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1.9.24

Perini bronzo alle Paralimpiadi, ma è squalificato per un motivo assurdo: aveva un telefono in gara ., La vita di Ali Truwit stravolta dall’attacco di uno squalo che gli ha a amputato una gamba : lotterà per l’oro alle Paralimpiadi

Perini bronzo alle Paralimpiadi, ma è squalificato per un motivo assurdo: aveva un telefono in gara .

Giacomo Perini dopo aver conquistato il bronzo nel canottaggio alle Paralimpiadi è stato retrocesso, a causa di un motivo particolare: la presenza di un telefono nella sua imbarcazione.Dalla gioia incontenibile per la vittoria di una medaglia alle Paralimpiadi, alla delusione cocente per la  retrocessione all'ultimo posto. Giacomo Perini aveva conquistato il bronzo ai giochi di Parigi nel canottaggio, nella categoria Singolo PR1 maschile. Mentre festeggiava però ecco la doccia fredda da parte della giuria per un motivo molto particolare, ovvero la presenza di un telefono.Perini aveva sfoderato una grandissima prova riuscendo ad arrivare sul terzo gradino del podio. L'azzurro ai primi Giochi Paralimpici della sua vita, dopo l'amputazione della gamba destra a causa di un tumore osseo, ha portato a casa una medaglia che mancava all'Italia nel canottaggio alle Paralimpiadi dal 2008.Una soddisfazione enorme, anche perché conquistata dopo una prova di eccezionale livello agonistico. La celebrazione del risultato è stata interrotta dalla comunicazione ufficiale della Giuria che ha vanificato gli sforzi di Giacomo: "Nella finale del singolo maschile PR1, l'atleta dell'Italia è stato trovato a utilizzare apparecchiature di comunicazione durante la gara, in violazione della regola 28 e dell'Appendice R2, Bye-Law della regola 28.








 Di conseguenza, l'equipaggio è stato escluso dall'evento e viene classificato ultimo".In pratica, Perini avrebbe portato un telefono sull'imbarcazione. Per questo l'Australia ha presentato il ricorso ottenendo così riscontro positivo. La Federazione italiana dal canto suo ha provato a rispondere con un reclamo ufficiale: sul piatto i tabulati del telefono di Perini, per dimostrare che non ha utilizzato il dispositivo.La sua colpa sarebbe dunque stata solo quella di averlo dimenticato in barca. Questo il risultato al momento ufficializzato: 1. Gran Bretagna (Benjamin Pritchard) 9.03.84, 2. Ucraina (Roman Polianskyi) 9.14.47, 3. Australia (Erik Horrie) 9.23.37, 4. Israele (Shamuel Daniel) 9.36.94, 5. Francia (Alexis Sanchez) 9.46.60, EXC Italia (Giacomo Perini-CC Aniene)



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La vita di Ali Truwit stravolta dall’attacco di uno squalo: lotterà per l’oro alle ParalimpiadiAli Truwit ha perso una gamba a causa del morso di uno squalo. Un’esperienza terribile da cui, la nuotatrice ha saputo comunque riprendersi.


Una delle storie più curiose delle Paralimpiadi è senza dubbio quella di Ali Truwit. Questa ragazza 24enne proveniente dagli USA ha perso una gamba poco più di un anno fa, a causa del morso di uno squalo. Un'esperienza terribile da cui, la nuotatrice ha saputo comunque riprendersi: gareggerà infatti nei 100 metri stile libero sotto la Tour Eiffel lottando per l'oro.Una situazione impensabile 15 mesi fa quando Ali stava nuotando in mare aperto nei pressi delle Isole Turks, con una sua amica. Ad un certo punto ecco l'arrivo di uno squalo che ha preso di mira le due. Alla CBS Truwit ha raccontato: "Abbiamo preso a calci e spinto lo squalo, ma mi ha morso ad un piede. Il mio primo pensiero è stato: sono pazzo adesso o non ho più un piede. È stato un pensiero incredibilmente difficile per me. Ma poi siamo entrati subito in azione. In una frazione di secondo abbiamo nuotato per salvarci la vita”.







