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14.9.25

L’insegnante di Capoterra al ministro Valditara: «Ogni giorno 150 chilometri per arrivare a scuola, mi rimborsi lei»

 nuova  sardegna  del  14\9\2025

Alessandra Boi insegna all’istituto comprensivo di Villasimius: «Almeno 300 euro di benzina al mese, lo stipendio sarà sempre inferiore ad altri colleghi»


« Onorevole Ministro Valditara, Mi rivolgo a lei in qualità di insegnante di scuola primaria, attualmente assegnato a una sede di lavoro che dista circa 75 km dalla mia residenza, per un totale di 150 andata e ritorno. Come lei può immaginare, questo comporta un notevole impegno economico per le spese di carburante, che incidono significativamente sul mio stipendio», inizia così, candidamente, la lettera che Alessandra Boi, insegnante di Capoterra, ha deciso di indirizzare nientemeno che al ministro dell’Istruzione. Una «provocazione» per farsi ascoltare: «Chiedo direttamente a lui un rimborso per la benzina».
A raccogliere la sua storia è stato subito la giornalista Ygnazia Cigna su Open. Docente precaria con un’esperienza di oltre dieci anni tra scuole pubbliche e private, quest’anno ha partecipato al concorso («no, alla gara, è una vera e propria gara dove vieni scelto da un algoritmo») arrivando a inserire, tra le opzioni di sedi nella sua Provincia, anche Comuni lontani. Dalla graduatoria è stata destinata all’Istituto comprensivo di Villasimius. «E lavorativamente, per carità, è stata una gioia», commenta, ma dal punto di vista logistico sarà un inferno: Capoterra e Villasimius distano un’ottantina di chilometri, un’ora e venti di auto, «almeno 300 euro di benzina al mese».
Ogni mese il suo stipendio sarà inferiore, per dire, «rispetto a quello di chi vive a dieci minuti dalla scuola», senza possibilità di accedere a rimborsi di alcun tipo. Ed è proprio questo che Alessandra Boi propone al ministro. Così nella lettera: «Mi trovo in una situazione di svantaggio economico poiché i costi della benzina pesano notevolmente sul mio budget. In considerazione di ciò, chiedo cortesemente se sia possibile prevedere un contributo per le spese di carburante per gli insegnanti che, come me, si trovano a dover percorrere lunghe distanze per raggiungere la sede di lavoro. Un tale contributo potrebbe essere erogato sotto forma di buoni carburante o di rimborso parziale delle spese sostenute».
Il suo anno scolastico è iniziato il 2 settembre, spiega, con adempimenti e organizzazione delle classi. Dopo dieci giorni di viaggi, con sveglia alle 6 del mattino e ritorno a casa nel pomeriggio inoltrato, la fatica di un anno intero di scuola fa paura. E pensare che la prima campanella deve ancora suonare: gli alunni arriveranno lunedì: «L’anno scorso ho accettato una supplenza prima di sei ore e poi di dodici come insegnante di sostegno tra Capoterra e Sestu, in tre plessi – racconta –, stavolta sono contenta perché insegnerò le discipline in cui sono specializzata, matematica e scienze, e ho una classe prima. Di questo sono molto contenta. Il peso del viaggio, e la decurtazione fissa che avrò dallo stipendio, però, si fanno sentire». E pensare che qualche collega nella sua situazione ha preso casa a Villasimius. Perderà meno ore in auto ogni giorno, ma anche più soldi dal portafoglio.
Boi suggerisce anche tre opzioni di buoni che vengono utilizzati in aziende e privati e che potrebbero essere presi come esempio. «Se Valditara dovesse rispondermi confido che non ci sia problema per trovare la modalità giusta – sorride la prof –. Il contributo potrebbe coprire, se non tutto, almeno metà del budget speso e dimostrabile con gli scontrini. Insomma, avrei mille proposte».








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Le nostre iniziative


Speciale



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31.7.22

Se vogliamo che aumenti la consapevolezza, deve cambiare la narrazione delle violenze stradali.

in  sottofondo  \  colonna  sonora
Canzone per un'amica (nota anche come In morte di S.F.)     


  Grazie   della segnalazione al gruppo sulle  vittime della strada     Giustizia per Davide Marasco curato 
immagine simbolo 
dalla madre,  Maria  Grazia Carta  ,  ne  ho racconto    su  questo  blog  la  sua  storia e   lo pure  intervistata.Concordo   con  il post  riporto  sotto  perchè  si è passati  da  un ecesso    opposto     dal  silenzio  \  tabu   vedere  la   censura e le pressioni  da   parte di  quello  che   all'epoca  si chama  L'ANAS,  che  fece pressioni per evitare una cattiva pubblicità in tema di sicurezza stradale.    che dovette subire Guccini per Canzone per un'amica (nota anche come In morte di S.F.) . Adesso è ora di cambiare   la narrazione di tali   eventi .

