si sapeva

a chi  mi dice  che vedo  complotti  ovunque solo perchè  definivo e  continuao a definire  tutt'ora  non come certimpolitici indipendemente dagli schieramenti ( trovate sotto alcune dichiarazioni in merito )   chen  si scandalizzano per la scoperta dell'acqua calda  e  scambiano per  matto colui o  coloro  gli lo  fanno notare 


 Rai=Mediaset  ovvero  raimediast  adesso   ne  ha la  prova  sempre  con non abbia anzi non voghlia   lasciarsi  il prosciutto sugli occhi 

da  qn.quotidiano.net/ di oggi  21 novembre  2007


'INCHIESTA-SCANDALO


"Berlusconi pilotava Rai e Mediaset" Veltroni: "Calpestata la tv pubblica"Secondo Repubblica il Cavaliere e i suoi collaboratori "quotidianamente tessono la tela, fanno centinaia di telefonate, si scambiano notizie, organizzano fino ai più piccoli dettagli". Avviata un'inchiesta interna al servizio pubblico. Il Biscione: "Stupidaggini" e presenta querela


Roma, 21 novembre 2007 - L'inchiesta si intitola "La rete segreta del Cavaliere che pilotava Rai e Mediaset" e si basa sulle intercettazioni telefoniche realizzate tra la fine del 2004 e la primavera del 2005 per l'inchiesta sul fallimento della Hdc, la holding dell'ex sondaggista del Cavaliere Luigi Crespi. Secondo Repubblica Rai e Mediaset avrebbero "concordato le strategie informative nel caso dei grandi eventi della cronaca e orchestrato i resoconti della politica".


"Su tutto - si legge sul quotidiano - la grande mano di Silvio Berlusconi e dei suoi collaboratori che quotidianamente tessono la tela, fanno centinaia di telefonate, si scambiano notizie, organizzano fino ai più piccoli dettagli".
"La 'ragnatela' avvolge e intreccia le vicende della tv di Stato - prosegue l'articolo - con quelle di Mediaset. I direttori di Tg1 e Tg5 (all'epoca Mimun e Rossella) fanno, testuale, 'gioco di squadra'. Il notista politico del Tg1 informa la Bergamini (ex assistente personale di Berlusconi, ndr) e la rassicura sul fatto che le notizie più spinose saranno relegate in coda al servizio di giornata. Fabrizio Del Noce cuce e ricuce assicurando che Bruno Vespa, nella sua trasmissione, accennerà al 'dottore in ogni occasione opportuna'".
VELTRONI SCANDALIZZATO
"Quanto è emerso è di una enorme gravità. Sta emergendo
un intreccio e una commistione nei quali il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo è stato calpestato. Tutto questo insieme a comportamenti in contrasto con i principi della libera concorrenza, del mercato e coi doveri che sono propri del servizio pubblico. Per prima cosa è necessario che la Rai assuma le decisioni del caso", attacca  Walter Veltroni.
"Questa vicenda - ha proseguito - conferma, inoltre, la necessità di un nuovo assetto del sistema radiotelevisivo e della Rai. È una delle cose più urgenti che devono essere affrontate. Da parte mia - conclude il segretario del Pd - ho avanzato idee e proposte che mirano ad allontanare la Rai dai partiti, a dare all'azienda quella autonomia e quella capacità di lavorare che le competono e che sono indispensabili al Paese"
QUERELA E INDAGINE INTERNA
Il Biscione insorge e annuncia querele: "Sono tutte stupidaggini".
Ma la bufera sollevata dall'inchiesta del giornale ha indotto la direzione generale dell'azienda televisiva pubblica ad aprire ''un'indagine interna'' e ha dato mandato alla Direzione Affari Legali perche' ''l'Azienda si costituisca parte lesa al fine di poter intraprendere tutte le eventuali necessarie iniziative a tutela della Rai''.
Nel pomeriggio una nota di Mediaset comunica che l'azienda "ha dato mandato ai propri legali di sporgere querela per la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche" sulla edizione di oggi del quotidiano La Repubblica.
"Il fatto - prosegue la nota - costituisce violazione delle norme poste a tutela della riservatezza di persone non coinvolte nelle indagini relative all`inchiesta Hdc attraverso intercettazioni irrilevanti ai fini dell`indagine stessa". Mediaset sottolinea nella nota che "il profilo diffamatorio è reso evidente dalla presentazione denigratoria di consultazioni tra professionisti dell`informazione che in relazione ad eventi eccezionali attinenti alla vita pubblica del Paese appaiono del tutto plausibili e legitime".
GENTILONI
Dalle intercettazioni dei colloqui tra dirigenti Rai e Mediaset
"affiora un clima collusivo che non mi pare edificante per il servizio pubblico e per la sua autonomia", dice il ministro delle Comunciazione Paolo Gentiloni a margine della presentazione di due nuovi canali dtt Mediset.
"Non spetta a me giudicare i comportamenti dei singoli -ha premesso il ministro- ma una cosa è certa: che all'ombra del duopolio affiora un clima collusivo che non mi pare edificante". Quanto all'indagine interna avviata dalla Rai sul comportamento dei suoi dirigenti, Gentiloni si limita a ribadire: "Non spetta a me giudicare i comportamneti dei singoli".
CURZI: QUALCUNO HA AGITO DA INFILTRATO
"Le intercettazioni dovrebbero servire solo alle indagini della magistratura
, ma quando vengono pubblicate diventano un fatto pubblico ineludibile. E spesso, come nel caso delle telefonate di dirigenti Rai che avrebbero operato a favore di Berlusconi e di Mediaset, rivelano la realtà con una crudezza e una chiarezza straordinarie. La realtà, al di là delle persone individualmente coinvolte, è il conflitto di interessi", afferma il consigliere di amministrazione della Rai Sandro Curzi, per il quale "di fronte a queste sconcertanti rivelazioni, la Rai deve acquisire subito gli atti ufficiali e reagire con estremo rigore e severità".
Ovvero: "Se è dimostrato che qualcuno in azienda ha agito da infiltrato della concorrenza e comunque a favore di terzi, danneggiando il servizio pubblico, deve essere messo fuori dall'azienda. Più che di 'alleanza segreta tra Rai e Mediaset', mi pare che più correttamente bisogna parlare -aggiunge Curzi- di una vera e propria infiltrazione del servizio pubblico con dirigenti al servizio di interessi terzi e della concorrenza".
"Ritengo che costituisca la principale fonte di tutti i guai del governo in carica, insieme alla sua risicatissima maggioranza in Senato, il fatto che non abbia affrontato e risolto le problematiche sulle quali era riuscito a coagulare il popolo di centrosinistra vincendo le elezioni: le cosiddette 'leggi vergognà, il conflitto di interessi e la riforma del sistema televisivo", attacca Curzi.
PDCI ALL'ATTACCO
"Oggi una delle principali societa' fornitrici di programmi per Rai
e' la Endemol, dentro il cui assetto proprietario c'e' Mediaset. Il Parlamento dovrebbe subito avviare un'inchiesta sugli attuali meccanismi degli appalti Rai", attacca Gianni Montesano, responsabile comunicazione del Pdci, dopo le "inquietanti rivelazioni" pubblicate oggi da Repubblica sugli intrecci fra Mediaset e Rai.
"La magistratura- aggiunge Montesano- fara' luce su eventuali reati collegati alle notizie emerse oggi, fermo restando la presunzione di innocenza che vale per tutti".