L'istinto di sopravvivenza, più forte del dolore, ha salvato la vita alle ragazze che hanno nuotato per 60 metri prima di mettersi in salto sulla barca: "Senza i nostri anni di addestramento, non sono sicura che saremmo riusciti a tornare sulla barca in mare aperto". Da lì il trasporto in aereo a New York, dove è stata operata tre volte, con la rimozione definitiva della parte inferiore della gamba sinistra, proprio nel giorno del suo 23° compleanno.




A poco a poco, Ali Truwit è tornata in piscina anche se non ha mai avuto il coraggio di nuotare nuovamente in acque libere: "Ho avuto molti giorni bui da superare, ma sono viva e quasi non lo ero più. L’ultima volta che ho sentito il rumore dell’acqua, stavamo nuotando per salvarci la vita. Ricordo l'intero attacco; sono stata cosciente per tutto il tempo. Quindi è stato difficile anche solo sentire di nuovo il rumore dell’acqua e non avere ricordi dell’attacco”.

23.8.24

paraolimpiadi paris 2024 dal 28 agosto all'8 settembre

Domani  s'arono  ufficialmente   le paraolimpiadi  . Altre due settimane   di sport emozionante  e  storie  \ annedotti   particolari ed   avvincenti   ci aspettano  oltre che    si strumentalizzazioni politiche \ culturali   e polemiche  ( vedere    il post precedente 


Ntando Mahlangu, sprinter sudafricano con protesi gambali. Foto: Everett Collection

Infatti  Le Paralimpiadi sono piene di storie ispiratrici e straordinarie. Ecco alcune delle più celebri:



Queste   ed   altre  storie mostrano come lo sport possa essere un potente strumento di riscatto e rinascita.

I Giochi Paralimpici di Parigi 2024 inizieranno il 28 Agosto e termineranno l’8 Settembre a Parigi, nelle sedi dei Giochi Olimpici 2024, conclusi due settimane fa. In questi giorni, alcuni dei più importanti atleti paralimpici del mondo hanno dichiarato che non “parteciperanno” ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, nell’ambito di una nuova campagna del Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) volta a sfidare i pregiudizi linguistici.
Nell’ambito della strategia sociale, i paralimpici, hanno postato una serie di grafiche su Instagram, la prima delle quali dichiara:
“Non parteciperò ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024”. Scorrendo la serie di immagini verso sinistra, i follower del social network hanno scoperto che l’atleta ha invece dichiarato: “Gareggerò”, ricordando che i paralimpici sono stati spesso elogiati per il solo fatto di partecipare allo sport, non per le loro abilità sportive o per la loro feroce voglia di vincere.



Ellie Cole, nuotatrice italina in Phoenix Rising, doc di Netflix. 




