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17.6.25

l'installazione rovinata a verona è arte o vandalismo ? secondo me entrambe

Di cosa stiamo parlando
Al museo Maffei di Verona   dei turisti    daneggiano  la  sedia di cristallo dell’artista Nicola Bolla sedendoci per   farsi un selfie  . Ma  vengono  ripresi  dale  telecamere  e  il video diventa  virale .   per    saperne    di più  https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2025/06/httpswww.html


 

 Dialogando con **** un  mio  amico  prof  universitario di  storia   dell'arte     sul  fatto    di  Verona  , mi  è  venuto da  fargli provocatoriamente    questa  domanda    : « Secondo   te  la a rottura   della    sedia  di Verona   è arte  o vandalismo ? » ecco la  sua eccelsa riposta  : « È una domanda provocatoria e importante, Giuseppe. La “Sedia di Van Gogh” dell’artista Nicola Bolla, esposta a Palazzo Maffei a Verona, è stata gravemente danneggiata da due turisti che si sono seduti sull’opera per scattarsi   selfie  \  una foto. L’opera, realizzata con centinaia di cristalli Swarovski, non era pensata per essere toccata, e tanto meno usata come oggetto funzionale.Il museo ha definito l’episodio un gesto “superficiale e irrispettoso”, sottolineando come l’arte debba essere vissuta ma soprattutto rispettata. In questo contesto, più che arte, si tratta di vandalismo inconsapevole, figlio di una cultura dell’apparenza che spesso sacrifica il rispetto in nome di un selfie virale.Ma proprio da questo gesto può nascere qualcosa: il museo ha scelto di non limitarsi alla denuncia, ma di trasformare l’accaduto in un’occasione di sensibilizzazione sul valore dell’arte e sulla responsabilità del pubblico. » Stavo  , colpito ed  affondato, per  cambiare  discorso  . Ma  ecco che  interviene   un  amica   comune     che   aveva  ascoltato la  nostra  conversazione   in silezio     ,  mi  chiede  :   Quindi  tu come la vedi?  se  d'ccordo con ****  ?  È solo maleducazione o un sintomo più profondo del nostro rapporto con la bellezza e la memoria? » secondo   me   è  scarsa conoscenza  dell'arte   moderna .Osservando  la  loro espressione  ,   soprattutto lui , nel  rispondere : «Verissimo, Giuseppe. La scarsa conoscenza dell’arte moderna spesso porta a fraintendimenti, superficialità o persino gesti irrispettosi—come quello accaduto con la “Sedia” a Verona. L’arte contemporanea, con il suo linguaggio spesso simbolico, concettuale o provocatorio, richiede un diverso tipo di sguardo: meno estetico, più interpretativo.Ma questo non è necessariamente un fallimento dell’arte… forse è anche una sua forza: costringe a porsi domande, a mettersi in discussione. Quando un’opera viene fraintesa o usata impropriamente, ci mostra quanto ci sia ancora da fare in termini di educazione visiva e culturale. E ogni occasione può diventare un seme piantato per far crescere consapevolezza.Se ti va, posso consigliarti artisti, opere o movimenti che hanno segnato il nostro tempo e che spesso sono stati fraintesi… oppure possiamo esplorare perché l’arte oggi non vuole più solo essere ammirata, ma vissuta. Dimmi tu. 🎨🧠✨» leggo  un  aria  di  condivisione  .   Infatti   avrei tanto  voluto    continuare   la  discussione   ma     sono dovuto    andare    via    altrimenti     rischiavo   di perdere   il   torpedone 😁😇😂 ....  ehm ......  pulman per  rientrare  in paese  .

