4.4.06

Senza titolo 1218

finalmente  una bella  notizia  . Questa si che si chiama dignità  .  ecco quando l'orgoglio  è utile  . Ministro Pisanu  e  company  che volete  usare  la memoria   e  speculare  per uso  elettorale  , beccatevi questo  . 


 dalla nuova sardegna del 4\4\2006
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La famiglia  Zedda  dice  no  a Pisanu
Oristano, la premiazione in questi giorni sa di campagna elettorale

ORISTANO. Era stata annunciata quasi due anni fa, ma per la consegna della medaglia d’oro al valor civile è stato scelto un lunedì ad appena sei giorni dalle elezioni politiche. La famiglia di Roberta Zedda, la dottoressa uccisa a Solarussa nel 2003, hanno sentito odore di campagna elettorale e hanno declinato l’invito a partecipare all’incontro con il ministro dell’Interno, Beppe Pisanu.

Ieri mattina in Prefettura era tutto pronto per un incontro annunciato da sabato pomeriggio con una nota inviata a tutte le redazioni. E in effetti i giornalisti attendevano di assistere alla consegna della medaglia ai familiari della dottoressa Zedda. Improvviso il contrordine: «La cerimonia è annullata». Nessuna motivazione ufficiale. E quando il ministro Pisanu è arrivato all’incontro elettorale con i sostenitori di Forza Italia, la domanda era obbligata: che cosa è successo? Il ministro, davanti alle telecamere, ha evitato di rispondere. Ha sollevato le mani ed è entrato nella sala nella quale doveva tenere un intervento, protetto dagli uomini della scorta. Un disappunto neanche troppo nascosto, ma sicuramente dissimulato meglio un’ora dopo, al termine dell’incontro con gli elettori, quando il ministro si è fermato ancora a parlare brevemente con i cronisti. Pisanu ha negato l’esistenza di particolari problemi: «No, niente di particolare - ha detto il ministro -, l’incontro era stato già annullato. Credo che foste stati avvertiti». No, nessuno era stato avvertito. Forse neppure il ministro conosceva la clamorosa decisione della famiglia Zedda. Pisanu è rientrato nei panni del politico di lungo corso, ha minimizzato e poi è andato via, tra una selva di mani verso l’auto con i vetri scuri parcheggiata appena fuori la sala.
 Chi era presente in prefettura racconta però di un Pisanu molto contrariato, addirittura furioso, dalla decisione della famiglia della dottoressa Zedda. Una decisione vissuta come uno ‘sgarbo istituzionale’, un gran rifiuto metabolizzato con imbarazzo anche dall’entourage del ministro. Ieri mattina, quando ancora non si conosceva la posizione ufficiale della famiglia di Roberta Zedda, tra i dirigenti cittadini di Forza Italia vigeva la consegna del silenzio: «C’è stato qualche problema», ha detto il consigliere comunale Mario Musinu, senza però specificarne il genere e la portata. L’annuncio di assegnare la medaglia d’oro al valor civile alla memoria della dottoressa Roberta Zedda era stato dato dallo stesso ministro Pisanu nel giugno del 2004. Un anno dopo la morte. Il ministro dell’Interno aveva proposto al capo dello Stato l’assegnazione dell’onoreficenza a Roberta Zedda e in un viaggio in Sardegna (anche allora si era in prossimità di elezioni), durante una visita in municipio, Pisanu aveva ufficializzato la decisione. Un modo per ricordare «l’alto senso del dovere nell’esercizio della professione» che era costato la vita a una ragazza poco più che trentenne. «Non c’era città migliore di Oristano - aveva detto all’epoca il ministro Pisanu -, la città di Eleonora, per annunciare ufficialmente questa onoreficenza data a una coraggiosa donna oristanese». Da allora, però, sono trascorsi quasi due anni. Due anni di silenzio rotti solo a pochi giorni dalle elezioni. >>
Concordo con quanto dice la famiglia   :
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La mamma: «Il nome di Roberta non va utilizzato strumentalmente
