11.8.24

Iran e lo spot delle Olimpiadi con Israele che sporca di sangue gli altri atleti .,La squadra della ginnastica artistica degli Usa alle olimpiadi di Parigi ha avuto un aiutante molto speciale il cane beacon ., accuse di doping ., Voleva fare la bibliotecaria, ora Janja Garnbret è la regina dell’arrampicata: tra auto da corsa e yoga, un oro da star .,


Buongiorno  cari lettori  \  lettrici   oggi siamo ai titoli di coda. Alle 8 è partita la maratona femminile: ci sono le azzurre Sofiia Yaremchuk e Giovanna Epis, in generale il livello è molto alto ed   è stata  una  bellissima    gara     che     ha  scardinato  qiuelle    che sarebbero dovute essere  le favorite  .
Le Olimpiadi finiscono oggi   ma  non  la  mia rassegna stampa     che  continuerà ancora  con le   paraolimpiadi   . È stata un’esperienza bella e intensa, un po’ come questi sedici giorni di Giochi e come tutte le Olimpiadi sempre. Grazie a chi ha letto e apprezzato le puntate, sopportando pazientemente   gli  articoli  (    spesso con  miei  titoli e commenti sagaci e  in direzione  ostinata  e  contraria  ) di una lunghezza ben oltre il tollerabile e un numero non insignificante di refusi. Grazie soprattutto a chi i refusi e gli errori me  ha segnalati (  infatti alcui  post  sono stati  riscritti e modificati  )  : sapere che dall’altra parte c’è qualcuno che legge con attenzione quello che si riporta e  scrive fa tutta la differenza  ed  è  sintomo cher  anche   un po'  di umanità c'è  . 
Ma  veniamo    alle storie  d'oggi 

Dopo  la  fake news   delle    ragazze  israeliane        della squadra  di nuoto    che   con  un gesto   ecclante  di riportare  a casa  gli ostaggi   (  ne  ho  parlato     sia  nella  rassegna stampa  di queste  olimpiadi       riportando  qui il  perchè    è  una notizia  falsa  )  , adesso tocca  (  per  il momento la  notizia   sembra  essere   vera  )  alla   contro parte  filo hamas   





Il canale televisivo statale iraniano Ofogh ha diffuso uno spot destinato a far discutere, in cui si vede un atleta israeliano intriso di sangue che sporca gli altri olimpionici disposti a stringergli la mano. La clip è stata notata e analizzata dal Jerusalem Post, Middle East Media Research Institute e il Jewish News Syndicate. Le immagini sono state diffuse l’8 agosto durante la trasmissione delle Olimpiadi. MEMRI, tuttavia, ha riferito del video solo questo martedì. Nella clip si vede un uomo in tenuta olimpica con una menorah tatuata vicino alla base del collo, che stringe la mano ai concorrenti. Dopo aver stretto la mano, i concorrenti guardavano le proprie mani con un’espressione confusa, sono sporchi di sangue. Mentre la scena si chiude, viene mostrata al pubblico una ripresa ravvicinata di una bandiera israeliana macchiata di rosso.




 anche  i cani  fanno le  olimpiadi   il caso  Beacon,splendido Golden Retriever di quattro anni.è ufficialmente il cane da pet therapy della Usa Gymnastic.

