11 settembre, la data che ha cambiato la storia, il film collettivo 11’09″01 – September 11 lo evidenzia

Semptember 11
https://antiwarsongs.noblogs.org/post/2013/09/11/verita-evidenti/
L'articolo che   riporto  oggi per ricordare  l'11 settembre   è  distante  dal mio  modo  di pensare  ma contiene  ( sono quelle   che ho evidenziato in ero   è sottolineato  )  delle cose  di fondo   giuste  e  non retoriche  ed  complottiste  ( pur i molti dubbi  e  la  versione farlocca  che  fa acqua da  tutte le parti su  tale eccidio )  su tale evento  .



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Se mai si dovesse continuare a studiare la storia dando importanza alle date, non c’è dubbio che l’11 settembre 2001 continuerà a segnare, e non solo agli occhi degli studiosi capaci di uno sguardo limpido e distaccato, l’inizio del conflitto in corso fra l’Islam – o quanto meno la sua ala fondamentalista – e l’Occidente, inteso come civiltà che ha ibridato religione cristiana e culto laico dei diritti civili e della tecnica.


11 settembre, il giorno che cambiato la storia

L’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono, simboli del potere economico e di quello militare del mondialismo di marca statunitense, ha segnato di fatto, sotto le insegna di Al Qaeda prima, e dell’Isis anni dopo, la reviviscenza del sogno musulmano del Califfato, con tutta la sua carica revanscista nei confronti delle Crociate, del Colonialismo, dello sfruttamento capitalistico. A dirla tutta, quella data ha segnato anche la ripresa della visione complottista della storia, se è vero che quell’attacco multiplo, a New York come a Washington, ha avuto i suoi dietrologi – soprattutto sui social, ma anche fra intellettuali e artisti in odore di eresia – i quali hanno agitato fantasmi fin troppo noti e abusato: la Cia, il Mossad, interessati a fabbricare pretesti per nuove crociate, stavolta laiche.

Un’apocalisse riletta da complotti e congetture

In attesa del giudizio che la storia, come sempre, partorirà molto lontano dagli accadimenti, in questo giorno che segna comunque una ricorrenza di lutto mondiale, di apocalisse sulle cui ceneri è ancora difficile provare a ricostruire, anche quest’anno ci si appresta ad archiviare il consueto rituale celebrativo, che ha visto contrapposti i negatori del conflitto di civiltà e coloro che nelle iniziative del terrorismo fondamentalista – ma anche nella gestione indiscriminata dei flussi migratori e della bomba demografica – vedono proprio un fenomeno molto simile ad una nuova guerra mondiale. Il cinema, allora, più e meglio forse di altri strumenti, ha raccontato per immagini questa spaccatura globalizzata: e su tutti, allora, vale la pena ricordare l’operazione corale presentata alla Mostra del Cinema di Venezia del 2002 intitolata semplicemente 11 settembre 2001. Una collettanea di sguardi che il mondo ha rivolto a quel giorni che ha cambiato la storia

Il film 11’09″01 – September 11

Il film, intitolato 11 settembre 2001 (11’09″01 – September 11 nella versione originale) è una coproduzione internazionale datata 20o2, composta da undici episodi diretti da 11 registi differenti (Samira Makhmalbaf, Claude Lelouuch, Yusuf Shanin, Danis Tanović, Idrissa Ouédraogo, Alejandro González Iñárritu, Ken Loach, Amos Gitai, Mira Nair, Sean Penn e Shōhei Imamura) e che assembla 11 episodi della durata di 11 minuti, 9 secondi e un fotogramma, che racchiudono uno sguardo sfaccettato sul dramma che accomunato il mondo.

Oltre  all'episodio (  di cui  avete  visto sopra il video ) Episodio #02: Francia Regia: Claude Lelouch  consiglio  

Episodio #03: "Egitto"[modifica | modifica wikitesto]

