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3.8.24

Kimia Yousofi Jas L’atleta afghana che ha protestato contro i talebani alle Olimpiadi nella gara dei 100 metri ., Jas e Sara, la medaglia del secolo.e applausi a scena aperta per Lorenzo Musetti ., Spintoni, botte e insulti in campo e negli spogliatoi: rissa in Francia-Argentina., Olimpiadi, l’inglese Azu viene squalificato e perde il controllo con i giudici , dubbi sula 20 km di marcia: squalifica di massa e medaglia per Stano? ., Un atleta è diventato virale recensendo il cibo del villaggio olimpico su TikTok: ecco “The Muffin Man”

L’atleta afghana che ha protestato contro i talebani alle Olimpiadi
Dopo aver partecipato ai 100 metri nei "round preliminari", Kimia Yousofi ha mostrato un foglio con scritto: «Istruzione, sport, i nostri diritti»
Se davvero vogliamo parlare di dignità, forza, coraggio infinito, provate con Kimia Yousofi, 28 anni, una delle rarissime atlete afghane alle Olimpiadi, rifugiata politica in Australia da quando i Talebani

hanno preso il potere.È arrivata ultima ai preliminari dei 100 metri. Quando ha finito la sua gara, ha tirato fuori questo foglio con su scritto «Istruzione, sport, i nostri diritti».Un messaggio potentissimo, mostrato al mondo intero, contro i talebani che opprimono e discriminano le donne.
Poi Yousofi ha aggiunto:
“Ho un messaggio per le ragazze afghane. Non mollate. Non lasciate che siano altri a decidere per
voi. Cercate le vostre opportunità, e poi usatele”.
Ecco, se cercate dei modelli, di qualcosa per cui val la pena combattere, provate con Kimia Yousofi. Donna e atleta immensa

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Premetto che nonostante abbia giocato fin da bambino ad imitare i grandi temmisti ero una frana come pippo e come fantozzi o le partite di snopy dei penauts da non riuscire per problemi visivi a sapere quando è fuori e quando non . ma  le  imprese  del duo     Jasmine Paolini e Sara Errani   
e     quella  di  Lorenzo Mussetti che Comunque andrà a finire nella finalina ( la finale per il terzo e quarto posto ) , questa settimana Lorenzo - e gli ultimi quattro mesi - Lorenzo li ha giocati dal fenomeno che è sempre stato. E dalla Sconfitta in semifinale esce a testa altissima .
 Ci ha regalato un’altra settimana straordinaria e forse alla fine ha pagato anche la stanchezza, oltre ai meriti innegabili di Djokovic, in finale con merito. E che solo adesso sta mostrando con continuità da primi 5 al mondo. Lo stesso entusiasmo  per   la  finalissima   del  duo   Jasmine Paolini e Sara Errani   che    sarà una  medaglia storica   .  Vorrei proprio vedere dove sono finiti quelli che l'altro giorno hanno insultato la Paolini dicendo che era un bluff perché era stata sconfitta. Di sicuro adesso sono subito risaliti sul suo carro


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I quarti di finale Francia-Argentina di calcio non promettevano una grande dimostrazione di spirito olimpico, e infatti. Venerdì sera allo stadio di Bordeaux (peraltro gloriosa squadra che fu di Zidane e che è precipitata tra i dilettanti), alla fine della partita vinta dalla Francia per 1 a 0, è scoppiata una rissa tra giocatori, riserve, preparatori,tutti a spingersi e insultarsi davanti a un pubblico a sua volta molto teso, dopo 100 minuti (ben 10 minuti di recupero) di gioco nervoso.L’avventura dell’Argentina alle Olimpiadi è complicata perché, dopo i mondiali in Qatar, è nata una rivalità con la Francia che sta superando quelle tradizionali con il Brasile e l’Inghilterra per i sudamericani, o con la Germania e l’Italia per i francesi.
 Dopo la finale del 3-3, vinta poi ai rigori, il portiere Emiliano Martinez si esibì in gestaccie i tifosi argentini intonarono un coro razzista verso i giocatori francesi sconfitti.  Quel canto razzista contro i neri,che parla di francesi di passaporto ma africani di fatto, è stato ripreso dagli stessi giocatori argentini

