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5.8.24

Internet sta impazzendo per la tiratrice sudcoreana Kim Yeji e per il turco Yusuf Dikec ., Tara Rigney a 50 metri dal sogno con un ginocchio ricostruito tre volte ., Simone Biles, caduta e sconfitta dalle italiane, se la prende con il pubblico: «Smettetela di fare rumore!»


 da  https://www.rivistaundici.com/

Internet sta impazzendo per la tiratrice sudcoreana Kim Yeji .IL suo stile, il suo look, la sua espressione, si possono definire soltanto con una parola: aura.

Domenica 28 luglio, alle Olimpiadi di Parigi 2024, la tiratrice sudcoreana Kim Yeji ha vinto la medaglia d’argento nel tiro a segno, specialità pistola 10 metri ad aria compressa. Ha ottenuto in finale un punteggio di 241.3, ed ètata battuta soltanto dalla connazionale Oh Ye-jin (243.2). Al terzo posto si è classificata l’indiana Manu Bhaker, 221.7. Per Kim Yeji, nata nel Danyang nel 1992 (ha dunque 31 anni), si è trattato del primo podio olimpico della carriera. In questa stagione aveva vinto l’oro nella tappa della Coppa del Mondo di Baku nella specialità pistola 25 metri, mentre ai Campionati asiatici disputati a Jakarta aveva conquistato l’argento sempre nei 25 metri.Negli ultimi giorni, però, sui social network — in particolar modo su X — Kim Yeji è diventata un’icona di stile soprattutto per la
freddezza che esprimono le foto che la vedono impegnata nel poligono di Parigi. La sua postura, con il braccio destro che impugna la pistola perfettamente a 90 gradi rispetto al corpo, il suo look total black contrapposto al cappellino bianco della squadra sudcoreana, i suoi occhiali e la sua espressione da sigma woman che cozza con l’elefantino che pende dall’altra mano (un peluche per portare sempre con sé sua figlia, di cinque anni) hanno contribuito infatti a renderla «una versione più cool e hardcore di John Wick», come ha scritto il sito di Sports Illustrated. Persino Elon Musk, proprietario della piattaforma, ha commentato le sue foto, scrivendo: «She should be cast in an action movie. No acting required!».C’è una parola molto in voga, soprattutto nell’ultimo periodo, su X, un social network dove a volte si parla un linguaggio a parte, con termini decontestualizzati rispetto al loro significato originario perché entrati a far parte di inside joke tra gli utenti della piattaforma o perché ispirati a qualche meme, e questa parola definisce bene le foto di Kim Yeji: aura.

La  risposta    maschile  è 

La "normalità" del turco Yusuf Dikec, senza equipaggiamento tecnico, è la risposta allo stile da film della sudcoreana Kim Yeji.


Se ieri internet, e soprattutto X, era impazzito per lo stile della tiratrice sudcoreana Kim Yeji, definita «una versione più cool e hardcore di John Wick» dal sito di Sports Illustrated, oggi c’è già un nuovo meme in città, o meglio, alle Olimpiadi di Parigi 2024. E arriva sempre dal tiro a segno. Martedì 30 luglio, nella finale della pistola ad aria compressa da 10 metri a coppie miste, la medaglia d’oro è andata ai serbi Zorana Arunović e Damir Mikec, davanti ai turchi Sevval Ilayda Tarhan e Yusuf Dikec e agli indiani Manu Bhaker e Sarabjot Singh, e tutti sono rimasti sorpresi dalla “normalità” di Yusuf Dikec.Classe 1973, 51enne, Dikec è alla sua quinta Olimpiade e al suo primo podio a cinque cerchi. Nella sua carriera, comunque, ha vinto svariate medaglie ai Mondiali e agli Europei di tiro. In passato è stato anche un sottufficiale della gendarmeria turca. In uno sport in cui i partecipanti indossano quasi sempre attrezzature all’avanguardia, tra cui occhiali speciali per avere una migliore precisione e per evitare sfocature e protezioni per le orecchie per “cancellare” il rumore, Dikec ha vinto la medaglia d’argento in coppia con la sua compagna di squadra con dei semplici occhiali da vista e dei tappi per le orecchie, con la mano in tasca e con i capelli — come dire — brizzolati.

