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28.5.25

martina Carbonaro uccisa a 14 anni dall'ex . s'abbasa,l'età delle vittime e dei carnefici dei femminicidi

Circa due mesi fa erano state uccise Sara Campanella e Ilaria Sula, da un compagno di corso e dall’ex fidanzato. Entrambe avevano appena 22 anni. Martina Carbonaro invece  ne aveva solo 14. Solo 14 anni. 
Quando le vittime sono così giovani, la notizia di un femminicidio colpisce ( o almeno in teoria   dovrebbe  di più ) in maniera ancora più violenta.
Perchè magari pensiamo che la violenza patriarcale sia più diffusa tra le generazioni più anziane, quelle cresciute quando ancora la violenza maschile, le discriminazioni sessiste e la cultura dello stupro non venivano messe in discussione ed erano " legalizzate "
Insomma, un retaggio del passato. E ci aspettiamo, invece, che tra i più giovani alcuni passi avanti siano stati fatti. Poi arrivano notizie come queste e pensiamo che forse non è proprio così.
Servono nuovi modelli di mascolinità e relazione
E questo è preoccupante. Ce lo dicono anche i professionisti che vanno nelle scuole a parlare di violenza di genere, che è come se si stesse cicatrizzando una frattura tra le ragazze – sempre più consapevoli e determinate a cambiare modelli culturali e sociali tossici – e i ragazzi – che si sentono accusati, vanno sulla difensiva e diventano ostili e aggressivi.
Il caso di Martina Carbonaro è l’ennesimo caso di un ragazzo che non accetta l’autoderminazione dell’altra, non ne accetta la libertà e tutte le scelte prese in libertà. È l’ennesimo caso di un ragazzo ancorato ai modelli di dominio e oppressione e che trasforma in violenza tutta la frustrazione per un mondo che cambia. E sceglie lui per lei, togliendole la vita, togliendole ogni possibilità.
Servono altri modelli, questo pare ormai chiaro. Altri modelli di mascolinità, di relazione, Ma questi non cadranno dal cielo: bisogna fare educazione sessuale e affettiva nelle scuole, serve un progetto serio sulla prevenzione, serve ascolto già ai primi segnali di violenza. Perché lo sappiamo, il femminicidio non è che la punta dell’iceberg. Ora si parli seriamente di educazione sessuale 
Secondo l’osservatorio del collettivo Non Una Di Meno, aggiornato allo scorso 8 maggio, da inizio anno in Italia ci sono stati 27 femminicidi. A cui aggiungere, purtroppo anche quello di Martina Carbonaro. E poi ci sono stati anche 21 casi di tentato femminicidio. Numeri che denunciano una violenza sistemica, ancora troppo radicata nella nostra cultura e società.
Bisogna ripartire dalle giovani generazioni, non abbandonarle. Non è più accettabile che l’Italia rimanga uno dei pochissimi Paesi a non fare educazione sessuale ed affettiva a scuola. Soprattutto quando vediamo una radicalizzazione di moltissimi giovani. Non è più questione di qualche oscura nicchia online, l’impatto della manosphere è sempre più forte nella quotidianità e fa presa su sempre più ragazzi. 
Viene sempre più normalizzata.
In tutto questo non è accettabile che l’educazione a scuola venga considerata terreno di battaglia politica, osteggiata e bollata come propaganda.
No, non ci possiamo più permettere di perdere tempo. Perché altrimenti ci ritroveremo anche questa volta a piangere Martina Carbonaro, a giurarci che sarà l’ultima, a dire che faremo tanto rumore e pretenderemo giustizia. Dobbiamo mobilitarci tutti per cambiare le cose adesso, altrimenti l’educazione patriarcale continuerà a produrre violenza patriarcale e a fare vittime sempre più giovani.
Martina Carbonaro, come   abbiamo   già detto  , aveva  14 anni ,uccisa dall'ex,   che già per i  benpensanti  dire "ex" a 14 anni è una cosa , figuriamoci se lui è pure maggiorenne.
Il problema non è tanto la differenza d'eta che ci puo anche stare, in una normalevl frequentazione non è  tanto esagerata , discutibile  invece se  si tratta di  rapporti sessuali.
 IL problema è che daranno la colpa a lei, alla famiglia, a chi le ha "permesso" di stare con uno più grande di lei, tutto pur di non concentrarsi su chi ha commesso il fatto, su chi, a 18\19 anni, ha fatto la scelta di togliere la vita a una ragazzina per vendicarsi di essere stato lasciato.
Era scomparsa la sera del 26 maggio, Martina Carbonaro e di lei non si avevano avuto più tracce.
Almeno fino all’alba di oggi, quando l’hanno ritrovata senza vita, gettata via sotto un materasso, in un edificio diroccato vicino al vecchio stadio di Afragola.
Poco prima di morire, come ha raccontato la madre, Martina aveva incontrato il suo ex fidanzato. E la prima e unica ipotesi poi confermata dalla confessione del reo  è sempre la stessa: femminicidio.
Martina Carbonaro sarebbe stata uccisa a sassate e poi nascosta nell’alloggio ormai in disuso del custode. 
È difficile anche solo immaginare un tale strazio. Per lei, per la madre, per la famiglia. Quello che ha vissuto due sere fa, mentre sua madre ignara ne denunciava la scomparsa. Quello che ha vissuto per arrivare fino a quella sera. Quello che vivono migliaia di donne.Solo che Martina donna  ,secondo alcuni,  non lo era neanche ancora. 
Quattordici anni. cazzo  E ogni altra parola non basta, non serve. se non che siamo , come fra 1960\80 ,  un un periodo troppo violento   aggravato a differenza d'esso ( che era solo politico-mafioso   ) da emergenza educativa che non siamo capaci d'affrontare perché  la maggior parte di chi dovrebbe provvedere a farlo è ancora  legato a vecchie ideologie educative  ormai superate   : dalla storia , dall'evolversi  dei costumi , e dagli studi socio antropologici   . E vede  ogni tentativo  di  farlo  come sovversivo  dei vecchi valori  e Tradizionali ed autentici parafrasando   i 

 
 Concludo  con    quanto dissi  tempo fa    nel  post  : « Educhiamo gli uomini"...lo sento ripetere da mesi.  quindi  educhiamo  anche  le  donne  ad  essere  preda »  in cui riportavo  questa  poesia  (  lo so che   l'avrò ripetutto  infinite  volte  ma  non c'è altra   soluzione  per  risolvere   tal  problema   ) :   « non insegnare a tua figlia ad essere preda \ insegna a tuo figlio a non essere cacciatore » di joumana haddad poetessa libanese   ovvero applicare   quella  che  Rita Levi-Montalcini diceva:  « Se istruisci un bambino, avrai un uomo istruito. Se istruisci una donna, avrai una donna, una famiglia e una società istruita ». 

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