17.1.18

c'è anche chi fra gli immigrati dice No allo ius soli

 le  fonti 
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/paolo-diop-io-immigrato-e-italiano-perch-dico-no-ius-soli-1409769.html
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/io-figlio-2-immigrati-dico-ius-soli-offesa-verso-me-1480481.html
http://www.ilgiornale.it/news/politica/io-islamica-ditalia-vi-dico-ius-soli-sciocchezza-1434052.html


la mia  posizione   su tale  argomento  già lo conoscete (  soprattutto     chi  mi segue  o  mi ha  seguito   visto che  alcuni\e   su  rinuovono  o li rimuove  fb  e  poi  non mi  contattano  più   , sui  social   )    e  quindi evito di tediarvi  . E  poi  .chi  si è letto il testo e  sentito la campagna  del Si  oltre quella  del No   saprà che la maggior parte , comprese  alcune storie  che  troverete  sotto ,  sono   dovute  a disinformazione  .  Qui a differenza  degli altri media  ufficiali   ,  racconto  perchè l'intento del  blog  è dare  voce   a  chi non ha  voce  o  quanto meno   marginalizzato   ed  relegato  come  in questo caso  a  voci opposte  alle mie    ed a quele  correnti  le storie  di  chi    straniero  l'ha  ottenuta seguendo  l'iter  normale   , cioè  dopo i  18  anni   .
Li capisco   avendosi dovuto   sia dal punto di vista  economico     sia  da quello psicologico  sudare  la  cittadibìnanza  italiaana   senza  aiuti ed   agevolazioni  , infatti  la legge    andava modificata    onde  evitare   alcune storture  come quelle segnalate   e  fatte notare  da Paolo Diop, responsabile immigrazione del "Movimento nazionale sovranità" Cittadino italiano, nato in Senegal e arrivato nel Belpaese quando aveva appena due mesi.Tali   dichiarazioni  \ prese  di posizione  sono dovute  , questa  è l'idea  che  mi sono   fatto io leggendo  la loro  intervista   ,   dal fatto che se   la sono dovuta sudare  e     guadagnare  oltere che da  gelosia      del tipo  : <<    <<  a loro prima  e  a noi no  >>  . Alcune ( trovate   per  chi   vuole andare  direttamente alla fonte   e  non continuare  nela lettura   del ost   gli url  sopra  )   come   quella  di :  Josef Lushi, 18 anni, ha il papà albanese e la mamma dell'Equador. Nato a Perugia , ed inparte  quella di  Kawtar Barghout, marocchina classe 1991, è arrivata in Italia quando aveva appena due anni. sono dovute  a  disinformazioone  .  Ma  almeno sono opnioni  ,  condivisibili o meno  , con cui si puo' civilemente  discutere  e  confrtontarsi  , non come    certe   presenti  su news repubblic l'agreggatore  di  notizie per  mobile  (da  cui ho preso   tali testimonianze  )   e   da me  segnalate  perchè intrise di xenofobia , razzismo , oddio \ malpancismo .

Ma ora bado alle ciancie eccovi le storie in questione






"Cittadinanza va conquistata. Ius soli offende noi figli di immigrati"
Josef Lushi, 18 anni, ha il papà albanese e la mamma dell'Equador. Nato a Perugia, è contrario allo ius soli: "La cittadinanza non si impone per legge"
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 08/01/2018 - 09:39