durante i festeggiamenti di spogliatoio dopo la conquista della Copa America all’inizio di luglio, e Enzo Fernandez ha fatto l’errore di trasmetterlo in live dal telefonino. Ne è nato un caso internazionale, tra ambasciatori richiamati e le scuse presentate dalla sorella del presidente argentino Javier Milei. Ai Giochi di Parigi gli atleti argentini nelle gare individuali sono di solito risparmiati, ma negli sport di squadra le formazioni argentine sono state regolarmente fischiate, prima, durante e dopo le partite, anche durante l’inno nazionale, a partire dal primo match di calcio con il Marocco, a Saint Etienne, fino agli incontri di rugby a 7. Qualche giorno fa Enzo Fernandez, all’origine dello scandalo, ha chiesto solennemente scusa ai compagni di squadra francesi del Chelsea, ma a quanto pare non è bastato.Venerdì sera a Bordeaux, cinque minuti dopo l’inizio l’attaccante francese del Crystal Palace, Jean-Philippe Mateta, ha segnato di testa su un corner, e da quel momento è cominciata la forsennata rincorsa del pareggio da parte dell’Argentina, con il suo tipico calcio: tecnica, enorme agonismo, provocazioni. La Francia ha difeso il vantaggio, ha raddoppiato sul finire del match ma il gol è stato annullato dopo minuti di esitazioni davanti alla Var, e l’arbitro uzbeko Ilgiz Tantashev, apparso poco padrone della gara, ha concesso 10 minuti di recupero diventati poi quasi 12. Assalto degli argentini, traversa in contropiede dei francesi, poi Tantashev fischia finalmente la fine. Gioia dei Bleus, che non si privano della soddisfazione di andare a sfottere la panchina argentina dopo tutta una partita di provocazioni.Il centrocampista francese Enzo Millot si prende un cartellino rosso — «arbitro troppo severo, avrebbe dovuto capire la situazione»  — e scatena la rabbia del coach Thierry Henry: «Un rosso inutile, Millot avrebbe dovuto stare più attento, adesso non potrà giocare la semifinale contro l’Egitto»Ma intanto la rissa diventa più grande, i giocatori si spintonano a centrocampo, poi la lite continua nel tunnel verso gli spogliatoi. Dopo qualche minuto i giocatori francesi tornano sul terreno di gioco per prendersi gli applausi del pubblico, ma anche per andare davanti alla curva a infastidire un po’ i tifosi argentini, che rispondono facendo con le dita il gesto del tre (come i tre mondiali vinti, la Francia solo due).«Gli argentini hanno voluto rovinare la festa, ma così è ancora più bella», dice Mateta, autore del gol della vittoria. «Una vergogna che i francesi siano andati a festeggiare davanti ai nostri fan: questo Balde, Bade, non so neanche come si chiama (il difensore centrale francese Loïc Badé, ndr), ma venga qui se proprio vuole fare festa», ha risposto invece Nicolas Otamendi, nuovo maestro di eleganza.


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Olimpiadi, l’inglese Azu viene squalificato e perde il controllo con i giudici


Momenti di forte tensione e frustrazione, quelli che hanno accompagnato la prima batteria dei 100m dominio assoluto. Una gara dominata da Thompson, tra i grandi favoriti per una medaglia, che ha concluso la frazione in 10 netti tagliando il traguardo in scioltezza. Ma la gara è stata segnata dalla vera e propria crisi di nervi del britannico Azu, che è stato squalificato a seguito di una falsa partenza.L’atleta inglese, anche lui considerato un potenziale candidato per il podio finale, non ha accettato il verdetto e si è allontanto dalla pista per avvicinarsi ai giudici. Ha chiesto di poter rivedere tutto al monitor, poi ha addirittura minacciato di chiamare le forze dell’ordine, ovviamente in preda a una crisi di nervi, in caso di conferma della squalifica.Alla fine ad Azu è stata data la possibilità di correre, in attesa del verdetto definitivo. Che è arrivato di lì a poco confermando la squalifica: delusione enorme per l’atleta inglese, che ha ceduto al nervosismo in diretta.

