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24.8.24

due pesi e due misure olimpiche silenzio valentina petrillo macchina di fango su Imane Khelif

 Ci avviciniamo alle paraolimpiadi e leggo che tra gli atlerti italiani partecipa la transgeder valentina petrillo . E stranamente no ho , destra extraparlamentare a parte , la destra istituzionale e non solo visto che il caso di Imane Khelif ( la pugile Algerina che ha vinto la medaglia d'oro a queste olimpiadi Nda ) aveva creato indignazione e e sdegno anche in alcuni elementi della sinistra ,

c'è silenzio . Ora mi chiedo come mai si tace e si usano ( almeno per ora chissà nei prossimi giorni la sitiuazione si evolverà ) due pesi è due misure ? In attesa di una vostra risposta o o commento mi sono dato la risposta . Ecco le miei potesi : 1) E' evidente che hanno paura di fare , essendo l'atleta italiana , una figura maggiore di quella fatta con il caso Imane ., 2) hanno paura di contraddirsi visto che sono nazionalisti ed " italianisti " ., 3) aspettano , ad usarla come arma di distrazionedimassa per creare ad arte polemiche per nascondere qualche schifo di legge ad personam o magagna . Lo so tale idea piò sembrare : fantasiosa , assurda , faziosa , ecc , ma verosimile visto che non è la prima voltà che il potere politico usi le polemiche per nascondere le loro magagne

14.8.24

diario di bordo n 72 anno II sul murales imbrattato di dedicato a paola egonu ., imane khelif ha fatto fuoco e fiamme per valentina petrillo non sa cosa dire ., finalmente abbiamo il tormentone estrivo ? io sto con mattarella anche i 4 posti hano portatyo onore all'italia e vanno considerati ., Elisa Di Franciscaha perso un occasione per far dimenticare la sua figura di merda con valetina pliato ed il resto dell'italia


ecco   nuovo  nunmero del    diario di  bordo  . EWssorisente     della  sbornia  olimpica     che  ancora  riserva    gli  ultimi     effetti   vedi  il  caso del  murales  di egonu  cancellato    e deturpato, le  polemiche   sull'invito di  mattarella oltre che ai medagliati  anche ai quarti posti   . E  in a'attesa  delle paraolimpiadi    ecco   il caso di  Valentina  Petrillo   un  nuovo    caso  poltico  culturale come    quello di  Imane Khelif,  e il  tardivo  tormentone estivo ed  il caso della  canzone  malavita  dei coma  cose  

 anndiamo ad  in cominciare  il numero odierno 

Sia   che vi   sia  come  credo   o  che   non ci sia   come  credono   in molri un intento razzista dietro.  chi ha imbrattato il murales di Paola Egonu
 “colorando” la sua pelle di rosa è un emerito cretino. Punto. E lo  amette    anche    chi a  differenza  di me   vede  nei  commeti  di tale gesto    come una 
sorta   dietrologie di sorta sul razzismo imperante tra gli italiani . Infatti  ciò che   accomuna    i due  schieramenti è   in ogni classe sociale è presente una percentuale di imbecilli. L’autore( o  gli autori  ) di questo gesto rientra perfettamente nella categoria   che  non vede o  non digerisce   come   l'italia  sta  cambiando  e  diventando    sempre più  multietnica  e che la purezza etnica  non  esiste  . 

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 Quindi fatemi capire: per due settimane abbiamo parlato di Imane Khelif, della sua condizione di intersessualità presunta, dei suoi cromosomi e dei suoi ormoni; Giorgia Meloni ha consolato Angela Carini; il ministro Abodi ha protestato contro il Cio; Salvini s’è scagliato contro le follie

gender; Eugenia Roccella ha fatto altrettanto; e poi scopriamo che a portare il primo transessuale alle Olimpiadi sarà proprio l’Italia e  stranamente  tutti  zitti ? Si chiama Valentina Petrillo, è un’atleta, ed è stata selezionata dal Comitato Italiano Paralimpico per le gare femminili dei 200 e 400 metri (categoria T12) dei Giochi paralimpici di Parigi che inizieranno il 28 agosto. È nata uomo, ha vinto 11 titoli nazionali quando era ancora un maschietto e adesso gareggerà con le italiche insegne contro le donne nonostante sia cresciuta in un corpo da maschio finché, a suon di ormoni, non è rientrata nei parametri disposti dal Comitato internazionale paralimpico e dalla World Para Athletics. A questo punto mi chiedo: a che titolo l'Italia ha protestato contro Khelif se lei stessa porterà un trans alle Olimpiadi? Scusate, ma qui qualcosa non torna.

