soprattutto per : i piccoli editori indipendenti che non hanno partiti e finanziamenti pubblici diretti o indiretti dallo stato e dai partiti ed si finanziano con abbonamenti o donazioni ., per la gli stampatori , distributori ed rivendite dei giornali cartacei . Ma qui usano solo repressione anzichè correggere gli errori di gestione : 1) allegati inutili ., 2) troppe edizioni locali diverse da zona a zona all'interno di una stessa regione , esempio la nuova sardegna , 3) invio poche copie di mensili o settimanali ., 4) obbligo di comprare il quotidiano o altra rivista con inserto o allegato che inducono la gente a scaricare o a mettere online per tutti i giornali non solo i quotidiani cosa fanno organizzano la repressione ed la censura
da https://www.macitynet.it/
Telegram mezzo di diffusione illegale dei quotidiani: chiesto il blocco in Italia
C’è un’altra epidemia che si sta diffondendo parallelamente al coronavirus: quella dell’illegalità. Un abuso che attacca la libertà di informazione danneggiando un’intera industria, l’editoria, che viene perpetrato tramite i canali di Telegram.
Da quando è cominciato l’isolamento forzato, attraverso l’app di messaggistica oltre un milione di italiani, politici di primo livello inclusi, leggerebbero quotidianamente i giornali diffusi illegalmente sulla piattaforma. Un numero che secondo quanto denuncia la Federazione italiana editori giornali (Fieg) sarebbe raddoppiato proprio nelle ultime settimane, molto probabilmente a fronte del fatto che l’attuale stato di crisi ha incentivato la necessità di informarsi.
Lo conferma Repubblica nell’articolo apparso nell’edizione di mercoledì 15 aprile, riportando alla luce un’inchiesta che nei mesi scorsi denunciava proprio il fatto che mezzo milione di italiani da anni scarica e legge ogni giorno la versione PDF dei quotidiani diffusi tramite WhatsApp e Telegram.
La denuncia della Fieg all’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) è accompagnata dalla richiesta di chiusura di tali canali o se necessario anche quella temporanea dell’intera piattaforma di Telegram con lo scopo di mettere fine ad una pratica che ormai è letteralmente sfuggita dal controllo dello Stato.
E’ però difficile che si possa effettivamente fare qualcosa di concreto visto che già da anni vengono inoltrate segnalazioni di questo tipo alle società che gestiscono appunto Telegram e WhatsApp e ad oggi nessuna di queste è riuscita a smuovere le acque.
Anche se si potrebbe pensare che una diffusione maggiore possa ampliare la visibilità dell’offerta pubblicitaria con le pagine virtuali questa è difficilmente quantificabile mentre lo è quello dei mancati incassi da parte di editori ed edicolanti.
A pagarne le spese come dicevamo è un intero settore, in crisi già da anni a causa dell’evoluzione tecnologica che ha quasi soffocato la vendita dei quotidiani su carta sull’intero territorio: si stima che la lettura illegale dei quotidiani tramite Telegram e WhatsApp, aumentata esponenzialmente nell’ultimo periodo, causi una perdita di oltre 250 milioni di euro l’anno: troppi per lasciare che questa notizia passi in sordina ancora una volta.
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2020/04/ma-larticolo-21-della-costituzione.html
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