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 Da la  gazzetta  dello sport

"Tara, a 50 metri dal sogno con un ginocchio ricostruito tre volte","alternativeHeadline":"L'australiana è rimasta fuori dal podio del canottaggio per un soffio: si è rotta due volte il crociato, si è allenata mentre studiava economia, il suo quarto posto vale anche più di una medaglia"


 o sport cura, i podi guariscono. Tara Rigney sei anni fa non aveva più niente, solo dolore e rabbia. Colpa di due rotture del crociato anteriore e tre ricostruzioni del ginocchio. Negli anni Novanta non potevi farci niente: dovevi smetterla con lo sport, addio sogni di gloria. Oggi per fortuna trovano un modo per rimetterti a nuovo. Tara, 25 anni, australiana, giocava a netball, una specie di pallacanestro ma più frenetica e veloce. Era la sua passione, la sua strada. Però la vita è piena di svolte, devi essere pronto a mettere la freccia. “Restai ferma dodici mesi. Poi tornai e mi infortunai nello stesso modo”. Cominiciò a fare canottaggio per la riabilitazione dagli infortuni, non lo ha più lasciato. Nell’ottavo giorno di Giochi a Parigi il legno più doloroso è di questa ragazza piena di determinazione, arrivata a 50 metri dal podio nel singolo femminile e dunque dal sogno. In Australia speravano in un suo exploit per tamponare i risultati poco soddisfacenti del canottaggio a queste Olimpiadi. Lei voleva solo eguagliare Kim Brennan, una delle sue eroine, che vinse l'oro a Rio nel 2016 e il bronzo a Londra nel 2012. Non ce l’ha fatta per 0.53 centesimi (terza la lituana Viktorjia Senkute). “Non avevo le energie per dare le ultime dieci bracciate”. Ci insegnano a non mollare, ma è facile quando il tuo corpo regge. Gli infortuni sono un brutto affare, possono essere un freno, rubarti il futuro, e infatti qualcuno preferisce rinunciare. Tara ha scelto di cambiare. “Lo sport mi ha insegnato a gestire fallimenti e le battute d'arresto. La maggior parte degli atleti se ne rende conto, la capacità di imparare e andare avanti è sicuramente un'abilità acquisita”, ha raccontato. Aveva fatto canottaggio per alcuni anni al liceo, ma non sentiva la scintilla. Quella è arrivata dopo. “Ho ripreso e ho finito per amare l'atmosfera negli hangar della Sydney University”. Ha studiato Economia e commercio e ha completato uno stage alla Macquarie Bank. Si interessa di comunicazione, lo sport non è tutto nella vita. “Sono fermamente convinta che sia importante avere altri interessi oltre al canottaggio”. Però questo sport, ha raccontato, “mi ha permesso di sviluppare competenze come la comunicazione, la gestione del tempo e la risoluzione dei problemi. Applicare queste conoscenze ai miei studi mi ha aiutato a essere più efficiente”. Affrontare gli imprevisti, tentare un’altra strada: il percorso non è mai come vogliamo, bisogna accettarlo. Tara lo ha fatto. E in fondo non le è andata tanto male. Con il canottaggio è arrivata due volte alle Olimpiadi (a Tokyo partecipò in coppia), è arrivata a conquistare una medaglia ai Mondiali (terzo posto, nel 2023). “Il coraggio nello sport è quello di provare cose nuove, anche se potresti essere l'unico a credere di potercela fare”. L’hanno supportata i genitori, gli amici, i professori. Ma ogni cosa è partita dalla fiducia che Tara ha scoperto di avere dentro di sé. Ha detto: “Essere in grado di sostenere te stessa e la tua capacità di provare cose nuove è abbastanza. Devi uscire dalla quella zona di comfort e avere fiducia. Non hai bisogno che qualcun altro creda in te”. Con un po’ di imbarazzo, ha confidato che spesso prima di ogni gara guarda spezzoni di una serie tv. The Last Dance, su Michael Jordan. Un altro che ha sempre detto: “Non è quanto duramente ti impegni lungo la strada che conta, bensì avere qualcosa dentro di te per cui sai che devi farcela”. Anche se stare giù dal podio ti fa male, molto male. 