"La cittadinanza italiana devi desiderarla, volerla. Non può imporla lo Stato per legge". Josef Lushi, classe 1999 è figlio di una famiglia formata da persone "che vengono da mondi opposti".
Papà albanese, mamma dell'Equador e lui nato "nella mia Perugia", sulle verdi colline dell'Umbria. Forse per rivolta ai luoghi comuni, si è avvicinato alla Lega ("non sono razzisti, mi trattano bene e sono orgogliosi di me") e dall'11 novembre scorso è ufficialmente un cittadino italiano senza bisogno di ius soli o ius culturae. E per questo si oppone con forza ad una legge che considera "offensiva verso chi, come me, ha faticato per imparare ad amare questo Paese".
Perché sei contrario allo ius soli?
"Basta mantenere la legge così come è. Quando ho deciso di chiedere il passaporto italiano a 18 anni l'ho fatto per senso di Patria, non per ottenere vantaggi o diritti. Non è un pezzo di carta. Se fosse passato lo ius soli, avrei rinunciato alla cittadinanza".
Sei italiano da poco meno di due mesi. Conosci la Costituzione?
"Sì".
E quale articolo preferisci?
"Il 52: dice che bisogna difendere la Patria. L'esatto opposto di quello che fa la sinistra, impegnata a svendere l'Italia e a sabotarla".
Perché secondo te sostengono a spada tratta lo ius soli?
"Devo essere volgare o civile?" (ride)
Come preferisci.
"Per ideologia. Basta togliersi dagli occhi il prosciutto per capire che è inutile. La legge va bene così come è: la cittadinanza va data a determinate condizioni".
Quali?
"Lo straniero che nasce in Italia o arriva da bambino nel Belpaese deve seguire un percorso di integrazione. A 18 anni deve fare un giuramento sulla Costituzione e dimostrare di conoscere la storia e la cultura di questo Paese, culla della civiltà. Quando da ragazzo ho iniziato ad informarmi ho capito che senza gli italiani il mondo non sarebbe quello che è. Per questo ho scelto di diventare cittadino italiano".
I sostenitori dello ius soli dicono che gli immigrati nati in Italia hanno meno diritti dei loro coetanei. È vero?
"Falso. Io non ho mai avvertito discriminazioni. Sono sempre stato trattato come uno della famiglia. Ho sempre usufruito di tutti i servizi, sono andato a scuola, ho tranquillamente girato l'Umbria e l'Italia".
E soffrivi il fatto di non avere l'attestato di cittadinanza?
"No, da bambino non me ne fregava niente. I miei genitori mi hanno sempre detto che sarei diventato un cittadino migliore di tanti altri italiani per nascita, ma che avrei dovuto conquistare questo diritto".
Eppure il Parlamento vorrebbe concedere il passaporto a chi è nato qui o ha fatto un intero ciclo di scuola.
"È un errore. Va consegnata solo una volta adulti, come è stato per me".
Perché?
"Semplice: ci sono delle culture, soprattutto quella islamica, che portano avanti principi contrari alla nostra civiltà. Se hai il passaporto ma porti il velo, che italiana sei?"
Insomma: cittadinanza italiana come scelta e non come diritto. 
"Esatto: deve essere una conquista. L'approvazione dello ius soli la prenderei come un'offesa personale nei miei confronti. Ho faticato tutta la mia adolescenza per imparare la nostra cultura e partecipare alla vita della società. Non capisco perché altri debbano avere un percorso facilitato. Lo ius soli nei fatti esiste già: chi nasce qui, o vive nel Belpaese da molti anni, può diventare cittadino italiano. Deve solo aspettare 18 anni e presentare una semplice domanda. Il resto lo fa la burocrazia. Perché accelerare questo procedimento?".
Dicono lo ius soli sia una "legge di civiltà". 
"Allora sono molti gli Stati incivili, perché in gran parte del mondo le leggi sulla cittadinanza sono molto più severe che in Italia. Dove ogni anno viene assegnato il record di passaporti. Poi lasciami dire una cosa".
Prego.
"C'è anche una questione di sicurezza nazionale: gli attentatori che hanno insanguinato la Francia erano cittadini francesi grazie al loro ius soli. E non potevano essere espulsi proprio per questo. Vogliamo accada anche da noi?"




"Io islamica d'Italia vi dico: lo ius soli è una sciocchezza"
Nordafricana, ha preso la cittadinanza «senza scorciatoie». E ora critica chi vuole corsie preferenziali
Voce posata ma decisa. Accento vagamente padovano. Kawtar Barghout, marocchina classe 1991, è arrivata in Italia quando aveva appena due anni e ha preso la cittadinanza italiana «senza bisogno di scorciatoie».


