Scusa sembra essere la parola più difficile per Pietro Diomede ( e non solo )che non si scusa con i familiari di carol

Dopo le ultime dichiarazioni e  l'intervista   o  botta  \  risposta  alla  zanzara del comico   (?) P.Diomede 

N.b
non mi dilungo sulla vicenda : perchè 1) credo che   ormai  sappiate  tutti\e  di   cosa  si parla  .  E poi  non voglio fargli ulteriore pubblicità dall'altronde è quello che vuole visto come ha reagito
alla richiesta di scuse ai familiari ., 2) ne ho già parlato per  chi volesse nei precedenti post ( qui  e  qui  ) ed se ne parla troppo senza aggiungere niente di rilevante e di nuovo se non solo morbosità ., 3) Per rispetto della vittima e dei suoi familiari meglio fa calare il silenzio su tale fatto .


coadiuvato da questa canzone












mi è venuta in mente questa riflessione già espressa nel titolo . In questa canzone l’autore pone il suo sguardo un momento ben preciso di tante storie d’amore, soprattutto in tante nate da sentimenti molto forti e coinvolgenti: il momento dell’incomprensione totale, quello in cui sembra non ci sia proprio più nulla da fare ed in cui ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo sembrano soltanto peggiorare le cose. Ed in una situazione del genere c’è spesso uno dei due, quando non sono entrambi, che si chiede cosa fare per sistemare tutto, per cancellare tutto il male e riportare quel bene, quell’amore, quella fusione su cui la storia si fondava. Quindi anche se il contesto se il contesto è diverso il principio è lo stesso . << Un amore che >> come dice quest  articolo  di   https://www.ariesblog.it/<< sembra svanito nel nulla, un amore la cui assenza genera disperazione, una disperazione che, a sua volta, rende ciechi e complica ancora più, se possibile, la ricerca di quella fiammella che potrebbe essere di nuovo alimentata. Ascoltare questa canzone equivale a sentire il dolore di una delle due parti, quella che continua a cercare, quella che vorrebbe abbattere un muro costruito da entrambi e causato probabilmente anche da suoi errori, ma che forse ci sta provando troppo tardi, quando ormai quel muro sembra inamovibile. E pensare che prima sarebbe bastato poco, sarebbe stato sufficiente ascoltarsi, sarebbe stata sufficiente una parola che ormai sembra difficilissima. Sarebbe bastato chiedere scusa.>>
Lo so che per esperienza personale è difficile scusarsi   ed   essere  sincero  , ma  anche se a volte ipocritamente è meglio farlo per non passare per un cinico ed un putribondo figuro . Ma  soprattutto  ti libera da stress , ansia  ,  e pesi sulla coscienza  . 
Ora   qualcuno\a  mi dirà , ma   ti devi scusare  perchè  lo senti  tu  non perchè  te lo  chiedono  quasi obbligatoriamente  . E  poi  Zelig  lo  ha  censurato    che   vergogna   primo lo accetti e poi lo cancelli ?.
Veramente  quello  che Gasman   era  solo  un suggerimento  non  un ordine od  un obbligo  . E' vero che dev' essere una  persona  a  decidere da  solo se scusarsi o meno  e decidere   se  seguire  il consiglio  o l'ordine qualora  si tratta  di ruoli importanti.
ecco cosa ha risposto a   Giancarlo Bozzo   direttore  artistico di Zelig   a su: https://www.fanpage.it/spettacolo/interviste/giancarlo-bozzo-direttore-zelig-che-ha-cacciato-pietro-diomede-non-e-censura-ma-buon-gusto/ [... ] la cancellazione dell'esibizione di Pietro Diomede non la considera una forma di censura, ma solo rispetto del buon gusto. Non è contrario a una certa forma di umorismo, ma ritiene che chi si avventura nel black humor, debba anche saperlo fare con maestria altrimenti il risultato è disastroso: "Non chiamiamola censura per favore, è semplicemente buon gusto. La comicità può benissimo essere scorretta, scherzare anche su certe cose, ma in quel caso deve essere un capolavoro. Questa battuta non lo era, non faceva ridere. Certo, la risata può fare arrabbiare qualcuno, se si sceglie questa via, ma non deve essere urticante".
Ecco quini  che la  prima parte   è condivisibile  . la  seconda un  po'meno  .
[....] Perché ha chiamato Pietro Diomede ad esibirsi
Quella su Carol Maltesi non è la prima battuta di cattivo gusto di Pietro Diomede. I suoi profili social sono carichi di scivoloni. Dunque, perché un personaggio così controverso era stato chiamato a esibirsi allo Zelig? Giancarlo Bozzo si è assunta la piena responsabilità. Il direttore artistico ha ammesso di non essersi informato abbastanza sulla carriera di Diomede e sul suo stile: "E questa è colpa mia, ammetto che non lo conoscevo a sufficienza, ma in Italia ci sono circa 3000 comici, non posso sapere tutto di tutti".
 Vero  però  visto che  si selezionano i comici   da far  esibire   un  minimo di  curricula  lo si chiede   e poi si decide  se  farlo esibire  o meno 

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