 altrettanto  dubbia  è  


Olimpiadi, scandalo 20 km di marcia: squalifica di massa e medaglia per Stano? Che cosa dice il regolamento
Il quarto posto di Stano nella prova andata in scena nella sesta giornata di Giochi potrebbe essere trasformato in una medaglia grazie a dei video su Internet? Scopriamo che cosa dice il regolamento






Ombre sulla 20 km di marcia alle Olimpiadi di Parigi. La gara che nel sesto giorno di Giochi ha visto l’azzurro Massimo Stano chiudere al quarto posto e che ha incoronato l’ecuadoregno Brian Pintado è, in queste ore, oggetto di discussione sul web tra gli appassionati. Il motivo è da ricercare in due video che stanno facendo gridare allo scandalo per alcune azioni da squalifica non ravvisate nel corso della prova. L’azzurro può sperare in una medaglia? Scopriamo che cosa dice a riguardo il regolamento ufficiale della disciplinaUna storta alla caviglia condiziona la 20 km di marcia di Massimo Stano, costretto, dopo Tokyo, ad accomodarsi ancora ai piedi del podio, quarto anche sotto la Tour Eiffel. Finale amaro per 
l’azzurro, ma attenzione ad associare la parola “fine” alla prova andata in scena nella mattinata del primo agosto. Sì, perché, anche se ufficialmente conclusa, sul web il dibattito è ancora apertissimo. A scatenare la discussione che mette in dubbio la validità della competizione sono due video che stanno facendo letteralmente gridare allo scandalo.
I due filmati dello scandalo
I due filmati in questione, come riportato anche da Fanpage.it, avrebbero scatenato le proteste social per via della violazione di una delle norme alla base della marcia: la Regola Tecnica 54, vale a dire quella che obbliga gli atleti a mantenere costante il contatto con il terreno durante l’intera prova. Analizzando i video al rallentatore, moltissimi dei partecipanti avrebbero disatteso questa norma, rischiando dunque la squalifica per essersi trovati nella cosiddetta “fase di volo”.
La Regola 54 chiude il caso
Pur rivelando un fondo di verità, l’indignazione degli appassionati difficilmente porterà a squalifiche né, tantomeno, a una ripetizione della gara o a una medaglia per Stano. E questo, per un motivo molto semplice: il punto 2 della Regola 54. Stando a questo, infatti, una “fase di volo” deve essere “visibile a
occhio umano” e in tempo reale dai giudici posti lungo il percorso per valutare appunto eventuali irregolarità da squalifica.Il marciatore, che aveva rischiato di saltare le Olimpiadi per una frattura al piede, conquista i tifosi azzurri nonostante il quarto posto nella 20 km
Proteste destinate a restare confinate sul web
Chiaro, dunque, come i video, che siano uno, due o cento, non possono avere alcun valore o essere utilizzati per cambiare il risultato di una marcia validata in real time dal lavoro dei giudici di marcia, chiamati a “esprimere il proprio giudizio con serenità, in forma individuale e in completa autonomia” e, soprattutto, “basandosi esclusivamente sull’osservazione fatta con l’occhio umano“. Chiaro, dunque, come la questione sia destinata a rimanere confinata sui social, con buona pace di chi grida allo scandalo, l’ennesimo di un’Olimpiade chiacchieratissima fin dalla cerimonia di apertura.

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  da  dissappore.it 


Un atleta è diventato virale recensendo il cibo del villaggio olimpico su TikTok: ecco “The Muffin Man”
Henrik Christiansen, nuotatore norvegese 27enne, è "The Muffin Man": il critico gastronomico non ufficiale (non ancora, perlomeno) del villaggio olimpico.





