come si celebra la squadra maschile ( Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Antonio “Tonino” Zugarelli) si ricordi anche la tennista Monica Giorgi che per protesta contro l'aphartaid fu espulsa dal FiT

 in  questi  giorni   dovrebbe uscire  il  documentario  Una squadra di Domenico Procacci  in  cui si  ricorda  la  vittoria   nel  1976  della  coppa  davis     della  nazionale maschile  di  tennis  .  certo  è un onore   perchè   Perché la vittoria di quella mitica insalatiera non è mai stata veramente e degnamente celebrata, ricordano a gran voce i campioni e protagonisti dell’impresa: Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Antonio “Tonino” Zugarelli, capitanati dall’inossidabile Nicola Pietrangeli. Avendo indossato   diurante  la partita  come  gesto doi protesta     contro il  regime  di
pinochet  una maglietta  rossa  la  vittoria non solo cade      nel   DIMENTICATOIO  quasi    totale  in quanto  perché percepita politicamente scorretta – il dibattito sull’opportunità che la squadra italiana di tennis andasse a casa dell’efferato dittatore di estrema destra a giocarsi la Davis era più acceso che mai – fu osteggiata dagli intellettuali dell’epoca, privata della diretta tv, “persino Modugno si mise in mezzo” ricorda il dream team, che invece partì – e vinse – nonostante il clima ostile. E non bastarono le magliette rosse omaggiate nel bel doc di Mimmo Calopresti del 2009, ma di cui a quel tempo “nessuno s’accorse” ricorda Panatta. E quindi   è giusto     che  Il mondo dello sport se l’è colpevolmente scordata, quello del cinema e della tv prova a risarcire.
Speriamo   che  si  faccia lo  stesso   ricordando  la  vicenda  ed il gesto politico a favore dei black della tennista Monica Giorgi nel Sudafrica razzista dei 70, un gesto che le costò la sospensione dalla Fit.


IN CAMPO COME NELLA VITA: STORIA DI MONICA GIORGI, LA TENNISTA RIBELLE CHE COMBATTEVA L'APARTHEID
Correva l’anno 1972 e a Johannesburg si disputava la Federation Cup.
Per la prima volta il governo Sudafricano concedeva la possibilità alle atlete di colore di partecipare ad una gara internazionale di tennis dentro i suoi confini. Questa scelta tuttavia non era affatto il preludio al miglioramento delle condizioni della popolazione nera, costretta a vivere
n un regime di violenta segregazione da cui sarebbe uscita solo molti anni dopo.
Nella delegazione italiana c’è Monica Giorgi, livornese classe 1946, che nel corso della sua carriera sarà per ben sei volte campionessa nazionale di doppio e parteciperà a quasi tutti i tornei del Grande Slam. Monica ha un’idea precisa sull’apartheid e sul razzismo. Li detesta. Così quando esce dagli spogliatoi dell’Ellis Park Stadium indossa una maglia in cui due coppie di piedi bianchi e neri sono sovrapposti, come a mimare un rapporto sessuale. Non solo, l’atleta italiana rivolge un saluto affettuoso agli spettatori di colore, rinchiusi in una piccola porzione di stadio più simile ad una prigione che ad una gradinata.
Il pubblico bianco non tarda a far sentire un lungo brusio di disapprovazione mentre quello nero resta ammutolito. La federazione Sudafricana invierà formale atto d’accusa a quella italiana, che al ritorno della Giorgi in patria decide di squalificarla per diverso tempo dalle gare internazionali.
Poco male per Monica, che prima e dopo questo gesto, resterà una tennista a dir poco controcorrente.
Fuori dalle righe tanto nell’estetica quanto nella costanza. Nel tennis di quegli anni in cui le ragazze portano sempre e solo la gonna, la Giorgi indossa irriverenti calzoncini. Fuori dal campo invece dei tradizionali party che i tennisti sono soliti benedire con la propria presenza, frequenta i circoli del movimento femminista di cui diventa un attivista instancabile.
È una che non sa stare in difesa Monica. Sempre all'attacco. Con la racchetta in mano diventa un simbolo di quel tennis che preferisce le giocate a rete e gli smash all’attendismo dei cosiddetti “pallettari”.
Con la penna invece si batte per i diritti delle donne e poi per quelli dei carcerati, fondando il collettivo “niente più sbarre”.
Sono prese di posizioni dure che le costano il biasimo e la scomunica di un ambiente, come quello del tennis di quegli anni, particolarmente classista. E soprattutto le costano un processo, con tanto di condanna in primo grado e assoluzione in appello, per un reato di sequestro che ovviamente non aveva mai commesso. È il prezzo che paga per frequentare circoli anarchici e ritrovi radicali, ma Monica lo paga senza problemi.
Con il tempo lascerà il professionismo ma mai la racchetta; né tantomeno abbandonerà i suoi ideali. Monica resterà per sempre “la ragazza con la racchetta in mano che sognava un mondo migliore.”