In esse    ci  saranno trecentocinquantamila ore di diretta, con un'audience stimata in oltre quattro miliardi di spettatori in tutto il mondo. Quelle di Parigi 2024 - al via il prossimo 28 agosto - saranno le prime Paralimpiadi con copertura televisiva totale. Seimila i giornalisti accreditati. Centocinquantamila gli euro pagati dalla Rai per aggiudicarsi la messa in onda. Non male per una rassegna sportiva considerata giovane (è l'edizione numero 17, mentre le Olimpiadi, dell'era moderna sono a quota 33). Le prime gare in diretta tv furono trasmesse negli Usa da Atlanta 1996. In Italia, con Torino 2006. «Rai 2 diventerà rete paralimpica per tutta la durata dei Giochi, permettendoci di entrare davvero nelle case degli italiani e mostrare che lo sport può farsi grimaldello per una rivoluzione culturale» esulta il presidente del Cip (Comitato italiano paralimpico) Luca Pancalli, «dove si guarda alle persone disabili per quello che hanno e che possono restituire alla società, non per ciò che hanno perso». Complice il ritorno in Europa, dopo anni tra Asia e Sudamerica, il fuso orario non sarà più un problema. paralimpiadi 2 Ellie Cole, nuotatrice italina in Phoenix Rising, doc di Netflix. Saranno 22 le discipline in gara a Parigi 2024, suddivise in 549 eventi paralimpici tra il 28 agosto e l'8 settembre. Le Paralimpiadi, figlie della guerra Agli albori c'erano un inglese - nato tedesco, in un luogo che oggi è polacco - e un italiano. Detta così può sembrare una barzelletta, invece le Paralimpiadi sono figlie della guerra. Che, quando non porta morte, porta disabilità. Il primo, Ludwig Guttmann, è un neurologo ebreo originario della Slesia. Non tollera che i soldati diventati paraplegici al fronte siano abbandonati a morire. Tra i due conflitti mondiali emigra in Gran Bretagna, avvia un centro di ricerca sulle lesioni al midollo spinale (nell'ospedale di Stoke Mandeville, vicino Londra) e capisce che ai suoi pazienti la riabilitazione non basta. Ci vogliono stimoli, divertimento, competizione per tornare a vivere. Nel 1948 - mentre Londra ospita la 14esima edizione delle Olimpiadi - Guttmann a Stoke Mandeville organizza i primi Giochi per persone con disabilità. Una sola disciplina: il tiro con l'arco. Sedici gli atleti in gara, tutti inglesi. E l'italiano? È Antonio Maglio, un medico dell'Inail che condivide la visione di Guttmann e invita i Giochi di Stoke Mandeville, nel frattempo estesi a delegazioni estere, a una trasferta romana. È il 1960, l'anno d'esordio dei Beatles e di John Fitzgerald Kennedy alla Casa Bianca. Nella capitale italiana si sono appena concluse le 17esime Olimpiadi. Lo stadio dell'Acqua Acetosa vede sfilare 400 atleti, tutti in sedia a rotelle, venuti da oltre 20 Paesi per sfidarsi in quelli che passeranno alla storia come i primi Giochi paralimpici (anche se per arrivare ufficialmente al nome Paralimpiadi - cioè le Olimpiadi in parallelo, quelle accanto - bisognerà aspettare il 1984). È un evento sportivo globale, in divenire. E in crescita costante. Play the Games Special Olympics Italia 2024: la presentazione Si è tenuta oggi a Roma, nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la conferenza stampa di presentazione dei Play the Games Special Olympics Italia 2024. Giunti alla sesta edizione, rappresentano un unico grande appuntamento con lo sport inclusivo e multidisciplinare. Strutturati in più appuntamenti e dislocati in diverse regioni, assumono a tutti gli effetti il valore dei Giochi Nazionali Estivi. 14 discipline sportive - tra cui nuoto, pallavolo, karate, tennis, bowling, equitazione - 23 giorni di gare e 7 grandi eventi: sono questi i numeri che contraddistinguono questa lunga rassegna che farà vivere giorni indimenticabili all’insegna dello sport e dell’amicizia. Tutti i ragazzi e le ragazze presenti alla conferenza stampa hanno indossato una T-Shirt con la scritta “La nostra Scuola è inclusiva”, sottolineando la necessità di favorire una cultura del rispetto alla quale educare soprattutto i giovani, promuovendo una conoscenza della persona che vada oltre la disabilità. Per il programma, clicca qui. Discipline e atleti attesi quest'anno Quest'anno a Parigi 2024 gli atleti attesi sono 4.400, da 184 Paesi; 549 eventi nelle 22 discipline estive in programma. C'è il sitting volley (cioè la pallavolo da seduti), il calcio a cinque per ciechi, il calcio a sette «un lato» (pensato per giocatori con paralisi cerebrali), il goalball o pallarete. Ci sono gli sport che portano l'aggettivo «paralimpico» dopo il nome: atletica, boccia, canoa, canottaggio, ciclismo (su strada e su