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Non è poi così sorprendente che la canzone "Malavita" dei Coma-Cose dopo mesi dalla pubblicazione sia arrivata al primo posto dei brani più trasmessi in radio. Intanto è una canzone che si merita quel posto perché è un gran bel brano, vicino allo spirito di De André ma non nostalgico e, soprattutto, molto ben arrangiato e interpretato. E poi perché, a metà agosto nel pieno dell'estate, è la conferma che il 2024 passerà alla storia come uno dei rari anni senza un tormentone che diventi il simbolo della stagione. Non c'è una spiegazione precisa del fenomeno. Forse è una coincidenza. Forse è la reazione a un Festival che a febbraio grondava già aspiranti tormentoni (vedasi i The Kolors). Più probabilmente è uno dei sintomi della fase di stallo creativo che vive il pop. Ossessionato dai numeri (farlocchi) dei social o da quelli troppo settoriali e poco trasversali delle piattaforme, e anche produttori e artisti sono vagamente confusi e indecisi. Ci sta. È fisiologico. Resta il fatto che l'unico brano con i crismi del tormentone (Sesso e samba di Tony Effe con Gaia) è sceso al secondo posto e il brano che a settembre potrebbe vincere i Power Hits di Rtl 102.5 (ossia Storie brevi di Annalisa e Tananai) non ha le coordinate tipiche del cosiddetto tormentone. A seguire, in classifica Earone ci sono Coldplay, The Kolors, Elodie (foto), Anna eccetera. È agosto ma potrebbe essere novembre o marzo.

