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11.8.24

Cosa è successo al corpo di Tamberi: il fisico e la magrezza spinti al limite

La  vicenda  Tamberi       un  post  particolare      della  mia  rassegna  stampa     "sconfinata"     per  smentire    i nostri  teocon che   dicono  che le olimpiadi   di parigi  2024   o olimpiadi  macron , nell'ultimo  n della  rubrica diario di bordo      saranno ricordate  solo  per le polemiche  Lgbt    della cerimonia  d'apertura  , l'inquinamento della senna , la  disorganizzazione  del villaggio olimpico  ,   ecc



 dall'ultima  newletters  di  Ermes - Ultime glorie  del sito  https://www.ultimouomo.com




Chi ha vinto, chi ha perso

La finale di salto in alto entrerà nella storia, su questo possono essere d’accordo tutti quelli che l’hanno vista. La gara non è durata il tempo della pedana, ma si è aperta la mattina, quando il favorito numero uno per la vittoria ha scritto su Instagram di essersi svegliato alle 5 di mattina con un’altra colica renale. Poi l’aggiornamento della moglie, la foto di Gianmarco Tamberi con una flebo nel braccio. Quindi di nuovo l’azzurro, altra foto della flebo scattata dalla barella: “Sono appena stato portato in pronto soccorso in ambulanza dopo aver vomitato due volte sangue”. Alla fine l’ufficialità: “I will be there”.
Speravamo  in un miracolo, ma le sue condizioni non gli hanno lasciato scampo. Su sei salti l’unico andato a segno è stato il terzo tentativo a 2,22, con le spalle al muro: lo ha passato con un margine enorme. È stato un momento in cui il retropensiero che potesse farcela ha toccato molti, forse anche lui. Alla misura successiva l’epilogo, con l’undicesimo posto. Tamberi è andato fino alle tribune, in lacrime, a stringere in un abbraccio collettivo gli amici sugli spalti: erano anche a Rio, avevano preso i biglietti per venirlo a vedere e guardarono la finale con lui ingessato in tribuna. A Tokyo si gareggiava senza pubblico. Tamberi passerà alla storia per il suo essere un personaggio unico nel suo genere e il modo di fare sopra le righe, oltre che per le numerose vittorie. Ma è stato soprattutto un atleta che al suo sport ha sacrificato tantissimo, con l’ossessione di raggiungere i risultati che si era prefissato. Molte volte ce l’ha fatta. Stavolta l’asticella che si era fissato, vincere i Giochi e ritirarsi, è caduta. Vedremo se chiederà un nuovo tentativo al suo fisico o se si accontenterà del risultato che ha già raggiunto.
La finale ha continuato a regalare emozioni, anche azzurre. Stefano Sottile ha passato al primo tentativo i 2,27 che hanno condannato Tamberi. A 2,31 un errore, poi il passaggio pulito alla seconda prova. E a 2,34 ha segnato il nuovo primato personale. In quel momento era secondo alle spalle del qatarino Mutaz Barshim. Terzo il neozelandese Hamish Kerr, salvo al terzo tentativo a 2,31. Quarto l’americano Shelby McEwen, due errori a 2,34 prima di farcela. Sembrava che Sottile avesse almeno una medaglia in tasca. A 2,36 i due inseguitori hanno superato l’asticella al primo tentativo, mentre Barshim e Sottile hanno cominciato a sbagliare. Per l’azzurro non c’è stato scampo. Barshim, dopo due errori, ha deciso di giocarsi il tutto per tutto a 2,38 e ha confermato di non essere quello degli anni migliori. La sua corsa è finita al terzo posto, il salto in alto ha cambiato padrone come ha sempre fatto da quando esistono le Olimpiadi: nessun uomo lo ha vinto  che  io ricordi  due volte. Stavolta chi ha lanciato quella maledizione si è impegnato a fondo per mantenerla.
A 2,36 però era finita anche la corsa di Kerr, che aveva pareggiato il personale, e di McEwen, che prima di ieri sera non era mai salito più in alto di 2,33. Hanno entrambi sbagliato tre volte a 2,38 e si sono trovati nella stessa situazione di Barshim e Tamberi tre anni fa: potevano accordarsi per l’oro. Loro hanno deciso di giocarsela. È partito uno spareggio, un evento rarissimo nell’alto: si scende di un centimetro alla volta e il primo che passa l’asticella con un errore dell’altro vince. L’ha spuntata, a 2,34, Kerr. Prima di uscire dallo stadio Tamberi ha fatto mezzo giro di campo per salutare i tifosi, mentre dagli altoparlanti risuonava I will survive.[...].  
Un finale   deludente   secondo molti  ma  non secondo  me perchè per  averci provato  i simili condizioni  è  già una vittoria     e sorprendente insieme .
Sottile    Non ha vinto la medaglia di bronzo per poco: il qatariota Mutaz Barshim è arrivato terzo con la stessa misura, ma aveva commesso meno errori di Sottile nei salti precedenti.  Ma  credo  che    ne sentiremo   ancora  parlare  di questo ragazzo    nelle   olimpiadi future  