pista), equitazione, judo, nuoto, pesistica, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l'arco, triathlon, vela. E poi ancora quelli da praticare solo in sedia a rotelle: basket, rugby, scherma e tennis. Le tipologie di disabilità ammesse oggi includono deficit fisici, visivi e intellettivi. Ogni disciplina ha le sue regole, ma tutti gli atleti paralimpici vengono valutati da una commissione medico-sportiva che - tenendo conto di patologie, «abilità residue» e specialità sportive - li smista in «classi» funzionali. Nelle gare individuali la classe di appartenenza stabilisce a quali eventi si può partecipare e chi sono gli avversari. In caso di giochi di squadra, invece, la somma dei punti associati alla classe di ogni giocatore in campo per un team non deve superare una certa soglia. Così si cerca di garantire equità e competizione. Campioni sempre più carismatici - come Bebe Vio, Simone Barlaam, Martina Caironi - hanno alzato gli standard competitivi e la popolarità: in Italia, dal 2000 il numero di persone con handicap che praticano sport o attività fisica è aumentato del 20 per cento (arrivando a circa 50mila su un milione di disabili tra i sei e i 40 anni) e coinvolge tremila associazioni e società sportive riconosciute dal Cip. paralimpiadi 3 Tatyana McFadden, Usa, velocista e maratoneta. Saranno 4.400 gli ateleti paralimpici a Parigi. Prossimo appuntamento: le Paralimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. «Qui non cerchiamo di creare campioni, ma cittadini» Style magazine logo Novità, curiosità e approfondimenti. Per essere sempre aggiornato attraverso il punto di vista di chi la moda la vive dall’interno.Tra gli sport più diffusi c'è il nuoto. «Perché fa bene, lo sanno tutti», scherza Pancalli (che in vasca si è guadagnato 15 medaglie paralimpiche in quattro edizioni dei Giochi, tra New York 1984 e Atlanta 1996) «e perché cominciare è facile». Poi il basket, perché «dove c'è una palla, c'è gioco» e l'atletica, soprattutto tra chi ha subìto un'amputazione. Carrozzine e protesi da gara possono costare parecchio, pesare sulle famiglie e scoraggiare chi passa all'agonismo. Così come l'accessibilità degli impianti, la carenza di personale; per atleti autistici, paraplegici, non vedenti, amputati servono allenatori specializzati. Formazione, elasticità, disponibilità all'accoglienza: il vero, grande successo delle Paralimpiadi consiste nell'evidenziare «che i disabili agiscono, possono fare, non sono soggetti passivi a cui indirizzare assistenzialismo», sottolinea ancora il Presidente del Cip, Pancalli. Ora che diversi paralimpici sono entrati nelle forze dell'ordine come agenti in servizio, il messaggio è ancora più chiaro, sottolinea: «Se a bambine e bambini disabili dai gli strumenti per diventare atleti, magari non li stai trasformando in campioni, ma di sicuro in cittadini a tutti gli effetti».
La campagna è stata creata per stimolare una conversazione sul linguaggio utilizzato per descrivere i paralimpici, rispetto agli atleti che gareggiano senza disabilità.
Si basa sul film “Paralympic Dream” dell’IPC, che ha stuzzicato il pubblico con l’idea che i Giochi Paralimpici siano un idillio di armonia sportiva, per poi dare un assaggio dell’impressionante atletismo e dell’agguerrita competizione che ci sarà in realtà.
Craig Spence, Chief Brand and Communications Officer dell’IPC, ha dichiarato:
I paralimpici sono stati spesso descritti dai media come ‘partecipanti’ e non come ‘concorrenti’. In occasione dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024, è giunto il momento di mettere le cose in chiaro.
Dopo anni di allenamento e dedizione, 4.400 tra i migliori paralimpici del mondo si dirigeranno nella capitale francese per competere ai massimi livelli. In tutti i 22 sport, ci aspettiamo una competizione intensa e i più grandi Giochi Paralimpici di sempre in termini di prestazioni sportive.
Il linguaggio gioca un ruolo fondamentale nella percezione delle persone, soprattutto quando si tratta di persone con disabilità e paralimpici. È importante che il linguaggio sia corretto ed è per questo che abbiamo lanciato questa campagna per suscitare interesse sull’argomento in vista dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024.
IL LINGUAGGIO CONTA
Le narrazioni utilizzate ed i termini usati dai media per coprire i Giochi Paralimpici modellano la percezione della disabilità.
Il linguaggio giusto può dare forza alle persone con disabilità e creare opportunità, mentre quello sbagliato può perpetuare stereotipi e idee sbagliate.
Il Comitato Internazionale Paralimpico ha messo a punto un vademecum su come coprire l’evento sportivo.

