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3.9.24

differenza di spazio mediatico tra olimpiadi e paraolimpiadi , gaffe clamorose, Gli atleti sordi e le Paralimpiadi, manuel bortuzzo cinque anni dopo , Col compasso, altre storie

 Oggi  quinto  giorno  di  paraolimpiadi 
Iniziamo   con una  polemica  \  differenza  di visione    oltre  a  quanto detto    nel  precedente  post : << rai  di tutto di  meno>>  rispondo     qui  ( forse  in maniera  più  dettagliata  )   oltre che su      facebook     ai commenti   di  questo  mio post  pubblicato  ieri    





 

15 h ·
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Solo io trovo scandaloso che si dia così poca copertura alle paralimpiadi?
La RAI trasmette meno rispetto alle olimpiadi, i notiziari non ne parlano.
Eppure io le trovo interessanti come se non più delle olimpiadi.
È interessante vedere come gli sport siano stati a volte "modificati" per andare incontro alle esigenze degli atleti.
Solo ieri sera un atleta italiano alla sua terza gara nel lancio del disco ha migliorato di oltre 3 metri il record del mondo!
Storie, sacrifici, passione, sport


Vero   Dal punto di vista della copertura mediatica italiana questa edizione delle Paralimpiadi ha già segnato almeno un grosso cambiamento: è la prima volta che un canale in chiaro, Rai 2, trasmette le gare dedicando praticamente tutta la sua programmazione giornaliera all'evento. Nonostante questo, però, in questi primi cinque giorni non è stato semplice seguire le gare, soprattutto per chi durante le Olimpiadi si era abituato alla vastissima copertura di Eurosport, che aveva molti canali disponibili su varie piattaforme di streaming e permetteva di fare una scelta attiva tra le gare da vedere.

Ieri per esempio lo schermo condiviso durante i quarti di finale di tiro con l'arco e le finali di nuoto ha contribuito a rendere tutto più concitato ed emozionante, ma non era semplice seguire bene una delle due cose


A queste Paralimpiadi di fatto l'unica cosa che si può fare è accendere Rai 2 e guardare quello che propone il canale in quel momento. La programmazione dà priorità alle gare degli italiani, con la conseguenza che fin qui per la maggior parte del tempo si sono visti quasi sempre gli stessi sport (quelli in cui l'Italia va meglio, e anche quando non c'erano in gara italiani). Altri come basket e rugby in carrozzina si sono visti poco, e altri ancora per niente, come la boccia e il goalball. In teoria la copertura della Rai prevederebbe anche Rai Sport, ma almeno finora è stato usato poco e quasi solo nei momenti in cui si interrompevano le gare su Rai 2 per il telegiornale: per il resto delle giornate sul canale sono andate in onda competizioni di rilevanza molto minore rispetto alle Paralimpiadi, o addirittura repliche degli Europei di calcio.Anche la copertura sui social network, che era stata ampia durante le Olimpiadi, è ridotta: la Rai non pubblica video delle gare o delle interviste sui propri canali social, e questo limita la circolazione dei contenuti e di conseguenza l'attenzione di chi non vede direttamente le gare. Una buona idea per sopperire a questa mancanza è seguire i profili ufficiali delle Paralimpiadi, che invece sono molto attivi (anche se alcuni contenuti video non si possono vedere, probabilmente proprio per via degli accordi con la Rai). Eurosport non ha spiegato perché non abbia comprato i diritti per trasmettere anche le Paralimpiadi. Inoltre i  giornali (  eccetto quelli sportivi    anche se  più in prima  visto che  è iniziato , sic , il  campionato  di calcio  )   non  ne  parlano  più nelle prime  pagine  ( salvo che  non ci sia  un ottima , cosa  che non manca , prestazione da  parte  dell'italia  )   e televideoi rai    se prinma  aveva  ben  10 pagine    dedicate  alle olimpiadi   adessoi ne    una sola   al massimo  due    e  solo se  c'è medaglia  italiana . 



