Un clandestino in carrozza

Per due giorni sono rimasta chiusa in una villa a Formello. Mio figlio  si era dimenticato di lasciarmi le chiavi, e mi ha chiuso dentro. Al suo rientro mi ha detto: "L' ho fatto apposta, così ti decidi a prendere un telefonino", non fa nulla, io sto bene senza, anche se sono rimasta chiusa per due giorni,  senza contatti. Vediamo cosa può succedere in due giorni: ho preso il sole, mi sono girata intorno, ho cucinato, la tv non m'interessa, il pc era a Roma. La natura nel 'Parco di Veio' è molto bella,  gli uccellini, le lucciole e le cicale, mi hanno fatto un bel concerto sotto le stelle. Vi chiederete: ma a noi del blog cosa c'interessa se la Principessa orchidea Cegliese è rimasta chiusà in un castello?
Vengo a raccontarvi il seguito. Al rientro alla capitale nella la mia carrozza (premessa, quando guido non bevo mai), inizio a sentire una vocina, credo nella mia testa, che diceva: -"finalmente! sono due giorni che aspetto, dove eri finita?"Mi  domando, forse è il sole che ho preso? la corrozza silenziosa, con le luci illumina i bordi della stada, e ancora la vocina.
-Principessa, ma cosa ti è successo?
Pensavo che stavo impazzendo, anche se spesso  parlo con gli alberi antichi di Ceglie, e con le bellissime orchidee, ma nella carrozza non mi era mai capitato.
-Principessa, ti devo ringraziare per le belle cose che insieme a te ho potuto vedere, fontane, ville, boschi, montagne. Anzi, questa notte, quando tu non arrivavi, ho curiosato intorno alla carrozza, fino al torrente, c'era una bellissima ragazza con le vesti ricamate con fili d'oro, parlava con l'acqua,  diceva di essere una fanciulla Etrusca, che aspettava ancora il suo uomo che era partito per una battaglia e non era più tornato, piangeva tanto, tu sai chi sono?
-Qui siamo nel parco di Veio, è una zona dove nei tempi antichi viveva un grande popolo, gli 'Etruschi'. Poi mi riprendo,  mi comincio a spaventare, ma con chi sto a parlare?
Ancora sulla strada, poi fermo la carrozza, mi tocco la fronte, pensando di stare male, resto ancora un po' di tempo dentro la carrozza, poi di nuovo la vocina. Appoggio la schiena al sedile, mi guardo intorno, nessuno, solo tanto profumo nella carrozza, di frutta fresca raccolta nei campi.
-Perdonami Principessa, non volevo spaventarti, e dovevo chiederti il permesso  prima di fare il clandestino, sono due mesi che mi scarrozzi gratis, per questo ti ringrazio, però devo chiederti ancora un favore?
-Dimmi? anche se non ti vedo, e sento solo la tua voce.
-Se mi puoi portare alla mia  Ceglie?
-Cosa?
-Si, al trullo fatato.
Mi tocco di nuovo la fronte, e continuo a non capire.
-Mi mancano tanto, le pietre fresche del tuo trullo, i miei amici, la bellissima terra rossa.
Mi abbandono sul sedile, mi  rilasso, pensando di stare veramente male, poi mi sento accarezzare le ginocchia, penso, oddio sto morendo, mi blocco, cosa succede? con la mano tocco il ginocchio, e un piccolo animaletto, sale sul dorso della mia  mano, fino all' avambraccio, un piccolo bellissimo Geco.
Scusatemi, se ho modificato la realtà, ma il Geco, nella mia carrozza,  c'è veramente, a me sembra quello di Ceglie, che la notte gira indisturbato dentro il mio trullo.




Franca Bassi

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