31.5.06

Senza titolo 1308


Nel mercato dell'oro sta avvenendo un fenomeno particolare: dopo dieci settimane di rialzi consecutivi, il biondo metallo ha infatti superato la soglia dei 730 dollari l'oncia, quota non più raggiunta dal gennaio 1980, quando lo choc petrolifero provocato dalla rivoluzione in Iran, portò l'inflazione americana al 12%.


Ma la differenza fondamentale rispetto al passato è che, globalmente, trascurando le vicende italiane ed europee, non ci troviamo in periodi di crisi finanziarie, in cui l'oro funge da bene rifugio. Anzi il PIL mondiale cresce del 5%.


Da cosa è causata l'impennata dei prezzi, comuni a tutte le materie prime, compreso il rame, tanto che in Inghilterra due penny ne valgono effettivamente tre ?


Impennata, che ad esempio a Roma, porta a far scomparire i tombini dalle strade e i cavi di alimentazione delle linee ferroviarie.


I motivi sono simili a quelli del petrolio:


1) I prezzi bassi dello scorso decennio, che hanno tolto la motivazione alle industrie del settore ad investire in infrastrutture, causando una serie di colli di bottiglia che si riflettono sul prezzo finale;


2) Il meccanismo perverso degli hedge found, che paradossalmente ha creato una condizione tale che il prezzo virtuale determina quello reale, invece del contrario


3) La maggior domanda dovuta all'aumento della produzione delle leghe specializzate, un esempio è quanto è successo con Airbus per il titanio, il moltiplicarsi dei ricchi in Brasile, India e Cina, con l'incremento della richiesta di gioielli per testimoniare lo status symbol, il deprezzamento del dollaro e la mancata fiducia nell'euro, che porta a ribilanciare le proprie riserve interne verso l'oro, come sta facendo Pechino


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