SANLURI. «Non vogliamo che il nome della nostra Roberta sia utilizzato strumentalmente in campagna elettorale. Quella medaglia d’oro che volevano dare “alla memoria” del mio angelo non ci interessa, non la vogliamo. Ci lascino in pace nel nostro dolore. Chiediamo solo giustizia e ricordare Roberta per come era, non per come la voglio
no far ricordare altri per una manciata di voti in più»: Efisiana Pia, madre di Roberta Zedda, è una donna distrutta  . Ieri la medaglia sarebbe dovuta essere consegnata ai familiari della giovane dottoressa uccisa mentre prestava servizio nella guardia medica di Solarussa. A compire il gesto onorifico lo stesso ministro, in una cerimonia alla prefettura di Oristano. Ma della famiglia Zedda nessuno si è presentato all’appuntamento delle 10 e mezzo. «Loro lo sapevano già che non ci saremo andati - spiega tra le lacrime Efisiana Pia -, ho problemi di salute e poi non mi interessa ricevere medaglie. Mia figlia non me la restituisce mica. E sapevano anche, perchè glielo abbiamo scritto sia io sia mio figlio Antonio, di evitare di nominare Roberta in periodo come quello elettorale, in cui tutti cercano di mettersi in mostra. Non ci hanno neppure risposto e noi a ritirare la medaglia non ci siamo andati. Chiedo giustizia e non medaglie date così».
 Singolare davvero anche la convocazione a Oristano della famiglia Zedda. «Lo hanno comunicato prima a mio figlio con la posta nel computer - prosegue la mamma di Roberta -, poi venerdì a casa è venuto un vigile mandato dal sindaco di Sanluri per dirci che oggi (ieri per chi legge, ndc) alle dieci mezzo ci saremmo divuti presentare nella prefettura di Oristano per la consegna della medaglia d’oro alla memoria di Roberta. Ma che modi sono questi, siamo gente povera ma una dignità l’abbiamo anche noi».
 C’è indignazione anche per l’amministrazione comunale di Sanluri. «Abbiamo chiesto un piccolo pezzetto di terreno in cimitero, nella parte nuova, per dare una tomba a Roberta e toglierla dal loculo - prosegue Efisiana Pia -, non ce l’hanno dato. La mia bambina sognava una casetta tutta sua, stava già mettendo da parte qualche soldo. Non ha fatto in tempo, me l’hanno strappata prima. Adesso vorrei dargliela io questa piccola casetta, una tomba tutta sua. Dove anch’io voglio essere sepolta per poter stare per sempre assieme a lei. Chiedo forse troppo?».
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Infatti  nel luglio  di 3 anni  fà  la  loro figlia  fu dopo anni   di molestie  fu  barbaramente uccisa  sul lavoro   da  un maniaco  . Ecco qui un riassunto della  vicenda  sempore dalla stesso  giornale 
SOLARUSSA. La chiamavano al telefonino, ma lei non rispondeva. Era morta, brutalmente assassinata in quella stanzetta dell’ambulatorio della guardia medica. Il 3 luglio del 2003 Roberta Zedda era arrivata lì, a Solarussa, per sostituire una collega, non sapendo che l’attendeva un appuntamento con il suo assassino. Un ragazzo che nemmeno conosceva, di cui ignorava l’esistenza. Mauro Zancudi, operaio di Solarussa che oggi ha 27 anni, si costituì alcune ore dopo l’omicidio e da quel momento, mentre le indagini andavano avanti, fu un susseguirsi di particolari agghiaccianti sulla ricostruzione del delitto.
 Mauro Zancudi aveva bussato alla porta dell’ambulatorio e aveva chiesto di poter essere visitato per un mal di denti. Roberta Zedda aprì la porta, non intuendo che di lì a poco si sarebbe trovata di fronte un ragazzo che l’avrebbe uccisa con una serie di coltellate e che, mentre lei agonizzava, ne avrebbe abusato.
 Le urla disperate di chi a trentun’anni non voleva morire non bastarono. Nessuno poteva udirle, perché i presidi ambulatoriali non erano vigilati.
 Due anni dopo il delitto la Corte d’Assise condannò a trent’anni Mauro Zancudi.
 Da quel giorno di luglio del 2003 molte cose sono cambiate. Ma la presenza delle guardie giurate non basta: i vigilantes negli ultimi tempi hanno infatti subito diversi assalti, alcuni terminati con i malviventi che hanno rapinato le guardie giurate della pistola di ordinanza.






1 commento:

FronEsis82 ha detto...

noi sardi abbiamo sempre le palle quadrate!