Menù senza prezzi per le donne: galanteria o sessismo velato ?


La denuncia social di Abbie Chatfield, influencer australiana, ha riacceso il dibattito mai sopito del tutto sui menù senza prezzi  o blond menù per le donne presenti in alcuni ristoranti italiani. Approfondiamo la questione e proviamo a trarre qualche conclusione in merito.





Il suo intervento ha riaperto l’annosa e dibattuta questione dei blind menù, menù senza prezzi solitamente rifilati alle donne in alcuni dei ristoranti più prestigiosi e patinati della penisola. 
Per alcuni si tratta di un gesto di galanteria nei confronti di quello che, anacronisticamente parlando, è ancora considerato il “gentil  sesso”. Per altri, invece, proprio in ragione di ciò, è una pratica sessista che andrebbe estirpata. Mi sembra  assurdo   che nel  2022 che  una  donna   venga  considerata  non in grado   di poter scegliere  di  pagare  una  cena  o  un pranzo al proprio uomo .
Tra i sostenitori , oltre me    comune    mortale  ,di questa tesi,  c'è appunto  Abbie Chatfield, noto volto del web e della tv australiana, che qualche giorno fa ha “denunciato” via Instagram un rinomato ristorante veneziano per averle consegnato un menù senza prezzi. La denuncia social dell’influencer ha riacceso il dibattito sulla questione.
Infatti  «La denuncia a mezzo social ha raccolto » come dice quest articolo del sito alfemminile.com « parecchi consensi, ma anche qualche critica, soprattutto da parte di utenti italiani che hanno intimato all’influencer di “prendere lezioni di educazione”, considerando i blind menù una soluzione di cortesia. A costoro, Chatfield ha chiesto, invece, di ammettere una volta per tutte che si tratta di un gesto sessista, fondato sulla credenza sbagliata e ormai obsoleta che siano sempre gli uomini a pagare la cena alle donne e mai viceversa.»
Putroppo ’influencer australiana non è il primo personaggio pubblico a indignarsi sui social per il trattamento ricevuto tramite la consegna di un blind menù. Già a novembre, Augustina Gandolfo, modella argentina nonché moglie del calciatore dell’Inter Lautaro Martinez, lamentava di aver ricevuto un menù senza prezzi durante una cena in un elegante ristorante nel centro di Milano. Dopo l’episodio, Gandolfo aveva pubblicato uno sfogo su Instagram, scrivendo : 
“"Lo sapevate che in Italia in diversi ristoranti non mettono i prezzi sul menu che danno alle donne? E se volessi pagare io? Sono indignata. La cosa peggiore è che molti italiani giustificano questo fatto dicendo che succede solo nei ristoranti di un certo livello. E quindi le donne non possono pagare se si tratta di una cena più costosa?".

Ecco quindi che se, se per qualcuno potrebbe sembrare un gesto galante, per molte donne si tratta invece di un’umiliazione. Dietro al blind menù si celerebbe, appunto, l’assunto per cui le donne non sarebbero in grado di pagare una cena, specie se esclusiva e sontuosa, per sé e per i propri ospiti o, forse peggio, quello stereotipo che considera le donne al pari di “parassite”, “mantenute” e “gold digger”.
Allora Cosa non va nei blind menù? che questa pratica  viene  d'alcuni considerata  assimilabile alla rimozione dell’etichetta col prezzo quando si fa un regalo. La differenza? In quel caso, la persona che fa il regalo comunica apertamente le proprie intenzioni al commerciante che provvederà a togliere il cartellino. In realtà quando si parla di blind menù, invece, non vi è alcuna esplicita richiesta e, nella stragrande maggioranza dei casi (se non in tutti), la persona che riceve il menù completo di prezzi è sempre di sesso maschile, poiché il cameriere  generalmente  dà per scontato che sia lui a offrire la cena e mai la donna.

Dunque, dove sta il giusto? L’ideale sarebbe quello di garantire la massima trasparenza a tutti i commensali, senza dare per scontati dettagli o intenzioni mai esplicitati. Tuttavia, qualora si voglia mantenere questa usanza (  secondo  me  ormai anacronistica   se  viene applicata   in questo caso come è successo   solo  alle   donne  o solo  a  gli uomini )  in segno di galanteria, il consiglio che diamo al personale addetto alla sala è quello di chiedere a tutti i clienti, qualunque sia il loro genere, se hanno questo particolare desiderio già in fase di prenotazione o accoglienza nel locale e, solo in caso di risposta affermativa, procedere in tal senso.

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