P.s 
lo  so    che mi  contraddico    visto che  metto  tale     canzon e come   colonna  sonora  del post  ,  ma  non  ne  trovo  altre   che parlino    in maniera  poetica   , psiclogica  e   non banale  ( o  quasi   )     di  tali eventi  
  


Una narrazione sbagliata «Cambiare il racconto delle violenze stradali per cambiare cultura»

Caro direttore, «Sara, vittima di una strada maledetta»; «morta travolta da un’auto»; «il conducente ha affermato di essere rimasto abbagliato dal sole»; «una ragazza è stata investita sulla Grevigiana prima delle 20»; «stavolta ha incontrato un destino crudele e ingiusto» sono alcune delle parole usate dai giornali per raccontare lo scontro che ha ucciso Sara Bartoli, meravigliosa ragazza di 30 anni che stava allenandosi correndo lungo la Grevigiana. Parole che fanno parte di una narrazione sbagliata in essere ormai da tempo con grande coerenza in molti media quando si parla di violenza stradale, che ha delle caratteristiche ben precise e delineate:

1) si deresponsabilizza il guidatore umanizzando il mezzo e quindi Sara è morta perché un’auto l’ha travolta. Chi guidava l’auto è nel retro-pensiero;

2) si giustifica il guidatore. L’abbagliamento è uno degli argomenti più usati, come se fosse un qualcosa di imprevedibile, occasionale. Intorno alle 20 in quella posizione, in questo periodo dell’anno la situazione con quella posizione del sole si ripeterà per settimane. Come fa a essere una giustificazione? Sarebbe come dire ho buttato un fiammifero ma sono rimasto sorpreso che il bosco fosse secco in questo periodo;

3) la colpa è di altre cose inerti, come la strada, questo agglomerato di asfalto che probabilmente è lì da secoli e che, per il suo essere senza movimento è comunque maledetto;

4) l’assenza di arbitrio; nessuno poteva fare qualcosa di diverso per evitare che una giovane vita fosse cancellata dalla terra. È stato il destino crudele e ingiusto. Da questa lettura nasce anche la parola usata per descrivere questi scontri mortali: incidente, che nella sua etimologia implica l’avvenimento di un evento per caso senza responsabilità degli attori;

5) la colpa delle vittime nascosta nell’uso intenso del passivo. Si scrive Sara è stata investita invece che scrivere un automobilista ha investito Sara. Da oggetto passivo di uno scontro, il pedone diventa spesso soggetto di una frase a costruzione passiva, come se il suo ruolo fosse quello più importante. Non a caso gli inglesi chiamano il passivo the exonerative tense.

Non sappiamo come sono andate le cose ma questa narrazione non ci aiuta certo a lavorare perché altri giovani non vengano uccisi sulla strada. La strada, il sole, il destino non c’entrano niente nella morte di Sara. C’entrano solo i comportamenti di chi guidava l’auto e quelli di Sara. Studiarli, capirli e raccontarli in maniera giusta può solo servire a cambiare una cultura della mobilità che uccide soprattutto gli utenti vulnerabili, che hanno il diritto di usare la strada come e forse di più delle auto. Perché la strada è di tutti. E tutti abbiamo il diritto di usarla senza perdere la vita.

*associazione Lorenzo Guarnieri Onlus

10.6.21

Maria Grazia Carta, sopravvivendo al dolore che conosce solo una madre alla quale muore un figlio in un OMICIDIO STRADALE , è riuscita a rendere questa terribile esperienza sorgente di nuova vita. educando i bambini delle scuole all'educazione stradale

N.b
Per  chi leggesse   di questa  storia    può  o  andare  in archivio   visto    che ne   abbiamo  parlato  precedentemente  ma se   non avete  voglia  o tempo  trovate il racconto (  e non solo )   qui sotto in questo video   



oppure         qui     dalla  nuova Sardegna del  10\6\2021


N.b 2
le  foto   salvo la  1  centrale  presa dall'articolo sotto  citato   , aono prese dalla pagina  fb  di Maria Grazia 


Ora la madre Maria Grazia Carta, sopravvivendo al dolore che conosce solo un  familiare   alla quale muore un figlio, è riuscita a rendere questa terribile esperienza sorgente di nuova vita. Ed ha  incanalato il suo dolore  non nell'odio e nella vendetta (  e sta ancora lottando  visto che attende  la sentenza  , ormai  vicina    della cassazione  ,  vedere   secondo articolo sotto  )  ma in programmi  di prevenzione   nellle  scuole  .Infatti dopo la morte del figlio ha deciso di portare la sua esperienza nelle scuole. Parla ai ragazzi Maria Grazia, ai loro genitori, agli insegnanti e alle istituzioni che lei stessa giudica 
locandina  della  sua iniziativa  

