Domani s'arono ufficialmente le paraolimpiadi . Altre due settimane di sport emozionante e storie \ annedotti particolari ed avvincenti ci aspettano oltre che si strumentalizzazioni politiche \ culturali e polemiche ( vedere il post precedente )
Ntando Mahlangu, sprinter sudafricano con protesi gambali. Foto: Everett Collection |
Infatti Le Paralimpiadi sono piene di storie ispiratrici e straordinarie. Ecco alcune delle più celebri:
Martina Caironi, Monica Contrafatto e Ambra Sabatini: Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, queste tre atlete italiane hanno fatto la storia conquistando tutto il podio nei 100 metri T63 femminili. Ambra Sabatini ha vinto l’oro e stabilito un nuovo record del mondo, seguita da Martina Caironi con l’argento Monica Contrafatto con il bronzo- Markus Rehm: Conosciuto come “Blade Jumper”, il tedesco Markus Rehm ha vinto il suo terzo oro paralimpico consecutivo nel salto in lungo (T44) a Tokyo 2020. Dopo aver perso parte della gamba destra in un incidente, Rehm è diventato un simbolo di resilienza e determinazione
- Alex Zanardi: Ex pilota di Formula 1, Alex Zanardi ha perso entrambe le gambe in un incidente automobilistico. Nonostante ciò, ha continuato a competere nel paraciclismo, vincendo numerose medaglie d’oro e diventando un’icona dello sport paralimpico italiano
- Bebe Vio: La schermitrice italiana Bebe Vio, che ha perso braccia e gambe a causa di una meningite fulminante, ha vinto l’oro nel fioretto individuale alle Paralimpiadi di Rio 2016 e Tokyo 2020. La sua storia è un esempio di coraggio e forza di volontà
- David Brown: Il primo atleta paralimpico a scendere sotto il muro degli 11 secondi nei 100 metri piani T11 (per atleti con gravi problemi alla vista). Ha vinto l’oro a Rio 2016, dimostrando che i limiti sono solo mentali
I Giochi Paralimpici di Parigi 2024 inizieranno il 28 Agosto e termineranno l’8 Settembre a Parigi, nelle sedi dei Giochi Olimpici 2024, conclusi due settimane fa. In questi giorni, alcuni dei più importanti atleti paralimpici del mondo hanno dichiarato che non “parteciperanno” ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, nell’ambito di una nuova campagna del Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) volta a sfidare i pregiudizi linguistici.
Nell’ambito della strategia sociale, i paralimpici, hanno postato una serie di grafiche su Instagram, la prima delle quali dichiara:
“Non parteciperò ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024”. Scorrendo la serie di immagini verso sinistra, i follower del social network hanno scoperto che l’atleta ha invece dichiarato: “Gareggerò”, ricordando che i paralimpici sono stati spesso elogiati per il solo fatto di partecipare allo sport, non per le loro abilità sportive o per la loro feroce voglia di vincere.
Ellie Cole, nuotatrice italina in Phoenix Rising, doc di Netflix. |
In esse ci saranno trecentocinquantamila ore di diretta, con un'audience stimata in oltre quattro miliardi di spettatori in tutto il mondo. Quelle di Parigi 2024 - al via il prossimo 28 agosto - saranno le prime Paralimpiadi con copertura televisiva totale. Seimila i giornalisti accreditati. Centocinquantamila gli euro pagati dalla Rai per aggiudicarsi la messa in onda. Non male per una rassegna sportiva considerata giovane (è l'edizione numero 17, mentre le Olimpiadi, dell'era moderna sono a quota 33). Le prime gare in diretta tv furono trasmesse negli Usa da Atlanta 1996. In Italia, con Torino 2006. «Rai 2 diventerà rete paralimpica per tutta la durata dei Giochi, permettendoci di entrare davvero nelle case degli italiani e mostrare che lo sport può farsi grimaldello per una rivoluzione culturale» esulta il presidente del Cip (Comitato italiano paralimpico) Luca Pancalli, «dove si guarda alle persone disabili per quello che hanno e che possono restituire alla società, non per ciò che hanno perso». Complice il ritorno in Europa, dopo anni tra Asia e Sudamerica, il fuso orario non sarà più un problema. paralimpiadi 2 Ellie Cole, nuotatrice italina in Phoenix Rising, doc