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L’ultimo dei vincitori o il primo degli sconfitti? Dopo i 25 quarti posti collezionati dall’Italia assieme alle 40 medaglie è arrivato un riconoscimento ufficiale da parte di Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica ha deciso di invitare al Quirinale non solo chi ha vinto un oro, un argento o un bronzo ma anche i quarti classificati, una scelta   quella  di  un capos  di  stato  senza precedenti.  
I   media  sono divisi  sulla   decisione di mattarella   d'invitare  al quirinale  insieme  ai medagliati      anche   chi è  arrivato  quarto  .  ecco cosa  dice  il giornale    uno   dei tanti organi  di questa  destra  ) 
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 Nel giorno in cui si celebra l’Italvolley con fiumi di retorica inclusiva e un po’ femminista, c’è un’altra questione olimpica che fa andare il sangue al cervello. Quale? Allora. Nello sport esiste il “podio” dei tre migliori non perché realizzare quattro medaglie costerebbe troppo, ma perché nelle competizioni è giusto che uno solo vinca e tutti gli altri perdano. Può essere crudele, ma fa parte della vita. Qualche giorno fa facevamo notare che “partecipare” conta solo a livello amatoriale, ai Giochi della Gioventù, tra i bambini. I professionisti devono aspirare a vincere o, almeno, a migliorare il proprio personale. Non esiste “agonismo dolce” o “agonismo tossico”, solo la sana competizione in cui ognuno fa di tutto per battere l’altro e si dispiace in caso di sconfitta, senza disperarsi. In queste Olimpiadi di Parigi, visto l’elevato numero di fregature raccolte dai nostri atleti, i media si sono lanciati nell’elogio del quarto posto. Il mantra è sempre lo stesso: bisogna sapere accettare il fallimento, perdere può essere gratificante, l’importane è il percorso eccetera eccetera eccetera. Balle. Nello sport professionistico conta vincere. E vincere più possibile. Ecco perché è assurdo, populista e anche un tantino imbarazzante che il Quirinale - sempre attento ad accarezzare gli umori zuccherini del Belpaese - abbia deciso di invitare alla cerimonia dei medagliati olimpici anche chi la medaglia non l’ha ricevuta. La premiazione dei primi degli sconfitti farà piacere ai giornali, che tesseranno le lodi di Mattarella. Ma non è una bella immagine per lo sport e per la sana competizione. E poi che facciamo: tra quattro anni invitiamo anche i quinti classificati? Le olimpiadi sono per natura “esclusive”: uno vince, il secondo si accontenta dell’argento, il terzo del bronzo. Tutti gli altri restano fuori ed è giusto così. Perché “andarci vicino” conta solo a bocce. [....] La Stampa sostiene che “la novità” di queste olimpiadi sono i social che ci avrebbero reso tutti esperti di batteri e cromosomi. Balle. Intanto perché i social esistono da più di un decennio, dunque da almeno due edizioni dei Giochi. E poi perché siamo sempre stati un popolo di Ct e allenatori. Solo che adesso lo facciamo al cellulare, anziché al bar. [....]  Non abbiamo avuto modo prima, e dunque lo facciamo ora, di elogiare la finale di salto in alto tra Kerr e McEwen. Non per la qualità del gesto sportivo, di cui siamo totalmente ignoranti. Ma per la scelta di non condividere l’oro come fecero Tamberi e Barshim. Quella decisione, molto celebrata in Italia e all’estero, venne elogiata come spirito sportivo, di amicizia, di condivisione. Ma fu un errore. Lo spirito olimpico incoraggia a competere, non a dividersi l’oro. Bene hanno fatto i due saltatori a urlare “we jump”, saltiamo, anche a costo di commettere errori grossolani in misure che avevano già superato. Se ogni competizione olimpica seguisse le regole del salto in alto, non avremmo più finali per l’oro. Immaginate l’Italvolley e la nazionale Usa che, anziché giocarsi la medaglia fino alla fine, con un set a testa decidessero di fermare lì la partita e accontentarsi entrambe dell’oro condiviso. Cosa diremmo? E se la finale di basket fosse finita in parità, perché giocare il supplementare e non far salire entrambe le squadre sul gradino più alto del podio? La verità è che la scelta di Tamberi e Barshim fu empatica, calda, mielosa, zuccherosa, ma con lo spirito sportivo non c'entrava un fico secco. Alle Olimpiadi conta la competizione. E quando si compete, uno vince e l’altro perde. Può apparire crudele, ma è la base di ogni sport. Altrimenti, che giochiamo a fare?   >>   gli invitati a chi ha chiuso al quarto posto ha fatto esultare il giornalista che, una volta appresa la notizia, ha scritto: “Giusto così” ma oltre  ai media   ad  essere   diviso   è  anche   il popolo dei social s Tantissimi i commenti:“In questo Paese mancano riferimenti positivi tra i quali il Presidente è uno degli ultimi. Abbiamo imparato, anche grazie ai social, che offendere, sminuire, attaccare è l’unico modo per “vincere”. Cosa? Non si sa. L’importante è prevaricare l’altro. Grazie Presidente Mattarella” e poi: “Sono il lavoro, l’impegno, il sacrificio , la fatica, l’amarezza, le lacrime, di chi si classifica dal quarto fino all’ultimo posto, che regalano prestigio, orgoglio e quell’immensa gioia di indossare una medaglia olimpica. Per questo un grazie al nostro grande Presidente Sergio Mattarella” e anche: “Giusto così. Mi viene in mente Acerenza, che ha nuotato in quel letamaio per 10 km e ha dato anche l’anima, quarto per 6 centesimi.
Io   sono     con mattarella perchè   sono per un uno sport  non  soltanto agonistico   anche  se   chi afferma  che  : <<  Per essere coerente la scelta del Presidente dovrebbe allora includere tutti i partecipanti, indipendentemente dal piazzamento in gara”.>>  o  le  ultime  righe  de il giornale  ,  non sono da  scartare  e   da biasimare  completamente  , ma   per  una  usciamo    dal circuito   della  vittoria   a  tuti i  costi e dello sport   come  agonismo  .  In quanto   si può vincere   anche  senza  l'ossessione  della medaglia    tanto  i risultati   arrivano  lo stesso   ed  la medaglia  d'oro  vinto  a  questre  olimpiadi  da Velasco  e  delle bravissime    giocatrici dell'italy  volley femminile lo dimostrano  .  Ma soprattutto molti  4   posti   ottenuti  a questa  olimpiade   sono    un sintomo  una  premessa   di  un eventuale  successo   per   la  prossima . Oltre  un otima  aspettativa   di riscatto   di certi  atleti     che  vengono  da  situazioni morali ed  psicologiche   bruttissime   vedere  le  storie     che ho raccontato  nella mia  rassegna  tampa  olimpica  .  