mentre   rientravo in pulman sfogliando   internet    leggo   su https://insideart.eu/   che  il museo    ha  oltre  ad     aver  diffuso  ilvideo della telecamera   vuoluto  lanciare  un messaggio in cui si sottolinea non solo come l’opera fosse da poco rientrata in esposizione dopo un lungo restauro, ma anche come l’occasione debba rappresentare un invito a una riflessione collettiva: “Condividiamo questo episodio non solo per dovere di cronaca, ma per dare avvio a una vera campagna di sensibilizzazione sul valore dell’arte e sul rispetto che le è dovuto”. Speriamo    che   ciò  possa  essere  Un occasione di sensibilizzazione visto   che Questo episodio è solo uno dei tanti sintomi di un’estetizzazione sempre più mediatica dell’esperienza artistica. Ci si chiede allora quale spazio resti oggi per il rispetto e la contemplazione silenziosa e intima dell’arte. Un gesto come quello avvenuto a Verona va ben oltre l’atto maldestro: è il riflesso di un sistema culturale che premia l’apparenza, che naviga fra le ambizioni sociali delle persone. «Abbiamo deciso di non limitarci a una semplice denuncia dell’accaduto. Vogliamo trasformare questo episodio in un’occasione per riflettere e sensibilizzare il pubblico: l’arte va ammirata, vissuta, ma soprattutto rispettata. Sempre», ha dichiarato il museo. Un richiamo necessario, oggi più che mai, in un mondo in cui guardare davvero, prendersi il tempo di riflessione, sembra meno urgente e naturale che mostrarsi mentre lo si fa.»  , Sono d'accordo l'arte  va  anche  vissuta   e la  gente  deve  anche  interagire  con le  opere   altrimenti  un  opera  d'arte    diventa  qualcosa di  statico  .  Infatti    concordo pienamente  con quanto  a dichiarato l'autore   dell'installazione   (  foto a  destra  )     sul  corriere  della  sera      qualche   giorno  fa   sul corriere della sera

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 E l'artista che ne dice?   «Eh, non è la prima volta che mi succede, è come i miei lavori stimolassero la fantasia di chi li avvicina…».

Fantasia forse un po’ troppo accesa.
«Rivedendo la scena nel video mi sono divertito. Quando la direttrice del museo veronese mi ha contattato non mi sono affatto arrabbiato. Forte delle esperienze precedenti, ho solo pensato ‘rieccoci’».

La sedia ha fatto venire in mente a tutti la moglie del personaggio di Alberto Sordi alla Biennale nell’episodio «Le vacanze intelligenti»…
«In effetti sì, la memoria corre a quella famosa sequenza comica. Anche se in questo caso, piena di brillanti com'era, non poteva essere scambiata per una sedia comune come nel film. Tra l’altro, che strano selfie pretendeva di fare il turista: sedendosi, l'opera scompare alla vista!».

Diceva di altre opere distrutte.
«Anni fa, su un set, un mio teschio con gli swarovski venne chiuso in un armadio e un attore entrandovi per girare una scena lo schiacciò inavvertitamente: ho deciso di non ripararlo, di tenerlo così, perché nelle mie opere ragiono sulla vanitas e quindi anche un teschio, simbolo classico del memento mori, se distrutto può assumere un significato altrettanto valido. Poi clamoroso fu il water a Pechino».

Il water?
«Sempre decorato da castoni, ma per un bimbo che visitava la mostra con i genitori non fece differenza: era un wc e decise di farci pipì». 

Realtà e finzione pari sono.
«Che dire, sono un artista di opere fruibili (ride). Anche ai Giardini Reali di Torino una mia altalena venne usata in malo modo da due passanti nonostante fosse posta a una certa altezza».

Gli artisti piemontesi sembrano attirare gli ‘sprovveduti’. Ricorderà la Venere degli stracci di Pistoletto andata in fiamme due anni fa in piazza a Napoli.
«Certo, beh strana coincidenza…in realtà sono tanti gli artisti che fanno i conti con il danneggiamento delle opere. Le mie installazioni hanno sempre ispirato l’interattività, in fondo il mio lavoro sollecita un ammiccamento tra chi produce l'opera e chi ne fruisce perché vi si riflette l'ironia e l'evanescenza del mondo contemporaneo; quei manufatti ironici vengono scambiati per oggetti ‘seri’».

Ora l’opera è a posto?
«Sì, velocemente restaurata. Devo però ammettere che anche rotta aveva il suo perché. Poteva sembrare una sedia dalle gambe pieghevoli come nei film di Buster Keaton. Per un attimo ha acquisito una sfumatura surreale, sempre sulla linea vanitas-ironia».

Nelle prossime mostre bisognerà apporre un cartello ‘attenzione non sedersi’?
«Magari un avviso fatto di cristalli: la proibizione e la fruizione».

   ciò  testimonia  come , a  volte  ,    sulle  spiagge ( in questo caso  )  possano nascere  non solo riflessioni  interiori  (  vere  il  post  : « riflessioni e letture sotto l'ombrellone »   , ma  anche  interessanti discussioni   .



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