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8.9.17

stupri : anche se noi ci crediamo assolti sdiamo per sempre coinvolti .

   suggerimenti  artistici
Canzoni
I sing for my soul  - sara  zaccarelli
Oscar 2016, Lady Gaga: "Una canzone per dimenticare lo stupro"
Perfect Illusion -  lady  gaga 

opere  teatrali
Lo Stupro. (Franca Rame)
 Era il 9 marzo del 1973, il giorno in cui Franca Rame fu aggredita da 5 neofascisti. Questi la portarono su un furgoncino e la violentarono, lasciandola poi sulla strada in uno stato di totale confusione mentale. La violenza fu raccontata dall'attrice nel 1975 attraverso il monologo "Lo stupro", senza dichiarare di averla vissuta personalmente, dichiarazione che fece solo nel 1987 alla trasmissione Fantastico della RAI.


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lo so che come me   srete stanchi di sentirne parlare  e leggere     e  volete  parlare  d'altro ma non  mi  va  di lasdciare   siofatto argomento in mano  agli sciacalli ed  insensibili  

oltre  a coloro   ci speculano  e strumentalizzano  sopra  .  
Questo qui  sarà ultimo  e  poi  passiamo  ad  altro . 
Purtrpoppo faccio fatica ,  ci sto  lavorando   , a  smettere di  fare  copia e  incolla  di  pensieri  se  pur  simili ed  uguali   non miei  e  mettere  in risalto passando  fra  istinto e timidezza  le mie opinioni e le mie emozioni  , e  quindi   sintezzo il mio pensiero  con  questi duie post  di miei  due  contatti facebook     che  poi sarebbe  anche il  mio 

il primo 


Deduco che quelli che si mostrano sconvolti per i particolari relativi allo stupro di Rimini , di cui certi giornaletti riportano stralci, così immaginano sia un tipico approccio da stupro, un approccio galante all'italiana.. : " Scusa, bambina bella, avremmo all'unanimità deciso di usare violenza su di te, cortesemente ti fai mettere un bavaglio nella bocca e tieni le gambe aperte? Non gridare, sai, potrebbe disturbare la brava gente che riposa. Appena avremo finito tutti puoi andare da mamma e papà, ma, piccolina, non dire nulla a loro, sai, potrebbe cadergli addosso un asteriode.... bacini bacetti, a presto piccola, al prossimo stupro.. " .. 
Ci sarebbe da ridere, se non fosse indelicato nei confronti di tutte le vittime di stupro, violenza, pedofilia...

  e  diu  cui  ha  tuttta la mia stima in quanto  

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Gestire
Luca Stegani No caro Giuseppe ...... penso che tu stia male davvero , non perché simpatizzi per l'uno o per l'altro , di quello che pensi , non me ne frega un cazzo . Qui non c'è bianco o nero , non mi frega un cazzo neanche di quello ! 
Sei tu , che ultimamente s
crivi post di "differenza " negalo se puoi ! 
Hai un accanimento contro chi non la pensa come te carico di rabbia 
Per questo ti ho scritto .. anche se non ci arrivò ai tuoi pensieri , perché pensi , sia stupido , e qui ti elevi , ti rispondo , che il mondo non è fatto solo di politica , di differenza ,, di bianchi e di neri , di fascisti e di comunisti .
Come ti dicevo , non me ne frega un cazzo , sono passato oltre .
Tu , sei invece sempre sul pezzo e non ti fa bene

Rispondi15 hModificato
Gestire
Giuseppe Virga Luca Stegani, io scrivo quel che mi viene sul momento, per istinto. Se faccio una foto bella ad in mio cane la condivido, se sono solo e la mia mente vola a pensieri esistenziali magari ci faccio un post, e così, se apro la mia pagina di fb e leggo una.. due.. tre.. quattro.. volte la stessa idiozia è la cosa più naturale del mondo che mi venga di rispondere. E siccome negli ultimi mesi mi sento letteralmente bombardato di queste idiozie, adesso, da alcune settimane, hanno cominciato a mandarmele anche in posta privata, figurati un po... È una discussione aperta insomma, botta e risposta, tra chi vuol farmi credere che bisogna ritornare al medioevo e me che vorrei invece andare avanti e seguire i miei sogni di gioventù. Capisco che a te possa apparire in accanimento il mio, ma tu non sai cosa io sono costretto a leggere ogni giorno, cosa mi mandano, il nervoso che da tutto questo mi scaturisce e dal non capacitarmi di come dei concetti semplici pemplici siano diventati incomprensibili ai più. Ed allora ci batto, porto gli esempi che mi capita di leggere o di pensare, cercu un dibattito che vada avanti insomma, e dall'altra parte voi con che argomenti rispondete? rispondete dando del buonista (non lo sono per un cazzo!!), che sto male, ecc ecc... No Luca, non ci sto, e se pur di solito ci passo oltre e continuo con calma olimpica certe volte sbrocco anch'io....