---- non sempre è buona educazione stringere la mano.
@paralympics Shaking hands on the podium is optional. @armless archer ♬ original sound - zoë bread

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dalla NW pari di ilpost.it



Cinque anni dopo

 

Molti forse ricorderanno il caso di cronaca che coinvolse il nuotatore Manuel Bortuzzo: nel 2019 a Roma due persone gli spararono per errore, scambiandolo per un'altra persona con cui avevano fatto una rissa poco

 

Bortuzzo dopo le batterie di qualificazione di ieri      (Ansa/Cip - Augusto Bizzi)
prima. Bortuzzo, che aveva 19 anni, subì una lesione midollare che gli causò una paralisi alle gambe. All'epoca era già un nuotatore ad alti livelli e dovette interrompere la propria attività agonistica, prima di riprenderla nelle discipline paralimpiche. Sulla sua storia in questi anni sono usciti un docufilm e una fiction televisiva (nel frattempo lui ha acquisito una certa notorietà anche per aver partecipato al Grande Fratello).
Ieri, alla sua prima partecipazione alle Paralimpiadi, ha vinto la medaglia di bronzo nei 100 metri rana SB4, che è stata anche il suo primo podio internazionale: di recente era arrivato quarto agli Europei e quinto ai Mondiali. Oltre alla sua ieri l'Italia ha vinto altre cinque medaglie nel nuoto, tre delle quali d'oro con Federico Bicelli, Giulia Ghiretti e Simone Barlaam, che ha anche stabilito un nuovo record del mondo nei 50 metri stile libero S9: qui trovate un riassunto dell'ennesima giornata di soddisfazioni nel nuoto.


Gli atleti sordi e le Paralimpiadi

 


Alle Paralimpiadi partecipano atleti e atlete con disabilità fisiche, visive e, solo in alcuni sport, intellettive, mentre non ci sono atleti sordi o con disabilità uditive. È una scelta fatta innanzitutto dalle stesse persone sorde che, come scrisse quasi trent’anni fa l’ex storico presidente del Comitato Internazionale degli Sport dei Sordi Jerald Jordan, «non si considerano persone con disabilità, in particolare a livello fisico. Piuttosto, ci consideriamo parte di una minoranza culturale e linguistica». L’unica barriera per un atleta sordo, scriveva sempre Jordan, è quella della comunicazione: gli atleti sordi vedono negli atleti con disabilità prima di tutto delle persone udenti, e poi delle persone con disabilità. Quello che voleva dire era che anche alle Paralimpiadi sarebbe difficile un’inclusione completa per le persone sorde.
Per questo, in occasione delle Olimpiadi di Parigi 1924 (quindi ben prima che fossero inventate le Paralimpiadi), nacquero le cosiddette Deaflympics, che in italiano sono chiamate spesso Giochi olimpici silenziosi e sono aperti alle persone con una capacità uditiva inferiore ai 55 decibel. Si tengono ogni quattro anni, oggi in anni dispari: le ultime furono nel 2021 a Caxias do Sul, in Brasile, e le prossime saranno nel 2025 a Tokyo. Ci sono più o meno gli stessi sport olimpici e paralimpici, con l’aggiunta del bowling, del karate e dell’orienteering. Dal 1949 esistono anche i Giochi invernali: cinque anni fa ci fu un’edizione italiana in Valchiavenna e Valtellina, nella provincia di Sondrio.
C’è anche un motivo più pratico per cui atlete e atleti sordi non partecipano alle Paralimpiadi in una loro categoria: alle Deaflympics del 2021 parteciparono quasi 2.500 atleti, e aggiungerli a quelli che già gareggiano alle Paralimpiadi (circa 4.400 in questa edizione) sarebbe complicato. Si rischierebbe insomma di doverne escludere parecchi, limitando la loro presenza. Alle Deaflympics del 2021 l’Italia vinse 4 medaglie d’oro e 23 totali, arrivando dodicesima in un medagliere dominato dall’Ucraina (64 ori e 145 medaglie totali).



Col compasso

Ieri nei quarti di finale di tiro con l'arco a squadre gli italiani Eleonora Sarti e Matteo Bonacina hanno battuto la Cina in una gara combattutissima, che dopo un pareggio nelle quattro manche regolamentari si è decisa con uno spareggio in cui entrambi gli arcieri delle coppie dovevano tirare una freccia. È finita anche lì 19 pari, e allora i giudici hanno dovuto stabilire chi si fosse avvicinato di più al centro usando un compasso. L'Italia ha vinto perché la Cina aveva tirato un “9” qualche millimetro più in là, ma alla fine è arrivata quarta dopo aver perso la finale per il bronzo contro l'India.


 


Entrambe le coppie avevano tirato una freccia da 10 e una da 9: quelle da 10 sono state giudicate ugualmente vicine al centro.n



Da recuperare








Ieri nell'atletica ha gareggiato nei 400 metri T12 la cinquantenne Valentina Petrillo, la prima atleta trans della storia delle Paralimpiadi: è stata eliminata in semifinale.                                                                      vi eravate appassionati alla storia sportiva del nuotatore brasiliano Gabrielzinho, di cui avevamo parlato qualche giorno fa in Parì, sappiate che ce l'ha fatta: ha vinto le tre medaglie d'oro a cui puntava.

