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Nel mondo della danza classica, la tecnica sulle punte è stata per secoli una prerogativa esclusivamente femminile. Tuttavia, Raffaele Parisi, ballerino e insegnante originario di Molfetta, ha infranto questa barriera diventando
il primo uomo in Italia a ricevere la certificazione di danzatore sulle punte dalla Royal Academy of Dance di Londra. Un risultato che non solo segna un primato personale, ma rappresenta anche un'importante evoluzione nel panorama della danza. Parisi racconta il suo percorso, le difficoltà affrontate e le speranze per il futuro della disciplina.
Lei è il primo uomo in Italia ad aver ottenuto questa certificazione. Ci sono però altri uomini che ballano sulle punte?
Cosa l'ha spinta a voler superare questa barriera?
«Fin da bambino ero spesso l'unico maschietto nelle classi di danza e sentivo ripetere che "i ragazzi non vanno sulle punte". Mi chiedevo sempre: "Perché no?". Ho continuato i miei studi come ballerino classico maschile, ma il desiderio di cimentarmi sulle punte è sempre rimasto. Quando ho iniziato il mio percorso presso la Faculty of Education della Royal Academy of Dance per diventare insegnante certificato, durante un seminario di 14 giorni ho posto una domanda a un'esaminatrice: "Se un uomo volesse praticare il programma femminile, potrebbe farlo?". Mi è stato risposto di sì. Questo mi ha dato la spinta per proseguire».
Dal punto di vista tecnico, quali sono le principali difficoltà per un uomo nel ballare sulle punte?
Ci sono differenze fisiche significative. La gamba femminile è più lineare e slanciata, il che facilita il lavoro sulle punte. Per un uomo, invece, il peso corporeo e la diversa distribuzione della massa muscolare rendono il movimento più complesso. Tuttavia, l'uomo ha generalmente una muscolatura più forte, che può offrire un vantaggio in termini di resistenza.
Pensa che questo possa aprire a un nuovo repertorio per i ballerini uomini?
«Potrebbe essere un'opportunità. Oggi, nel repertorio classico, il lavoro sulle punte è riservato esclusivamente alle donne. L'unica compagnia in cui gli uomini danzano sulle punte è il Ballets Trockadero de Monte Carlo, ma si tratta di uno spettacolo comico, con ballerini travestiti da donne. Questo dimostra che gli uomini possono padroneggiare la tecnica, ma ancora non si è esplorato un repertorio più ampio in contesti tradizionali».
Insegna la tecnica sulle punte nella sua scuola?
«Sì, insegno la tecnica sulle punte alle allieve. Dopo la notizia della mia certificazione, un ragazzo ha deciso di iscriversi per provare anche lui. Ha acquistato le sue prime scarpette da punta ed è stato entusiasta di iniziare questo percorso».
Ha ricevuto critiche per questa sua scelta?
«Sì, sui social ci sono stati commenti negativi, alcuni anche molto discriminatori. Ma non mi importa. So di non poter cambiare il mondo, ma se anche solo una persona trovasse ispirazione nella mia esperienza, per me sarebbe già una vittoria»
Crede che questa sua scelta possa influenzare il mondo della danza?
«Lo spero. Anche una mia collega ha manifestato il desiderio di affrontare il programma maschile, ma teme il giudizio degli altri. In molti si fanno condizionare dai pregiudizi. Io, invece, ho deciso di seguire la mia strada»
Quali sono i suoi progetti futuri?
«Mi sto preparando per il secondo livello dell'esame in punta, che sosterrò a novembre. Sarà una sfida ancora più difficile, ma sono determinato a superarla. Dopo questo livello non ci sono altre certificazioni, quindi è il massimo riconoscimento che posso ottenere»
Qual è il suo sogno?
»Il mio sogno l'ho già realizzato, essere il primo uomo in Italia a superare questo esame. Ma mi piacerebbe vedere più uomini sulle punte, senza paura dei pregiudizi .
Inoltre Nella mattinata di sabato 25 gennaio, ospite del Talk show "Mattino Norba Weekend" intervistato dal conduttore Maurizio Spaccavento. Quest'ultimo ha voluto capire cosa abbia spinto il danzatore a conquistare il certificato di balletto su punte, rendendolo unico in Italia e secondo a livello mondiale. Il direttore artistico della Les Dances Molfetta, dopo aver menzionato la sua formazione da ballerino con l'insegnante Francesca Rucci, ha fatto intendere ai telespettatori che tale certificato vuole essere un "inno al coraggio", a quella perseveranza a cui si è sempre ancorato per rifugiarsi dal bullismo di cui è stato vittima. Oltre che passione, amore sviscerato, per Raffaele la danza è stata scudo contro pregiudizi, omofobia, disuguaglianze di ogni genere. E grazie alla danza si è temprato. Si augura,dunque,di poter essere un prototipo per le giovani generazioni affinché non abbiano alcun timore a mostrare la loro natura e, attraverso l arte di ogni genere, possano mutare le loro insicurezze indotte, in sicurezze.