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Vita da clochard a Palermo: "Non abbiamo niente ma possiamo guardare le stelle"

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  Vita da clochard a Palermo: "Non abbiamo niente ma possiamo guardare le stelle" di Paola Pottino Sono 148 le persone senza dimora che trascorrono le notti sulle panchine o sui marciapiedi. Ad aiutarle sono i volontari dell'Unità di strada della Croce Rossa   Per l'anagrafe, non esistono. Sono gli invisibili. Centoquarantotto persone senza dimora che trascorrono le notti sulle panchine o sui marciapiedi, coperte da cartoni isolanti per non sentire troppo freddo. Alcuni, addirittura, dormono in fetide discariche dalle quali, nonostante tutto, dicono di vedere le stelle. In una qualunque sera di novembre in cui, nonostante qualche goccia di pioggia, il freddo intenso non è ancora arrivato, inizia il turno di Valentina Vivona, Salvo Raccuglio e Laura Sangiorgi, volontari dell'Unità di strada della Croce Rossa.  (palazzotto) Al Foro Italico, in una panchina viola che guarda verso il mare, trascorre le proprie notti, in compagnia di un cartone di vino, un uomo sulla c

«Abitavo ai Parioli e avevo 3 Ferrari», Alberto adesso vive in un'auto a Firenze

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lberto ha 82 anni e un passato di alti e bassi. Era ricco, ma ha tradito la moglie e ha perso una figlia. Adesso non ha più niente, nemmeno la carta d'identità Alberto ha 82 anni e aveva una vita normale, anzi. Sicuramente conduceva una vita oltre la norma: abitava a Roma ai Parioli in 300 metri quadri e in garage aveva 3 Ferrari. Poi, però, sua figlia si è ammalata di Aids e lui è tornato a Roma per assisterla, ma a soli 31 anni è morta. E in poco tempo la sua vita si è capovolta. Adesso vive in una macchina a Firenze, dorme in una struttura Caritas nel comune limitrofo di Sesto Fiorentino, ma può starci solo la notte. In un'intervista al Corriere Fiorentino, Alberto ha raccontato la sua storia. Tutto è cambiato dal momento in cui sua figlia è morta. «Da allora la mia vita è precipitata, non avevo più voglia di fare niente». E così Alberto smette di lavorare, trova qualche impiego passeggero, ma durano quanto il tempo di un'illusione. Da Roma si trasferisce a Firenze, dov

La sfida di Maria Cristina Soldi: fa campagna elettorale sulla panchina dove il fratello morì durante un Tso

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di cosa  stoiamo parlando    Morto durante un Tso violento, pena ridotta ai vigili e allo psichiatra: un anno e 6 mesi 19 Ottobre 2020 https://torino.repubblica.it/cronaca/   05 SETTEMBRE 2021  La sfida di Maria Cristina Soldi: fa campagna elettorale sulla panchina dove il fratello morì durante un Tso                                       di Diego Longhin Maria Cristina Soldi Candidata per il Comune con i Moderati:  “Io non sono qui solo per Andrea. Io sono qui perché quello che è successo ad Andrea non accada più a nessuno. E non penso solo ai malati psichiatrici, ma a chi è più fragile e non viene ascoltato. Voglio dar voce a tutti loro”. Maria Cristina Soldi è la sorella di Andrea Soldi che il 5 agosto del 2015 perse la vita causa un Tso. Da allora combatte per evitare che quello che ha subito Andrea, tra la stretta al collo, le manette e il trasporto fatale a testa in giù all’ospedale Maria Vittoria, non debba più subirlo nessuno. Ieri era nei giardini di piazza Umbria, dove si tr

La giornata normale di una ragazza che non si sente speciale [ sono queste le storie che ti fanno andare avanti e rialzare dagli urti della vita ]

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unione sarda   venerdì 08 giugno 2012 - Cronaca di Cagliari (Pagina 25) di  Francesco Abate LE VITE DEGLI ALTRI/3.  La giornata normale di una ragazza che non si sente speciale Claudia, la lunga camminata Studiare, lavorare, sport e politica annullano la diversità Il tono è perentorio anche se accompagnato da un gran sorriso: «Allora! Se scrivi un pezzo strappalacrime ti meno. Chiaro?» Ogni vita rappresenta se stessa ma anche mille altre simili. Se ne racconta una per portare esempio e stimolare comunanza, che vuol dire fratellanza. È una vecchia regola umana prima ancora che professionale. Poi ci sono quelle esistenze speciali che spiccano se pur hanno tratti comuni ad altre. Claudia Firino, sassarese, 1979, da due anni a Cagliari, accetta l'intrusione nella sua vita solo a quattro condizioni. La prima l'ha detta, niente pietismi. La seconda è: «Perché, anche se non dovrei, mi fido di te». La terza: «Che la mia storia possa essere da stimolo». La quarta è che le ra