giustamente   assenti.
E proprio nelle scuole, ai bambini e ai ragazzi che chiama “semi”, la signora Carta parla di sicurezza stradale, di rispetto della legge, di amore per la vita; lo fa per ricordare Davide e per evitare che ci siano altre famiglie colpite da tragedie come la sua .
 << [...]Sono sarda e come tale tenace e sin dall’inizio, dal momento in cui ho saputo che mio figlio è stato ammazzato, ho giurato che avrei fatto prima la battaglia giudiziaria e poi ho voluto fare qualcosa di buono per il futuro, per le giovani vite ma anche per chi è sordo e non vuole ascoltare.
Sto portando un messaggio all’interno delle scuole perché serva a scuotere le coscienze di tutte quelle istituzioni che non si fanno carico di quella che è la sicurezza stradale.
Oggi più che mai si muore sulle strade tra l’incuria istituzionale, ma io ho fatto un giuramento a Davide  perché quello che gli è successo non capitasse più.La vita è bella, è una sola e rivolgo un appello: non ammazzatevi e non ammazzate: salite in macchina consapevoli che anche un solo bicchiere di birra o di vino vi può togliere la lucidità >> ( da https://www.castedduonline.it/automobilista-educazione-stradale/ 


«Davide travolto da un ubriaco
ora insegno le regole ai bimbi»

di Silvia Sanna

SASSARI
In fila tra i percorsi tracciati nel cortile, attenti a rispettare la segnaletica e le distanze con le loro macchinine di cartone. Poi alla domanda "cosa si indossa appena si entra in auto?" rispondono in coro "il cervello", perché è la testa l'elemento più importante, ancora più della cintura di sicurezza. Hanno dai 3 ai 13 anni, sono gli scolari di un istituto comprensivo di Roma, quartiere Tor Bella Monaca:





 tutti gli alunni, dall'infanzia alla secondaria di primo grado, conoscono l'insegnante Maria Grazia Carta, maestra quest'anno della prima elementare. Nuorese di 59 anni, da 26 vive a Roma: è la mamma di Davide Marasco, investito e ucciso due anni fa - il 27 maggio del 2019 - da un automobilista ubriaco mentre in sella al suo scooter, di notte, andava a lavorare nel panificio. Da quando Davide non c'è più la mamma Maria Grazia non si è fermata nel portare avanti la sua duplice battaglia: ottenere giustizia per la morte del figlio

ed evitare altre croci come la sua. «Educare i bambini e gli adolescenti è fondamentale: imparano presto le regole e le insegnano ai genitori, agli adulti che usano l'auto ogni giorno - spiega Maria Grazia - e troppo spesso si dimenticano che al volante bisogna essere lucidi: niente distrazioni, come il telefono cellulare, e niente alcol. Se la persona che ha travolto Davide avesse usato la testa, mio figlio sarebbe ancora qui con noi, con la sua famiglia, con il suo bambino». E proprio ai bambini, "i semi" come li chiama Maria Grazia Carta, si rivolge la campagna di educazione stradale che tante scuole, sull'esempio di quella in cui lei insegna, vogliono inserire nel Ptof, il Piano triennale dell'offerta formativa. «Io ci sono, l'ho promesso il giorno in cui è morto mio figlio: voglio impegnarmi perché altre madri non debbano piangere come me».Lezione speciale. Il progetto si chiama "Una scuola sulla buona strada" e punta a diffondere «la cultura del rispetto e della legalità tra i bambini e i ragazzi - spiega Maria Grazia Carta - per veicolare il messaggio anche gli adulti. I piccoli sono gli automobilisti di domani e devono crescere con la consapevolezza che un'auto può trasformarsi in un'arma potenzialmente pericolosissima per se stessi e per gli altri. Abbiamo insegnato ai bambini che non ci si può mettere al volante dopo avere bevuto alcolici o assunto droghe, e che è vietato telefonare o mandare messaggi. Loro hanno capito e lo ricorderanno a qualche genitore distratto». L'iniziativa ideata da Maria
Grazia, presidente dell'associazione sportiva e culturale Davide Marasco, è stata accolta con entusiasmo dalla scuola in cui lei insegna, l'Istituto comprensivo Via Acquaroni, e tutti gli alunni hanno partecipato con elaborati e prove pratiche «sulla base delle diverse fasce d'età». Il 27 maggio, giorno del secondo anniversario dell'incidente in cui Davide perse la vita, i piccolini hanno letto i temi e i pensieri dedicati a lui e a tutte le vittime della strada, hanno piantato alberi, illustrato le regole imparate alla perfezione. «Sono stati bravissimi, alunni, colleghi e dirigenti hanno dimostrato da subito una sensibilità straordinaria. Avere loro accanto mi ha aiutato ad affrontare il momento più doloroso della mia vita, in cui mi sono sentita abbandonata dalle istituzioni. Invece la scuola è presente e dimostra ancora una volta di essere capace di grandi cose, arrivando a sensibilizzare su temi cruciali come la sicurezza stradale sui quali lo Stato invece è assente. Non c'è infatti alcuna campagna di educazione, non si fa abbastanza per fare capire che chi guida deve essere lucido, perché bere anche un solo bicchiere di birra può rivelarsi fatale».I testimonial. Accanto a Maria Grazia, in alcune iniziative nelle scuole, c'è Omar Bortolacelli: è anche lui una vittima della strada, sopravvissuto a un incidente che gli ha lasciato una infermità gravissima. Operatore del 118, aveva 27 anni quando l'ambulanza su cui viaggiava si schiantò: un colpo di sonno del collega alla guida e l'esistenza di Omar cambiò per sempre. «Gli avevano dato poche ore di vita - dice Maria Grazia - invece è sopravvissuto. Ha perso l'uso delle gambe ma nonostante questo non si è mai arreso: è diventato un campione di motociclismo, fa immersione subacque ed equitazione. E continua ad aiutare gli altri, come operatore del
118, sempre con il sorriso. Dice che lo sport lo ha salvato e per i ragazzi è un ottimo esempio di coraggio e determinazione. Sono fiera che mi accompagni in questo viaggio, perché so che Davide ne sarebbe felice».Il futuro. Maria Grazia Carta ha lasciato la Sardegna molti anni fa «ma l'isola resta casa mia, sono sarda e tenace come tutte le donne sarde. Non ci pieghiamo mai e andiamo avanti a testa alta, come diceva Grazia Deledda. Nuoro è la mia città, il luogo del cuore. Lì ho le amicizie più care e i ricordi più belli. Anche Davide, che era nato a Sassari, amava tanto Nuoro: era tifoso della Nuorese, la squadra gli ha dedicato gol e striscioni bellissimi. Saremmo tornati insieme d'estate. Invece ci andrò da sola o con gli altri miei figli. E mi piacerebbe ricordare Davide anche lì, portare la testimonianza di una madre che ha perso un figlio per colpa del comportamento insensato di un'altra persona: solo così riesco a dare un senso alla mia vita e ad aiutare altri a salvare la propria».