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La prima medaglia dell’Ucraina, alle Olimpiadi di Parigi 2024, ha un significato diverso L'ha conquistata Olga Kharlan, bronzo nella sciabola femminile, e dopo la gara ha detto: «Il mio Paese non si arrenderà mai».

 




Alle Olimpiadi di Tokyo 2020, tre anni fa, l’Ucraina partecipò con 155 atleti e vinse 19 medaglie: un oro, sei argenti e 12 bronzi. A Parigi 2024, invece, è rappresentata da 140 atleti e, in questi primi tre giorni di competizioni, ha vinto soltanto una medaglia. Sono freddi numeri, eppure nella loro immediatezza spiegano benissimo com’è cambiato il mondo — sportivo ma non solo — dell’Ucraina dal 24 febbraio 2022 in poi, cioè da quando è stata invasa da un Paese confinante, molto più grande e con molte più disponibilità belliche: la Russia. Ne aggiungiamo un altro, di numero, e anche questo dice molto anche da solo: dall’inizio della guerra, sono 487 gli atleti ucraini che sono rimasti uccisi.Per questo il bronzo vinto lunedì 29 luglio nella torneo di sciabola femminile individuale dalla 33enne Olga Kharlan ha un sapore diverso, non può non essere una medaglia come tutte le altre. Kharlan è probabilmente una delle più forti sciabolatrici di sempre, un’atleta molto popolare in Ucraina ma anche nel resto del mondo: nella sua carriera ha conquistato cinque volte la Coppa del Mondo generale di sciabola e vanta sei ori mondiali, di cui quattro individuali. Come una sorta di “maledizione”, però, non ha mai raggiunto un oro olimpico individuale: era arrivata prima a Pechino 2008, ma nella gara a squadre, mentre a Londra 2012 e a Rio 2016 si era dovuta accontentare del bronzo. A Tokyo 2020, invece, era stata addirittura eliminata ai sedicesimi di finale.A Parigi, nella suggestiva sede del Grand Palais, da cui in questi giorni starete vedendo delle foto pazzesche, questa “maledizione” è rimasta tale, perché Kharlan è stata sconfitta in semifinale dalla francese Sara Balzer per 15-7, ma la sciabolatrice ucraina è riuscita a mettersi al collo il bronzo battendo nella finale per il terzo posto la coreana Choi Se-bin. Con un esito thriller: a un certo punto, Kharlan era sotto nell’assalto per 5-11, e alla fine ha rimontato fino al 15-14 conclusivo. Subito dopo la stoccata decisiva, Kharlan è crollata a terra in lacrime e più tardi ha raccontato ai giornalisti: «Questo è un messaggio a tutto il mondo, per dire che l’Ucraina non si arrenderà mai. È una medaglia totalmente diversa, è speciale perché è per il mio Paese. Tutti gli atleti che sono qui sono stati segnati dalla guerra. Stiamo dimostrando che possiamo combattere, e in qualche modo l’ho dimostrato anche io».Olga Kharlan vive da tempo in Italia, a Bologna, insieme al suo compagno Gigi Samele, l’italiano che sabato 27 luglio ha vinto il bronzo olimpico nella sciabola maschile individuale. Quando nel 2022 la Russia ha invaso il suo Paese, Samele e Kharlan hanno compiuto un viaggio lungo, complicato e pericoloso nella direzione opposta a quella verso la quale si sono incamminati centinaia di migliaia di ucraini in fuga dalla guerra per mettere in salvo la sorella e il nipote della sciabolatrice. I suoi genitori, invece, vivono ancora a Mykolaiv, la sua città d’origine, e hanno trascorso mesi nel loro seminterrato sotto i continui attacchi russi. L’estate scorsa, durante i Mondiali di scherma che si sono disputati a Milano, Kharlan era stata squalificata per aver rifiutata di stringere la mano a un’avversaria russa, Anna Smirnova. La sua squalifica avrebbe potuto costarle l’assenza dalle Olimpiadi di Parigi, ma è stato il presidente del Cio Thomas Bach — presente anche lunedì al Grand Palais per assistere ai suoi assalti — a intervenire personalmente garantendole la partecipazione ai Giochi  

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Simone Biles, caduta e sconfitta dalle italiane, se la prende con il pubblico: «Smettetela di fare rumore!»