New York, 10 settembre 2001: il regista Yusuf Shahin sta concludendo le riprese di un film al World Trade Center, ma viene allontanato assieme alla sua troupe in maniera decisa da un poliziotto perché non ha l'autorizzazione per stare lì. Due giorni dopo, Shahin si presenta in una conferenza stampa, ma si dice sconvolto dagli attentati e chiede di poterla rimandare, scatenando la reazione piccata di una giornalista.
Mentre è sulla scogliera davanti a casa, gli appare il fantasma di un giovane soldato statunitense, morto nell'attentato alle forze multinazionali in Libano del 1983. Il soldato rivela a Shahin che lui è l'unico a poterlo vedere, perché è l'unico che riesce a sentire e comprendere ciò che succede intorno. I due affrontano un "viaggio" che li porta ad analizzare le radici dello scontro fra Stati Uniti e mondo arabo, partendo dalla casa del giovane arabo che fu il materiale esecutore dell'attentato. Dopo aver osservato la sua preparazione, Shahin discute con i genitori di lui, che si dicono fieri di ciò che ha fatto e passano a lamentare le costanti violenze subite dai palestinesi da parte di Israele.
Il soldato reagisce dicendo che, pur comprendendo gli attentati contro i soldati, non è comunque giusto sparare nel mucchio. Il regista controbatte mostrando la lista delle vittime degli interventi militari e delle guerre statunitensi dopo la Seconda guerra mondiale, non giustificando le violenze ma lamentando l'incapacità degli Stati Uniti di comprendere che la legittima difesa dei loro principi passa spesso per la distruzione di altri paesi. Il loro percorso termina al cimitero nazionale di Arlington, dove Shahin trova la fidanzata e il padre del giovane soldato, che si scopre essere il poliziotto che lo allontanò dalle Torri Gemelle e con il quale si riconcilia. Poco dopo, appare il fantasma dell'attentatore che con fare deciso rimprovera il regista di mostrarsi troppo buono con quel soldato. Shahin ribatte che entrambi sono vittime della stupidità umana, ma l'attentatore risponde ribadendo ancora una volta la sua posizione e mostrando di non voler comprendere, lasciando il regista resta di stucco di fronte alle sue parole intransigenti

Episodio #06: "Regno Unito" Regia: Ken Loach

Pablo, profugo cileno a Londra, scrive una lettera ai familiari delle vittime degli attentati dell'11 settembre 2001, ricordando loro il "suo" 11 settembre: quello del 1973, quando il generale Augusto Pinochet attuò un colpo di Stato (sostenuto dagli USA) contro Salvador Allende, presidente democraticamente eletto nel 1970. Pablo narra nella sua lettera del coinvolgimento statunitense nel finanziamento di gruppi di destra e di eversione, fino al golpe, e delle violenze e delle torture subite da lui e dai suoi connazionali. Costretto prima a cinque anni di prigione e poi all'esilio, dichiara di non poter più tornare in Cile perché la sua famiglia e i suoi figli ormai sono nati e cresciuti nel Regno Unito. Pablo conclude la sua lettera con l'auspicio che, così come lui si unirà nel ricordo delle vittime dell'11 settembre 2001, così loro si uniranno a lui nel ricordo delle vittime dell'11 settembre 1973.

Episodio #09: "India"[modifica | modifica wikitesto]

Una donna pakistana non ha più notizie del figlio Salman dal giorno degli attentati alle Torri GemelleCIA e FBI la interrogano ripetutamente, poiché ritengono che il giovane, di fede musulmana, possa essere collegato agli attentati. In particolare, fanno molte domande sul perché non si sia presentato al lavoro quel giorno e sul perché, nonostante avesse deciso di intraprendere la carriera medica e di abbandonare l'accademia di Polizia, detenesse ancora il tesserino di quest'ultima.
Mentre la donna non si rassegna alla scomparsa del figlio, i media iniziano a riferire la notizia di un suo coinvolgimento nell'attentato, cosa che non fa che acuire l'isolamento in cui la donna e la famiglia sono piombati. Solo dopo sei mesi, il resti del ragazzo vengono identificati fra quelli ritrovati fra le macerie e viene ristabilita la verità: si scopre che il giovane è morto mentre prestava soccorso sul luogo degli attentati. Durante l'elegia funebre, la madre denuncia il clima di sospetto che si è creato contro la sua famiglia e contro la comunità musulmana negli Stati Uniti.

Episodio #10: "Stati Uniti d'America"[modifica | modifica wikitesto]

Un anziano trascorre la sua vita da solo in un appartamento oscurato dalle Torri Gemelle. L'uomo, rimasto vedovo, sfoga la sua solitudine parlando con la sua defunta moglie come se fosse ancora in vita e coltivando il suo vaso di fiori, appassiti per la mancanza di luce. Il crollo delle Torri finalmente permette alla luce di inondare l'appartamento e rivitalizza all'improvviso i fiori. L'anziano, felice per l'accaduto, fa per mostrare il vaso alla moglie, ma la luce "svela" l'illusione in cui ha vissuto fino ad allora. Fra le lacrime, rimpiange che la moglie non sia lì a vedere finalmente il vaso rifiorire.