26.5.21

TOR BELLA MONACA / VIA ACQUARONI L’istituto di via Acquaroni ricorda Davide Marasco nella settimana dell’eduzione stradale L’iniziativa, fortemente voluta da mamma Maria Grazia Carta, si svolgerà nel giorno del secondo anniversario di scomparsa

 


Di  cosa  stiamo  parlando  
oltre   gli articoli del blog  , cercateli   nell'archivio , potete leggere  e sentire  l'intervista  alla  madre  qui  https://www.castedduonline.it/automobilista-educazione-stradale/


Anna Grazia Concilio

RomaToday

24 maggio 2021 18:24

“Non c’è un modo migliore per ricordare Davide se non quello di dedicare un’intera giornata alla sicurezza stradale perché la scuola continua, seppure con pochi mezzi a disposizione, a dare il massimo e a sostituirsi alla politica”. Queste sono le parole di Maria Grazia Carta, mamma di Davide Marasco ucciso da un pirata della strada all’alba del 27 maggio del 2019: è lei la promotrice dell’evento “Una scuola sulla buona strada”, fissato in calendario nel giorno in cui ricorre l’anniversario della morte di suo figlio.

Maria Grazia Carta e Davide Marasco


Sono trascorsi due anni da quando Naim Xhumari, cittadino di origini albanesi, ubriaco al volante, ha investito e ucciso Davide Marasco, di 31 anni, dopo aver imboccato contromano la via Casilina, all’altezza del quartiere Torre Maura. Da quel giorno, mamma Maria Grazia ha avviato una lunga battaglia, non solo legale ma anche sociale: già perché per la donna, insegnante presso la scuola di via Acquaroni a Tor Bella Monaca, della morte di Davide sono tanti i responsabili, in primis le istituzioni: è necessario fare prevenzione e sottrarre i territori al degrado affinché simili tragedie non si ripetano più.Raccogliendo la disponibilità della dirigenza e dei colleghi, Maria Grazia ha organizzato un’intera giornata dedicata a giochi, workshop, testimonianze e incontri nell’ambito della ‘settimana dell’educazione stradale’. “Saranno coinvolti tutti i bambini e i ragazzi dell’istituto comprensivo, in base all’età verranno riservate specifiche iniziative – ha concluso – L’impegno è massimo affinché queste morti non avvengano mai più”.

25.5.20

Piena giustizia per Davide Marasco

Lo so che è  un articolo non mio   , ma     questo  è  uno dei casi in cui  un aggiunta  \  integrazione    ad  un articolo     rischia  d'appesantire   la  vicenda  in questione     di cui  si  ci  siamo già occupati su queste pagine   qui tutti gli articoli precedenti   :


dal  bellissimo  blog  https://traccevolanti.com




Il 4 giugno a Roma si terrà l’udienza d’Appello per l’omicidio di Davide Marasco. Chiesti i domiciliari per Naim Xhumari, condannato il 10 gennaio a sette anni e due mesi per omicidio stradale. Condividiamo l’appello di Maria Grazia Carta, la mamma di Davide per pretendere piena giustizia.



