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Alcuni studi scandinavi, effettuati nel 2008 su un campione di 22 mila persone, affermano che «il padre coinvolto precocemente [nella cura famigliare] provoca effetti benefici sull’età evolutiva, non solo per il successo scolastico, ma anche riguardo le competenze sociali e il comportamento in genere, quindi riduce il comportamento antisociale violento che in alcuni adolescenti è presente». A confermare questo e altri benefici della paternità accudente come ricchezza è Alessandro Volta, direttore del Programma materno-infantile della Ausl di Reggio Emilia, nell’ultima puntata del podcast di 4e-parent, il progetto europeo che punta alla promozione sociale, politica e culturale della genitorialità paritetica in Italia, «affinché padri e futuri padri siano coinvolti fin da subito nella cura attiva, reattiva ed empatica dei figli e delle figlie». In Italia, aggiunge Volta intervistato da Jacopo Mengarelli, «abbiamo bisogno di più cultura sulla paternità accudente e di un miglior riconoscimento sociale».
Il padre accudente «è una novità per la nostra società e noi diciamo che deve esserlo precocemente, fin dalla gravidanza. Abbiamo pochissime ricerche italiane, ma dei Paesi scandinavi e del Regno Unito, perché lì la parità di genere è attiva da una ventina d’anni», spiega Volta. «Nel 2016 nel Regno Unito, con 7 mila famiglie studiate, la ricerca ha analizzato gli effetti sulla salute mentale e lo sviluppo sociale degli adolescenti. Nel 2017 un altro studio ha analizzato il comportamento dei giovani e dei padri, valutando empatia e responsività non solo nei primi mesi e anni. Negli studi di Chiara Saraceno pubblicati nel 2016, in caso di separazione della coppia la conflittualità è limitata se il padre risulta più coinvolto». Gli effetti benefici sulla coppia sono misurati e anche quelli sulla madre: «Si riduce il rischio di depressione post-parto, fra l’altro».
Tutte le relazioni migliorano, quindi. Certo, la nascita «innesca un processo trasformativo della coppia che dovrebbe coinvolgere entrambi, altrimenti abbiamo fatica nell’accudimento e delusione delle aspettative. Il tema della sessualità dopo la nascita andrebbe affrontato. Il bambino già dal sesto mese è in grado di leggere la relazione fra i genitori, quando ancora non riesce a parlare, facendo esperienza di reciprocità, dialogo, comunicazione. Se c’è svalutazione o altro, il bambino lo assimila. La dinamica della cogenitorialità precoce ha influsso sul bambino e sulla bambina. Quindi bisogna curare molto il benessere della vita di coppia, utilizzando tutti gli aiuti possibili, dai nonni ai babysitter». Inoltre, «il padre non allatta al seno, ma deve essere informato e motivato per dare supporto emotivo in modo valido nei momenti critici. Così si sente coinvolto e importante. È cruciale condividere l’impegno e la fatica per accudire un bambino piccolo».
Vivere insieme l’esperienza stessa del travaglio, del parto e dei primi 1.000 giorni è una tappa fondamentale per i genitori. Angela Giusti, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità e responsabile del coordinamento scientifico del Progetto 4e-parent, ricorda che «i benefici di affrontare insieme il parto sono tantissimi, a partire dal fatto che difficilmente le donne amano partorire da sole, senza una persona significativa vicino. Vivendo insieme al partner il travaglio, inizia lì un processo di “sintonizzazione” del papà, a livello neurobiologico e ormonale, con l’esperienza che vive la madre partoriente. È un processo lungo, certo, ma supportarlo fin dal primo istante, lasciando la possibilità di vivere il momento come coppia - nei modi più disparati, ma sempre insieme - genera un arricchimento della salute e della relazione famigliare, che gli ospedali e i luoghi della nascita dovrebbero agevolare e valorizzare.
Dopo il parto, oltre alla madre anche il padre ha un momento per stare a contatto pelle a pelle con il figlio/la figlia, quindi è una relazione a tre: tutto questo avviene se gli ospedali e i luoghi della nascita lo consentono».
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Passeggero di Uber si accorge che il conducente è un amico che non vedeva da 20 anni; guarda la riunioneHanno perso i contatti per più di 20 anni, ma il destino li ha riuniti di nuovo in un incontro a sorpresa su un Uber.
Danny Blanton e John Johnson non si vedevano da 20 anni, ma in una di quelle sorprese del destino, si sono ritrovati durante una corsa su Uber.L’incontro è avvenuto quando Blanton, un autista di app, ha preso un passeggero per una corsa verso l’UT Southwestern Medical Center a Dallas. In un primo momento non è successo nulla, i due hanno solo parlato di banalità, come il tempo.Ma dopo un po’, Johnson ha avuto la sensazione di conoscere il conducente e, senza molta certezza, gli ha chiesto il nome.“Mihiamo Danny,” ha risposto Blanton.
“Penso di conoscerti,” ha detto Johnson. “Non mi conosci?”
Blanton ha guardato nello specchietto retrovisore e poi si è girato per vedere meglio il suo passeggero. “Amico… che coincidenza!” ha esclamato, poi i due sono scoppiati a ridere e si sono stretti la mano.
Durante la corsa, gli amici hanno potuto ricordare i vecchi tempi. I due si sono conosciuti quando lavoravano insieme in un nightclub a Dallas alla fine degli anni ’90. All’epoca, Johnson era il capo della sicurezza e Blanton era il barista.
Quando ha lasciato Johnson nel luogo concordato, i due hanno scambiato i numeri e promesso di rimanere in contatto. L’incontro tra i due ex colleghi è stato così speciale che Blanton ha deciso di condividere la gioia del momento con i suoi follower.
Prima ha postato un video dell’incontro inaspettato su Facebook e poi su TikTok, dove il video è rapidamente diventato virale, accumulando oltre 10 milioni di visualizzazioni.
Blanton ha raccontato a People che non aveva mai postato nulla su TikTok e che la reazione al suo video lo ha scioccato. “È stato folle perché in due ore aveva 2.000 visualizzazioni,” ha detto. “Dopo quattro ore erano 4.000 a 6.000. E poi, dopo sei ore, erano 4,1 milioni.”
“Siamo entrambi entusiasti di questo e di vedere tutti i commenti positivi che il video ha ricevuto,” “Solo persone che dicono: ‘Questo è il mio video preferito,’ e molte persone lo hanno guardato… è stato positivo.”
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