22.8.24

Mosca, 'fazioso revocare gli accrediti delle Paralimpiadi a un reporter della Tass' Ritirata l'autorizzazione a due giornalisti dell'agenzia TASS e già iniziano i primi attacchi agli atleti Lgbtq .il caso

Non sono appena iniziate le paraolimpiadi 2024 che già si preannunciano ricche di polemiche e probabili strumentalizzazioni politiche e culturali . Infatti in contemporanea ai primi gruppi di atleti ( saranno 4.400 ) che stanno arrivando al Villaggio Olimpico il quale ha aperto ufficialmente i battenti una settimana prima dell'inizio dei Giochi Paralimpici.
Il primo caso e è quello della revoca del pass per la stampa all'agenzia sovietica Tass. Il secondo è quello per i momento i nostro politicanti tacciono , ma la destra religiosa e reazionaria sta facedo fuoco e fiamme , del caso del transessuale Valentina Petrillo che correra nella gara femminile

ROMA, 21 agosto 2024, 17:04
Redazione ANSA

Mosca, 'fazioso revocare gli accrediti delle Paralimpiadi a un reporter della Tass'
Ritirata l'autorizzazione a due giornalisti dell'agenzia






Le medaglie d 'oro, argento e bronzo delle Paralimpiadi 2024 



La revoca degli accreditamenti ai giornalisti della Tass da parte del Comitato Organizzatore dei Giochi Paralimpici è una decisione politicamente faziosa.
Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, affermando che il Comitato, "citando il verdetto delle autorità francesi, ha ritirato gli accrediti a due corrispondenti della Tass".In precedenza, le domande di altri due giornalisti dell'agenzia erano state respinte", ha affermato Zakharova citata dalla Tass.
"Gli organizzatori delle Paralimpiadi non hanno ritenuto necessario spiegare le vere ragioni del diniego di accesso per la copertura delle competizioni. Come promemoria, la pratica di negare l'accreditamento era già stata ampiamente applicata ai membri dei media russi (Tass, Ria Novosti Sport, Izvestia) alle Olimpiadi del 2024", ha aggiunto. "Consideriamo queste decisioni del comitato organizzatore, che obbedientemente esegue gli ordini russofobi dell'Eliseo, come una manifestazione inammissibile del suo pregiudizio politico, qualcosa che è incoerente con gli ideali del movimento olimpico internazionale".


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Mentre qui si discute di Boldi ed Elodie, tra pochi giorni parteciperà alle Paraolimpiadi Valentina Petrillo [ foto a sinistra ] , atleta trans che ha corso fino al 2019 come maschio per poi, senza colpo ferire, essere ammessa alla categoria femminile. Caso forse ancora più grave rispetto a quelli delle Olimpiadi perché qui non ci sono test nascosti e
sappiamo esattamente come stanno le cose.
Questo è quello che il prof. Ross Tucker, scienziato dello sport, PhD in fisiologia dell'esercizio, ha spiegato su questo tipo di partecipazioni e che molti non vogliono capire o fanno finta di non capire.
"Il vantaggio maschile (nello sport) si crea attraverso lo sviluppo e quindi è essenzialmente stabilito in anni e anni di esposizione al testosterone. La soluzione che lo sport ha cercato di trovare è dire: bene, se la fonte di quel vantaggio è il testosterone allora abbassiamolo e poi l'atleta è libero di competere.
Ma questo non funziona perché c'è un'asimmetria, poiché alcuni dei cambiamenti che il testosterone causa, come l'aumento della massa muscolare, l'aumento della forza, la forma e le dimensioni dello scheletro, non vanno via. Ci sono alcuni elementi, come i livelli di emoglobina e certi elementi del sistema cardiovascolare che possono scomparire.
Ma per quanto riguarda i vantaggi della forza, tutte le prove a disposizione suggeriscono che anche quando si rimuove il testosterone in un adulto quei vantaggi continuano a esistere in quella persona. Quindi lo sport deve rendersi conto che non può togliere quel vantaggio maschile, ridurlo leggermente sì, ma certamente non viene rimosso. E l'unica conclusione che puoi trarre è che la persona ha ancora un vantaggio maschile anche quando il suo testosterone è più basso."
In sintesi, un gioco truccato avallato dal pensiero woke (che per alcuni non esiste, esattamente come il vantaggio fisico maschile negli sport femminili).

14.8.24

diario di bordo n 72 anno II sul murales imbrattato di dedicato a paola egonu ., imane khelif ha fatto fuoco e fiamme per valentina petrillo non sa cosa dire ., finalmente abbiamo il tormentone estrivo ? io sto con mattarella anche i 4 posti hano portatyo onore all'italia e vanno considerati ., Elisa Di Franciscaha perso un occasione per far dimenticare la sua figura di merda con valetina pliato ed il resto dell'italia