Tra due giorni sarà passato un anno da quell’alba maledetta del 27 maggio 2019. Davide Marasco, 32 anni, padre di un bambino di quattro, come tutte le mattine stava andando a lavorare con il suo scooter sulla via Casilina, quando Naim Xhumari, ubriaco e contromano lo ha investito in pieno con la sua auto, lasciandolo a terra, senza prestare il minimo soccorso. 12 mesi sono trascorsi, nei quali Maria Grazia Carta, la mamma di Davide ha lottato per ottenere giustizia e per mantenere la memoria di suo figlio, attraverso gesti di solidarietà e cura del prossimo. Ha interpretato il percorso giudiziario come una strada per arrivare ad una condanna che richiamasse al rispetto della vita di ognuno e al senso di responsabilità di chi, infrangendo la legge, può distruggere la felicità di intere famiglie. Non ha mai voluto vendetta Maria Grazia, ha rifiutato strumentalizzazioni razziste, proposte da chi non le ha offerto il conforto istituzionale, ma cercava di usare il suo dolore per fini propagandistici.

Il 10 gennaio è arrivata la sentenza. Sette anni e 2 mesi è stata la condanna inflitta nel processo con rito abbreviato a Naim Xhumari, riconosciuto colpevole di omicidio stradale. Una pena significativa di cui Maria Grazia si è dichiarata soddisfatta, ma purtroppo non ha potuto nemmeno questa volta riprendere le forze. Il 4 giugno ci sarà l’udienza d’appello: si prospetta la possibilità della concessione degli arresti domiciliari per chi ha ucciso Davide. Per le misure di distanziamento sociale, non si può chiedere, come fatto il 10 gennaio, di andare al tribunale per manifestare la vicinanza a Maria Grazia, ma si può condividere la sua lettera, breve e diretta, come è lei, per ribadire con forza la necessità di giustizia.
“Buongiorno, in qualità di madre di Davide Marasco sono offesa indignata e arrabbiata per la richiesta di appello degli arresti domiciliari di Xhumari Naim, udienza che si terrà a Roma il 04/06/2020. Trovo vergognoso che a meno di un anno, dopo aver ammazzato mio figlio con delle modalità criminali e senza averlo soccorso, il suo carnefice possa usufruire di una scelta che lui stesso non ha concesso a Davide. Se si considera il fatto che sia anche scappato subito dopo averlo preso in pieno, come non si può tenere conto che potrebbe approfittarne per scappare nel suo luogo di origine o comunque allontanarsi dal suo domicilio e reiterare il reato? Se ciò dovesse accadere sarebbe una sconfitta della giustizia e un ulteriore oltraggio nei confronti della vittima. Chiunque a questo punto, si sentirebbe autorizzato a delinquere, a scappare, rimanendo così impunito. PRETENDO PIENA GIUSTIZIA.



17.1.20

Davide Marasco ed l'ennesimo caso del paradosso e del grottesco sistema giudiziario italiano patria del diritto romano


   di cosa stiamo parlando  



davide con la madreCondannato a 7 anni l'uomo che travolse Davide Marasco. La mamma: “Lotterò per fermare queste morti”



Davide Marasco è morto a 31 anni lo scorso 27 maggio a Roma. Il ragazzo è stato travolto da un'automobile mentre era in sella al suo scooter e stava percorrendo via Casilina, quartiere di Torre Maura. La vettura, che procedeva contromano, lo prese in pieno. Oggi Naim Xhumari, che quel giorno guidava ubriaco, è stato condannato a 7 anni e 2 mesi per omicidio stradale al termine del rito abbreviato (e quindi ha beneficiato dello sconto di un terzo sulla pena). La procura aveva chiesto una condanna a cinque anni.




