4.1.18

come sopravvivere alle feste di natale XIII la befana e finisce l'uso strumentale della festa . finalmente le feste sono finite e si ritorna alla normalità ed al tram tram quotidiano

Risultati immagini per epifania tutte le feste si porta viaDa qualche  anno il pensiero   populista  \ nazionalista    iniziato ( parafrasi di una famosa  canzone degli anni 90   post   prima repubblica )   in  : << [...] silenzio ai bordi della Milano da bere \ tra i padri di famiglia coi loro bot e le loro mercedes \timorati di Dio e delle tasse, elettori di Craxi e dei suoi \spaventati di perdere tutto se qualcuno li avesse sorpresi \ è continuato a Pontida in un grido di rabbia e paura \di geometri con lo spadone, di dentisti con l'armatura \decisi a difendere il Patrol e la villetta sulla tangenziale \[.... ] e  la loro evasione fiscale [... ] >> con la Lega  e  che   adesso  ha  preso  anche gli altri partiti   e non  è    più  un fenmomeno isolato sentire  dire  o trovare  scrittoin atti ufficiali o  semi ufficiali   befana  per  tutti i bambini italiani  . Il  becero episodio   recente   è capito a Trieste   qui sotto la cronaca  

da  globalist28 dicembre 2017






Un sindaco che toglie dal municipio lo striscione per Regeni, un assessore che regala giocattoli ma solo ai figli degli italiani, un consigliere che dice che il femminicidio è un'invenzione...Qualche problema a Trieste, con la giunta di centrodestra, ce l'hanno eccome. L'ultima idiozia è stata centrata dall'assessore comunale al Commercio e agli eventi correlati di Trieste, Lorenzo Giorgi, che su Fb ha lanciato un post per dire che il 6 gennaio sarebbe arrivata la Befana portando giocattoli ma solo ai bambini poveri italiani. Il post è rimbalzato sui social, di bacheca in bacheca, è diventato un caso nazionale, tanto che a Giorgi ha replicato Enrico Mentana. Che ha scritto :


"Trieste è per storia e tradizione la più cosmopolita delle nostre città, è stata la terra di accoglienza per tanti, uno dei più grandi centri culturali d'Europa, il terrazzo sul mare dell'impero austroungarico prima di diventare italiana dopo la prima guerra mondiale, e poi teatro tragico della seconda (sotto l'occupazione nazista ospitò l'unico lager in terra italiana, luogo dell'uccisione di migliaia di ebrei e prigionieri politici).Nel dopoguerra - ancora Mentana - è stata a lungo divisa, ed è tuttora centro di confronto e luogo di frontiera, è una città che non si può non amare, respira storia, memoria e civiltà. È ben altro orgoglio che quello per cui un assessore scrive ITALIANI in maiuscolo per farsi dire bravo da qualche invasato mentre organizza una raccolta che ha il coraggio di definire benefica. I giocattoli e i bambini non hanno nazione".

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Giorgi alla fine ha cancellato il post ma l'indignazione resta tutta nella città governata da Roberto Dipiazza che durante la diretta della trasmissione “Ring”, su Telenova, si è lasciato andare al saluto romano, accompagnandolo col canonico “A noi”, mentre scorreva la sigla d'inizio del programma. Lo stesso sindaco che ha fatto togliere dalla facciata del Municipio lo striscione di Amnesty per Regeni. Nel Consiglio Comunale, è bene rammentare, siede il leghista Fabio Tuiach che ha detto che "Il femminicidio è una invenzione della sinistra" e ha accostato Maometto alla pedofilia.

Neppure con la befana  fascista      s'era arrivati  a  tanto


Come fare    a non   cadere  nell'uso   strumentale   di cui parlava lo 'articolo prima citato ?