ecco   nuovo  nunmero del    diario di  bordo  . EWssorisente     della  sbornia  olimpica     che  ancora  riserva    gli  ultimi     effetti   vedi  il  caso del  murales  di egonu  cancellato    e deturpato, le  polemiche   sull'invito di  mattarella oltre che ai medagliati  anche ai quarti posti   . E  in a'attesa  delle paraolimpiadi    ecco   il caso di  Valentina  Petrillo   un  nuovo    caso  poltico  culturale come    quello di  Imane Khelif,  e il  tardivo  tormentone estivo ed  il caso della  canzone  malavita  dei coma  cose  

 anndiamo ad  in cominciare  il numero odierno 

Sia   che vi   sia  come  credo   o  che   non ci sia   come  credono   in molri un intento razzista dietro.  chi ha imbrattato il murales di Paola Egonu
 “colorando” la sua pelle di rosa è un emerito cretino. Punto. E lo  amette    anche    chi a  differenza  di me   vede  nei  commeti  di tale gesto    come una 
sorta   dietrologie di sorta sul razzismo imperante tra gli italiani . Infatti  ciò che   accomuna    i due  schieramenti è   in ogni classe sociale è presente una percentuale di imbecilli. L’autore( o  gli autori  ) di questo gesto rientra perfettamente nella categoria   che  non vede o  non digerisce   come   l'italia  sta  cambiando  e  diventando    sempre più  multietnica  e che la purezza etnica  non  esiste  . 

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 Quindi fatemi capire: per due settimane abbiamo parlato di Imane Khelif, della sua condizione di intersessualità presunta, dei suoi cromosomi e dei suoi ormoni; Giorgia Meloni ha consolato Angela Carini; il ministro Abodi ha protestato contro il Cio; Salvini s’è scagliato contro le follie

gender; Eugenia Roccella ha fatto altrettanto; e poi scopriamo che a portare il primo transessuale alle Olimpiadi sarà proprio l’Italia e  stranamente  tutti  zitti ? Si chiama Valentina Petrillo, è un’atleta, ed è stata selezionata dal Comitato Italiano Paralimpico per le gare femminili dei 200 e 400 metri (categoria T12) dei Giochi paralimpici di Parigi che inizieranno il 28 agosto. È nata uomo, ha vinto 11 titoli nazionali quando era ancora un maschietto e adesso gareggerà con le italiche insegne contro le donne nonostante sia cresciuta in un corpo da maschio finché, a suon di ormoni, non è rientrata nei parametri disposti dal Comitato internazionale paralimpico e dalla World Para Athletics. A questo punto mi chiedo: a che titolo l'Italia ha protestato contro Khelif se lei stessa porterà un trans alle Olimpiadi? Scusate, ma qui qualcosa non torna.

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Non è poi così sorprendente che la canzone "Malavita" dei Coma-Cose dopo mesi dalla pubblicazione sia arrivata al primo posto dei brani più trasmessi in radio. Intanto è una canzone che si merita quel posto perché è un gran bel brano, vicino allo spirito di De André ma non nostalgico e, soprattutto, molto ben arrangiato e interpretato. E poi perché, a metà agosto nel pieno dell'estate, è la conferma che il 2024 passerà alla storia come uno dei rari anni senza un tormentone che diventi il simbolo della stagione. Non c'è una spiegazione precisa del fenomeno. Forse è una coincidenza. Forse è la reazione a un Festival che a febbraio grondava già aspiranti tormentoni (vedasi i The Kolors). Più probabilmente è uno dei sintomi della fase di stallo creativo che vive il pop. Ossessionato dai numeri (farlocchi) dei social o da quelli troppo settoriali e poco trasversali delle piattaforme, e anche produttori e artisti sono vagamente confusi e indecisi. Ci sta. È fisiologico. Resta il fatto che l'unico brano con i crismi del tormentone (Sesso e samba di Tony Effe con Gaia) è sceso al secondo posto e il brano che a settembre potrebbe vincere i Power Hits di Rtl 102.5 (ossia Storie brevi di Annalisa e Tananai) non ha le coordinate tipiche del cosiddetto tormentone. A seguire, in classifica Earone ci sono Coldplay, The Kolors, Elodie (foto), Anna eccetera. È agosto ma potrebbe essere novembre o marzo.