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qui   altri post  della  discussione


il secondo  


"Quindi lo stupro è orrendo. Lo avete scoperto leggendo i dettagli su Libero. Che orrore, vero? Come pensavate che fosse? Ma solo se lo commettono gli africani. Quando gli italiani stuprano danno i bacetti sul collo. Quando lo fanno i padri italiani sulle loro figlie sono più teneri. Si chiudono nelle camerette con i poster dei cantanti mentre le mamme cucinano fingendo di non sentire. Libero queste cose qui non le racconta. Lì, niente dettagli. E quando stuprano i turisti italiani del sesso pedofilo che comprano bambine in Thailandia? Loro sono dolci. Portano i cioccolatini. Sono vecchi, mica ti brutalizzano. Ma gli africani, che bestie. Quelli di Rimini, che orrore. Avete letto i dettagli? Mamma mia. C'era bisogno, vero? Ora sappiamo tutti com'è uno stupro. Fa male. Che sorpresa. Ma non quello degli italiani. Gli italiani non violentano. Forzano un po' la mano ma mica siamo animali, noi? Stupriamo romanticamente. E solo quelle che un po' se lo cercano"
Antonio Menna
Aggiungo due cose, per punti
1. Chi parla di "buonismo" o "radical chic" sotto questo post, come commento, viene bannato all'istante e senza ricevere alcuna replica, proprio perché non sono buono, così come non lo sono con i criminali, con i razzisti, con i fascisti e con gli idioti in genere.
2. Estrapolare dettagli orribili e pruriginosi da un verbale e schiaffarli su un giornale, è SCHIFOSO e INACCETTABILE, nei confronti delle vittime e dei loro familiari. Chi ha subito uno stupro racconta con grandissimo dolore e fatica i particolari della violenza, quando e se ci riesce. Vederli spiattellati a livello globale, sui giornali, significa subire un'ulteriore, orribile e gratuita violenza. Le povere vittime, in questo caso, sono state stuprate due volte: dalle bestie e da (molti) giornali e giornalisti, solo che i secondi rimarranno impuniti.
Germano Milite

31.8.17

E ADESSO PROTEGGETELA © Daniela Tuscano

leggi anche


                     disegno di  Tiziano Riverso

La chiamerò Luz, in omaggio a una mia cara amica, la peruviana che ha riconosciuto gli aguzzini di Rimini. Quelli che l'hanno presa, percossa, umiliata e stuprata. Vittima anch'essa d'una furia bestiale. Eppure, tendiamo a dimenticarla. Peggio: la mettiamo fra parentesi, come la sua vita precaria, scheggiata e oscura. Luz è una trans, una donna "di vita" - e qui, il vocabolo impiccolisce, si fa misero, quasi una fessura. Sarà. Noi non conosciamo i suoi attimi di gioia segreta, non sappiamo se lì, nel folto delle notti, abbia coltivato un sogno di variopinta pace, magari dei fiori in veranda, un languido occaso. Mi piace chiamarla Luz, luce, perché l'hanno relegata nel buio, ma senza lei, senza la sua sfrangiata sofferenza, gli assassini non avrebbero un volto. Ricorda ogni sguardo, ogni colpo, qualsiasi graffio, la volgarità dell'indifferenza, quel sentirsi reificata; e reclama giustizia. Sta collaborando con la giustizia. "Li voglio in cella a costo della vita", ripete, ad attestare che la sua non è un'esistenza approssimativa. Esige dignità. Proteggetela adesso, non restituitela alla strada, che non ha mai salvato nessuno. Malgrado gli annunci, infatti, i criminali sono ancora a piede libero. Proteggetela non solo perché vi è utile. Ma perché è una persona integra. Vende il corpo, forse; ma non si spreca. Forse, ha imparato pure ad amarsi. E nessuno ha il diritto di negare in modo così assoluto l'umanità altrui. Proteggete Luz, lo merita. E fermate, assolutamente fermate, chi con la sua efferatezza ha perduto il diritto a esser definito uomo.


© Daniela Tuscano

23.7.15

L’ANNO ZERO © Daniela Tuscano

la sdentenza in questione
https://abbattoimuri.wordpress.com/2015/07/23/firenze-testo-sentenza-di-assoluzione-per-stupro-di-gruppo-alla-fortezza-da-basso/



Non mi dilungherò troppo. L’ho già fatto in altre occasioni. Con quali risultati, è facile verificarlo.