Risultati immagini per befana per adulti1) Accettando il fatto che la befana ( festa pagana e pre cristiana ) o epifania ( festa religiosa ) sono nate feste tradizionalmente feste per bambini di ogni nazionalità , sopratutto la seconda . Non dar retta a gli malpancisti (hater odiatori per usare un termine inglese che va tanto di moda ) salvinisti e simili., 2)  accettare  che  è  festa    per  tutti  e  che  in culo  a  gli   hater  ogni paese  ha  la sua  epifania    \  befana     e  vedere  come essa  unisce    tutti i cittadfini del mondo     migrantri compresi  
3)  far  finita  che  per  un a  giornata  non esistano odiatori ed  odio

Infatti ecco una  delle tante  favole e reinterpretazioni della  Befana 




C'era una volta ......
Giotto - Scrovegni - -18- - Adoration of the Magi.jpg
Una befana distratta e poco esperta che aveva smarrito la scopa . l'aveva cercata ovunque , sotto il letto in soffitta ,in cantina , in giardino . Il 24 dicembre , l'aveva portata a farla revisionare dal signore che aggiusta le scope magiche , ricordava solo questo . La befana era preoccupata e pensava come  avrebbe potuto fare per consegnare i doni , a tutti i bambini\e del mondo .Una bambina furba ed intelligente , dalla finestra della sua cameretta , con il suo telescopio , aveva osservato tutta la scena e allora decise di aiutare la povera befana . Chiamo tutti i suoi amici ed ogni con il proprio mezzo da trasporto : bici pattini , monopattini triciclo , ecc andarono a bussare alla porta della befana e le proposero di aiutarla . La befana felice come no mai legò tutti i sacchi pieni di calze, nei mezzi dei bambini , poi spruzzò in ogni uno d'essi un po' di polvere magica e così in un batter di ciglia , le calze piene di dolci e doni , venero consegnate a tutti i bambini del mondo . Da allora la befana ebbe sempre dei piccoli ma fantastici aiutanti per la consegna delle l calze , in quella giornata speciale la note fra il 5 e 6 gennaio



favola presa da un volantino natalizio del  Baby parking i puffi di tempio  Pausania


  recentemente    si  sta  diffondendo la moda   della  befana  anche per  gli adulti  ecco  alcuni suggerimenti  , oltre le mie  guide  degli anni passati  a  cui  rimando nell'archivio del blog     su cosa mettercv


Calza della Befana per adulti







concludo l'ho scoperto solo ora  esiste  una tradizione goliardica  della befana    si chiama   La tradizione del Befano





Il territorio della Valdichiana è pieno di tradizioni popolari che si tramandano da molte generazioni e che hanno accompagnato la vita delle campagne durante i secoli della mezzadria, fino a sopravvivere in forme più o meno simili nei nostri giorni. Alcune di queste tradizioni popolari sono comuni con aree geografiche o culture confinanti, mentre in altri casi ci troviamo di fronte a elementi unici e particolari, che possono essere considerate come dei tratti distintivi dell’identità della Valdichiana.

Una tradizione fortemente legata alle festività natalizie e particolarmente circoscritta al nostro territorio è quella del Befano. Ancora oggi è possibile sentir dire da famiglie delle campagne o dei borghi della Valdichiana frasi come “Comportati bene, oppure ti fanno il Befano” o espressioni più generiche relative all’usanza di “Fare il Befano”. Anche chi non ha mai vissuto in prima persona questo tipo di tradizione, probabilmente, ne ha sentito parlare in qualche espressione dialettale.