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Elisa Di Francisca Poteva chiedere scusa, sarebbe stato apprezzabile. Poteva non dire più nullain modo da lasciare che il silenzio si portasse via la brutta figura, sarebbe stato almeno qualcosa.
Invece ha scelto evidentemente ha bisogno di far parlare di o per qualche libro o ospitata in tv la strada che seguono tutti quelli che in Italia dicono castronerie o esprimono pensieri o coincezioni medievali.
Contrattaccano,rivendicano. Si offendono. E offendono. “Mi dispiace, ma io appartengo alla generazione passata. Il buonismo imperante non è la mia filosofia”.
Questo ha detto.
Questa sua uscita l’ha trasformata in una guerra generazionale, sventolando la solita, trita, litania di un passato mitico e puro in cui tutto si poteva dire senza che nessuno si scandalizzasse Ha ragione, come dice anche Lorenzo Tosa , ed è proprio quel passato che i giovani come Benedetta Pilato (ma anche, glielo assicuro, più anziani della stessa Di Francisca) stanno provando a cancellare, indicando una strada in cui si può anche arrivare quarti a un’Olimpiade col sorriso sulle labbra, in cui smettere di chiamare una persona fro*** o non chiamare una donna “trans”, “uomo”, “mostro” non è buonismo. È saper stare al mondo. È diventare persone adulte e consapevoli, e non ha niente a che vedere con l’anagrafe. Benedetta Pilato non è né buona né tantomeno buonista. È un essere umano, con le sue emozioni, le sue fragilità che non ha paura di mostrare, la sua gioia anche nella sconfitta (o presunta tale). E qualche giorno fa ha insegnato a Di Francisca e a tutte le Di Francisca d’Italia - la maggioranza, ahinoi, di questo Paese - che cosa significhi maturità affettiva, emotiva e sportiva.Non c’è medaglia che valga, a 19 anni, un simile traguardo e una simile lezione.Ecco perchè ho elogiato più volte il quarto posto



10.8.24

Il gioco duro in cui è finita Imane Khelif e perché Semenya candidata alla Federazione può essere la svolta ?., particolarità della maratona a parigi2024 ., Nadia Battocletti Seconda e basta., Breaking” bad., ., Monica De Gennaro e Daniele Santarelli, moglie e marito contro in Italia-Turchia di volley. «Durante le partite non ci guardiamo» ., Manizha Talash, una scritta a favore delle donne afghane gli costa la squalifica del Cio nella breakdance



Il gioco duro in cui è finita Khelif e perché Semenya candidata alla Federazione può essere la svolta ?.
Il caso resta aperto, i Giochi finiscono domani ma la questione del sesso dei concorrenti continuerà a turbare lo sport mondiale finché non si arriverà a regole più chiare a tutela di tutti.Imane Khelif rientra in Algeria con la medaglia d'oro, l’entusiasmo di tutto un Paese che ha tifato per lei, e con l’amore del padre che dal suo paesino sperduto nel
deserto ha mostrato le foto di lei bambina ripetendo «sono orgoglioso di mia figlia»; la pugile algerina può contare anche sulla simpatia di tanti spettatori, che si sono dispiaciuti per le lacrime di Angela Carini, certo, ma anche per le sue, diventata a sua volta vittima di una polemica crudele .

