le meraviglie di queste paraolimpiadi ( tokyo2020\1 ) corpo e mente, Platone dalla tripletta di Le tre medaglie di Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto nei 100 metri a Rita Cuccuru e Zheng Tao nuotatore leggendario

 premetto  che   Savino  mipiace  poco  e  nulla  lo vedo come  un dottorino   ed  un prezzemolino  .  Ma   a volte  ,  ed  è   questo  uno dei casi ,  ha  perfettamente  ragione  .  Il   discorso  che  fa  ,  vedi articolo sotto  ,   sul corriere  della sera   del 4\9\2001 ,   lo si  può  riferire  anche ad  altre     storie  delle ,    trascuratissime  dai media ufficiali     e di stato  ed  relegate     ad  mero evento  sportivo  secondario  , paraolimpiadi  .  Infatti oltre  all'articolo in questione    riporto altre  storie    che mi  hanno  colpito di queste  paraolimpiadi 

La tripletta dell’Italia alle Paralimpiadi: corpo e mente, Platone corre con le velociste azzurre


di Roberto Saviano

Le tre medaglie di Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto nei 100 metri raccontano l’essenza vera, classica, dello sport

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Le tre medaglie delle azzurre nei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo ci raccontano l’essenza classica e vera dello sport.
Che siano state tre atlete italiane a «narrarcela» rende entusiasmante— per noi che da sempre sosteniamo le Paralimpiadi — questa impresa così meravigliosamente potente.
Quando parlo di essenza classica dello sport intendo riferirmi proprio al significato originario delle Olimpiadi. Queste non sono una sottocategoria per donne e uomini sfortunati. Sono sfida, disciplina, slancio, consapevolezza del limite e sforzo nel creare nuove possibilità di sé. Esattamente ciò che chiede lo sport. Non una disciplina minore, vissuta come intrattenimento per persone menomate.
Le Paralimpiadi sono, ancor più delle Olimpiadi, l’emblema di quello che fu lo spirito greco della sfida sportiva.
Lo spirito classico raccontava l’agonismo come la lotta che si ingaggiava con il proprio corpo tra il sé che volevi provare ad essere ed il te che eri già. Ma non era una lotta che portava al disprezzo del proprio corpo o alla tortura del proprio limite che non sapevi accettare. Tutt’altro, la lotta non aveva che un vincitore: sé stessi. Perché avveniva il mescolamento, proprio così come lo definiva Protagora, tra il te sognato e il te che sei. Aspirare a conoscere i propri limiti significa descrivere i propri confini non come luogo dove tutto ha termine ma come luogo dove comincia te stesso.
Le nostre atlete hanno saputo mescolare proprio questo: il sogno del risultato e le difficoltà del vivere, hanno mescolato il sogno e la possibilità di agguantarlo. Ogni tentativo di realizzarsi, ogni tentativo di procedere ha come risultato il mischiarsi, il contaminarsi. Se non provi a mescolarti con il sogno, rimani ancorato all’immanente quotidianità.
Le Paralimpiadi furono create, nel 1960, dal neurologo Ludwig Guttmann che dopo la guerra non voleva più vedere corpi abbandonati alla disperazione: per riattivare quelle vite ancora piene di energia decise di sottoporle alla sfida, ossia alla conoscenza di sé. Non voleva più vedere medici lasciare corpi svilire solo perché considerati dalla società mancanti di qualcosa, voleva che quell’assenza diventasse lo spazio per il rinascere, un colmare vita.
E non è questo lo sport? Riattivare la vita? Non è forse questa la ricerca del conoscere, cioè il riempire vuoti, correggere il rotto, riassestare in nuova forma l’esistenza? È così che insieme al medico italiano Antonio Maglio nasce l’idea di organizzate le Paralimpiadi, come racconta il bel libro su Guttmann Un cuore da campione di Roberto Riccardi (La Giuntina).
Martina Caironi medaglia d’argento e Ambra Sabatini medaglia d’oro hanno perso la gamba per un incidente, Monica Contrafatto ha perso la gamba colpita dalle schegge di un ordigno in Afghanistan.
Quando accade una cosa del genere non hai molte opzioni, dinanzi a te hai due strade: o permettere che la tua vita sia «amputata» o provare a imparare a camminare esattamente come quando avevi 12 mesi. Riniziare, rinascere, ricostruirsi avendo come opportunità il non doverlo fare per la prima volta. Ma per la seconda e poi una terza e quarta volta.
Per Platone per allenare la mente, e quindi renderla capace di raggiungere il difficile cammino verso la conoscenza delle idee, era un esercizio necessario: da un lato alleni il corpo, dall’altro la mente, partendo dal calcolo geometrico. Isocrate aveva un’altra visione, per lui non c’era possibilità di distinzione tra corpo e mente (sugkeisthai): quindi mentre eserciti il corpo stai già permettendo alla mente di allenarsi e viceversa. Quando affronti il calcolo e la retorica stai equilibrando la postura e la fibra dei tuoi muscoli. Quando ti educhi al pensiero stai trasformando il tuo corpo, quando lo alleni stai permettendo alla mente di accedere a nuove strade.
Sabatino, Caironi e Contrafatto in pista hanno messo in pratica questo principio filosofico: hanno tenuto la fibra della loro mente. Riconosciamo in loro lo sforzo, il riscatto e la resistenza perché questa è l’essenza dello sport che ci piace ed esalta: la possibilità di resistere, di permettere alla mente di avere il controllo, di sfidare— qualunque sia il risultato — sé stessi e ciò che ci capita nell’avventura della vita.
Le Paralimpiadi sono così incredibilmente romantiche perché ci immedesimiamo tutti (anche se non siamo capaci di imprese stratosferiche come le nostre atlete) nello sforzo di resistere al destino che ci avrebbe voluto domi. E che siano state tre nostre atlete a riuscirci, a indicarci la strada, beh è splendido.