Da quanto   afferma  il legale della  famiglia   il  giudice   ha   applicato la legge 
e sembra che ci sia una forma di giustizia . Ma come si evince anche dall'intervista la madre fa capire che definire questa Sentenza giusta è un parolone
Infatti  :  <<  Per la morte di un figlio non c'è pena che tenga .....ma essere umiliati da un Pm .... che ricordo a tutti dovrebbe tutelare la vittima e aveva chiesto 5 anni è una vergogna .... istituzioni coinvolte. ... odio gli indifferenti! >>
Come ho già detto del titolo tale sentenza è una specie di paradosso del nostro sistema giudiziario . Infatti  come dice   qui    a BelvedereNews    : <<  Attenzione alle richieste di patteggiamento da parte degli imputati>> Marina Fontana, donna simbolo nella lotta per la sicurezza stradale, che ha sottolineato, in un post pubblicato direttamente sul suo profilo ufficiale come si rischi <>. 
Riflessioni, quelle della palermitana, meditate ed accorate: <>.
Sempre secondo   l'articolo prima citato  un esempio pratico: “Mimmo Crisafulli fu ucciso a Catania da una macchina che non aveva rispettato lo stop. Il Pm diede parere favorevole alla richiesta di patteggiamento proposta dalla colpevole a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, ritenendo che Mimmo Crisafulli andasse troppo veloce e che, quindi, avesse delle colpe importanti nell'incidente dove ha perso la vita. Il problema sussiste proprio nell'individuazione di quelle colpe. Nel caso di Mimmo, fu solo la procura a convincersi di questa tesi, senza alcun contraddittorio. Ne consegue che Mimmo fu ritenuto colpevole della sua morte senza potersi difendere in quanto deceduto. Ciò viola il principio di giusto processo e di difesa sancito dalla nostra costituzione.
Il patteggiamento con il concorso di colpa di chi non può difendersi è profondamente incostituzionale, ne sono convinto. La nostra associazione ha presentato un ricorso alla suprema corte proprio nel caso di Crisafulli, cercando di evidenziare questo aspetto molto importante. Il ricorso al patteggiamento svilisce, di fatto, il processo penale. In passato questo istituto giuridico è stato abusato al punto tale che è nata la necessità della legge sull'omicidio stradale. Io posso capire che la giustizia sia ingolfata da una montagna di procedimenti e che sia di interesse comune smaltirne una parte velocemente, tuttavia, quando si tratta di dare colpe a chi non può difendersi senza un regolare processo, varchiamo la soglia dell’inaccettabilità”.
Un  abuso    ed  un uso eccessivo  . E'  vero che   alcuni incidenti  , ma una piccolissima parte  sono dovuto al  concorso di    colpa  di pedoni  ma la  maggior  parte  è colpa  delle incoscienze  e  di pessimi comportamenti alla  guida come    il  guidare ubriachi   o sotto effetto droghe  .
Ma  quello più scandaloso e  che indigna  di più è il rito abbreviato   arma  a doppio taglio    che   a  andrebbe    : limitato  l'uso    e  usato  ( se non addirittura  proibito )  in casi eccezionali  , visto che    certi    azzeccagarbugli  legali  non hanno scrupolo  nell'usarlo spregiudicatamente  come  casi come  questo   e   nei femminicidi  .Il rito abbreviato come il patteggiamento dovrebbero essere esclusi per il reato di omicidio stradale , come accade per altri reati . Le pene aumentate in maniera tale che quando ci si mette in guida si usa un po di piu il cervello.
Speriamo   che , come sembra   di capire  dalle  parole della madre  (  vedere  video sopra  )  ,   la  famiglia  di  Davide   dovesse  fare  ricorso   , trovi un giudice  illuminato   \  di buon senso  che  non accetti la proposta  della  difesa  di usare   tale  tecnica giuridica   che   porta  ad una riduzione  della pena   da scontare   per il reo   ed  ad ulteriore   dolore  per  i familiari della  vittima     

  concludo segnalando questa  iniziativa 

“Rispettiamocinstrada”, manifestazione al Colosseo domenica 23 febbraio 2020

News • di  15 Gennaio 2020
La manifestazione per la sicurezza stradale di domenica 23 febbraio 2020 a Roma si avvicina e il comitato promotore è al lavoro per definire i diversi aspetti dell’evento. Nella riunione di martedì 14 gennaio è stato scelto il nome della giornata – “Rispettiamocinstrada” – che sarà veicolato sui social con l’hashtag #Rispettiamocinstrada: un’espressione che sintetizza la richiesta di rispetto tra le diverse categorie di utenti della strada, perché proprio la mancanza di rispetto – delle regole, delle persone e della vita – produce situazioni di pericolo trasformando le vie e le piazze delle città in teatri della strage quotidiana dovuta principalmente a chi guida il mezzo più forte, l’automobile, che ha ormai saturato tutti gli spazi.
L’urgenza di scendere in piazza, anche alla luce delle cronache, è molto sentita in tante realtà associative che si occupano di sicurezza stradale e mobilità sostenibile e stanno continuando a dare la propria adesione all’iniziativa: la lettera-appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata inviata nei giorni scorsi, preannunciando la manifestazione. Gli organizzatori si sono rivolti proprio al Capo dello Stato per cercare un’interlocuzione istituzionale al livello più alto, perché la sicurezza stradale è alla base della convivenza civile e l’Educazione Civica dovrebbe ripartire proprio da qui, dalla cultura del rispetto per tutti i cittadini utenti della strada, nessuno escluso, a cominciare dai più fragili: pedoni, ciclisti, bambini, anziani e disabili. Dalla moderazione del traffico, dal controllo capillare del rispetto della velocità sulle strade.
Corso promozione mobilità ciclistica
Come luogo è stato scelto il Colosseo, sia per il valore simbolico sia anche per la vicinanza della fermata della metropolitana visto che molte persone arriveranno da fuori Roma e potranno così raggiungere comodamente i Fori Imperiali. alle ore 11. Per domenica 23 febbraio 2020 a Roma è prevista anche l’iniziativa “Via Libera” con un anello ciclopedonale di circa 10 chilometri che passerà anche da lì e dunque anche l’afflusso delle bici e delle persone a piedi dovrebbe essere favorito.
Bikeitalia.it continuerà a seguire le fasi organizzative e a comunicare tutte le novità inerenti all’iniziativa che promuove e sostiene: Rispettiamocinstrada, ci vediamo domenica 23 febbraio 2020 alle ore 11 al Colosseo – Fori Imperiali.

