20.10.07

intervista a giusi durso

IL 26  ottobre  verrà presentato  alle 15.00  nella  Sala Byron al  BookFestival  di  Pisa  Il bene tolto, 96 pp. 10 euro Edizioni Progetto Cultura 2003  della nostra compagnadistrada   Giusi Durso ( www.giusidurso.com/ )

Un libro che parla della violenza sulle donne. Una
storia fatta di ricordi e suggestioni. Le parole corrono sul filo della reminiscenza e s’intrecciano al presente, per ricomporre un complicato rompicapo. Tessera dopo tessera, sensazione dopo sensazione. Tutto scivola veloce verso i nodi della memoria, sciolti inaspettatamente nel languore di un pomeriggio della vita, lungo una notte intera.Per ordinarlo clicca qui NON CI SONO SPESE DI SPEDIZIONE!






L'ho intervistata per  voi

 1) Come mai hai deciso di mettere queste tue riflessioni su carta con il rischio (visto che tu non mi sembri un tipo da Maurizio Costanzo Show e Invasioni Barbariche) di non venire ripubblicata se non hai successo, o trascurata se non passi per i canali ufficiali dalle grandi case editrici , anziché rimanere nella rete, dove a distanza di anni rimane il ricordo?
Ho sempre amato i libri, più di ogni altro mezzo di comunicazione. Per cui, avendo una passione profonda per la scrittura, scrivere e pubblicare un libro ha sempre avuto il significato di obiettivo, sogno, desiderio … chiamalo come vuoi ! Questo va al di là della paura di essere dimenticati… e comunque non esclude la possibilità di rimanere a scrivere nella rete. Un blogger rimane tale anche se pubblica un libro, o no ?

2) Per parafrasare un famoso libro, reso ancora più celebre dal film, il cui titolo è diventato, sia in forma abbreviata che non, una frase molto in voga (sms compresi) che tende [sic] a diventare norma linguistica, cioè a essere registrata nei vocabolari, ti senti con la pubblicazione della tua opera tre meri sopra il cielo ?
Mi sento molto felice e allo stesso tempo un po’ spaventata dalla nuova esperienza. Spero di godermi il momento e di esserne all’altezza. Tre metri sopra il cielo? Sono abituata a stare con i piedi ben piantati per terra. Diciamo che sto cercando di vivere questo momento con la giusta dose di entusiasmo, non perdendo mai di vista i problemi degli autori esordienti, piccoli, sconosciuti.

3) Fra le storie di cui parli nel libro c'è qualcosa ce n'è qualcuna che hai vissuto direttamente e in prima persona ?
Il libro non è strettamente autobiografico, ma contiene molti ricordi, molte storie che in un modo o nell’altro mi appartengono. Alcune sono storie che ho ascoltato, altre che ho vissuto.

4) E’ solo da tuo padre che hai ereditato la tua passione per le parole (una passione ereditata da mio padre), come affermi tu in una recente intervista , oppure ti ha trasmesso qualcosa anche tua madre?
Da mia madre ho ereditato la razionalità e la tenacia. E’ sempre stata una donna forte e determinata, una madre presente e affettuosa. In questo momento, a dispetto della sua razionalità, è “in brodo di giuggiole” !!!

4) Come mai la scelta di tale tematica ?
La scelta dell’argomento ha un’origine lontana. Ho trascorso la mia infanzia in un piccolo paese della provincia siciliana, dove la differenza tra uomo e donna era, e forse lo è ancora, molto marcata e sottolineata da comportamenti stereotipati che hanno radici culturali, storiche e sociali molto profonde. La mia idea iniziale era quella di parlare delle piccole, grandi violenze psicologiche che spesso un donna subisce durante la sua vita e di come esse possono influenzare le scelte indivuduali. Poi, scrivendo, ho capito che volevo parlare anche della violenza per eccellenza! (scusa l’involontaria assonanza!). Il mio libro non indica soluzioni al problema, né ha la pretesa di mostrare un affresco storico-sociale. Vuole solo rappresentare uno spunto di riflessione nei confronti di un argomento che mi impensierisce, mi agita, mi lascia attonita e perplessa, come madre, come figlia, come donna.

5) Se fossi un giudice e dovessi dare ad un imputato accusato di violenza sessuale su una donna oltre che la pena detentiva una sanzione sociale, quale tipo di sanzione sociale gli daresti ?
Forse dovresti chiedermi cosa cambierei se fossi un politico !

6) Visto la tua scelta di pubblicare per una piccola casa editrice desumo , che sei d'accordo con l'associazione culturale  www.consequenze.org
Mi spiace, non conosco l’associazione di cui parli. Mi documenterò.

7) Oltre alla cronaca quali sono state le tue fonti d'ispirazione ?
Non è stato difficile: basta osservare, immedesimarsi e ascoltare. Oltre alla violenza sessuale vera e propria, noi donne spessissimo siamo oggetto di “attenzioni” particolari, atteggiamenti fastidiosi, apprezzamenti più o meno pesanti… credo che anche questo significhi in un certo senso “violare”!

8) Cosa ne pensi di questa sentenza emessa qualche  giorno fa  in Germania : << Germania, violenta la sua ex sconto di pena perché è "sardo" E' polemica per la decisione di un giudice tedesco di concedere le attenuanti “etniche e culturali” a un uomo di Cagliari condannato per violenza sessuale. "Si deve tenere conto delle particolari impronte culturali ed etniche dell'imputato, che è un sardo". ? [ qui il  testo tradotto  della sentenza  in questione ]
Credo che le radici “etniche” e “culturali” di uno stupratore non possano, non debbano essere considerate un’attenuante. Lo stupro è un reato gravissimo contro la persona, sarebbe l’ora che tutti, anche i tedeschi, ne prendessero atto!
9 ) progetti per il futuro ?
Sto lavorando ad altri due romanzi… incrociate le dita per me!



Nessun commento:

Diario di bordo n 90 anno II . il diritto di essere brutti e piacersi lo stesso., se tutti hanno un costo nessuno ha un valore ., Giulia Lamarca: «Ogni disabilità ha un margine di indipendenza»

In questa tempi in cui la bellezza è imposta ed autoimposta ( vedere l'aumento d'interventi plastici spesso non necessari e il ricor...