Anche i più grandi cadono. E, quando succede, non sempre la prendono bene. Accade così che Simone Biles, la ginnasta dei record statunitense, non riesca a salire sul podio in una gara - quella della trave a Parigi 2024 - e si lamenti con il pubblico per questo suo (raro) insuccesso. A trionfare è stata l'italiana Alice D'Amato (punteggio 14.366), davanti alla cinese Yaqin Zhou (14.100) e all'altra azzurra Manila Esposito (14.000), mentre la ventisettenne americana ha chiuso solo quinta.
Simome Biles, la caduta e la rabbia con il pubblico
Simone Biles nel corso del suo esercizio alla trave è caduta, così come diverse altre atlete a dire la verità. Ma per lei, che vanta dieci medaglie olimpiche in carriera (sette d'oro, di cui tre conquistate a Parigi), deve essere sembrato uno smacco troppo grande da digerire. L'americana se l'è quindi presa con il pubblico della Bercy Arena, accusando la gente di aver fatto rumori inutili durante il suo esercizio. «Smettetela di fare "shhh"!» ha esclamato Biles, voltandosi verso la folla e alzando le braccia in aria.
Cosa è successo
Stando a quanto ricostruito, il rumore che l'americana ha trovato fastidioso derivava dal tentativo di alcuni spettatori di zittire altri che invece facevano baccano urlando «forza Simone» durante l'esercizio alla trave dell'americana. Una situazione antipatica, ma non certo ingestibile, che ci mostra un'inedita versione di Biles, nervosa e arrabbiata. Ma forse anche questo è un bene perché ci ricorda che, in fondo, pure Simone Biles è un essere umano. Straordinario, certo, ma umano.

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Un'incredibile doppietta nella ginnastica artistica colora di azzurro la prima giornata della seconda settimana dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.


Alice D'Amato conquista la medaglia d'oro nella trave(  e pensare  che la  trave on gli piace per  niente  ): la 21enne ligure ha totalizzato 14.366 punti lasciandosi alle spalle la cinese Zhou Yaqin. Ma non finisce qui, l'altra azzurra la 17enne Manila

Esposito ha completato la storica doppietta con il bronzo. Fuori dal podio la brasiliana Rebeca Andrade, salita in pedana per ultima, ma costretta ad accontentarsi del quarto posto a causa di alcune imprecisioni che non le hanno consentito di andare oltre quota 13.933 davanti all'altra favorita della vigilia, l'americana Simone Biles che ha patito una brutta caduta che l'ha retrocessa sino al quinto posto con 13.100.La ginnastica azzurra al femminile non aveva mai vinto l'oro, solo tre argenti con le Piccole pavesi nel 1928 (gara a squadre), Vanessa Ferrari nel 2021 (corpo libero) e qualche giorno fa con le Fate (Angela Andreoli, Giorgia Villa e Elisa Iorio con D’Amato e Esposito) nella gara a squadre.

Per trovare due bandiere italiane sul podio: nella ginnastica artistica era capitato solo nel 1912, nel concorso generale individuale, con Alberto Braglia (oro) e Adolfo Tunesi (bronzo)."In questo momento non ho le parole per descrivere nulla. Ve lo saprò dire più avanti. Ma la trave, tuttora, non è tra i miei attrezzi preferiti. Non è perché ho vinto l'oro che ora la trave diventa il mio attrezzo preferito. Ma proprio questo dettaglio mi dà una grande mano nel credere più in me stessa. Soprattutto su questo attrezzo". Sono le prime parole di Alice d'Amato a Discovery+ dopo il trionfo nella trave a Parigi 2024. "C’è stato un momento in cui, mi ricordo benissimo che ne parlavo con Monica la mia allenatrice e le dicevo 'cosa continuo a fare la trave' tanto non vedevo una luce e invece adesso ho l’oro olimpico. E questo ci insegna che non è affatto semplice e che le medaglie le vinci quando lotti fino alla fine e non molli", ha detto ancora la nuova campionessa olimpica