Ieri è stato il giorno con più medaglie per l'Italia fin qui, 10: una di queste è stata l'argento di Maxcel Amo Manu nei 100 metri T64, che però ha ammesso una certa insoddisfazione perché ambiva all'oro (ha avuto un piccolo inciampo nei metri iniziali). Potrà riprovarci nei 200 metri.

14.8.24

diario di bordo n 72 anno II sul murales imbrattato di dedicato a paola egonu ., imane khelif ha fatto fuoco e fiamme per valentina petrillo non sa cosa dire ., finalmente abbiamo il tormentone estrivo ? io sto con mattarella anche i 4 posti hano portatyo onore all'italia e vanno considerati ., Elisa Di Franciscaha perso un occasione per far dimenticare la sua figura di merda con valetina pliato ed il resto dell'italia


ecco   nuovo  nunmero del    diario di  bordo  . EWssorisente     della  sbornia  olimpica     che  ancora  riserva    gli  ultimi     effetti   vedi  il  caso del  murales  di egonu  cancellato    e deturpato, le  polemiche   sull'invito di  mattarella oltre che ai medagliati  anche ai quarti posti   . E  in a'attesa  delle paraolimpiadi    ecco   il caso di  Valentina  Petrillo   un  nuovo    caso  poltico  culturale come    quello di  Imane Khelif,  e il  tardivo  tormentone estivo ed  il caso della  canzone  malavita  dei coma  cose  

 anndiamo ad  in cominciare  il numero odierno 

Sia   che vi   sia  come  credo   o  che   non ci sia   come  credono   in molri un intento razzista dietro.  chi ha imbrattato il murales di Paola Egonu
 “colorando” la sua pelle di rosa è un emerito cretino. Punto. E lo  amette    anche    chi a  differenza  di me   vede  nei  commeti  di tale gesto    come una 
sorta   dietrologie di sorta sul razzismo imperante tra gli italiani . Infatti  ciò che   accomuna    i due  schieramenti è   in ogni classe sociale è presente una percentuale di imbecilli. L’autore( o  gli autori  ) di questo gesto rientra perfettamente nella categoria   che  non vede o  non digerisce   come   l'italia  sta  cambiando  e  diventando    sempre più  multietnica  e che la purezza etnica  non  esiste  . 

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 Quindi fatemi capire: per due settimane abbiamo parlato di Imane Khelif, della sua condizione di intersessualità presunta, dei suoi cromosomi e dei suoi ormoni; Giorgia Meloni ha consolato Angela Carini; il ministro Abodi ha protestato contro il Cio; Salvini s’è scagliato contro le follie

gender; Eugenia Roccella ha fatto altrettanto; e poi scopriamo che a portare il primo transessuale alle Olimpiadi sarà proprio l’Italia e  stranamente  tutti  zitti ? Si chiama Valentina Petrillo, è un’atleta, ed è stata selezionata dal Comitato Italiano Paralimpico per le gare femminili dei 200 e 400 metri (categoria T12) dei Giochi paralimpici di Parigi che inizieranno il 28 agosto. È nata uomo, ha vinto 11 titoli nazionali quando era ancora un maschietto e adesso gareggerà con le italiche insegne contro le donne nonostante sia cresciuta in un corpo da maschio finché, a suon di ormoni, non è rientrata nei parametri disposti dal Comitato internazionale paralimpico e dalla World Para Athletics. A questo punto mi chiedo: a che titolo l'Italia ha protestato contro Khelif se lei stessa porterà un trans alle Olimpiadi? Scusate, ma qui qualcosa non torna.

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Non è poi così sorprendente che la canzone "Malavita" dei Coma-Cose dopo mesi dalla pubblicazione sia arrivata al primo posto dei brani più trasmessi in radio. Intanto è una canzone che si merita quel posto perché è un gran bel brano, vicino allo spirito di De André ma non nostalgico e, soprattutto, molto ben arrangiato e interpretato. E poi perché, a metà agosto nel pieno dell'estate, è la conferma che il 2024 passerà alla storia come uno dei rari anni senza un tormentone che diventi il simbolo della stagione. Non c'è una spiegazione precisa del fenomeno. Forse è una coincidenza. Forse è la reazione a un Festival che a febbraio grondava già aspiranti tormentoni (vedasi i The Kolors). Più probabilmente è uno dei sintomi della fase di stallo creativo che vive il pop. Ossessionato dai numeri (farlocchi) dei social o da quelli troppo settoriali e poco trasversali delle piattaforme, e anche produttori e artisti sono vagamente confusi e indecisi. Ci sta. È fisiologico. Resta il fatto che l'unico brano con i crismi del tormentone (Sesso e samba di Tony Effe con Gaia) è sceso al secondo posto e il brano che a settembre potrebbe vincere i Power Hits di Rtl 102.5 (ossia Storie brevi di Annalisa e Tananai) non ha le coordinate tipiche del cosiddetto tormentone. A seguire, in classifica Earone ci sono Coldplay, The Kolors, Elodie (foto), Anna eccetera. È agosto ma potrebbe essere novembre o marzo.

