Deux Arabeques L66 n 1 andamento con moto - Claude Debussy
La mamma dell'assassino ieri ha dato una lezione di dignità.Una madre , quella del femminicida di Cinzia Pinna,coraggiosa o ( cosa a cui non credo avendo visto i video dell'unione sarda vedi sotto ) come diranno le male lingue , opportunista interviene solo per tutelare la'attività del figlio .
Coraggiosa comunque , dicevo , perchè di solito certe madri sminuisono la gravità dei fatti che vedono coinvolti i loro figli o com'e succeso recente gli aiutan ad occultare prove dei loro crimini .Chissà cosa ha subito in questi anni passati per essere arrivata al punto di sfogarsi in pubblico. Speriamo le stiano vicino❤️ Mi ha molto emozionato😢una grande donna coraggiosa e provata dal suo grande dolore ❤️Infatti concordo con L'Eco di Barbagia (@l_eco_di_barbagia) di
@giorgio.ignazio.onano
Ho ascoltato le parole di Nicolina Giagheddu, la madre di Emanuele Ragnedda, reo confesso dell’omicidio di Cinzia Pinna.
La signora Nicolina, ha dato a tutti una grande lezione di vita, presentandosi durante il soppraluogo dei Carabinieri nella villa di #Palau dove è avvenuto l’omicidio.Alle telecamere, le parole lapidarie: “Mio figlio? Non andrò mai a trovarlo in carcere. Si merita l’inferno! Non si possono perdonare certe cose”.E nel confermare una vita del figlio “al di sopra delle righe” la donna si è detta pentita di aver affidato a Ragnedda la tenuta di Conca Entosa, credendo nel suo progetto imprenditoriale.Ma signora Nicolina, la vera lezione di vita l’ha data con le parole: “In questo momento devo essere forte per tutte le donne. Ho sempre dato libero arbitrio a mio figlio, ma ciò non significa che sia autorizzato a uccidere”.E nel rivolgere un pensiero alla famiglia di Cinzia Pinna ha poi rilanciato: “Non ho parole. Piango prima per loro e poi per ciò che ha fatto mio figlio”.Alla signora Giagheddu giunga il nostro abbraccio. Le siamo vicini, perché è colpita doppiamente da questa tragedia che tocca il cuore di tutti i sardi.
La madre di Ragnedda: «Deve pagare, merita l’inferno: piango per la famiglia di Cinzia Pinna prima che per lui»Le durissime parole di Nicolina Giagheddu durante il sopralluogo degli inquirenti nella tenuta di Conca Entosa
«Deve pagare. Sono io la prima a fargliela pagare». Per la famiglia di Cinzia Pinna «non ho parole. Sto piangendo prima per loro e dopo per mio figlio». E ancora: «Non si perdonano certe cose, non si possono perdonare».
Sono dichiarazioni durissime quelle di Nicolina Giagheddu, madre di Emanuele Ragnedda, il quarantunenne che ha confessato l’omicidio della trentatreenne di Castelsardo.La donna, con la voce rotta quando parla della vittima e sicura quando si riferisce al figlio, ha parlato davanti alla tenuta di Conca Entosa, dove la notte tra l’11 e il 12 settembre l’imprenditore ha esploso alcuni colpi di pistola contro Cinzia Pinna, per poi nascondere il corpo vicino a un albero, nel terreno recintato. «Una volta un bambino autistico che è venuto qui mi ha chiesto se questo fosse il paradiso. Io gli ho risposto: “Tu credi sia il paradiso?”. Lui mi ha risposto “sì”. Beh, mio figlio lo ha trasformato in un inferno. Allora si merita l’inferno», ha detto ancora la donna. «Conca Entosa è un pezzo del mio cuore». Quella terra che le era stata lasciata dal padre e che lei aveva trasferito al figlio, per permettergli di avviare la sua impresa vitivinicola: «Ho creduto nel suo progetto e gliel’ho affidata, in questo ho sbagliato. Non mi sento in colpa. Io a mio figlio ho sempre detto “libero arbitrio”, ma non significa che puoi togliere una vita, uccidere una ragazza, un’anima».
l'unione on li fas incorporare quind ecco vi i link su cui cliccare
non so che altro aggiungere quindi concludo qui il post d'oggi con piena solidarietà alla madre coraggiossima . E a quelli che dicono o scrivono che resta il fatto che comunque lei ha ancora un figlio vivo al contrario dei poveri genitori di Cinzia. Che si è vero. ma chiedo loro : <<
cos'altro ti serve da queste vite ora che il cielo al centro le ha colpiteora che il cielo ai bordi le ha scolpite. >> praticamente cosa si vuole di più da una madre che già porta su di se un grosso fardello come questo .

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