il documentario porno e libertà racconta il viaggio dalla trasgressione e libertà al conformismo e alla mercificazione della pornografia

Durante il periodo lock down coprifuoco per codiv 19 \ coronavirus avevo letto e riletto dei saggi sulle conquiste degli anni 60\80 in particolare quelle sula sfera sessuale , ed alcune di queste facevano riferimento al documentario porno e libertà . Non riuscendolo a trovare free in rete o a noleggio in un negozio di cd e dvd , l'ho noleggiato con youtube . Esso è Il racconto di una generazione di attori e cineasti. ma non solo , che ha deciso di sfidare la cultura religiosa e puritana attraverso la realizzazione di film pornografici, intesi come strumento di liberazione sessuale .
Un documentario , interessantissimo e senza peli sulla lingua  sopratutto affronta l'argomento senza tabù e giudizi preconcettuali .
Infatti  secondo la   voce  https://it.wikipedia.org/

“Per liberare la sessualità bisognava portarla al suo culmine. Come pornografia”. Era l’Italia degli anni Settanta, del moralismo cattolico e del comunismo che si ammantava di puritanesimo. “Nei confronti del sesso c’era ( ed  ancora  c'è anche  se  non più come  prima    ma  c'è   corsivo mio    )   un clima da Inquisizione spagnola, si veniva arrestati solo perché in possesso di riviste pornografiche. Fu allora che decisi di fare la mia rivoluzione”. A parlare è Lasse Braun “inventore” del cinema a luci rosse e re della “Sex Revolution” che nel 1969 contribuì a far abolire il reato di “oltraggio al pudore” in Danimarca, aprendo la strada al resto d’Europa. Scomparso nel 2015, è uno dei protagonisti di “Porn to be free- Porno e libertà ” di Carmine Amoroso, il documentario sulla controcultura pornografica degli anni Settanta, presentato in anteprima al Biografilm Festival di Bologna, in sala dal 24 giugno. "Il porno l'ho inventato io, questa è la verità" rivendica nel film colui che nel 1974 fu il primo a sbarcare a Cannes con un hard, “French Blue”. “Volevo far deflagrare la pornografia nel tempio del cinema”.Da Ilona Staller (in arte Cicciolina) al “Che Guevara del porno” Riccardo Schicchi, dalla “porno femminista” Giuliana Gamba a Helena Valena, un’allegra banda di rivoltosi ironici e dissacranti combatté negli anni Sessanta  \ Settanta una battaglia contro censura e tabù, pronti a farsi arrestare guidati da un sogno: lo "stato di felicità permanente" si raggiunge attraverso la liberazione del piacere. Così il porno si fece gesto politico, militanza contro sensi di colpa e perbenismo che soffocavano il sesso e l’amore. “Nudi sì, ma contro la Dc” gridava nel 1976 al Parco Lambro di Milano una folla di ragazzi e ragazze completamente svestiti contro i formalismi e in nome dell’utopia, mentre la pornografia diventa buona per l’arte, bucando l’immaginario collettivo, riscattando qualunque volgarità: le sale cinematografiche tradizionali chiudevano lasciando il posto al cinema porno (si arrivò a produrre 200 film in un solo anno), nel fumetto arrivarono Vincenzo Sparagna e l’ardimentosa rivista Frigidaire, che in copertina accostava con naturalezza Ilona Staller a Norberto Bobbio, in Francia faceva capolino Charlie Hebdo e a Bologna Andrea Pazienza. Un’onda d’urto che si infranse anche in Parlamento: sostenuta dai radicali con Marco Pannella (che nel film ne racconta la candidatura) Cicciolina fu la prima attrice porno a entrare a Montecitorio dal 1987 al 1992, eletta nelle file del Partito dell’Amore, fondato da quell’uomo “a metà tra l’avventuriero, l’intellettuale e il businessman” che era l’eclettico Schicchi, dirà nel documentario Giampiero Mughini.
Erano quelli i tempi dell’ “Ultimo Tango a Parigi” censurato, “la libertà di pornografia come unico mezzo per vincere la pornografia dirà il regista Bernardo Bertolucci facendo appello al suo partito, il Pci, affinché non vincesse l’oscurantismo, e di “Porci Con Le Ali” di Marco Radice e Lidia Ravera, che in “Porn to be Free” ricorda come le attrici fossero chiamate a incarnare l’immaginario maschile. In questo mix che alterna spezzoni di film a interviste, materiali d’archivio a retroscena sul set, “mi premeva raccontare, in un’epoca di neopuritanesimo qual è la nostra, la storia incredibile e poco conosciuta di un gruppo di provocatori che negli anni settanta hanno condiviso con coraggio una visione della pornografia come espressione politica”, dice Amoroso. “La pornografia, oggi più che mai, va difesa dagli oscurantismi politici e religiosi”. Curioso che il film sia stato respinto da tutti i produttori italiani cui il regista si è rivolto e abbia dovuto far appello al crowdfunfing. "Siamo creature politiche e sessuali insieme" conclude Judith Malina, anima del Living Theatre, scomparsa nel 2015. "Ma a volte cerchiamo di separare le due cose, stupidamente".