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L’ultimo dei vincitori o il primo degli sconfitti? Dopo i 25 quarti posti collezionati dall’Italia assieme alle 40 medaglie è arrivato un riconoscimento ufficiale da parte di Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica ha deciso di invitare al Quirinale non solo chi ha vinto un oro, un argento o un bronzo ma anche i quarti classificati, una scelta   quella  di  un capos  di  stato  senza precedenti.  
I   media  sono divisi  sulla   decisione di mattarella   d'invitare  al quirinale  insieme  ai medagliati      anche   chi è  arrivato  quarto  .  ecco cosa  dice  il giornale    uno   dei tanti organi  di questa  destra  ) 
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 Nel giorno in cui si celebra l’Italvolley con fiumi di retorica inclusiva e un po’ femminista, c’è un’altra questione olimpica che fa andare il sangue al cervello. Quale? Allora. Nello sport esiste il “podio” dei tre migliori non perché realizzare quattro medaglie costerebbe troppo, ma perché nelle competizioni è giusto che uno solo vinca e tutti gli altri perdano. Può essere crudele, ma fa parte della vita. Qualche giorno fa facevamo notare che “partecipare” conta solo a livello amatoriale, ai Giochi della Gioventù, tra i bambini. I professionisti devono aspirare a vincere o, almeno, a migliorare il proprio personale. Non esiste “agonismo dolce” o “agonismo tossico”, solo la sana competizione in cui ognuno fa di tutto per battere l’altro e si dispiace in caso di sconfitta, senza disperarsi. In queste Olimpiadi di Parigi, visto l’elevato numero di fregature raccolte dai nostri atleti, i media si sono lanciati nell’elogio del quarto posto. Il mantra è sempre lo stesso: bisogna sapere accettare il fallimento, perdere può essere gratificante, l’importane è il percorso eccetera eccetera eccetera. Balle. Nello sport professionistico conta vincere. E vincere più possibile. Ecco perché è assurdo, populista e anche un tantino imbarazzante che il Quirinale - sempre attento ad accarezzare gli umori zuccherini del Belpaese - abbia deciso di invitare alla cerimonia dei medagliati olimpici anche chi la medaglia non l’ha ricevuta. La premiazione dei primi degli sconfitti farà piacere ai giornali, che tesseranno le lodi di Mattarella. Ma non è una bella immagine per lo sport e per la sana competizione. E poi che facciamo: tra quattro anni invitiamo anche i quinti classificati? Le olimpiadi sono per natura “esclusive”: uno vince, il secondo si accontenta dell’argento, il terzo del bronzo. Tutti gli altri restano fuori ed è giusto così. Perché “andarci vicino” conta solo a bocce. [....] La Stampa sostiene che “la novità” di queste olimpiadi sono i social che ci avrebbero reso tutti esperti di batteri e cromosomi. Balle. Intanto perché i social esistono da più di un decennio, dunque da almeno due edizioni dei Giochi. E poi perché siamo sempre stati un popolo di Ct e allenatori. Solo che adesso lo facciamo al cellulare, anziché al bar. [....]  Non abbiamo avuto modo prima, e dunque lo facciamo ora, di elogiare la finale di salto in alto tra Kerr e McEwen. Non per la qualità del gesto sportivo, di cui siamo totalmente ignoranti. Ma per la scelta di non condividere l’oro come fecero Tamberi e Barshim. Quella decisione, molto celebrata in Italia e all’estero, venne elogiata come spirito sportivo, di amicizia, di condivisione. Ma fu un errore. Lo spirito olimpico incoraggia a competere, non a dividersi l’oro. Bene hanno fatto i due saltatori a urlare “we jump”, saltiamo, anche a costo di commettere errori grossolani in misure che avevano già superato. Se ogni competizione olimpica seguisse le regole del salto in alto, non avremmo più finali per l’oro. Immaginate l’Italvolley e la nazionale Usa che, anziché giocarsi la medaglia fino alla fine, con un set a testa decidessero di fermare lì la partita e accontentarsi entrambe dell’oro condiviso. Cosa diremmo? E se la finale di basket fosse finita in parità, perché giocare il supplementare e non far salire entrambe le squadre sul gradino più alto del podio? La verità è che la scelta di Tamberi e Barshim fu empatica, calda, mielosa, zuccherosa, ma con lo spirito sportivo non c'entrava un fico secco. Alle Olimpiadi conta la competizione. E quando si compete, uno vince e l’altro perde. Può apparire crudele, ma è la base di ogni sport. Altrimenti, che giochiamo a fare?   >>   gli invitati a chi ha chiuso al quarto posto ha fatto esultare il giornalista che, una volta appresa la notizia, ha scritto: “Giusto così” ma oltre  ai media   ad  essere   diviso   è  anche   il popolo dei social s Tantissimi i commenti:“In questo Paese mancano riferimenti positivi tra i quali il Presidente è uno degli ultimi. Abbiamo imparato, anche grazie ai social, che offendere, sminuire, attaccare è l’unico modo per “vincere”. Cosa? Non si sa. L’importante è prevaricare l’altro. Grazie Presidente Mattarella” e poi: “Sono il lavoro, l’impegno, il sacrificio , la fatica, l’amarezza, le lacrime, di chi si classifica dal quarto fino all’ultimo posto, che regalano prestigio, orgoglio e quell’immensa gioia di indossare una medaglia olimpica. Per questo un grazie al nostro grande Presidente Sergio Mattarella” e anche: “Giusto così. Mi viene in mente Acerenza, che ha nuotato in quel letamaio per 10 km e ha dato anche l’anima, quarto per 6 centesimi.
Io   sono     con mattarella perchè   sono per un uno sport  non  soltanto agonistico   anche  se   chi afferma  che  : <<  Per essere coerente la scelta del Presidente dovrebbe allora includere tutti i partecipanti, indipendentemente dal piazzamento in gara”.>>  o  le  ultime  righe  de il giornale  ,  non sono da  scartare  e   da biasimare  completamente  , ma   per  una  usciamo    dal circuito   della  vittoria   a  tuti i  costi e dello sport   come  agonismo  .  In quanto   si può vincere   anche  senza  l'ossessione  della medaglia    tanto  i risultati   arrivano  lo stesso   ed  la medaglia  d'oro  vinto  a  questre  olimpiadi  da Velasco  e  delle bravissime    giocatrici dell'italy  volley femminile lo dimostrano  .  Ma soprattutto molti  4   posti   ottenuti  a questa  olimpiade   sono    un sintomo  una  premessa   di  un eventuale  successo   per   la  prossima . Oltre  un otima  aspettativa   di riscatto   di certi  atleti     che  vengono  da  situazioni morali ed  psicologiche   bruttissime   vedere  le  storie     che ho raccontato  nella mia  rassegna  tampa  olimpica  .  


