17.9.21

Da hobby a business: «Vendo cavalli arabi agli sceicchi» La bella avventura di una coppia teresina e del loro allevamento

la nuova sardegna del 16\9\2021

Da hobby a business: «Vendo cavalli arabi agli sceicchi»

La bella avventura di una coppia teresina e del loro allevamento

SANTA TERESA. Un cavallo che conquista per armonia e fascino. Destrieri che hanno appeal e che soprattutto si vendono. In alcuni casi diventano leggenda come Nopoli, un vero fenomeno negli Emirati arabi che per il palmares sconfinato viene chiamato appunto Legend. Ovviamente tutto questo ha un prezzo, i puledri allevati e addestrati con cura raggiungono quotazioni importanti. Alcune volte quelle necessarie per acquistare metà di un bell’appartamento in città. Un gioiello per pochi dunque e non per tutti. A Santa Teresa Gallura c’è un’azienda, l’allevamento del Ma, di Maurizio Muntoni e di Anna Teresa Vincentelli, che lavora e in silenzio produce eccellenze. Cavalli di razza araba che riforniscono le scuderie degli sceicchi più ricchi del pianeta che non badano a spese per portarseli a casa. Sembra il classico caso in cui l’impresa fa molto, molto di più della politica nell’esplorare nuovi e appetibili mercati. E l’apertura di un canale commerciale con gli Emirati Arabi si deve a intuito, passione e al lavoro piuttosto che ad accordi economici o patti bilaterali troppo spesso validi solo su carta ma in realtà ben poco efficaci.



Maurizio Muntoni, 60 anni portati benissimo, racconta il suo ingresso dalla porta laterale in questo mondo complesso che ha imparato a conoscere e a decifrare nel tempo grazie ad una dose fuori dal comune di passione ma anche di pazienza. Quella virtù che possiede chi sa attendere e non ha fretta di avere tutto subito. «L’avventura iniziò con un asinello che da bambino mio padre mi comprò per accontentarmi, poi a vent’anni il primo cavallo per le passeggiate. Iniziai il percorso sportivo agonistico con le gare di trek che mi diedero tante soddisfazioni e mi portarono a girare mezza Europa e a partecipare anche ai campionati del mondo», racconta Muntoni scavando nel libro dei ricordi. La vera svolta avviene intorno al 1990, quando rompendo gli indugi le attenzioni dell’allevatore si concentrano esclusivamente sul cavallo di razza araba. «Sono sempre stati un mio pallino. La mia prima cavalla araba la acquistai a Parma. Era versatile ed equilibrata lasciai il trek e abbracciai l’endurance (Le competizioni consistono in corse di resistenza su percorsi di varia natura ed un chilometraggio che varia dai 30 ai 160 km a seconda delle categorie) e la cavalla mi diede subito degli ottimi risultati». Erano gli anni pionieristici dell’allevamento e occorreva aumentare gli animali seguendo però l’unica direttrice possibile: la qualità. «Incrociai la cavalla con uno stallone dell’Incremento ippico e il puledro diede subito ottime performance sia nelle corse, che poi nell’endurance. Vincemmo i campionati europei con Mara Feola, un’amazzone di Santa Teresa molto brava e altre competizioni».



Ma la vera svolta si concretizzò incrociando le fattrici sarde in Francia con i ceppi migliori, soprattutto sui cavalli arabi e all’incontro fortuito ma solo fino ad un certo punto con il mondo degli sceicchi Hamdan e Mohamed che attraverso alcuni loro osservatori videro da queste parti l’argento vivo per le loro passioni sportive. «Nel 2001 vendemmo i primi tre puledri. Li acquistarono in blocco e non se ne pentirono, anche perché uno di loro è diventato una vera leggenda. Si tratta di Nopoli del Ma’, quello che loro chiamavano e chiamano Legend, un cavallo che negli Emirati arabi ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Da allora posso dire che con loro si aprì un varco con la Sardegna, non solo con il mio allevamento. Scoprirono che qui si allevavano cavalli all’altezza. Un movimento importante di cui abbiamo beneficiato tutti», spiega l’allevatore nella struttura di Santa Teresa che ospita una settantina di cavalli. Quella di Nopoli è davvero una bella storia di cui Muntoni va giustamente orgoglioso anche perché condensa la sua filosofia di vita e un approccio all’allevamento dei cavalli fatto del giusto mix tra ragione e sentimento. «Il puledro quando aveva 5 mesi iniziò a zoppicare, il problema non cessava. Così il mio veterinario mi consigliò di andare a Perugia dove c’era una dottoressa molto brava e strumentazioni tecniche all’avanguardia. Lo ascoltai e seppi aspettare. Il cavallo aveva il menisco rotto, lo tenemmo fermo per un anno ma dopo scalpitava, o meglio volava e ottenne tutti quei risultati che ne hanno fatto una autentica star e quell’appellativo di Legend non arrivato per caso». Quella dell’infortunio poi per fortuna rientrato fu una grande lezione per l’allevamento (oggi costituito da 70 cavalli con la produzione di 10 puledri all’anno) che ha impostato il lavoro seguendo gli standard più all’avanguardia. «Abbiamo un metodo particolare. Li seguiamo durante l’arco della giornata. I puledri fino all’anno e mezzo mangiano la loro razione nei box, per evitare che il più forte sottragga il cibo a chi lo è meno. Facciamo noi il fieno con quattro tipi di erba e diamo il supporto con i mangimi con il giusto supporto di calcio. Poi li seguiamo con le telecamere e il momento del parto ha tutte le attenzioni del caso. “Eccetto lo scorso anno per il covid, vado sempre negli Emirati Arabi. Vedere i nostri cavalli comportarsi in maniera egregia è una soddisfazione enorme». E se dall’Isola, dove sono nati e allevati molti puledri raggiungono le grandi scuderie, questa volta grazie al Sardegna Endurance Festival 2021 ormai alle porte, con il suo Campionato mondiale per giovani cavalli organizzato all’Horse Country Resort di Arborea, il gotha è alle porte del regno di Eleonora.

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