Il gioco duro in cui è finita Khelif e perché Semenya candidata alla Federazione può essere la svolta ?.
Il caso resta aperto, i Giochi finiscono domani ma la questione del sesso dei concorrenti continuerà a turbare lo sport mondiale finché non si arriverà a regole più chiare a tutela di tutti.Imane Khelif rientra in Algeria con la medaglia d'oro, l’entusiasmo di tutto un Paese che ha tifato per lei, e con l’amore del padre che dal suo paesino sperduto nel
deserto ha mostrato le foto di lei bambina ripetendo «sono orgoglioso di mia figlia»; la pugile algerina può contare anche sulla simpatia di tanti spettatori, che si sono dispiaciuti per le lacrime di Angela Carini, certo, ma anche per le sue, diventata a sua volta vittima di una polemica crudele .
Sulla pelle di Imane Khelif si è combattuta una «guerra culturale», come dice il presidente del Cio Thomas Bach, e anche una più concreta battaglia tra la federazione della boxe Iba guidata dal russo Umar Kremlev e lo stesso Cio, mentre il Cremlino osservava con soddisfazione, o forse ispirava, il caos alimentato a Parigi dall’amico Kremlev, autoproclamato difensore dei sacri valori e della distinzione millenaria tra uomo e donna.Il conflitto tra la federazione di boxe Iba e il comitato olimpico ha da tempo oltrepassato l’ambito della ragionevolezza: dopo gli insulti di Kremlev a Imane Khelif e alla taiwanese Lin Yu Ting — «sono uomini, anche se non ho guardato in mezzo alle gambe» —, le minacce a Bach qualificato peraltro di «capo dei sodomiti» — «ti spedisco i pannoloni perché ti farò tanta paura che te la farai addosso» —, c’è da domandarsi come il mondo possa considerare Kremlev come un interlocutore credibile.La conferenza stampa organizzata dalla Iba a Parigi è stata un momento surreale, tra dirigenti che apparivano molto confusi fra «trans», «cromosomi XY», «inster-sesso» e non sapevano bene cosa rispondere, e Umar Kremlev che appariva in videoconferenza accanto a icone mariane tuonando — ancora — contro la cerimonia di apertura dei «depravati» e contro i «rifiuti della società» del Cio.
Visto l’imbarazzante personaggio all’origine della polemica, potrebbe essere facile dichiarare chiuso un problema che invece esiste, al di là di Imane Khelif. In fondo dovrebbero chiedere scusa alla pugile algerina, e alle avversarie che hanno dovuto incontrarla, anche le autorità del Cio, quel Thomas Bach che è sembrato troppo sbrigativo e imbarazzato nel difendere la pigra regola in vigore: «Se sul passaporto c’è scritto donna, l’atleta è una donna».Non è così semplice. Bach e il Cio avrebbero potuto e dovuto prevedere la polemica, e prepararsi ad affrontarla con maggiori certezze: invece hanno dato l’impressione di rifugiarsi nella «guerra culturale», che pure esiste, ma senza preoccuparsi di affinare armi e argomenti.Due giorni fa si è candidata a dirigere la federazione di atletica World Athletics, per succedere a Sebastian Coe, l’atleta sudafricana Caster Semenya, da anni al centro delle polemiche per gli alti livelli di testosterone che le derivano dai cromosomi XY e dalla disfunzione «5ARD», che nel ventre materno le ha impedito di sviluppare organi sessuali maschili esterni, ma non di avere poi uno sviluppo maschile durante la pubertà.L’auspicio è che lei, o chiunque altro dirigerà le istituzioni sportive nei prossimi anni, si applichi a considerare la questione con due criteri fondamentali: non discriminare ingiustamente nessuno, e individuare parametri seri per tutelare la correttezza delle competizioni, magari un po’ più fondati del commento da bar «sembra un uomo» Credo che , pur non essendo patito ed esperto di box , come
Galatea Vaglio
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Alla fine io credo che la medaglia questa povera ragazza se la sia meritata non solo per quello che ha fatto sul ring ma per tutto il fango che le hanno spalato addosso e da cui non si è lasciata travolgere, dimostrando una tenacia e una resistenza che, lasciatemelo dire, sono tratti meravigliosamente femminil
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Oggi si è svolta La maratona la quale è considerata da sempre la gara olimpica per eccellenza, e forse anche per questo a Parigi 2024 si è pensato di organizzarne una che fosse emblematica di tutti questi Giochi olimpici: il percorso è deicsamente peculiare, passa per molti dei luoghi più belli di Parigi ma mai dallo stesso punto (spesso invece, specialmente alle Olimpiadi, c'è un circuito da percorrere più volte).