Sulla pelle di Imane Khelif si è combattuta una «guerra culturale», come dice il presidente del Cio Thomas Bach, e anche una più concreta battaglia tra la federazione della boxe Iba guidata dal russo Umar Kremlev e lo stesso Cio, mentre il Cremlino osservava con soddisfazione, o forse ispirava, il caos alimentato a Parigi dall’amico Kremlev, autoproclamato difensore dei sacri valori e della distinzione millenaria tra uomo e donna.Il conflitto tra la federazione di boxe Iba e il comitato olimpico ha da tempo oltrepassato l’ambito della ragionevolezza: dopo gli insulti di Kremlev a Imane Khelif e alla taiwanese Lin Yu Ting — «sono uomini, anche se non ho guardato in mezzo alle gambe» —, le minacce a Bach qualificato peraltro di «capo dei sodomiti» — «ti spedisco i pannoloni perché ti farò tanta paura che te la farai addosso» —, c’è da domandarsi come il mondo possa considerare Kremlev come un interlocutore credibile.La conferenza stampa organizzata dalla Iba a Parigi è stata un momento surreale, tra dirigenti che apparivano molto confusi fra «trans», «cromosomi XY», «inster-sesso» e non sapevano bene cosa rispondere, e Umar Kremlev che appariva in videoconferenza accanto a icone mariane tuonando — ancora — contro la cerimonia di apertura dei «depravati» e contro i «rifiuti della società» del Cio.

Visto l’imbarazzante personaggio all’origine della polemica, potrebbe essere facile dichiarare chiuso un problema che invece esiste, al di là di Imane Khelif. In fondo dovrebbero chiedere scusa alla pugile algerina, e alle avversarie che hanno dovuto incontrarla, anche le autorità del Cio, quel Thomas Bach che è sembrato troppo sbrigativo e imbarazzato nel difendere la pigra regola in vigore: «Se sul passaporto c’è scritto donna, l’atleta è una donna».Non è così semplice. Bach e il Cio avrebbero potuto e dovuto prevedere la polemica, e prepararsi ad affrontarla con maggiori certezze: invece hanno dato l’impressione di rifugiarsi nella «guerra culturale», che pure esiste, ma senza preoccuparsi di affinare armi e argomenti.Due giorni fa si è candidata a dirigere la federazione di atletica World Athletics, per succedere a Sebastian Coe, l’atleta sudafricana Caster Semenya, da anni al centro delle polemiche per gli alti livelli di testosterone che le derivano dai cromosomi XY e dalla disfunzione «5ARD», che nel ventre materno le ha impedito di sviluppare organi sessuali maschili esterni, ma non di avere poi uno sviluppo maschile durante la pubertà.L’auspicio è che lei, o chiunque altro dirigerà le istituzioni sportive nei prossimi anni, si applichi a considerare la questione con due criteri fondamentali: non discriminare ingiustamente nessuno, e individuare parametri seri per tutelare la correttezza delle competizioni, magari un po’ più fondati del commento da bar «sembra un uomo» Credo che , pur non essendo patito ed esperto di box , come

Galatea Vaglio

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Alla fine io credo che la medaglia questa povera ragazza se la sia meritata non solo per quello che ha fatto sul ring ma per tutto il fango che le hanno spalato addosso e da cui non si è lasciata travolgere, dimostrando una tenacia e una resistenza che, lasciatemelo dire, sono tratti meravigliosamente femminil




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Oggi si è svolta La maratona la quale è considerata da sempre la gara olimpica per eccellenza, e forse anche per questo a Parigi 2024 si è pensato di organizzarne una che fosse emblematica di tutti questi Giochi olimpici: il percorso è deicsamente peculiare, passa per molti dei luoghi più belli di Parigi ma mai dallo stesso punto (spesso invece, specialmente alle Olimpiadi, c'è un circuito da percorrere più volte).