11.7.19

dialogo con Maria Grazia Carta - Marasco madre di Davide vittima di un incidente sul fenomeno endemico delle morti stradali

di cosa  stiamo parlando 

 del caso  (   trovate  nel  primo collegamento ipertestuale   dell'articolo sotto la sua  storia  la  sua  storia  )  Maria Grazia Carta, mamma di Davide Marasco investito ed ucciso da un Albanese ubriaco che lotta  non solo per  avere   giustizia  ed evitare   che il suo caso   sia strumentalizzato    per  scopi  di propaganda politica  da  Casapound  e  forza   nuova  . Ma  soprattutto perchè lo  stato   sia responsabile   e  faccia di tutto   contro  il fenomeno ormai  endemico    delle  morti sulle strade  





Incuriosito     dalla  sua  storia l'ho  contattata .  Dai contatti    sui social     e  via  cell  (telefonate  e  messaggi di  whatsapp  , poi  trasformati  in amicizia  ,  è nato il post  d'oggi  .  uno scambio  d'opinioni  su  come  le istituzioni   dovrebbero affrontare i  problemi  dell'alto numero delle  vittime degli incidenti  stradali   ormai divenuti ( come succede  per  tutto  )  una piaga nazionale  .
IO
 penso   per  chi guida   in maniera irresponsabile  (  ubriaco , drogato  , con il cellulare  ) meriti  certo pene  severe  . Carcere ed  ritiro   definitivo  patente  per  chi  è recidivo  , sospensione  ed  restituzione  dopo   che  ha  affrontato   dell'iscrizione  e della frequenza    obbligatoria    di  centri  per  disintossicazione    se  drogato  alcolista più  servizi sociali obbligatori  del tipo   assistenza   in strutture private o pubbliche    dove  sono ricoverati coloro che hanno    subito menomazioni  da incidenti stradali  . Questo deve  essere  fatto di pari passo  ai  controlli  sule  strade   urbane  ed  extraurbane  .   L’importante è che le normative in vigore siano rispettate e applicate. In fondo tutti vogliono arrivare a destinazione senza incidenti, senza mettere in pericolo gli altri e sé stessi». l’applicazione è più importante della sanzione. Per questo motivo si devono aumentare i controlli della polizia e le campagne di sensibilizzazione  anche  se   su questo sono  un po' scettico  perchè  , ovviamente  senza  generalizzare   , molti  se ne fregano  , almeno fin quando    non subisco o o un lutto   o  ci finiscono coinvolti in prima persona  .  infatti : [... ]  Anche in Italia --   come  fa  notare questo  articolo   di  http://www.posizionamentocreativo.it/ --- nell’ottobre del 2013 la stessa Asasp aveva promosso una campagna di sicurezza stradale dal nome “Un messaggio accorcia la vita”, sulla falsariga del famoso spot anni ’90 con Lopez che chiedeva di fare un’ultima, infinita telefonata prima dell’esecuzione capitale ( lo slogan, per chi non se lo ricordasse, era :“una telefonata allunga la vita”). La campagna ha avuto il patrocinio delle associazioni Lorenzo Guarnirei e Gabriele Borgogni. 
Sono numerosi gli esempi di comunicazione sul tema, in Italia e in Europa. Vediamone qualcuna!Questo è uno spot francese creato già nel 2008: 

I commenti sotto sono abbastanza allarmanti, con alcuni ragazzi che giustificano l’uso del cellulare alla guida accusando il video di demagogia.


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Infatti

[...]

Chi usa il cellulare al volante rischia gravissimi incidenti già a 50 km/h. Eppure, nonostante questo pericolo, multe severe e numerose campagne di sensibilizzazione, questo malvezzo è prassi corrente. Quale potrebbe essere allora la strategia giusta per sradicarlo?
Anche Lei ha rischiato di essere investito da un’automobilista poiché quest’ultima invece di osservare la strada, guardava lo schermo del suo cellulare? Avrebbe mandato anche lei questa smombi neologismo composto dalle parole smartphone e zombi) a quel paese? 
Ma sia sincero! Non ha mai ceduto alla tentazione di rispondere alla chiamata di un amico o di dare un’occhiata alle novità su Facebook mentre era alla guida dell’auto o in sella alla bicicletta? 
Ci sono pedoni che non riescono a camminare e a usare contemporaneamente il cellulare senza cozzare contro un palo della luce o finire contro altre persone. E allora ci si chiede perché c’è gente che si ostini a fare due cose nello stesso tempo: guidare e servirsi dello smartphone. È un interrogativo sollevato in un video #ItCanWait (del governo della provincia Western Cape) nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione sudafricana che ha suscitato un grande interesse in tutto il mondo.







Se a una velocità di 50 chilometri all’ora guarda per due secondi il suo cellulare percorre 28 metri alla cieca. Queste disattenzioni possono costare la vita agli altri utenti della strada, soprattutto ai pedoni o ai ciclisti. Un crash test dell’azienda di assicurazioni AXA Winterthur mostra ciò che può succedere alla vittima a causa dell’imprudenza di un automobilista.