È musulmana, ma critica nei confronti di chi si ostina a dire che l'islam non c'entra con gli attacchi terroristici. Da esponente dell'Associazione stop radicalizzazione e da studentessa di Giurisprudenza non fa che ripetere ad amici e conoscenti che lo ius soli è tutt'altro che una «legge di civiltà».
Barghout, lei è marocchina e da due anni cittadina italiana. Eppure è contro lo ius soli. Perché?
«Perché la cittadinanza non va regalata. E poi non averla non è una limitazione, visto che sei equiparato agli italiani in tutto: la tessera sanitaria ce l'hai, il conto corrente puoi aprirlo, a scuola puoi andare. È un non problema. Io sono stata extracomunitaria fino a 24 anni: qui mi avete curato il diabete, mi sono iscritta all'Università, ho studiato, ho viaggiato. Senza alcun disagio».
È per tutti così?
«Mio padre ne è un esempio. Ha ottenuto la cittadinanza a 45 anni ed è in Italia da quando ne aveva 25. Non si è mai sentito escluso o marginalizzato. Il passaporto era l'ultimo dei suoi pensieri. Forse perché era occupato a lavorare anziché pensare a queste scemenze progressiste».
Con la legge attuale è così complicato diventare italiani?
«Per chi è nato qui da una famiglia straniera, a 18 anni basta presentarsi dall'ufficiale di Stato civile e in poco tempo sei italiano. Allora mi chiedo: a che serve regalargliela appena nascono?».
E per chi vive e lavora da noi da molti anni?
«Bisogna fare la domanda autonoma. Io l'ho presentata appena possibile: i miei genitori sono andati in Marocco a prendere i documenti necessari, ho firmato l'istanza, ho atteso i 730 giorni canonici ed eccomi qui: ora sono italiana. Non è stato un trauma».
Alcuni dicono sia una questione di principio: chi nasce in Italia deve essere italiano. Chiamano lo ius soli una legge di civiltà.
«Lo trovo stupido. E non siamo gli unici a negare lo ius soli: ci sono altri Paesi, molto civili, che non danno la cittadinanza come diritto di nascita. E poi bisogna considerare un altro fattore».
Quale?
«La legge attuale tiene conto che l'Italia è in una posizione geografica delicata, meta di immigrazione massiccia e dove esistono molti escamotage per ottenere i documenti. Ricevere un permesso di soggiorno illimitato è facile e di conseguenza con lo ius soli regaleremo il passaporto a tutti quanti. Senza selezionare».
Nella nuova legge è previsto anche una sorta di «ius culturae»: cittadinanza agli under 12 che hanno frequentato almeno 5 anni di scuola.
«Non capisco che senso abbia. La scuola è un dovere: un bambino deve andarci perché fa un favore a se stesso, non allo Stato. E poi qualche anno dietro un banco non può bastare: se uno studia non è detto che abbracci i valori fondanti della Repubblica e i principi costituzionali. Non è automatico».
Quali dovrebbero essere allora i requisiti per ottenerla?
«La moralità, quindi non avere precedenti penali. La continuità abitativa, quindi vivere in Italia per un tempo prolungato. E i requisiti economici, visto che lo Stato deve basarsi sulla capacità contributiva. La nuova legge è un'aberrazione giuridica».
Si dice che bambini e ragazzi senza cittadinanza si sentano discriminati.
«È la più grande stupidaggine mai sentita. Io ho fatto tutte le scuole italiane, dall'asilo alle superiori, e non mi sono mai posta il problema di quale passaporto avessi. Nessuno viene discriminato».
Cosa significa per lei essere italiana?
«Vuol dire condividere dei valori e mostrare orgoglio nazionale. Significa abbracciare la storia del nostro Paese. Ridurre il tutto a una questione burocratica è una cosa di cui mi vergogno».



Paolo Diop: "Io, immigrato e italiano. Perché dico no allo ius soli"
Paolo Diop, responsabile immigrazione del "Movimento nazionale sovranità" si schiera contro lo ius soli, la legge sulla cittadinanza in discussione al Senato
Cittadino italiano, nato in Senegal e arrivato nel Belpaese quando aveva appena due mesi, Paolo Diop dovrebbe essere uno spot vivente allo ius soli.