Il percorso è anche durissimo, con un eccezionale dislivello positivo di 436 metri e pendenze in certi tratti vicine al 13 per cento, più adatte al ciclismo che a una maratona. Diversi giornali specializzati l'hanno presentata come la maratona olimpica «più difficile di sempre», con un percorso «infernale» in cui, secondo il maratoneta australiano Pat Tiernan, a un certo punto « qualcuno addirittura camminerà ».
La maratona maschile è partita oggi alle 8 è l'italiano uno dei probabili favoriti è arrivato 25 . Ma è sempre suggestiva e drammatica allo stesso tempo Infatti : << [...] La gara olimpica della maratona ha spesso conosciuto momenti drammatici o altamente significativi. È rimasta celebre la gara del 1908, quando il correggese Dorando Pietri giunse primo in prossimità del traguardo ma collassò a terra poco prima di raggiungere la linea di arrivo. Sostenuto da un giudice, tagliò il traguardo, ma venne successivamente squalificato, cedendo così la vittoria allo statunitense Johnny Hayes. [..... ] segue Maratona (atletica leggera) - Wikipedia >>. Quella femminile invece sarà domani, sempre alle 8 (anche questo è un unicum: solitamente nell'ultimo giorno di Olimpiadi l'evento di chiusura dell'atletica è la maratona maschile). Stasera ci sarà la “Marathon Pour Tous”, la maratona per tutti, un'altra eccezione voluta da Parigi 2024 per far gareggiare sul percorso della maratona olimpica atleti e atlete amatoriali, che impiegheranno tre, quattro o forse anche sei ore per completarla, fino a tarda notte. Poi bisognerà risistemare tutto in tempo per quella di domani mattina.
Un ripasso, per chi non lo sa o non ricordasse bene i fondamentali: la maratona si corre su una distanza di 42,195 km, e i migliori al mondo lo fanno con un passo inferiore ai 3 minuti al chilomet
ro, a una velocità di oltre 20 km/h (impiegando quindi tra le due ore e le due ore e mezza). Questo almeno è quello che succede di solito: sulle salite di Parigi si vedrà.


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Nadia Battocletti Seconda e basta






Ieri sera Nadia Battocletti ha vinto un'eccezionale medaglia d'argento nei 10.000 metri, dopo che qualche giorno fa era arrivata quarta, terza e poi di nuovo quarta nei 5.000 metri. Forse lo ricorderete: in pista Battocletti era arrivata effettivamente quarta, ma una delle atlete arrivate davanti a lei era stata squalificata per essersi spintonata con un'avversaria. La medaglia di bronzo sarebbe dovuta quindi andare a Battocletti, ma durante la notte era stato accolto il ricorso dell'atleta squalificata, che era stata riammessa nella gara escludendo Battocletti dal podio.
Ieri l'atleta italiana, che ha 24 anni, si è decisamente rifatta: è rimasta per tutta la gara nel gruppo di testa, poi nell'ultimo giro ha staccato tutte le avversarie tranne l'imprrendibile keniana Beatrice Chebet, a cui comunque è arrivata vicinissima.
Ha corso i 10.000 metri in 30 minuti e 43,35 secondi, il nuovo record nazionale italiano (che Battocletti detiene anche nei 5.000 metri).Un'altra prestazione ottimale dopo la bellissima gara ( uno di quei casi il cui 4 posto è come se fosse medaglia ) nella quale ha subito una decisione contrastante decisone arbitrale ( prima 4 poi 3 poi di nuovo 4) . Ma soprattutto inaspettata perchè a causa delle sue condizioni di salute non sapeva se ci avrebbe ritentato , ma sopratutto perchè specialista nei 1500 e nei 5000 . Una delle bellissime medaglie d'ieri in particolare l'oro nel ciclismo su pista molto emozionante (per qualcuno ai limiti dell'infarto)