Il percorso è anche durissimo, con un eccezionale dislivello positivo di 436 metri e pendenze in certi tratti vicine al 13 per cento, più adatte al ciclismo che a una maratona. Diversi giornali specializzati l'hanno presentata come la maratona olimpica «più difficile di sempre», con un percorso «infernale» in cui, secondo il maratoneta australiano Pat Tiernan, a un certo punto « qualcuno addirittura camminerà ».
La maratona maschile è partita oggi alle 8 è l'italiano uno dei probabili favoriti è arrivato 25 . Ma è sempre suggestiva e drammatica allo stesso tempo Infatti : << [...] La gara olimpica della maratona ha spesso conosciuto momenti drammatici o altamente significativi. È rimasta celebre la gara del 1908, quando il correggese Dorando Pietri giunse primo in prossimità del traguardo ma collassò a terra poco prima di raggiungere la linea di arrivo. Sostenuto da un giudice, tagliò il traguardo, ma venne successivamente squalificato, cedendo così la vittoria allo statunitense Johnny Hayes. [..... ] segue Maratona (atletica leggera) - Wikipedia >>. Quella femminile invece sarà domani, sempre alle 8 (anche questo è un unicum: solitamente nell'ultimo giorno di Olimpiadi l'evento di chiusura dell'atletica è la maratona maschile). Stasera ci sarà la “Marathon Pour Tous”, la maratona per tutti, un'altra eccezione voluta da Parigi 2024 per far gareggiare sul percorso della maratona olimpica atleti e atlete amatoriali, che impiegheranno tre, quattro o forse anche sei ore per completarla, fino a tarda notte. Poi bisognerà risistemare tutto in tempo per quella di domani mattina.
Un ripasso, per chi non lo sa o non ricordasse bene i fondamentali: la maratona si corre su una distanza di 42,195 km, e i migliori al mondo lo fanno con un passo inferiore ai 3 minuti al chilomet
ro, a una velocità di oltre 20 km/h (impiegando quindi tra le due ore e le due ore e mezza). Questo almeno è quello che succede di solito: sulle salite di Parigi si vedrà.
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Nadia Battocletti Seconda e basta
Ieri sera Nadia Battocletti ha vinto un'eccezionale medaglia d'argento nei 10.000 metri, dopo che qualche giorno fa era arrivata quarta, terza e poi di nuovo quarta nei 5.000 metri. Forse lo ricorderete: in pista Battocletti era arrivata effettivamente quarta, ma una delle atlete arrivate davanti a lei era stata squalificata per essersi spintonata con un'avversaria. La medaglia di bronzo sarebbe dovuta quindi andare a Battocletti, ma durante la notte era stato accolto il ricorso dell'atleta squalificata, che era stata riammessa nella gara escludendo Battocletti dal podio.
Ieri l'atleta italiana, che ha 24 anni, si è decisamente rifatta: è rimasta per tutta la gara nel gruppo di testa, poi nell'ultimo giro ha staccato tutte le avversarie tranne l'imprrendibile keniana Beatrice Chebet, a cui comunque è arrivata vicinissima.
Ha corso i 10.000 metri in 30 minuti e 43,35 secondi, il nuovo record nazionale italiano (che Battocletti detiene anche nei 5.000 metri).Un'altra prestazione ottimale dopo la bellissima gara ( uno di quei casi il cui 4 posto è come se fosse medaglia ) nella quale ha subito una decisione contrastante decisone arbitrale ( prima 4 poi 3 poi di nuovo 4) . Ma soprattutto inaspettata perchè a causa delle sue condizioni di salute non sapeva se ci avrebbe ritentato , ma sopratutto perchè specialista nei 1500 e nei 5000 . Una delle bellissime medaglie d'ieri in particolare l'oro nel ciclismo su pista molto emozionante (per qualcuno ai limiti dell'infarto)
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Breaking” bad
Ieri è stato il primo giorno olimpico del “breaking”, come viene chiamata la pratica sportiva della break dance (di cui il post.it aveva già parlato). È uno sport giovane, nel senso che si fa da poco, ma anche nel senso che è generalmente praticato da persone giovani: ieri nel torneo femminile, che si è svolto tutto in un giorno, hanno vinto l'argento e il bronzo due atlete nate rispettivamente nel 2007 e nel 2006.