Quando percepisce che una ragazza è particolarmente stressata non la lascia sola. Anzi, cerca di consolarla”. A parlare è Tracey Callahan Molnar, ex ginnasta statunitense, allenatrice e proprietaria di Beacon,splendido Golden Retriever di quattro anni.
Questo cane speciale è ufficialmente il cane da pet therapy della Usa Gymnastic.Beacon fa infatti parte dello staff della squadra di ginnastica artistica degli Stati Uniti, con tanto di divisa e di profilo Instagram, come si confà a tutte le star.
E ha fatto la sua parte anche nella conquista della medaglia d’oro che Simone Biles e compagne si sono guadagnate in pedana a Parigi, alle Olimpiadi 2024.
Per problemi di natura logistica, legati al suo trasporto e alla sua permanenza all’interno del villaggio olimpico, Beacon non c’era a Parigi, ma ha svolto un o!imo lavoro con le “sue” atlete prima che partissero per l’Europa, in particolare in occasione delle selezioni che si sono tenute a Minneapolis dal 27 al 30 giugno scorso per aggiudicarsi un posto nella squadra olimpica. Beacon le ha supportate e le ha aiutate ad affrontare la grande tensione prima delle gare. Come spiega la sua proprietaria, Beaccon le segue come un’ombra, prima e dopo gli impegni in pedana. Si fa accarezzare dalle ragazze, le conforta o le carica. È così importante il suo ruolo che gli è consentito di stare ai lati delle pedane dove si svolgono le competizioni. E non pensate che sia lì a godersi lo spettacolo. Sta facendo il suo lavoro e infatti, si muove con
naturalezza in mezzo ai membri dello staff, quasi volesse assicurarsi che è tu!o so!o controllo. Insomma, è una sorta di “spugna emotiva”, come l’ha descri!a Tracey Callahan Molnar. 
Spiega ancora la sua proprietaria: «La scienza dimostra che accarezzare un cane o anche soltanto guardare qualcuno che accarezza un cane è in grado di abbassare la pressione sanguigna e l’ansia. Contribuisce ad aumentare gli ormoni del benessere, la serotonina e la dopamina, e fa abbassare i livelli di cortisolo. Ecco perché Beacon è tanto importante. Tu!i vogliono salutarlo e lui, con estrema naturalezza, ricambia. È un aiuto prezioso prima delle competizioni». Siamo certi lo sia stato anche per Simone Biles, la regina della ginnastica che, dopo avere commesso un errore ai Giochi di Tokyo, aveva decisso addiri!ura di ritirarsi per curare la sua salute mentale. Soffriva di “twisties”, vertigini fortissime che le impedivano i suoi volteggi.
 Lei, la ginnasta più premiata della storia, aveva deciso di abbandonare tu!o. E invece, è tornata a danzare in pedana, atleta unica ed eccezionale. È tornata e ha vinto l’oro olimpico con la sua squadra. Al suo ritorno e alla sua straordinaria vi"oria ha contribu￾ito certamente anche il suo assistente a quattro zampe Beacon. Le ha regalato un po’ di quella serenità di cui tanto aveva bisogno per tornare alle stelle tra cui è abituata a brillare.

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Accuse di doping


Anche a queste Olimpiadi, come al solito, Cina e Stati Uniti si contendono il primo posto nel medagliere, ma non è una competizione che si distingue per sportività. Negli ultimi mesi i comitati olimpici dei due paesi si sono accusati a vicenda di doping organizzato e sistematico: è iniziato tutto con un'inchiesta di aprile del New York Times, secondo cui prima delle Olimpiadi di Tokyo nel 2021 23 nuotatori cinesi risultarono positivi a un controllo antidoping ma furono comunque ammessi alle gare: vinsero poi diverse medaglie, tra cui tre d'oro. Il comitato olimpico statunitense criticò molto l'agenzia internazionale antidoping, che aveva ammesso i nuotatori accettando la spiegazione del comitato olimpico cinese, secondo cui la positività ai test antidoping era dovuta a una contaminazione alimentare.
Negli ultimi giorni invece è stata la Cina a fare un'accusa simile agli Stati Uniti, denunciando in un comunicato dell'8 agosto «un problema di doping sistematico nel settore dell'atletica statunitense». Le autorità antidoping cinesi hanno chiesto un'indagine indipendente, proprio come quelle statunitensi l'avevano chiesta per la storia dei nuotatori cinesi.