Henrik Christiansen: ventisette anni, norvegese, nuotatore, attualmente inserito nella seconda batteria per i 1500 metri in stile libero, più di recente salito agli onori della cronaca internettiana con il soprannome di “The Muffin Man“. Il suo superpotere? Una vera e propria ossessione per i muffin serviti al villaggio olimpico, e abbastanza personalità da avere conquistato la vetrina di TikTok.
Muffin, già, specialmente al cioccolato. D’altro canto la lista dei cibi vietati al cosiddetto ristorante più grande al mondo è già piuttosto lunga – avocado, foie gras (ma – badate bene – solo per i comuni mortali, che le anatre sono ben contente di farsi ingozzare se è per i Vip), patatine fritte e persino i nugget di pollo -, ma evidentemente nessuno ha pensato di mettere un limite ai dessert.osi (e morbidi) di una medaglia d’oro, pare i muffin al cioccolato del villaggio olimpico siano una vera e propria delizia. Il nostro protagonista, dicevamo, se ne è completamente innamorato: quella che era cominciata come una innocua avventura social si è trasformata in una serie virale.
“Una recensione di alcuni dei pasti che ho mangiato fino a ora al villaggio olimpico”, si legge nel primo video caricato da Christiansen su TikTok, dove gli ormai famigerati muffin fanno la loro prima apparizione. Il voto del nostro protagonista non lascia spazio al dubbio: “Undici punti su dieci, è una cosa folle”. La trovata, dicevamo, è stata un successo; e nei commenti centinaia di utenti hanno chiesto l’atleta di continuare la serie.
Christiansen è stato ben felice di tornare a vestire i panni del critico gastronomico: nei video successivi lo vediamo offrire un muffin ad altri atleti, autoproclamarsi “The Muffin Man”, e addirittura essere sorpreso da un compagno di stanza mentre nasconde alcuni dolciumi nel suo comodino.
Le avventure gastronomiche del nuotatore hanno portato diversi utenti a schierarsi sotto la bandiera della Norvegia: “Io sto tifando per tutti gli atleti norvegesi proprio a causa del Muffin Man” ha scritto un utente su TikTok. Secondo altri si tratta della “cosa più inaspettata e allo stesso tempo divertente arrivata dalle Olimpiadi quest’anno”. Altri ancora, infine, hanno una visione più romantica: “È la migliore love story olimpica di sempre”.

17.7.24

Cara beltà da dols.it Di Daniela Tuscano


     da    https://www.dols.it/  

 

La bellezza di Jasmine Paolini, anzitutto. Il suo sorriso a specchio, privo di malizia. Tanto diretto elibero da andare oltre il sesso. Sorriso meticcio, futuro. Fortissima nella sua donnità – che riempie e prevarica – Jasmine trionfa pure nelle défaillance, sprigiona energia e ottimismo.
Sinner la bacia da galantuomo, le braccia potenti lasciate inerti, quasi timide, per rispetto e dolcezza.
Non deve dimostrare nulla, Sinner. È un nordico italiano che la sa lunga, da quando è nato. Come Lorenzo Musetti, sperticato neopapà che vince con la stessa naturalezza con cui spinge la carrozzella del piccolo Ludovico. Come Matteo Berrettini, un Marcell Jacobs del tennis. Sono giovani, millennials o quasi, ma decisi, indipendenti, persino prolifici. E belli, fiorentemente belli.
Poi c’è Yamine Lamal, il diciassettenne del pallone, che non è italiano bensì spagnolo… Di padre marocchino e madre guineana.
Yamine ha un secondo padre, una fidanzata e un fratellino che, in un’istantanea tenerissima, egli «allatta» maternamente con la coppa dei campioni conquistata di fresco. Italiano non è, ma potrebbe esserlo perché queste miscellanee appartengono a ogni luogo.
E dànno origine a generazioni bellissime, fresche, gaudiose. Genti feconde, per cui la #famiglia non è un’astrazione. Ma nemmeno uno stereotipo. Lo è, famiglia, nella complessità delle relazioni, dell’allargamento, nello sdoppiamento dei rapporti, che si superano e ripigliano, ma forse, faticosamente, riescono ad agguantare la luce.
                  Di Daniela Tuscano

FORZA DI VOLONTA DEI DISABILI IL CASO DI YOUSEF ABO AMIRA CHE NATO SENZA ARTI PRATICA SPORT

  PURTROPPO HO TROVATO SOLO EWS IN INGLESE SU DI LUI E PER GIUNTA L'INTRODUZIONE DELK SUO CANALE DI YOUTUBE...