30.4.11

Wojtyla senza miti



Dunque domani, con gran clamore, proprio nel giorno della festa del lavoro, o piuttosto della mancanza di lavoro (secondo le ultime stime, il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è volato al 28,6% e molti 40-50enni licenziati non verranno più riassunti, la sicurezza è tornata a essere un fastidio per i "padroni" interessati al solo profitto e le conquiste sociali minate dalle fondamenta), il Vaticano ha deciso di canonizzare Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II. Un uomo che, fra l'altro, fu operaio. Fra i pochi prìncipi della Chiesa che ha voluto sottolineare una continuità, e non una contrapposizione, tra i due eventi è da menzionare, al solito, l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, che ha organizzato veglie per il lavoro in tutta la diocesi (nel capoluogo, il rito si è svolto il 28 aprile scorso, presso la chiesa "Regina Pacis" di via Kant) e ha attivato da alcuni mesi l'inizativa Adotta una famiglia, per testimoniare solidarietà fattiva a famiglie o singoli che hanno perduto l'impiego a causa dell'attuale crisi economico-sociale [donazioni a partire dai 5 € in su: C/C 16730 Banca Popolare di Milano, oppure bonifico IBAN IT6L0558432620000000016730 indicando Adotta una famiglia; maggiori info www.santinazaroecelsobresso.it].




Assisteremo al tripudio della papolatria da parte di potenti normalmente poco interessati alle faccende dello Spirito e del tutto disinteressati ai diritti umani, soprattutto di quei disperati anonimi cui il Vangelo assicurava avrebbero ereditato la terra. E che, invece, verranno additati come reietti ed empi in questi anni bui, frettolosi, sciapi, manichei. Infantili, ma senza ingenuità. Il cristianesimo non ha riconquistato l'Europa e, per uscire dal suo stato di minorità umana prima che spirituale, l'Italia ha di fronte a sé una strada tutta da percorrere.Se don Farinella tratteggia un duro ritratto del prossimo beato e Noi Siamo Chiesa (anch'essa assai critica verso l'operato del papa polacco, cfr. qui) propone di celebrare piuttosto un martire dimenticato dalla Chiesa militante e trionfalistica, mons. Romero, io mi limiterò a riproporre un testo che redassi nel 2005, pubblicato col titolo Il nostro Wojtyla, che considero in gran parte ancora valido. Purtroppo, posso solo segnalare il link perché la piattaforma che ospita questo blog non mi permette più certe operazioni di copia-incolla. Credo pertanto che un mio trasferimento "virtuale" sia prossimo. Nel frattempo, mi scuso coi lettori per il disagio. http://danielatuscano.wordpress.com/2005/04/15/il-nostro-wojtyla/





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