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Breaking” bad


Ieri è stato il primo giorno olimpico del “breaking”, come viene chiamata la pratica sportiva della break dance (di cui il post.it aveva già parlato). È uno sport giovane, nel senso che si fa da poco, ma anche nel senso che è generalmente praticato da persone giovani: ieri nel torneo femminile, che si è svolto tutto in un giorno, hanno vinto l'argento e il bronzo due atlete nate rispettivamente nel 2007 e nel 2006.
Ma in mezzo a un gruppo di atlete molto giovani ed evidentemente molto dotate atleticamente, ne è emersa una che sembrava c'entrare molto poco con le altre: Rachael Gunn, un'australiana di 36 anni che ha perso tutte le tre sfide del suo girone, con i punteggi di 18-0, 18-0 e 18-0 (le sfide sono uno contro uno e i giudici valutano tecnica, esecuzione, ritmo e originalità). Nella vita vera Gunn ha un dottorato di ricerca e insegna alla Macquarie University di Sydney, specializzata in danza e politiche di genere (con studi proprio sulla break dance). Nel “breaking” invece si fa chiamare Raygun (tutti gli atleti hanno un nome di battaglia) e sembra un po' un'intrusa camuffata male.eri molti utenti online si sono accorti delle sue performance, evidentemente non al livello della competizione ma decisamente divertenti, e a tratti per la verità un po' imbarazzanti (o meglio, cringe). In ogni caso è arrivata alle Olimpiadi passando dalle qualificazioni australiane, quindi questa partecipazione se l'è guadagnata. «Non sarei mai riuscita a battere queste ragazze su ciò che sanno fare meglio, le potenti mosse dinamiche», ha detto lei, «quindi volevo muovermi in modo diverso»: diverso, sì. Inoltre tale gara è stata caratterizzata da un gesto " politico " che ha portato alla squalifica dell'atleta da parte del Cio . E'il caso di Manizha Talash, una scritta a favore delle donne afghane gli costa la squalifica del Cio nella breakdance



"Liberate le donne afghane". Questa scritta mostrata in gara nella 'breaking' è costata la squalifica a Manizha Talash, 21enne B-girl di Kabul trasferitasi in Spagna, ora nel team dei rifugiati. Talash è stata sconfitta nella sfida pre-qualificazione dall'olandese India e poi ha esibito sulle spalle una stola azzurra con la grande scritta.
"Volevo mostrare al mondo che tutto è possibile”
La squalifica è scattata per la violazione dell'articolo 50 del regolamento olimpico che vieta di usare slogan o fare dichiarazioni di natura politica sui campi di gara dei Giochi. "Volevo mostrare al mondo che tutto è possibile", ha spiegato la B-girl afghana dopo la gara.
In fuga dopo il ritorno dei talebani
Manizha aveva lasciato l'Afghanistan nel 2021 dopo il ritorno al potere dei Talebani che hanno messo al bando musica e ballo oltre a bandire le ragazze da scuole e palestre. Dapprima si era trasferita in Pakistan e nel 2022 era giunta in Spagna. Talash non è il suo vero cognome ma lo usa per proteggersi dalle minacce del regime fondamentalista.A Parigi la squadra dei rifugiati, composta da 37 atletici di 11 Paesi, è presente in 12 discipline delle Olimpiadi.



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Monica De Gennaro e Daniele Santarelli, moglie e marito contro in Italia-Turchia di volley. «Durante le partite non ci guardiamo»









L'Italia femminile del volley ha eliminato la Turchia alle Olimpiadi con un chiaro e netto 3-0 nella semifinale di giovedì 8 agosto, e affronterà gli Stati Uniti oggi domenica 11 agosto alle ore 13. Non si è trattato però solo di un match tra due squadre nazionali diverse, ma anche quello tra marito e moglie. Monica De Gennaro, libero della formazione azzurra, ha affrontato per la sesta volta Daniele Santarelli, allenatore della Turchia dal 2022, nonché suo marito.
Nei panni di avversari in campo ormai ci hanno fatto l'abitudine anche se non sempre, specialmente nelle situazioni più critiche della partita, è facile attenersi alla regola che si sono dati, ovvero: niente sguardi durante il match. A questo proposito Monica "Moki" De Gennaro ha detto: «Cerco di guardare solo dall’altra parte della rete. Credo sia più difficile per lui che deve impostare la tattica, ma una volta in campo è sempre un’altra storia».


La coppia

I due sono sposati dal 2017, e la passione che li unisce ovviamente non c'è bisogno di specificarla. Santarelli, 43 anni, ha vinto un mondiale con la Serbia nel 2022 e un Europeo (eliminando tra l'altro proprio l'Italia) con la Turchia nel 2023; è anche allenatore di sua moglie all'Imoco Volley: De Gennaro milita infatti nella squadra con sede a Conegliano da ormai 11 anni, e insieme al marito ha vinto scudetto e Champions League.


Possibile incontro in Nazionale?