E invece lo combatte. "Proprio perché io ho atteso tanto per ottenere la cittadinanza - dice - penso che la legge in approvazione sia un enorme errore".
Paolo la richiesta per il passaporto - seguendo la legge fino ad oggi in vigore- l'ha presentata con 4 anni di ritardo (a 22 anni anziché a 18) perché "credevo fosse necessario chiudere un percorso". "L'italianità è una cosa seria - spiega - Una questione di identità e cultura". Così, mentre al Senato è in corso una bagarre infinita sull'approvazione dello ius soli Temperato, presentato da Pd, Mdp e Sinistra Italiana, lui scende in piazza per gridare il suo "no" alla "svendita dell'Italia".
Paolo Diop, la legge prevede che possano ottenere il passaporto italiano i minori nati qui con genitori stranieri in possesso di un permesso di soggiorno illimitato. Perché non le piace?
"Per tanti motivi".
Me ne dica alcuni.
"Innanzitutto perché non farà altro che favorire i trafficanti di esseri umani. Ogni giorno sono in cerca di nuove motivazioni per convincere i potenziali migranti a partire per l’Europa. E quale miglior leva del sogno della cittadinanza per convincere una donna a partire? Gli scafisti ne approfitteranno per raccontare che 'basta partorire in Italia per ottenere la cittadinanza'. Per troppo tempo si è sottovaluto il network dei mercanti di esseri umani, un'organizzazione capillare con un fatturato si centinaia di milioni di dollari l’anno e che sfrutta la disperazione per arricchirsi. Non possiamo fargli un regalo del genere".
Ad essere cittadini italiani sarebbero i figli, però, non chi approda in Italia.
"E questo è il secondo punto. È impensabile pretendere di concedere la cittadinanza a un bambino nato qui senza darla anche ai suoi genitori. Si verrebbe a creare un'enorme distorsione nel Diritto di famiglia: il figlio cittadino italiano, il padre e la madre no. Siamo alla follia".
Terzo punto?
"I matrimoni imposti. In moltissime culture, specie quella indiana, pakistana e più in generale quella islamica, vige l’usanza di imporre alle donne un marito scelto dalla famiglia. Spesso la donna viene raggirata con promesse mirabolanti di vita agiata in Italia, convincendola così a maritarsi. Pensate per un attimo quale 'valore contrattuale' avrà l'uomo usando il miraggio della cittadinanza per la moglie e per i figli".
Il centrodestra si è ribellato a questa norma tanto desiderata dal Pd, parlando di "grande sostituzione". Ha ragione?
"Nel Belpaese c’è questa visione distorta dell’integrazione secondo la quale non sono gli immigrati a doversi adeguare alle leggi e alle usanze italiane, ma gli italiani a dover tollerare le usanze degli stranieri. Lo ius soli diventerà un grimaldello per introdurre in Italia idee, leggi e tradizioni completamente contrarie alla nostra concezione di Diritto. In sostanza verrebbe meno proprio quella motivazione, l’integrazione, che è alla base dell’idea stessa di cittadinanza".
Eppure la legge prevede anche una sorta di ius culturae, con la cittadinanza data a quei ragazzi under 12 che hanno frequentato almeno 5 anni di scuola.
"Si, ma la norma ha una lacuna fondamentale: manca un esame di Stato finale che attesti che quel ragazzo è culturalmente legato alla nostra società. Ci sono esempi di giovani che dopo un percorso di studi completo non hanno incamerato nulla. L'italianità non è una questione di passaporto, ma di identità. Dobbiamo distinguere tra chi è italiano perché ama il Paese e chi invece mantiene la propria ideologia culturale senza incamerare la nostra, anche se ha studiato qui".
Perché la sinistra ha accelerato così i tempi di approvazione?
"Lo ius soli porterà voti per il futuro, visto che gli italiani non li voteranno più. E non mi stupisce che la più accanita sia la Boldrini, parte integrante del piano di sostituzione degli italiani".




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