosto che varcare da solo i cancelli del palazzo di giustizia di Cagliari. Dove dovrà presentarsi la mattina di mercoledì 22 in veste di testimone in un processo già fissato. Processo al quale voleva andare solo se scortato dalla polizia penitenziaria. Con buona ragione, tenuto conto che il protagonista di questo episodio un po’ kafkiano è Carlo Dessì, 54 anni, cagliaritano doc, malavitoso di lungo corso e forse uno dei pentiti della prima
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una storia come dicono , molti , molto commovente. Un amore simile in questi nuovi tempi non si trova più. <iframe width="982" height="721" src="https://www.youtube.com/embed/Q5GbSD_twBc" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe> nuova sardegna 18 AGOSTO 2020 Era il 17 agosto 1975, il Corriere della Sera due giorni dopo dedicò una pagina alla tristissima storia, il cantante Ivano Michetti dei Cugini di campagna scrisse "Preghiera" LUIGI SORIGA SASSARI. Lui si chiamava Ettore Angioy, aveva 18 anni, era un ragazzone atletico e innamorato, con le gambe da terzino e la testa di un fantasista d’altri tempi. Lei si chiamava Jole Ruzzini, era sportiva, di una spensieratezza contagiosa, b
Commenti