Ma in mezzo a un gruppo di atlete molto giovani ed evidentemente molto dotate atleticamente, ne è emersa una che sembrava c'entrare molto poco con le altre: Rachael Gunn, un'australiana di 36 anni che ha perso tutte le tre sfide del suo girone, con i punteggi di 18-0, 18-0 e 18-0 (le sfide sono uno contro uno e i giudici valutano tecnica, esecuzione, ritmo e originalità). Nella vita vera Gunn ha un dottorato di ricerca e insegna alla Macquarie University di Sydney, specializzata in danza e politiche di genere (con studi proprio sulla break dance). Nel “breaking” invece si fa chiamare Raygun (tutti gli atleti hanno un nome di battaglia) e sembra un po' un'intrusa camuffata male.eri molti utenti online si sono accorti delle sue performance, evidentemente non al livello della competizione ma decisamente divertenti, e a tratti per la verità un po' imbarazzanti (o meglio, cringe). In ogni caso è arrivata alle Olimpiadi passando dalle qualificazioni australiane, quindi questa partecipazione se l'è guadagnata. «Non sarei mai riuscita a battere queste ragazze su ciò che sanno fare meglio, le potenti mosse dinamiche», ha detto lei, «quindi volevo muovermi in modo diverso»: diverso, sì. Inoltre tale gara è stata caratterizzata da un gesto " politico " che ha portato alla squalifica dell'atleta da parte del Cio . E'il caso di Manizha Talash, una scritta a favore delle donne afghane gli costa la squalifica del Cio nella breakdance
"Liberate le donne afghane". Questa scritta mostrata in gara nella 'breaking' è costata la squalifica a Manizha Talash, 21enne B-girl di Kabul trasferitasi in Spagna, ora nel team dei rifugiati. Talash è stata sconfitta nella sfida pre-qualificazione dall'olandese India e poi ha esibito sulle spalle una stola azzurra con la grande scritta.
"Volevo mostrare al mondo che tutto è possibile”
La squalifica è scattata per la violazione dell'articolo 50 del regolamento olimpico che vieta di usare slogan o fare dichiarazioni di natura politica sui campi di gara dei Giochi. "Volevo mostrare al mondo che tutto è possibile", ha spiegato la B-girl afghana dopo la gara.
In fuga dopo il ritorno dei talebani
Manizha aveva lasciato l'Afghanistan nel 2021 dopo il ritorno al potere dei Talebani che hanno messo al bando musica e ballo oltre a bandire le ragazze da scuole e palestre. Dapprima si era trasferita in Pakistan e nel 2022 era giunta in Spagna. Talash non è il suo vero cognome ma lo usa per proteggersi dalle minacce del regime fondamentalista.A Parigi la squadra dei rifugiati, composta da 37 atletici di 11 Paesi, è presente in 12 discipline delle Olimpiadi.
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Monica De Gennaro e Daniele Santarelli, moglie e marito contro in Italia-Turchia di volley. «Durante le partite non ci guardiamo»
L'Italia femminile del volley ha eliminato la Turchia alle Olimpiadi con un chiaro e netto 3-0 nella semifinale di giovedì 8 agosto, e affronterà gli Stati Uniti oggi domenica 11 agosto alle ore 13. Non si è trattato però solo di un match tra due squadre nazionali diverse, ma anche quello tra marito e moglie. Monica De Gennaro, libero della formazione azzurra, ha affrontato per la sesta volta Daniele Santarelli, allenatore della Turchia dal 2022, nonché suo marito.
Nei panni di avversari in campo ormai ci hanno fatto l'abitudine anche se non sempre, specialmente nelle situazioni più critiche della partita, è facile attenersi alla regola che si sono dati, ovvero: niente sguardi durante il match. A questo proposito Monica "Moki" De Gennaro ha detto: «Cerco di guardare solo dall’altra parte della rete. Credo sia più difficile per lui che deve impostare la tattica, ma una volta in campo è sempre un’altra storia».
La coppia
I due sono sposati dal 2017, e la passione che li unisce ovviamente non c'è bisogno di specificarla. Santarelli, 43 anni, ha vinto un mondiale con la Serbia nel 2022 e un Europeo (eliminando tra l'altro proprio l'Italia) con la Turchia nel 2023; è anche allenatore di sua moglie all'Imoco Volley: De Gennaro milita infatti nella squadra con sede a Conegliano da ormai 11 anni, e insieme al marito ha vinto scudetto e Champions League.
Possibile incontro in Nazionale?
Non è da escludersi un potenziale avvicinamento professionale anche per quanto riguarda l'Italvolley femminile, attualmente guidata da Julio Velasco, ma che vede Santarelli in pole per succedergli. E l'eventuale successione non sarebbe facile per Santarelli, che sogna la Nazionale azzurra da tempo. Infatti l'eredità potrebbe essere pesante dopo la prima medaglia olimpica (oro o argento che sia) mai conquistata dalla pallavolo italiana femminile nella sua storia.
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