21.6.08

La vittoria della Pace


E' estate.Lasciatemi dunque esagerare,e ribaltare lo sconsolato motto di Erasmo.      
Ma se non ci crediamo noi, alla vittoria,come possiamo convincere anche  gli altri ?
Abbiamo qualche motivo di speranza.







Ecco il primo:




"Il Sindaco di Bresso Fortunato Zinni [al centro ] dichiara il suo dissenso al pericoloso e scellerato progetto militare che l'amministrazione Bush sta cercando di imporre all'Europa senza consultare i cittadini". A questo link si trova il messaggio di adesione del primo cittadino bressese.


Ricordo che sul sito www.nonviolenza.net si può ancora firmare per la petizione online, che ha raccolto più di 122000 firme e l'adesione di molti personaggi della politica, della scienza, della cultura e dello spettacolo. E domani, sciopero mondiale della fame contro l'installazione dello scudo.


La seconda "news" (ma sì, concediamoci uno strappo anglofilo per una volta) è, in certo senso, conseguente alla prima, anche logica: il Tar di Vicenza ha bloccato i lavori per l'ampliamento della base Usa. Oltre alle irregolarità procedurali nelle gare d'appalto, il giudice veneto ha sottolineato che, riguardo al progetto, mancava un elemento essenziale, ovvio, banale: il consenso dei cittadini. Ciò che i movimenti per la pace vanno ripetendo da oltre un anno.



Non ci aveva pensato nessuno. E non mi riferisco tanto agli Usa, che della volontà popolare palesemente se ne sbattono. Alludo all'imbelle governo Prodi, che all'epoca non previde neppure quest'eventualità ma, nel patetico tentativo di dimostrare la sua sudditanza al permaloso e potentissimo "alleato", si affrettò a ratificare, con zelante servilismo, le decisioni del Capo d'Oltreoceano. Per uscire dalle pastoie dell'impopolarità, almeno qui in Italia,bastava indire un referendum. Ma, ripeto, non ci hanno pensato. Tutto vano, fra l'altro: Bush ha continuato a preferire Berlusconi fin quando, complici svariati fattori ( Mastella, Vaticano, rifondaroli e soci  affondati...),quest'ultimo è  tornato saldamente in sella.Insomma :  oltre al danno, la beffa.

Ma quanto è accaduto attesta che, malgrado il colossale sforzo intrapreso per imbavagliarci, i Golia nulla possono contro i Davide. Nulla possono, se noi non glielo permettiamo. Se non perdiamo la speranza e la consapevolezza del numero, dell'appartenenza, della dignità di ognuno.
Né si dimentichi che, a Vicenza, la protesta ha ottenuto successo anche grazie al convinto sostegno di molte associazioni cattoliche, e persino di numerosi vescovi. Non si tratta, insomma, dei soliti quattro foffi spinellati. Ed è forse un bene che Propaganda Fide metta in guardia sulla pericolosità del simbolo della pace, diabolico emblema di sincretismo, relativismo ecc. ecc. E' un bene perché è vero che i simboli sono linguaggio e, come tale, temibili per il potere. E, al tempo stesso, restano ciò che sono: colori, sorrisi, accenni. E' un bene perché dimenticano, o forse ignorano, la lezione di Capitini, don Milani, don Zeno, Giorgio La Pira e, tra i vivi, Alex Zanotelli [a lato, nella "sua" Korogocho] che da impenitente new age qual è non solo sfoggia uno scialle variopinto, ma una volta ha osato persino regalarmi una croce multicolore realizzata dai suoi amici africani! Troppo etno, troppo tribale. La vedesse il bianco signore d'Oltretevere, non mancherebbe di lanciare fulmini dalle sue diafane mani. Ma quelle, preferisce farsele baciare da quel perfetto modello di cristiano che è Silvio Berlusconi.



Ma quanto è accaduto attesta che, malgrado il colossale sforzo intrapreso per imbavagliarci, i Golia nulla possono contro i Davide. Nulla possono, se noi non glielo permettiamo. Se non perdiamo la speranza e la consapevolezza del numero, dell'appartenenza, della dignità di ognuno.




Né si dimentichi che, a Vicenza, la protesta ha ottenuto successo anche grazie al convinto sostegno di molte associazioni cattoliche, e persino di numerosi vescovi. Non si tratta, insomma, dei soliti quattro foffi spinellati. Ed è forse un bene che Propaganda Fide metta in guardia sulla pericolosità del simbolo della pace, diabolico emblema di sincretismo, relativismo ecc. ecc. E' un bene perché è vero che i simboli sono linguaggio e, come tale, temibili per il potere. E, al tempo stesso, restano ciò che sono: colori, sorrisi, accenni. Lasciamo che il Vaticano prosegua la sua crociata contro un pezzo di stoffa. Noi la ostentiamo con gioia, ben sapendo che dietro quel velo si cela l'avvenire di uomini e donne migliori.

Last but not least (aridaje...): l'ha decretato l'Onu, non i cittadini (anzi, le cittadine) che lo subivano da un pezzo: lo stupro diventa crimine di guerra. Non più un "reato minore", come orrendamente veniva considerato prima. Meglio tardi che mai. Ma niente ripagherà il dolore, l'umiliazione e  -                                           Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni, 1649.

non di rado - la morte di quelle donne e di quei bambini resi vittime senza valore del maschio bellicismo e delle sue virilissime guerre idolatre.

                                                                                                               






                                       Daniela Tuscano




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