CRASHTEST28 metri alla cieca




Nonostante queste conseguenze, gli smombi fanno ormai parte del traffico quotidiano. [... ] continua qui su https://www.swissinfo.ch/ita
LEI

Specificherei che lo stato di polizia non basta ..io proporrei anche se è una conquista il reato di omicidio stradale di non porre limiti sul tasso alcolemico ma comunque una volta verificato lo stato di ebbrezza dì applicazione la sanzione più alta e il ritiro a vita della patente per chi alla guida sia in stato di ebbrezza o altre sostanze o comunque non rispetti il codice della strada...Le istituzioni devono garantire la percorribilità delle strade ormai ridotte si minimi termini. .con buche ecc ...la segnaletica fatiscente e priva di controlli... basta con il garantismo e zero tolleranza .. basta con le stragi di stato sulle strade

Non  sono completamente  d'accordo    sulla  prima parte  soprattutto  perchè : << basta con il garantismo e zero tolleranza >> perchè  cosi  si  cade  in uno stato repressivo   di polizia  .Va bene  la  severità  e   delle regole o  "  dei paletti  " ma  senza  esagerare  .  Perché va benissimo   che  sia  stato introdotto  il reato dell'omicidio    stradale   perchè  chi  guida non rispettando  il codice  (  indipendentemente  dalla recidività o meno  ) commette un omicidio  visto che  le   auto e le moto   sono se usate    male ed  incoscientemente  delle armi  .Cosi pure   che le  istituzioni   devono curare   di più  la manutenzione   delle strade  e  fare maggior   controlli ed   far  rispettare  la legge  , ma  evitando eccessi perchè non si combatte  un nemico  o  un fenomeno   con leggi  liberticide  e solo repressive   Ed  va bene  la  severità ma  allo stesso tempo saper usare il buon senso ed essere duri ma senza perdere la tenerezza ed la comprensione ( che non è giustificazione ). Sulla abolizione del tasso alcolemico non so cosa dire , in quanto non sono medico e non ho nozioni sufficienti per prendere posizione in merito . Infatti non è facile capire --- come dice  anche  https://www.money.it/tasso-alcolemico-limiti-sanzioni-guida-stato-ebbrezza --  dopo quanti bicchieri si rischia di superare questo limite; per questo motivo anche quando beviamo una sola birra abbiamo paura di metterci alla guida per il timore di aver superato il tasso alcolemico consentito.[---] Quante birre o bevande alcoliche si possono bere?
A questo punto immaginiamo che molti di voi si staranno chiedendo quante sono le birre o i bicchieri di vino che si possono bere per non superare i limiti consentiti dalla legge.
Non è semplice fare un calcolo anche perché la quantità di alcol nel sangue dipende non solo dalla quantità di bevande alcoliche, ma anche da altri fattori come il peso corporeo e il tempo trascorso dalla loro assunzione.
C’è poi un altro fattore, quello dell’alcol deidrogenasi. Si tratta di un enzima prodotto dal fegato che distrugge la molecola dell’alcol prima del suo ingresso nel sangue. Non tutte le persone però producono la stessa quantità di questo enzima, ed è per questo che alcuni sono più tolleranti.
Ad esempio, le donne producono meno alcol deidrogenasi rispetto agli uomini ed è per questo che il Ministero della Salute nella tabella per la stima di bevande alcoliche consentite fa una distinzione tra uomini e donne.
Potete scaricare la tabella di seguito, [  cliccando  sul  file   pdf  riportato sotto  oppure    dando un occhiata      all'immagine  riportata  da  me  sotto   con  il cattura immagini   \  schermata ] ma intanto ecco alcuni esempi su quante birre o bicchieri di vino, in base a sesso e peso, è possibile assumere senza superare il limite consentito:
  • uomo di 75 kg a stomaco vuoto: 1 birra e 1 calice di vino
  • uomo di 75 kg a stomaco pieno: massimo 2 birre e circa 2 calici di vino
  • donna di 60 kg a stomaco vuoto: 1 birra e mezzo calice di vino
  • donna di 60 kg a stomaco pieno: 2 birre e 1 calice di vino.








Per maggiori informazioni ecco la tabella completa pubblicata dal Ministero della Salute con tutte le informazioni sulla quantità di bevande alcoliche che si possono assumere per non rischiare di essere sanzionati per guida in stato di ebbrezza.










Tabella bevande alcoliche pubblicata dal Ministero della Salute con tutte le stime per la quantità di bevande alcoliche consentita così da non superare il tasso alcolemico.
Ma  allo stesso tempo  non la  biasimo   perchè  <<  se fossi stato al vostro posto...ma al vostro posto non ci so stare\ se fossi stato al vostro posto...\ma al vostro posto non ci sono stare.>> ma  soprattutto  capisco   cosa  vuole dire perdere  un figlio   in contesto del genere    e  soprattutto  vedersi strumentalizzare  ed  usare  a  scopo  propagandistico   la sua  vicenda  .  Infatti Maria Grazia  non ha    risposto  ed  non insisto     oltre  non  mi  va  di mettere  il dito nella  piaga  e  in un   dolore  cosi grande ad  alcune  domande  personali   sulla  sua  vicenda