Non ho letto per intero l’ignobile sentenza assolutoria dei sei stupratori fiorentini (quindi italiani, di buona famiglia, cattolici). Né l’affranta lettera aperta della ragazza, oggi ventinovenne. Non ne avevo bisogno. Lei è sola, disperatamente sola. Nessuno potrà capirla, tranne un’altra donna. E non so se potrà bastarle.
Non doveva scrivere. Non doveva discolparsi. Non doveva giustificarsi.
 Eppure è stata spinta – da sé medesima – a farlo. Ognuna di noi, nelle sue condizioni, si sarebbe comportata come lei.
Non ho letto, perché già so. Quando, tra le motivazioni dell’assoluzione, si ricorre alla “leggerezza” della vittima, ai gusti sessuali, alla presunta promiscuità, all’abbigliamento, allo stile di vita, già sappiamo tutto. Siamo all’anno zero della storia. Il tempo non esiste, non si muove mai, in una società fondata sullo stupro.
Logica suggerirebbe: sì, ma sta’ un po’ attenta. Sì, ma potevi prevederlo. Sì. Ma questa logica, nella società dello stupro, rischia di diventare “troppo” logica. “Troppo” sensata. Soprattutto immemore. Perché sono millenni che le donne se la sentono ripetere. Perché lo stupro è vecchio, remoto. Perché lo stupro è diventato reato nella legislazione italiana solo nel 1996. E non nasce a causa
dell’eccessiva licenziosità delle donne. Nasce con l’uomo. Con la volontà di potenza, la brama di possesso, la superbia di sentirsi padroni d’un altro essere umano. Il maschio stuprava anche quando relegava la “sua” donna in casa. Anche quando la seppelliva sotto veli e coltri. Quando le impediva di studiare, di divertirsi e di peccare. Il maschio stuprava e stupra finché non si convincerà che chi gli sta dirimpetto (questa la traduzione dell’ebraico “eser kenegdo”, riferito a Eva nel Genesi) non è una sua appendice, non un suo possesso, non un oggetto di cui disporre e sbarazzarsi a piacimento.
La società dello stupro non è solo quella che riduce il corpo delle donne a oggetto di piacere. È pure quella che le cancella dai libri di scuola, che nega l’originalità del loro genio. Che si ostina a definire con l’ossimorico “neutro maschile” professioni prestigiose svolte da donne. 
La società dello stupro è, ancora, quella dei media. L’abbiamo letto alcuni giorni fa, nell’edizione online del “progressista” Repubblica, a proposito d’una ragazza violentata in treno a Livorno: "La sua unica LEGGEREZZA è stata quella di sedersi in uno scompartimento senza nessun altro passeggero. E non ha potuto DIFENDERSI e CHIEDERE AIUTO durante la violenza" [corsivi nostri]. In altre parole: se l'è cercata. Che le giovani e le adulte sappiano: qualora si trovassero da sole su una carrozza, caso abbastanza frequente, si apprestino a cambiare vagone, o scendano una fermata prima, tanto qualche autobus (affollato, si spera: i taxi, meglio evitarli…) si troverà. Altrimenti, viaggiano a loro rischio e pericolo. Eterna, maledetta leggerezza di Eva peccatrice.
E s’ostinano a chiacchierare di raptus, come incredibilmente nell’ultimo, efferato delitto di Pesaro. In esso, oltre al sadismo s’aggiunge la blasfemia, la vittima essendo stata crocifissa – volontariamente, a sentire l’impudente assassino! – e poi sgozzata con tale furia da rasentare la decapitazione. Erano solo ragazzi, tre ragazzi. L’ucciso ha pagato cara la scappatella con la ragazza del… migliore amico. E prontamente i maggiori quotidiani titolano: delitto “passionale”; lei l’aveva tradito, lui ha perso la testa. Insomma, già s’insinua il sospetto che l’omicida non si sarebbe trasformato in belva umana, se la fidanzata gli fosse rimasta fedele. La donna diverrà, ben presto, la responsabile morale della mattanza.
S'addurranno altre motivazioni ancora: l’incapacità di sopportare una delusione, di gestire un fallimento - sia pure minimo, banale. E come stupirsene, in un mondo azzerato, liquido, basato sull’emozione momentanea, anzi, sull’istintualità? Dove quell’istintualità diventa diritto, pretesa, prepotenza, per il semplice fatto d’esistere?
Tutto vero; tutto ingigantito in mancanza di qualsivoglia altro valore. Ma, ancora, accentuato, ispessito diremmo, indurimento d’un male antico, il solito, il perenne, l’origine e metastasi della civiltà: la fallocrazia. E finché quest’ultima continua, pervicace, resteremo qui, fermi, petrosi, preistorici. Finché esisterà, la risposta non potrà essere che unanime: #Nessunascusa!

                                                             © Daniela Tuscano


raccontare i femminicidi \ amori criminali di oggi con quelli del passato il caso Beatrice cenci

 Per  il 25  novembre   anzichè raccontare  le  recenti   storie di femminicidio \  d'amore criminale  che   in una società sempre  più ...