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L’ultimo dei vincitori o il primo degli sconfitti? Dopo i 25 quarti posti collezionati dall’Italia assieme alle 40 medaglie è arrivato un riconoscimento ufficiale da parte di Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica ha deciso di invitare al Quirinale non solo chi ha vinto un oro, un argento o un bronzo ma anche i quarti classificati, una scelta   quella  di  un capos  di  stato  senza precedenti.  
I   media  sono divisi  sulla   decisione di mattarella   d'invitare  al quirinale  insieme  ai medagliati      anche   chi è  arrivato  quarto  .  ecco cosa  dice  il giornale    uno   dei tanti organi  di questa  destra  ) 
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 Nel giorno in cui si celebra l’Italvolley con fiumi di retorica inclusiva e un po’ femminista, c’è un’altra questione olimpica che fa andare il sangue al cervello. Quale? Allora. Nello sport esiste il “podio” dei tre migliori non perché realizzare quattro medaglie costerebbe troppo, ma perché nelle competizioni è giusto che uno solo vinca e tutti gli altri perdano. Può essere crudele, ma fa parte della vita. Qualche giorno fa facevamo notare che “partecipare” conta solo a livello amatoriale, ai Giochi della Gioventù, tra i bambini. I professionisti devono aspirare a vincere o, almeno, a migliorare il proprio personale. Non esiste “agonismo dolce” o “agonismo tossico”, solo la sana competizione in cui ognuno fa di tutto per battere l’altro e si dispiace in caso di sconfitta, senza disperarsi. In queste Olimpiadi di Parigi, visto l’elevato numero di fregature raccolte dai nostri atleti, i media si sono lanciati nell’elogio del quarto posto. Il mantra è sempre lo stesso: bisogna sapere accettare il fallimento, perdere può essere gratificante, l’importane è il percorso eccetera eccetera eccetera. Balle. Nello sport professionistico conta vincere. E vincere più possibile. Ecco perché è assurdo, populista e anche un tantino imbarazzante che il Quirinale - sempre attento ad accarezzare gli umori zuccherini del Belpaese - abbia deciso di invitare alla cerimonia dei medagliati olimpici anche chi la medaglia non l’ha ricevuta. La premiazione dei primi degli sconfitti farà piacere ai giornali, che tesseranno le lodi di Mattarella. Ma non è una bella immagine per lo sport e per la sana competizione. E poi che facciamo: tra quattro anni invitiamo anche i quinti classificati? Le olimpiadi sono per natura “esclusive”: uno vince, il secondo si accontenta dell’argento, il terzo del bronzo. Tutti gli altri restano fuori ed è giusto così. Perché “andarci vicino” conta solo a bocce. [....] La Stampa sostiene che “la novità” di queste olimpiadi sono i social che ci avrebbero reso tutti esperti di batteri e cromosomi. Balle. Intanto perché i social esistono da più di un decennio, dunque da almeno due edizioni dei Giochi. E poi perché siamo sempre stati un popolo di Ct e allenatori. Solo che adesso lo facciamo al cellulare, anziché al bar. [....]  Non abbiamo avuto modo prima, e dunque lo facciamo ora, di elogiare la finale di salto in alto tra Kerr e McEwen. Non per la qualità del gesto sportivo, di cui siamo totalmente ignoranti. Ma per la scelta di non condividere l’oro come fecero Tamberi e Barshim. Quella decisione, molto celebrata in Italia e all’estero, venne elogiata come spirito sportivo, di amicizia, di condivisione. Ma fu un errore. Lo spirito olimpico incoraggia a competere, non a dividersi l’oro. Bene hanno fatto i due saltatori a urlare “we jump”, saltiamo, anche a costo di commettere errori grossolani in misure che avevano già superato. Se ogni competizione olimpica seguisse le regole del salto in alto, non avremmo più finali per l’oro. Immaginate l’Italvolley e la nazionale Usa che, anziché giocarsi la medaglia fino alla fine, con un set a testa decidessero di fermare lì la partita e accontentarsi entrambe dell’oro condiviso. Cosa diremmo? E se la finale di basket fosse finita in parità, perché giocare il supplementare e non far salire entrambe le squadre sul gradino più alto del podio? La verità è che la scelta di Tamberi e Barshim fu empatica, calda, mielosa, zuccherosa, ma con lo spirito sportivo non c'entrava un fico secco. Alle Olimpiadi conta la competizione. E quando si compete, uno vince e l’altro perde. Può apparire crudele, ma è la base di ogni sport. Altrimenti, che giochiamo a fare?   >>   gli invitati a chi ha chiuso al quarto posto ha fatto esultare il giornalista che, una volta appresa la notizia, ha scritto: “Giusto così” ma oltre  ai media   ad  essere   diviso   è  anche   il popolo dei social s Tantissimi i commenti:“In questo Paese mancano riferimenti positivi tra i quali il Presidente è uno degli ultimi. Abbiamo imparato, anche grazie ai social, che offendere, sminuire, attaccare è l’unico modo per “vincere”. Cosa? Non si sa. L’importante è prevaricare l’altro. Grazie Presidente Mattarella” e poi: “Sono il lavoro, l’impegno, il sacrificio , la fatica, l’amarezza, le lacrime, di chi si classifica dal quarto fino all’ultimo posto, che regalano prestigio, orgoglio e quell’immensa gioia di indossare una medaglia olimpica. Per questo un grazie al nostro grande Presidente Sergio Mattarella” e anche: “Giusto così. Mi viene in mente Acerenza, che ha nuotato in quel letamaio per 10 km e ha dato anche l’anima, quarto per 6 centesimi.
Io   sono     con mattarella perchè   sono per un uno sport  non  soltanto agonistico   anche  se   chi afferma  che  : <<  Per essere coerente la scelta del Presidente dovrebbe allora includere tutti i partecipanti, indipendentemente dal piazzamento in gara”.>>  o  le  ultime  righe  de il giornale  ,  non sono da  scartare  e   da biasimare  completamente  , ma   per  una  usciamo    dal circuito   della  vittoria   a  tuti i  costi e dello sport   come  agonismo  .  In quanto   si può vincere   anche  senza  l'ossessione  della medaglia    tanto  i risultati   arrivano  lo stesso   ed  la medaglia  d'oro  vinto  a  questre  olimpiadi  da Velasco  e  delle bravissime    giocatrici dell'italy  volley femminile lo dimostrano  .  Ma soprattutto molti  4   posti   ottenuti  a questa  olimpiade   sono    un sintomo  una  premessa   di  un eventuale  successo   per   la  prossima . Oltre  un otima  aspettativa   di riscatto   di certi  atleti     che  vengono  da  situazioni morali ed  psicologiche   bruttissime   vedere  le  storie     che ho raccontato  nella mia  rassegna  tampa  olimpica  .  