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Voleva fare la bibliotecaria, ora Janja Garnbret è la regina dell’arrampicata: tra auto da corsa e yoga, un oro da star

La conferma della regina. Arrampicandosi con la forza, la scioltezza e la tenacia di una vera campionessa, la slovena Janja Garnbret, una pin up dai capelli biondi e dal sorriso
radioso, ha confermato l’oro che aveva conquistato tre anni fa a Tokyo. 
È un «back to back» che certifica una volta di più che è lei, la venticinquenne di Gradec, la più forte nella combinata dello Sport Climbing, gara infernale sue due prove: nel Boulder l’atleta deve arrampicarsi su vie basse, massimo 5 metri, di diversa difficoltà senza l'uso dell'imbragatura (l'incolumità è assicurata da materassi para cadute).Richiede uno sforzo di breve durata ma di massima intensità e prevede una serie limitata di movimenti, 7-8 in media. Segue poi il Lead, che consiste nell'effettuare una scalata su vie che aumentano di difficoltà progressivamente fino a raggiungere livelli al limite delle capacità umane. Ad ogni presa viene assegnato un punteggio progressivo che ha due valori: «tenuta» se viene impugnata; «utilizzata» se dopo averla impugnata si inizia un movimento che però non permette di raggiungere la presa successiva. Il massimo punteggio si ha nell'inserire la corda nell’ultimo moschettone di sicurezza, il «Top», o nell’arrivare con entrambe le mani all'ultima presa nel caso si utilizzi la corda di sicurezza dall'alto.Janja, dall’abilità mostruosa perché oltre al secondo oro a cinque cerchi vanta otto primi posti ai Mondiali, tre agli Europei e 45 vittorie nella Coppa del Mondo (dove è imbattuta), ha fatto sua la manche di Boulder — anche se solo per 4 centesimi sull’americana Brooke Raboutou, poi medaglia d’argento — ma in quella di Lead non è stata la migliore (top scorer la giapponese Mori, rimasta però fuori dal podio perché il bronzo l’ha preso l’austriaca Pilz): però il terzo punteggio le è bastato per completare l’opera. Si aspettava, prima di arrampicarsi di nuovo verso l’oro, che non sarebbe stata una gara facile: «Non siamo ai Mondiali o alla Coppa del Mondo. Siamo ai Giochi olimpici, qualcosa di speciale: qui si deve essere pronti, concentrati, essere nella giornata giusta. Poi serve anche avere un po’ di fortuna».
Janja Garnbret è una vera star di questo sport — pure per il carattere autentico e aperto — ed è finita nella scuderia degli atleti Red Bull, quelli che puntano all’eccellenza. Ha mezzi atletici straordinari – fondamentali in uno sport in cui la duttilità del corpo e dei movimenti è decisiva – e le sue qualità sono emerse già da bambina: è nella nazionale slovena dall’età di 14 anni, da bambina si arrampicava ovunque, dagli alberi ai mobili di casa. Nemmeno gli incidenti la fermano: nel 2023 s’è fratturata l’alluce di un piede ma questo non le ha impedito di avere una stagione vincente perché talento, disponibilità al lavoro duro, ambizione e «fame» di successi ne fanno una macchina da guerra.Lo è pure in termini di comunicazione. Assieme a quattro colleghe è stata protagonista del documentario «The wall, climb for gold» nel quale è stata raccontata la preparazione ai Giochi di Tokyo (edizione in cui l’arrampicata sportiva ha debuttato nel programma olimpico, ndr) con particolare riferimento agli aspetti emotivi e psicologici: «Quando gareggio, cerco di essere veloce, concentrata e dinamica: trasferisco energia da un movimento all’altro, questo è il mio stile».
Seguitissima sui social, dove la presenza è comunque discreta, puntando su immagini sportive più che a concessioni alla sua bellezza, Janja da piccola voleva diventare bibliotecaria. Ma ben presto ha capito che il suo amore era l’arrampicata: dopo il diploma di maturità ha così concentrato gli sforzi sullo sport. Le piace anche scalare pareti naturali: nel 2020 assieme all’ex compagno Domen Skofic, a sua volta arrampicatore, è salita in modo spettacolare sul «Camino di Trbovlie», la via artificiale multipitch più alta del mondo. Quando non si arrampica, le piace salire sulle auto da corsa e andare a tutta velocità. Ma poi torna nell’altra dimensione, quella che combina pensiero, potenza e fluidità. Ecco allora lo yoga, il segreto di Janja Garnbret: «Mi aiuta nella concentrazione e mi dà un senso di assenza di gravità».  



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