Non è da escludersi un potenziale avvicinamento professionale anche per quanto riguarda l'Italvolley femminile, attualmente guidata da Julio Velasco, ma che vede Santarelli in pole per succedergli. E l'eventuale successione non sarebbe facile per Santarelli, che sogna la Nazionale azzurra da tempo. Infatti l'eredità potrebbe essere pesante dopo la prima medaglia olimpica (oro o argento che sia) mai conquistata dalla pallavolo italiana femminile nella sua storia.

1.8.24

la frigniona angela carini non ha provato neppure a battersi prendi esempio da Kellie Harrington, oro a Tokyo 2020. Fece il culo a Imane Khelif


Kellie Harrington, oro a Tokyo 2020. Fece il culo a Imane Khelif alle scorse Olimpiadi. L'avete sentita frignare? Avete visto tutti i politici irlandesi di destra scendere in campo per difenderla? No. È semplicemente salita sul ring e ha vinto. Impara

31.7.24

imane khelif potra combattere con angela carini alle olimpiadi ha superato la verifica del sesso

 e  vedremo dele  belle    con polemiche     maggiori     di quella  della  cerimonia d'apertura


A pochi giorni dal match tra l’italiana e l’algerina torna in auge una domanda: com’è possibile che Khelif sia idonea per combattere ai Giochi e non lo sia stata per i Mondiali? Ecco perché e cosa sta accadendo.

A cura di Maurizio De Santis


Giovedì 1 agosto Angela Carini salirà sul ring per combattere il match valido per gli ottavi di finale di boxe femminile. L'azzurra incrocerà i guantoni con l'algerina Imane Khelif nei pesi welter, lo farà in un

match della categoria 66 kg sul quale sono accesi i riflettori per la situazione in cui versano l'avversaria e un'altra atleta (la taiwanese Lin Yu-tin) ammessa alle Olimpiadi di Parigi: erano stato escluse (e squalificate) dai mondiali di pugilato dell'anno scorso per aver fallito il test ormonale, non avevano superato i test d'idoneità di genere (quello che in gergo viene definito "verifica del sesso")."È scioccante che sia stato loro permesso di arrivare fin qui, cosa sta succedendo?", è l'espressione usata dall'ex campione del mondo, Barry McGuigan, per commentare la decisione del Comitato Olimpico Internazionale. Stesso tono anche da parte della messicana Brianda Tamara, che contro la nord-africana s'era battuta un anno fa e aveva commentato così la decisione di estrometterla dal torno iridato: "I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini".Perché s'è creata questo caso paradossale? Ovvero: com'è possibile che Khelif sia idonea per combattere alle Olimpiadi e non lo sia stata per i Mondiali? Quest'ultima rassegna internazionale era sotto l'egida della IBA (International Boxing Association) il cui presidente, Umar Kremlev, citò l'esito dei riscontri sul DNA e spiegò che sia l'algerina sia la cinese "avevano cromosomi XY e per questo erano state estromesse dagli eventi sportivi così da garantire integrità e equità della competizione". Quanto ai Giochi, il sistema di valutazione è stato gestito dalla Paris 2024 Boxing Unit del CIO che ha regole meno rigide e si muove ormai da tempo nel solco di una linea totalmente differente che spinge verso l'inclusività: la decisione del Comitato di non effettuare più la verifica del sesso."Tutti gli atleti che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi olimpici di Parigi 2024 rispettano le norme di ammissibilità e di iscrizione alla competizione, nonché tutte le norme mediche applicabili in conformità con le regole 1.4 e 3.1 dell'Unità di pugilato di Parigi 2024". Il CIO ha precisato che il regolamento in atto è lo stesso adottato per Tokyo 2020 ma con alcune modifiche per "limitare l’impatto sulla preparazione degli atleti e garantire continuità tra le edizioni dei Giochi Olimpici".E solo dinanzi a evidenze scientifiche che dimostrino con certezza che si possa creare una condizione squilibrata di vantaggio/svantaggio un'atleta può non essere considerata idonea a partecipare. È anche su questa base che in un'intervista all'Agenzia France-Presse Khelif sostenne di essere stata vittima di un complotto contro l'Algeria perché non le fosse assegnata la medaglia d'oro.