L’ATLETA È TORNATA DA TOKYO
Paralimpiadi, Rita Cuccuru festeggiata dalla
sua Maranello "I Giochi? Esperienza unica"












Non ha raggiunto il podio ma va bene così, anche perché la sua testimonianza di coraggio e determinazione vale comunque una medaglia. L’esperienza olimpica di Rita Cuccuru, ottava nel triathlon alle Paralimpiadi di Tokyo, "è stata – parole sue – qualcosa di unico", ed unica, a suo modo, è stata anche l’accoglienza che le ha voluto riservare l’amministrazione di Maranello, che ha organizzato un happening che ha visto la giunta – c’erano il sindaco Luigi Zironi e l’assessore allo Sport Mariaelena Mililli – complimentarsi con Cuccuru, consegnandole una targa ricordo: detto che, a maggior ragione quando si parla di Olimpiadi, vale sempre il motto decoubertiniano ("l’importante è partecipare"),
Cuccuru ha comunque portato a Tokyo il nome di Maranello, e la circostanza è stata sottolineata dall’amministrazione in occasione della ‘cerimonia’ andata in scena ieri sulla piazzetta antistante la biblioteca Mabic, nel corso della quale la Cuccuru ha annunciato di voler partecipare alle qualificazioni per le prossime Paralimpiadi, a Parigi nel 2024.
Nonostante tutto non si è abbattuta e non abbatte facilmente . Infatti, oltre il suo passato pre paraolimpico era una promessa del calcio femminile ad alto livello ( serie A ) come testimonia la sua "biografia" , il suo motto è : << Che la mia tensione diventi coraggio, e la paura diventi la mia forza.>>( dallla siua pagina fb )








Zheng Tao in numeri: la storia del nuotatore cinese leggenda alle Paralimpiadi

Si chiama Zheng Tao ed è il nuotatore paralimpico dei record. Ecco alcuni numeri per capire come mai se ne parla e perché il suo nome ha segnato anche le Paralimpiadi di Tokyo 2020.




Il 2012 è l’anno in cui Zheng Tao ha vinto la sua prima medaglia d'oro. Si è trattato dei 100 metri in stile dorso. I Giochi erano quelli di Londra.
Il 2016 è l’anno del miracolo: a Rio de Janeiro, Zheng Tao ha vinto la medaglia d'oro ai 100 metri dorso maschili nonostante un infortunio alla parte bassa della schiena. Non solo, ha anche stabilito il record mondiale di 1:10.84.



Alle Paralimpiadi estive 2020 di Tokyo, ha vinto la medaglia d'oro all'evento Butterfly maschile con un record mondiale di 30.62.Sempre alle Paralimpiadi estive 2020 di Tokyo ha conquistato il primo posto sul
podio all'evento dorso maschile e la medaglia d'oro ai 50 metri in stile libero.


 Ha anche vinto la medaglia d'oro alla staffetta mista 4x50 metri in stile libero.



proprio  mentre     finvo  di scrivere  questa news  mi arriva la  notifica  dall'ansa    di questa news    che  chiude  la mia serie  di post     su tale   bellissimo evento  ,  una  sorpresa per  me  , perchè non immaginavo  che    ( per  esperienza personale  con  amici\che disabili  )  da  tali situazioni    si potesse  rinascere   e trovare la  forza  per andare  avanti     e rincominciare  .  




Paralimpiadi: a cerimonia chiusura portabandiera più giovane
Matteo Parenzan alfiere azzurro. Pancalli,'E' presente e futuro'


(ANSA) - ROMA, 04 SET - Sarà Matteo Parenzan a portare la bandiera italiana alla cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi di Tokyo 2020 in programma domani allo stadio Olimpico di Tokyo.
A renderlo noto è il Comitato italiano paralimpico, indicando l'atleta triestino, appartenente alla squadra azzurra di tennistavolo e più giovane componente della nazionale italiana paralimpica con i suoi 18 anni compiuti proprio il 23 giugno, giorno della consegna da parte del Presidente della Repubblica SergioMattarella della bandiera alle spedizioni olimpica e paralimpica .
"Matteo rappresenta l'Italia paralimpica che guarda al futuro - ha sottolineato il presidente del Cip Luca Pancalli - In questa Paralimpiade abbiamo ottenuto un risultato storico con un team costituito da tanti
esordienti ma anche da numerosi veterani. Da domani lavoreremo per costruire un nuovo ciclo che possa garantire al nostro Paese di rimanere nel gruppo delle nazioni più forti del mondo. Matteo è l'anello di congiunzione fra un presente luminoso e un futuro che ci auguriamo possa essere sempre più radioso".
Entusiasta l'atleta azzurro: "Sono davvero felicissimo ed emozionato - ha confessato Parenzan - me lo avevano detto un paio di giorni fa e oggi che è ufficiale posso dire di essere orgoglioso per il ruolo che ho ottenuto per domani sera. Un ruolo davvero prestigioso, quello di poter portare in alto il Tricolore italiano alla cerimonia di chiusura, i colori di una nazionale e di un Comitato paralimpico intero. Ho coronato un altro grande sogno, dopo aver potuto partecipare a un'esperienza davvero unica: dovrò essere bravo a metterla in pratica già dai prossimi tornei". (ANSA).

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