di Netflix. Saranno 22 le discipline in gara a Parigi 2024, suddivise in 549 eventi paralimpici tra il 28 agosto e l'8 settembre. Le Paralimpiadi, figlie della guerra Agli albori c'erano un inglese - nato tedesco, in un luogo che oggi è polacco - e un italiano. Detta così può sembrare una barzelletta, invece le Paralimpiadi sono figlie della guerra. Che, quando non porta morte, porta disabilità. Il primo, Ludwig Guttmann, è un neurologo ebreo originario della Slesia. Non tollera che i soldati diventati paraplegici al fronte siano abbandonati a morire. Tra i due conflitti mondiali emigra in Gran Bretagna, avvia un centro di ricerca sulle lesioni al midollo spinale (nell'ospedale di Stoke Mandeville, vicino Londra) e capisce che ai suoi pazienti la riabilitazione non basta. Ci vogliono stimoli, divertimento, competizione per tornare a vivere. Nel 1948 - mentre Londra ospita la 14esima edizione delle Olimpiadi - Guttmann a Stoke Mandeville organizza i primi Giochi per persone con disabilità. Una sola disciplina: il tiro con l'arco. Sedici gli atleti in gara, tutti inglesi. E l'italiano? È Antonio Maglio, un medico dell'Inail che condivide la visione di Guttmann e invita i Giochi di Stoke Mandeville, nel frattempo estesi a delegazioni estere, a una trasferta romana. È il 1960, l'anno d'esordio dei Beatles e di John Fitzgerald Kennedy alla Casa Bianca. Nella capitale italiana si sono appena concluse le 17esime Olimpiadi. Lo stadio dell'Acqua Acetosa vede sfilare 400 atleti, tutti in sedia a rotelle, venuti da oltre 20 Paesi per sfidarsi in quelli che passeranno alla storia come i primi Giochi paralimpici (anche se per arrivare ufficialmente al nome Paralimpiadi - cioè le Olimpiadi in parallelo, quelle accanto - bisognerà aspettare il 1984). È un evento sportivo globale, in divenire. E in crescita costante. Play the Games Special Olympics Italia 2024: la presentazione Si è tenuta oggi a Roma, nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la conferenza stampa di presentazione dei Play the Games Special Olympics Italia 2024. Giunti alla sesta edizione, rappresentano un unico grande appuntamento con lo sport inclusivo e multidisciplinare. Strutturati in più appuntamenti e dislocati in diverse regioni, assumono a tutti gli effetti il valore dei Giochi Nazionali Estivi. 14 discipline sportive - tra cui nuoto, pallavolo, karate, tennis, bowling, equitazione - 23 giorni di gare e 7 grandi eventi: sono questi i numeri che contraddistinguono questa lunga rassegna che farà vivere giorni indimenticabili all’insegna dello sport e dell’amicizia. Tutti i ragazzi e le ragazze presenti alla conferenza stampa hanno indossato una T-Shirt con la scritta “La nostra Scuola è inclusiva”, sottolineando la necessità di favorire una cultura del rispetto alla quale educare soprattutto i giovani, promuovendo una conoscenza della persona che vada oltre la disabilità. Per il programma, clicca qui. Discipline e atleti attesi quest'anno Quest'anno a Parigi 2024 gli atleti attesi sono 4.400, da 184 Paesi; 549 eventi nelle 22 discipline estive in programma. C'è il sitting volley (cioè la pallavolo da seduti), il calcio a cinque per ciechi, il calcio a sette «un lato» (pensato per giocatori con paralisi cerebrali), il goalball o pallarete. Ci sono gli sport che portano l'aggettivo «paralimpico» dopo il nome: atletica, boccia, canoa, canottaggio, ciclismo (su strada e su pista), equitazione, judo, nuoto, pesistica, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l'arco, triathlon, vela. E poi ancora quelli da praticare solo in sedia a rotelle: basket, rugby, scherma e tennis. Le tipologie di disabilità ammesse oggi includono deficit fisici, visivi e intellettivi. Ogni disciplina ha le sue regole, ma tutti gli atleti paralimpici vengono valutati da una commissione medico-sportiva che - tenendo conto di patologie, «abilità residue» e specialità sportive - li smista in «classi» funzionali. Nelle gare individuali la classe di appartenenza stabilisce a quali eventi si può partecipare e chi sono gli avversari. In