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Elisa Di Francisca Poteva chiedere scusa, sarebbe stato apprezzabile. Poteva non dire più nullain modo da lasciare che il silenzio si portasse via la brutta figura, sarebbe stato almeno qualcosa.
Invece ha scelto evidentemente ha bisogno di far parlare di o per qualche libro o ospitata in tv la strada che seguono tutti quelli che in Italia dicono castronerie o esprimono pensieri o coincezioni medievali.
Contrattaccano,rivendicano. Si offendono. E offendono. “Mi dispiace, ma io appartengo alla generazione passata. Il buonismo imperante non è la mia filosofia”.
Questo ha detto.
Questa sua uscita l’ha trasformata in una guerra generazionale, sventolando la solita, trita, litania di un passato mitico e puro in cui tutto si poteva dire senza che nessuno si scandalizzasse Ha ragione, come dice anche Lorenzo Tosa , ed è proprio quel passato che i giovani come Benedetta Pilato (ma anche, glielo assicuro, più anziani della stessa Di Francisca) stanno provando a cancellare, indicando una strada in cui si può anche arrivare quarti a un’Olimpiade col sorriso sulle labbra, in cui smettere di chiamare una persona fro*** o non chiamare una donna “trans”, “uomo”, “mostro” non è buonismo. È saper stare al mondo. È diventare persone adulte e consapevoli, e non ha niente a che vedere con l’anagrafe. Benedetta Pilato non è né buona né tantomeno buonista. È un essere umano, con le sue emozioni, le sue fragilità che non ha paura di mostrare, la sua gioia anche nella sconfitta (o presunta tale). E qualche giorno fa ha insegnato a Di Francisca e a tutte le Di Francisca d’Italia - la maggioranza, ahinoi, di questo Paese - che cosa significhi maturità affettiva, emotiva e sportiva.Non c’è medaglia che valga, a 19 anni, un simile traguardo e una simile lezione.Ecco perchè ho elogiato più volte il quarto posto