incuriosito ecco ulteriori news su di lei prese da wikipedia

Monica Giorgi

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Monica Giorgi
MGiorgi PMarzano.jpg
Monica Giorgi e Piero Marzano agli "Assoluti" del 1979
NazionalitàItalia Italia
Tennis Tennis pictogram.svg
Termine carriera1979
Carriera
Singolare1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti
Miglior ranking
Risultati nei tornei del Grande Slam
Australia Australian Open
Francia Roland Garros3T (19671969)
Regno Unito Wimbledon2T (1966)
Stati Uniti US Open
Doppio1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti
Miglior ranking
Risultati nei tornei del Grande Slam
Australia Australian Open
Francia Roland Garros2T (1966)
Regno Unito Wimbledon3T (1973)
Stati Uniti US Open
Doppio misto1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti
Risultati nei tornei del Grande Slam
Australia Australian Open
Francia Roland Garros
Regno Unito Wimbledon3T (1970)
Stati Uniti US Open
1 Dati relativi al circuito maggiore professionistico.
Statistiche aggiornate al definitivo

Monica Cerutti-Giorgi, nota anche semplicemente come Monica Giorgi (Livorno3 gennaio 1946), è un'ex tennistasaggista e insegnante italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carriera sportiva[modifica | modifica wikitesto]

Da junior ha vinto la Coppa Lambertenghi, a Milano (1960) [1].

Come singolarista, ha raggiunto il terzo turno al Roland Garros nel 1967 e nel 1969 e il secondo turno al torneo di Wimbledon nel 1966; in doppio ha raggiunto il secondo turno al Roland Garros, nel 1966, in coppia con Graziella Perna e il terzo turno a Wimbledon, nel 1973, in coppia con Daniela Marzano; mentre nel doppio misto ha raggiunto il terzo turno a Wimbledon, nel 1971, in coppia con Franco Bartoni[2].

Alle Universiadi di Tokyo, nel 1967, ha vinto due medaglie d'argento, nel doppio e nel doppio misto, in coppia, rispettivamente, con Alessandra Gobbò e Giordano Maioli.

È stata sei volte campionessa d'Italia nel doppio: nel 1964 e nel 1965, in coppia con Graziella Perna, nel 1968 con Roberta Beltrame, nel 1971 e nel 1979, con Anna-Maria Nasuelli e nel 1972, con Lucia Bassi. Ha vinto anche un titolo nel doppio misto, nel 1970, in coppia con Franco Bartoni.

Impegno politico e culturale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1972 per protesta contro l’Apartheid, Monica Giorgi si presentò in campo, a Johannesburg, in Sudafrica, indossando una provocatoria maglietta con due piedi bianchi e due neri sovrapposti come in un rapporto sessuale. Al ritorno, a seguito di un esposto della federazione sudafricana, fu squalificata per un certo periodo[3].

Dopo il ritiro, essendo laureata in filosofia, ha insegnato storia e filosofia nei licei[3]Femminista, atea e anarchica, ha costituito l’associazione “Niente più sbarre”, con la tematica delle condizioni dei detenuti in carcere[4].

Ha scritto un saggio sulla filosofa francese Simone Weil, intitolato La clown di Dio, edito da Zero in Condotta, nel 2013, e pubblicato in estratto anche da Rivista anarchica[4].

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 1970 Monica Giorgi ha partecipato alla trasmissione televisiva Rischiatutto, concorrendo per la vita e le opere di Franz Kafka[5].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

AnnoManifestazioneSedeEventoRisultatoNote
1967UniversiadiGiappone TokyoDoppio femminileArgento Argento[6]
Doppio mistoArgento Argento[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ALBO D’ORO, su tcmbonacossa.itURL consultato il 26 febbraio 2019.
  2. ^ Tennis Abstract: Monica Giorgi WTA Match Results, Splits, and Analysis, su tennisabstract.comURL consultato il 26 febbraio 2019.
  3. ^ Salta a:a b Campioni da non dimenticare – Monica Giorgi, su spaziotennis.comURL consultato il 26 febbraio 2019.
  4. ^ Salta a:a b MONICA GIORGI Tennis, studio e anarchia, su nazioneindiana.comURL consultato il 26 febbraio 2019.
  5. ^ La Stampa, 16 ottobre 1970
  6. ^ In coppia con Alessandra Gobbò
  7. ^ In coppia con Giordano Maioli

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Monica Cerutti-Giorgi, La clown di Dio, Zero in Condotta, Milano, 2013.
  • Monica Cerutti-Giorgi, Franca Cleis e Karin Stefanski (a cura di), Alla luce del presente. Relazioni, pratiche e mediazioni di donne, Archivi riuniti delle donne del Ticino, 2010.
  • Monica Cerutti-Giorgi, (a cura di), Marirì Martinengo, Wanda Tommasi, Vita Cosentini, et. al., Il simbolico delle donne. Percorsi fra storia, filosofia e traduzione, Balerna. Ulivo, 2006.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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