La burla del Befano

La tradizione del Befano è stata riscontrata nella zona della Valdichiana (soprattutto nei paesi e nelle campagne di Chiusi, Montepulciano, Torrita e Sinalunga) fino alla fine del XX secolo. L’usanza prevedeva il confezionamento di un fantoccio di paglia e stoffa, con sembianze umane, nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio, ovvero la notte dell’Epifania. Il fantoccio poteva avere sembianze maschile o femminili, più simile alla Befana tradizionale oppure a un pupazzo di Carnevale. Il Befano così preparato veniva appeso a un albero, ai fili della luce o del telefono, o comunque a una sporgenza che potesse essere difficilmente raggiungibile dalla persona presa di mira, ma facilmente visibile dagli abitanti del paese o delle campagne.
Lo scopo dell’usanza era quello di burlarsi di una persona (o, più raramente, di un’istituzione). Lo scherzo del Befano cercava di mettere in ridicolo la persona a cui era destinato, ed era solitamente accompagnato da cartelli con scritte satiriche, poesie o allusioni volgari. I destinatari del Befano erano principalmente i ragazzi e le ragazze che avevano subito una delusione amorosa, che erano stati lasciati dal partner o non erano riusciti a conquistarsene uno durante l’anno; tra i destinatari c’erano anche gli scapoli e le zitelle, oppure le donne che venivano considerate di facili costumi. Meno spesso il Befano colpiva persone che presentavano difetti fisici o morali, oppure veniva utilizzato per scopi politici per mettere in ridicolo enti e istituzioni locali.
Nei suoi studi sul territorio, Ilio Calabresi ci tramanda altre usanze collegate al Befano: altre burle che si svolgevano nella notte del’Epifania erano quelle di scambiare le insegne delle botteghe, con usanze più tipiche del Carnevale, oppure di spargere fave e lupini dalla casa di una donna presa di mira fino al suo Befano appeso.
Epifania e Befanate
Comprendere i significati profondi dell’usanza del Befano è arduo, perché si tratta di un’usanza 
circoscritta e di cui abbiamo poche testimonianze etnografiche; le interpretazioni di cui siamo in possesso sono parziali, ma questo non ci impedisce di affrontare una riflessione generale su questa tradizione popolare e sulla sua possibile sopravvivenza locale.
dalle  stories  (   versione  fb  per  mobile  )   di  fb  
Si può infatti notare una forte forma di continuità con le altre festività del calendario agrario invernale: per quanto l’usanza sia caratteristica della notte dell’Epifania e la sembianze del fantoccio richiamino quelle della Befana, la burla e gli scherzi alla base dell’usanza fanno subito pensare alla Vecchia di mezza quaresima e al Carnevale; i gruppi sociali impegnati nella realizzazione del Befano, in contesti paesani come quelli della Valdichiana, potrebbe essere stati gli stessi impegnati nelle altre feste popolari.
Il territorio del Befano è circoscritto alle zone interessate dalla bonifica, e non abbiamo altre testimonianze all’infuori dei casi di Trequanda e San Giovanni d’Asso; come fa notare Mariano Fresta, quest’usanza non si è sviluppata in forma di dramma itinerante a differenza delle “Befanate”del grossetano o della Garfagnana, forse per via della sua somiglianza con la Vecchia di mezza quaresima.
Spesso i Befani erano volgari e le burle potevano essere difficili da sopportare, soprattutto nei casi in cui colpivano gli insuccessi amorosi. In questo contesto, la pressione sociale esercitata nei confronti delle persone a cui era dedicato il fantoccio potrebbe essere vista come un’usanza volta a perpetuare la società contadina, accentandone riti e consuetudini: una spinta a trovare un partner e a sposarsi, per evitare di diventare gli zimbelli del paese.
Se la minaccia del carbone portato dalla Befana poteva essere un deterrente nei confronti dei bambini più monelli, quindi, il timore di ricevere un Befano poteva diventare altrettanto efficace per gli adolescenti e gli adulti della Valdichiana.




Per approfondire:

Ilio Calabresi, Strade, storie, tradizioni popolari nella Valdichiana senese, 1987

Mariano Fresta, La tradizione del Befano nella Valdichiana senese meridionale (sito web)
Associazione Culturale Ottagono, Di qua dal fosso. Parole chianine raccolte fra Torrita di Siena, Sinalunga, Acquaviva, Montepulciano Scalo e Montallese, Effigi 2010.

buona  Befana   epifania   che  tutte le feste  si porta  via  , a  fanculo ad  un altro natale .  Finalmente  si ritorna  alla  normalità   non se  ne poteva  più  come dicevo dal titolo  e nella  puntata precedente  di questa  guida  

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