4.6.19

Il cammino di Barbara per Mediterranea: da Bologna a Lampedusa facendo l'autostop e Cagliari a sorpresa, i mercati diventano biblioteche

Risultati immagini per barbara CASSIOLIC'è chi macina chilometri in pellegrinaggio verso Santiago de Compostela, confine Ovest d'Europa e chi, invece, s'inventa un cammino tutto suo, puntando all'altro confine, quello più a Sud, Lampedusa, per ricordare i migranti morti nel mar Mediterraneo. Barbara Cassioli, 32 anni, assistente sociale bolognese, è partita il 21 marzo, "giorno simbolo della Primavera" come sottolinea lei stessa, da Livergnano (Bo) e ha raggiunto l'isola il 2 giugno. 
Un viaggio rigorosamente in autostop e senza soldi perché lo scopo è ben preciso: tutto ciò che non spende e quello che le offrono durante il tragitto lo destina mensilmente alla ong Mediterranea, tramite bonifici sulla piattaforma di crowdfunding 
Produzioni dal Basso e raccontando il viaggio sul suo blog. "Grazie a tutte le persone che mi hanno ospitato, pagato cene, autobus o traghetti - racconta - finora ho donato circa 850 euro e conto di arrivare intorno a 1200 euro entro la fine di questa bellissima avventura". L'abbiamo incontrata in Calabria dove abbiamo viaggiato con lei da Gioiosa Jonica a Rosarno.
                  Video di Gianluca Palma



Il blog e   la  pagina facebook  di Barbara Cassioli
https://viaggiareapiediscalzi.com/
https://www.facebook.com/viaggiareapiediscalzi/


  e sempre  dal suo blog  uno dei testi più belli 


                            La cosa più difficile di questo viaggio.
FB_IMG_1558548470335.jpg“-Ne*ri di me*da, per me possono affondare tutti” (Grosseto, circolo arci)


-“Sono dei traditori della loro patria se se ne vanno” (Grosseto, circolo arci)
-“Gli stranieri sono avvantaggiati rispetto agli italiani perché un giorno a settimana hanno diritto a non lavorare” (Porrettana)
-“Beh, ma anche agli irregolari Conviene vivere in Italia perché lo Stato gli dà qualcosina ogni giorno” (Pistoia)
-“Chissà poi perché non prendono l’aereo!?” (Piombino)
-“Con tutti questi ne*ri, la città è pericolosa” (Grosseto)

La cosa più difficile di questo viaggio non è fare l’autostop e non sapere chi mi carica.Non è non sapere dove dormirò tra 3 giorni.Non è nemmeno salire a piedi al Vomero, sotto al sole, con questo zaino e neanche chiedere una pizzetta senza poterla pagare quando ho una gran fame La cosa più difficile di questo viaggio é il toccare con mano l’ignoranza nel suo significato etimologico, creata ad arte da una classe dirigente, per essere pilotata e lanciata, come una bomba, nella rabbia.Nella guerra innaturale contro l’essere umano più fragile.Sentire queste frasi con le mie orecchie é atroce, sconfortante, mi fa paura perché sono menti sdradicate dai corpi, dalla realtà e dunque facilmente pilotabili in qualsiasi direzione.Perché sono menti che non pensavo ma bevono come lavandini.Occhi che non vanno oltre. Corpi che non vivono, orecchie sorde che hanno paura. Vivono nella paura e nella convinzione di essere vittime di ingiustizia.É la cosa più faticosa di tutto il viaggio,Ma è lì che devo stare.Sono loro le persone che io cercavo.Per respirare un attimo e poi domandare, raccontare. Aprire la porta e così uno spiraglio. A volte sono riuscita.“Non lo sapevo che i marocchini avessero bisogno del visto per venire in vacanza qui”. “Non lo sapevo che gli eritrei non hanno il passaporto”A volte, invece, non c’è nemmeno stato modo di arrivare alla maniglia, solo urla, solo violenza. Nessuna intenzione di ascoltare chi ha più conoscenze e competenze in materia. È troppo bello avere un nemico chiaro da combattere che viene da fuori. Dà troppo gusto per stare a sentire cosa c’entra Dublino con l’obbligo di consegnare le impronte in frontiera.Sono loro le persone con cui io devo stare. É lì che c’è bisogno di ascoltare le paure, di accogliere e di mettere un po’ di luce.Cosa ti spaventa? Perché sei così arrabbiato? Cosa ti manca?É che lì che posso raccontare di me, di quanto è cresciuto Mustapha in questi anni e di quanto è bello vederlo sereno, dei deliri e delle contraddizioni del sistema d’accoglienza e della complessità mondiale che non si può ridurre ad un dibattito politico. É lì che voglio portare domande, più che risposte.È lì che tutta la bellezza che io osservo in questo Paese va travasata. É lì che la finestra va aperta per far entrare la luce. É la cosa più difficile di questo viaggio, ma é la sola che è urgente fare.





Cagliari a sorpresa, i mercati diventano biblioteche

Per lo scrittore David Herbert Lawrence era una città "sorprendente". Pochi sanno della sua vivace attività culturale. A Cagliari i mercati vengono riconvertiti in spazi per la condivisione e la contaminazione artistica e intellettuale. Come l'ex mercato civico oggi pieno di teatri, sale per dibattiti e biblioteche o l'ex mattatoio, oggi centro culturale per mostre


1 commento:

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