come giustamente fa anche notare the social post del 11/08/2024 09:10 di Erica Varoni
 

Non sapremo mai con certezza se Gianmarco Tamberi è stato tradito dall’estremo rigore con cui ha sottoposto il suo corpo a sforzi inauditi negli ultimi mesi, quelli segnati da blackout che «andavano e venivano», alternando momenti di buio totale a euforiche esibizioni come agli Europei di Roma, dove ha realizzato una delle migliori serie di salti della sua carriera. O se, semplicemente, ieri, quando è entrato in pedana avvolto in una tuta nera simile a un saio, Tamberi ha pagato il prezzo di anni di sforzi e ferite che avrebbero abbattuto chiunque altro.
Non lo sapremo mai e non possiamo giudicare. I medici, dopo aver osservato il suo corpo scheletrico e i referti della sua pesatura, hanno considerato preoccupante il suo livello di massa grassa, ridotto al 3% (un dato tipico dei maratoneti africani), mentre gli psicologi sono rimasti colpiti dalla sua insistenza nel mostrare su Instagram il suo addome segnato dalle pieghe filiformi del grasso.
“Mi sto distruggendo per realizzare un sogno”
Ciò che un atleta spesso tiene per sé (“Mi sto distruggendo per realizzare un sogno. Non starò esagerando? Non rischio di farmi male?”), o confida solo al suo mental coach o al medico, Tamberi lo condivide con il mondo intero, nutrendosi dei like e dei commenti dei suoi follower come se fossero vitamine. È difficile credere che nessuno l’abbia avvertito dei rischi di un dimagrimento così estremo, che può farti volare alto (come a Roma), ma anche spezzarti le gambe, come è successo ieri.
Probabilmente, ha deciso di proseguire per la sua strada, proprio come fece il 15 luglio 2016 a Montecarlo, quando dopo aver battuto il record italiano con 2,39 metri, si ruppe un legamento, perdendo l’opportunità di partecipare alle Olimpiadi di Rio e rischiando la carriera. Nonostante tutto, Tamberi è sceso in pedana, superando l’asticella a 2,22 metri, un risultato straordinario per un uomo che non dorme da giorni, afflitto da calcoli renali e sotto l’effetto di antidolorifici.



Se esistesse un premio per la miglior prestazione tecnica di un atleta infortunato in questi Giochi, spetterebbe sicuramente a lui. Un giorno, se mai decidesse di liberarsi dai demoni dell’agonismo, Tamberi potrebbe raccontare una storia straordinaria fatta di motivazioni, angosce e dolori, rivelando l’animo di uno dei più grandi atleti di sempre.

 che ha     saput  sfidare  i limiti  umani   infischiandosene     di quanto  dicono   molti ad esempio    quest  articolo :<<   Il record di Duplantis e la scienza che frena: a tutto c'è un limite  >>  di  avvenire.it