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Elisa Di Francisca Poteva chiedere scusa, sarebbe stato apprezzabile. Poteva non dire più nullain modo da lasciare che il silenzio si portasse via la brutta figura, sarebbe stato almeno qualcosa.
Invece ha scelto evidentemente ha bisogno di far parlare di o per qualche libro o ospitata in tv la strada che seguono tutti quelli che in Italia dicono castronerie o esprimono pensieri o coincezioni medievali.
Contrattaccano,rivendicano. Si offendono. E offendono. “Mi dispiace, ma io appartengo alla generazione passata. Il buonismo imperante non è la mia filosofia”.
Questo ha detto.
Questa sua uscita l’ha trasformata in una guerra generazionale, sventolando la solita, trita, litania di un passato mitico e puro in cui tutto si poteva dire senza che nessuno si scandalizzasse Ha ragione, come dice anche Lorenzo Tosa , ed è proprio quel passato che i giovani come Benedetta Pilato (ma anche, glielo assicuro, più anziani della stessa Di Francisca) stanno provando a cancellare, indicando una strada in cui si può anche arrivare quarti a un’Olimpiade col sorriso sulle labbra, in cui smettere di chiamare una persona fro*** o non chiamare una donna “trans”, “uomo”, “mostro” non è buonismo. È saper stare al mondo. È diventare persone adulte e consapevoli, e non ha niente a che vedere con l’anagrafe. Benedetta Pilato non è né buona né tantomeno buonista. È un essere umano, con le sue emozioni, le sue fragilità che non ha paura di mostrare, la sua gioia anche nella sconfitta (o presunta tale). E qualche giorno fa ha insegnato a Di Francisca e a tutte le Di Francisca d’Italia - la maggioranza, ahinoi, di questo Paese - che cosa significhi maturità affettiva, emotiva e sportiva.Non c’è medaglia che valga, a 19 anni, un simile traguardo e una simile lezione.Ecco perchè ho elogiato più volte il quarto posto