caso di giochi di squadra, invece, la somma dei punti associati alla classe di ogni giocatore in campo per un team non deve superare una certa soglia. Così si cerca di garantire equità e competizione. Campioni sempre più carismatici - come Bebe Vio, Simone Barlaam, Martina Caironi - hanno alzato gli standard competitivi e la popolarità: in Italia, dal 2000 il numero di persone con handicap che praticano sport o attività fisica è aumentato del 20 per cento (arrivando a circa 50mila su un milione di disabili tra i sei e i 40 anni) e coinvolge tremila associazioni e società sportive riconosciute dal Cip. paralimpiadi 3 Tatyana McFadden, Usa, velocista e maratoneta. Saranno 4.400 gli ateleti paralimpici a Parigi. Prossimo appuntamento: le Paralimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. «Qui non cerchiamo di creare campioni, ma cittadini» Style magazine logo Novità, curiosità e approfondimenti. Per essere sempre aggiornato attraverso il punto di vista di chi la moda la vive dall’interno.Tra gli sport più diffusi c'è il nuoto. «Perché fa bene, lo sanno tutti», scherza Pancalli (che in vasca si è guadagnato 15 medaglie paralimpiche in quattro edizioni dei Giochi, tra New York 1984 e Atlanta 1996) «e perché cominciare è facile». Poi il basket, perché «dove c'è una palla, c'è gioco» e l'atletica, soprattutto tra chi ha subìto un'amputazione. Carrozzine e protesi da gara possono costare parecchio, pesare sulle famiglie e scoraggiare chi passa all'agonismo. Così come l'accessibilità degli impianti, la carenza di personale; per atleti autistici, paraplegici, non vedenti, amputati servono allenatori specializzati. Formazione, elasticità, disponibilità all'accoglienza: il vero, grande successo delle Paralimpiadi consiste nell'evidenziare «che i disabili agiscono, possono fare, non sono soggetti passivi a cui indirizzare assistenzialismo», sottolinea ancora il Presidente del Cip, Pancalli. Ora che diversi paralimpici sono entrati nelle forze dell'ordine come agenti in servizio, il messaggio è ancora più chiaro, sottolinea: «Se a bambine e bambini disabili dai gli strumenti per diventare atleti, magari non li stai trasformando in campioni, ma di sicuro in cittadini a tutti gli effetti».
La campagna è stata creata per stimolare una conversazione sul linguaggio utilizzato per descrivere i paralimpici, rispetto agli atleti che gareggiano senza disabilità.
Si basa sul film “Paralympic Dream” dell’IPC, che ha stuzzicato il pubblico con l’idea che i Giochi Paralimpici siano un idillio di armonia sportiva, per poi dare un assaggio dell’impressionante atletismo e dell’agguerrita competizione che ci sarà in realtà.
Craig Spence, Chief Brand and Communications Officer dell’IPC, ha dichiarato:
I paralimpici sono stati spesso descritti dai media come ‘partecipanti’ e non come ‘concorrenti’. In occasione dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024, è giunto il momento di mettere le cose in chiaro.
Dopo anni di allenamento e dedizione, 4.400 tra i migliori paralimpici del mondo si dirigeranno nella capitale francese per competere ai massimi livelli. In tutti i 22 sport, ci aspettiamo una competizione intensa e i più grandi Giochi Paralimpici di sempre in termini di prestazioni sportive.
Il linguaggio gioca un ruolo fondamentale nella percezione delle persone, soprattutto quando si tratta di persone con disabilità e paralimpici. È importante che il linguaggio sia corretto ed è per questo che abbiamo lanciato questa campagna per suscitare interesse sull’argomento in vista dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024.
IL LINGUAGGIO CONTA
Le narrazioni utilizzate ed i termini usati dai media per coprire i Giochi Paralimpici modellano la percezione della disabilità.
Il linguaggio giusto può dare forza alle persone con disabilità e creare opportunità, mentre quello sbagliato può perpetuare stereotipi e idee sbagliate.
Il Comitato Internazionale Paralimpico ha messo a punto un vademecum su come coprire l’evento sportivo.
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