genitore delega lo zio per dare una lezione a figlio di 16 ani omosessuale e l'ottimoi discorso all'università di Padova di Emma Ruzzon

E' vero che ogni tanto , retaggio del mio passato e della mia educazione , da cui non mi sono liberato ancora completamente visto che ogni tanto mi scappano battute e battutacce (poi mi scuso o chiarisco meglio il mio pensiero e non rifaccio , facendo il possibile , tali battute) ma da li a fare quello che trovate racconto sotto ce ne passa .

Francesco (nome di fantasia) era uscito con le sue amiche legando un fazzoletto arcobaleno sullo zaino, a Cosenza. A 16 anni era il suo modo, coraggioso, per dire al mondo chi è, per raccontare la sua libertà di amare.
Solo che, lungo il tragitto, è stato fermato dallo zio, su “mandato” del padre. "Non vogliamo ricchioni nella nostra famiglia" esordisce. Prima ancora che il nipote possa rispondere, arriva il primo schiaffo. Che diventa un pugno. Che diventa un calcio. Che diventa una serie di calci, violentissimi. Poi, nel caso non bastasse, chiama tre uomini ad aiutarlo, che gli frantumano quattro costole e il setto nasale, oltre a una serie di lesioni. Infine lo carica in auto e arriva quella frase. Quella frase inenarrabile. "Ora muori in casa".
<<[...] Il ragazzo arriva in ospedale, partono le denunce alle forze dell'ordine. "Sta meglio, si riprenderà. Moralmente e psicolgicamente non oso immaginare come stia, non lo voglio immaginare", racconta Silvio Cilento, presidente di Arci Cosenza, che ha riportato la storia di omofobia familiare su Facebook. Una storia in cui, tra le quattro mura di casa, si consumerebbe altra violenza, perché il post su Facebook di Cilento inizia cosi: "Non voglio andare via da casa perché con mamma sto bene, è solo papà il violento. Mamma mi dice sempre: fatti forza e sii coraggioso".Non chiedetemi altro - aggiunge Cilento - per questioni di tutela è necessario assumere un atteggiamento di chiusura e di riservatezza. Ma condivido questo episodio solo per ricordarvi quanto è necessario e importante parlare di violenza di genere, di questioni Lgbt, di identità di genere e di orientamenti sessuali.>> ( da https://www.repubblica.it/cronaca/ del 19\5\2022 )



Ma chi parla di “famiglia tradizionale” ( ideologia \ tesi discutibile visti i mutamenti sociali avvenuti negli ultimi 60 \70 anni ) e lausa  per  discriminare     gli altri tiupi di famiglia   o  estremizza usando  espressioni   del genere     come   “famiglia di sangue” (sì, il suo), chi in Senato gli ha tolto anche la più elementare tutela cavillando e trovando ogni strattagemma  sul  filo del rasoio tra legalità  ed  illegalità .   anzichè rendersi le proprie responsabilità nel votare contro e poi si è applaudito da solo, beh, mi fa schifo quanto coloro che hanno commesso tale barbaro gesto .

In chiusura   di questo post ricevo fra le notifiche  di facebook    questa   di Lorenzo Tosa

Emma Ruzzon ha 22 anni  [  foto  sotto a  destra  ] , è rappresentante degli studenti dell’Università di Padova.
Oggi, in occasione degli 800 anni dell’Università, si è presentata davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, soprattutto, alla Presidente del Senato Casellati, e ha fatto un discorso davvero memorabile su diritti e libertà.
Nel suo passaggio più significativo, ha lanciato un atto d’accusa potente nei confronti di larga parte
di classe politica e, in particolare, di una destra indegna.
<<Mi domando come possa considerarsi libero un Paese in cui la libertà è garantita nella sua totalità per alcuni e centellinata per altri.
Un Paese in cui i senatori della Repubblica possono permettersi di applaudire pubblicamente l'affossamento di un disegno di legge che, pur in minima parte, mirava a tutelare la libertà di esistere di persone, cittadini, di uno Stato che continua a chiudere gli occhi davanti alla sue evidente transfobia, mentre conta il più alto tasso di omicidi di persone trans in Europa.
Ci viene insegnato che studiamo per lavorare e non per accrescere la nostra cultura, per poi ritrovarci in un mondo del lavoro che ci chiede di ringraziare per l’opportunità di essere sfruttati, perché “è così che si fa esperienza”, e in cui dobbiamo augurarci di non essere una delle tre morti sul lavoro al giorno.
"Mi domando come possa considerarsi libero un Paese in cui la libertà è garantita nella sua totalità per alcuni e centellinata per altri >>. Così Emma Ruzzon, rappresentante degli studenti dell'Università di Padova, durante la cerimonia per gli 800 anni dalla fondazione dell'Ateneo, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Un Paese, ha aggiunto Ruzzon, <<in cui i senatori della Repubblica possono permettersi di applaudire pubblicamente l'affossamento di un disegno di legge che, pur in minima parte, mirava a tutelare la libertà di esistere di persone, cittadini, di uno Stato che continua a chiudere gli occhi davanti alla sue evidente transfobia, mentre conta il più alto tasso di omicidi di persone trans in Europa". La rappresentante degli studenti si è poi rivolta alle istituzioni. "Non chiedete a noi di avere coraggio, abbiate voi il coraggio di guardare davvero al futuro, di chiederci come stiamo. Abbiate il coraggio di ascoltarci>>, ha concluso.

 
Ci viene insegnato che studiamo per lavorare e non per accrescere la nostra cultura, per poi ritrovarci in un mondo del lavoro che ci chiede di ringraziare per l’opportunità di essere sfruttati, perché “è così che si fa esperienza”, e in cui dobbiamo augurarci di non essere una delle tre morti sul lavoro al giorno.
Non c’è libertà per qualcuno se non c’è libertà per tutte e per tutti. Oggi più che mai per il popolo ucraino, ma anche per quello yemenita, quello palestinese, quello siriano e per tutti i popoli oppressi e subalterni”.


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