Maurizio Petrucci Classe 1957, livornese, è scultore e ceramista. All’attivo ha svariati premi prestigiosi ed è impegnato anche nel sociale, soprattutto in occasione della Giornata della Memoria. Eclettico, è anche un fan di Renato Zero di vecchia data, e molte sue sculture sono ispirate alle canzoni dell’artista romano. L’abbiamo intervistato.
1) Qual è la tua formazione? 2) Ho frequentato l'Istituto Statale d'Arte di Pisa , dove mi sono diplomato Maestro d'arte nel 1976. La passione per modellare l'ho avuta sin da piccolo, quando usavo la mollica di pane impastata con l'acqua. Ho scoperto la ceramica al Villaggio scolastico di Corea, il mio quartiere di Livorno, dove ho poi insegnato la manipolazione dell'argilla ai bambini diversamente abili. Dal 1986 ho aperto il mio laboratorio LabroArte dove lavoro e insegno ceramica ai miei allievi. 3) Hai uno stile artistico preferito ? 4) Il mio stile è il figurativo. Cerco di rappresentare l'essenza di quel che osservo e sento , la vera identità dell'uomo che fa fatica a uscire fuori allo scoperto. Con l'argilla cerco di fermare un'emozione dandole forma nell'espressione di un volto. 5) Ti ispiri a qualcuno? Quali sono i tuoi soggetti preferiti ? 6) Cerco di interpretare il rapporto dell'uomo con la vita , il rapporto dell'Io con gli Altri, in un percorso che conduce al vero fine, la libertà. In questo le canzoni di Renato Zero sono per me una fonte inesauribile di emozioni e mi offrono spunti di riflessione e nuovi stimoli.
7) Quando è nata la tua passione per Renato Zero ? 8) Incontrai Renato per la prima volta nel 1978 prima del concerto di Mina, mi piacevano i suoi testi per niente banali e molto veri. È un autentico osservatore. Mi ha spronato spesso a insistere nel mio lavoro, mi stima – ama in particolare “Ti lascio libera” - e questo mi riempie d’orgoglio. 9) Quali sono le tue canzoni preferite? 10) Ho cercato di mettere le sue canzoni in scultura, reinterpretando la sua poesia dalle prime canzoni : “L'equilibrista”, “No mamma no”, “Qualcuno mi renda l'anima”, “Manichini”, “Ho Dato”, “I migliori anni della nostra vita”. Ancora oggi , con i nuovi testi , mi sorprende sempre come la prima volta. Le mie Zerosculture e i miei dipinti di "Zero in ... Ceramica" sono un modo di ringraziare Renato per tutta la sua poesia e amore che ci ha regalato da sempre e che ancora ci dona. 11) A quale tua opera a lui ispirata sei più affezionato e perché? 12) All'ultima che ho fatto , “Il Principe dell'Eccentricità”. Di solito non rappresento direttamente Renato nelle mie sculture, ma le sue canzoni. In questa opera ho racchiuso la sua essenza.
Giuseppe Scano
Giuseppe Scano