 Ma sopratutto affronta l'argomento senza tabù e giudizi preconcettuali . Infatti  esso  è Un ulteriore viaggio , che completa ed approfondisce questo questo saggio interessantissimo 


Pornocultura : viaggio in fondo alla carne
Mimesis, 2016 - 142 pagine
Copertina anterioreSelfie maliziosi, Youporn, Grindr, sexting, online dating, scenari politici traboccanti di umori e allusioni sexy, performance oscene e dedali a luci rosse, estetiche morbose a ornamento delle comunicazioni più disparate, live cam, gay-for-pay, gif porno, dickpic, stanze private, dark room, pornhorror, feticismo gotico e barocco, love doli, fucking machine, realcore, lingerie erotica, jockstrap: dissoluto e fastoso, crudo e sovresposto, il porno brulica trionfante dalle maglie del web 2.0 agli scenari urbani, dagli schermi mediatici agli interstizi del quotidiano, invadendo le trame della vita pubblica, surriscaldando le connessioni elettroniche e impregnando di sesso la socialità contemporanea. Benvenuti nella pornocultura. Quali sono le origini, la genealogia e gli effetti di questa scena convulsa? Di quale condizione annuncia la venuta? Cosa sacrificano e battezzano i riti pagani, gli orgasmi multipli e gli scambi di questo teatro dell'osceno senza pareti? Quali nuove frontiere implica la rivelazione degli abissi fino a poco tempo fa inesplorati dai più? Investigando fino alle sue più estreme conseguenze il legame intimo tra l'erotismo e la morte qui in opera, il saggio intravede nell'irruzione della pornocultura, al di là del bene e del male, il declino del soggetto moderno e i primi vagiti di una nuova carne di cui è ormai urgente comprendere la forma, il senso e l'etica.

  da  me recensito   me  autori intervistati 

Un   Viaggio  iniziato    con   Fq -Millenium  ( inserto mensile de il fatto quotidiano  )  Luglio 2018


Un addentrarsi nel mondo del proibito al fianco di storici, sociologi, scrittori e pornostar.Praticamente   porno e libertà  è la  sintesi      di questi due  viaggi  . fa  capire  come  si  sia  passati  da   una pornografia hot   cioè   dove  c'era   ancora  la  distinzione fra erotismo  e  pornografia    alla pornografia  vera  e propria  ,  da  qualcosa  di liberatorio   d'apertura     che   si metteva  in  aperto contrasto  con  il controllo  sociale  diretto  e  indiretto del Vaticano   da  solo o tramite i  suoi , ipocriti  per  lo più  ,  referenti politici  -.  Un viaggio  da   ciò  che  prima  era      trasgressione ora   è solo merce    \  contentino   per la massa  e  non più liberazione  

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