oppure se volete vedere in tale giorno della commemorazione, diversi  punti di vista  oltre   quello ufficiale  : scontro di civiltà , lotta  al terrore  ,  ed  l'ultima sovranisti contro globalisti   (I  II  )  ed  andare  oltre  alla  guerra  e  alla paura



  ecco i migliori film per non dimenticare e guardare alla tragedia dell’11 settembre con occhi diversi.
 Infatti  sono trascorsi 18 anni dagli attentati perpetrati l’11 settembre 2001, che hanno radicalmente cambiato il corso della storia moderna. La caduta delle Torri Gemelle ha segnato il diffondersi di un clima di terrore in tutto il mondo, con cittadini terrorizzati dall’idea che chiunque potesse essere potenzialmente un terrorista. Il mondo non dimentica, non potrebbe farlo, e intanto prova a comprendere ed esorcizzare attraverso la letteratura e il cinema quanto avvenuto. Svariati i film portati in sala, che hanno affrontato il tema in maniera diversa, a seconda del taglio registico. Ecco i  film compreso quello citato prima  altri film  da poter recuperare :

11 settembre 2001 (11'09"01 - September 11)
Fahrenheit 9/11
World Trade Center
United 93
Molto forte, incredibilmente vicino

11 settembre 2001 (11'09"01 - September 11)

Un progetto particolarmente interessante, giunto in sala l’11 settembre 2002. Un anno dopo l’attentato sono stati proiettati 135 minuti di un film particolarmente drammatico, frutto del lavoro dei seguenti registi: Youssef Chahine, Amos Gitaï, Alejandro González Iñárritu, Shohei Imamura, Claude Lelouch, Ken Loach, Samira Makhmalbaf, Mira Nair, Idrissa Ouedraogo, Sean Penn e Danis Tanovic. Svariati punti di vista, un gran numero di attori, per undici episodi differenti, ognuno della durata di 11 minuti, 9 secondi e 1 fotogramma, ovvero 11’09’’01.


Fahrenheit 9/11, 2004


Michael Moore porta in sala nel 2004 il suo Fahrenheit 9/11, documentario di 110 minuti che tenta di spiegare al pubblico perché mai gli Stati Uniti siano finiti nel mirino del terrorismo. Analisi di documenti e interviste, andando a evidenziare il legame tra la famiglia dell’allora presidente George W. Bush e Osama Bin Laden. Un diretto attacco ai piani alti, al potere USA, sottolineando come la tragedia sia stata strumentalizzata a livello internazionale.

World Trade Center, 2006

Oliver Stone seleziona un ricco cast per la sua pellicola drammatica dedicata al racconto della tragedia delle Torri Gemelle. Sfrutta il punto di vista dei soccorritori, eroi che hanno dato la propria vita per tentare di arginare l’immane tragedia. Il cast comprende nomi come Nicolas Cage, Maggie Gyllenhaal, Michael Shannon e Jon Bernthal. Due agenti della Port Authority di New York sono rimasti sepolti sotto le macerie ma, contro ogni probabilità, sono ancora in vita. Le macerie delle Torri Gemelle li sovrastano e ha inizio una corsa contro il tempo per salvarli.
United 93, 2006
Mentre il mondo osservava con terrore le Torri Gemelle crollare al suolo in una gigantesca nuvola di fumo, in volo i passeggeri dello United Airlines 93 lottavano contro i dirottatori. Un atto di puro eroismo, raccontato dal regista inglese Paul Greengrass. In scena le storia dei passeggeri, dell’equipaggio e dei controllori di volo, raccontando nel dettaglio quel tremendo giorno, rendendo omaggio a tutti i presenti su quel Boeing 757 diretto a San Francisco, il quarto aereo dirottato.

Molto forte, incredibilmente vicino, 2012

Pellicola diretta da Stephen Daldry, con Tom Hanks, Sandra Bullock, John Goodman, Jeffrey Wright e Viola Davis, tra gli altri, tratta dall’omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer. Al centro della scena vi è l’undicenne Oskar Schell, che ha perso suo padre nell’attentato dell’11 settembre 2001. Ciò che gli resta di lui sono i suoi ultimi messaggi, ma un giorno entra in possesso di una chiave misteriosa. Apparteneva proprio al genitore defunto, il che dà il via a un viaggio per le strade di New York, alla ricerca di quello che potrebbe essere l’ultimo lascito di suo padre. Lungo la via incontrerà un gran numero di persone, tutte sopravvissute in qualche modo all’attentato, fisicamente, moralmente e psicologicamente.


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