e da  www.repubblica.it stessa data





I verbali sulle intercettazioni telefoniche della GdF su ordine dei pm di Milano relativi al fallimento della Hdc, svelano i contatti tra i vertici Rai e Mediaset "Consulto Del Noce-Rossella sulle elezioni""Dati brutti, Cattaneo ora tenta di ritardarli"





Dai continui scambi di informazione tra le due aziende nelle ore dell'agonia del Papa
al "gioco di squadra" tra Tg1 e Tg5 per pianificare la strategia alle ultime elezioni






La morte del Papa. Il primo aprile 2005 il mondo è con il fiato sospeso.




La morte del Papa. Il primo aprile 2005 il mondo è con il fiato sospeso. L'agonia di Giovanni Paolo II sembra essere giunta alla fine. E nelle redazioni giornalistiche cresce l'ansia per non farsi cogliere impreparati all'appuntamento con un evento storico. Tanto più che in Italia l'avvenimento potrebbe avere riflessi anche sulle elezioni che si svolgeranno il 3 e 4 aprile. I brogliacci delle intercettazioni telefoniche eseguite dalla Guardia di Finanza su ordine dei pm di Milano Laura Pedio e Roberto Pellicano e relativi al fallimento della Hdc, svelano come quei giorni furono vissuti freneticamente alla Rai. Alla notizia del peggioramento delle condizioni del pontefice i responsabili del palinsesto di viale Mazzini, Carlo Nardello e Deborah Bergamini, si muovono per cambiare la programmazione. E per farlo, nel pomeriggio, la Bergamini non esita a conta

L'agonia di Giovanni Paolo II sembra essere giunta alla fine. E nelle redazioni giornalistiche cresce l'ansia per non farsi cogliere impreparati all'appuntamento con un evento storico. Tanto più che in Italia l'avvenimento potrebbe avere riflessi anche sulle elezioni che si svolgeranno il 3 e 4 aprile. I brogliacci delle intercettazioni telefoniche eseguite dalla Guardia di Finanza su ordine dei pm di Milano Laura Pedio e Roberto Pellicano e relativi al fallimento della Hdc, svelano come quei giorni furono vissuti freneticamente alla Rai. Alla notizia del peggioramento delle condizioni del pontefice i responsabili del palinsesto di viale Mazzini, Carlo Nardello e Deborah Bergamini, si muovono per cambiare la programmazione. E per farlo, nel pomeriggio, la Bergamini non esita a contattare Mauro Crippa, il suo omologo nell'organigramma Mediaset. Poi, alle 21 e 49, telefona a un tale "Vale", che potrebbe essere Valentino Valentini, assistente del Cavaliere. E tre minuti dopo a Fabrizio (forse il direttore di Raiuno Del Noce, appuntano i militari del Nucleo regionale delle Fiamme Gialle): "Debora lo avverte che Ciampi sta preparando un messaggio a reti unificate da mandare in onda alla morte del Papa. Debora gli riferisce di aver avvertito Berlusconi. Debora gli dice che Berlusconi pensa che questo metterà in buona luce Ciampi e avrebbe considerato l'ipotesi di rilasciare anche lui delle dichiarazioni".
Il 2 aprile, intorno a mezzogiorno, una donna contatta la Bergamini: "Le due si lamentano di una persona alla quale non riescono a spiegare che bisogna dare un senso di normalità alla gente al di là della morte del papa per evitare forte astensionismo alle elezioni. Il telefono della chiamante è intestato alla Rai". Lo stesso giorno, alle 14.31, un non meglio identificato Silvio per Debora: "Le dice che domani sarà a Roma per votare. Debora gli spiega i propri impegni. L'uomo dice di avere paura per le elezioni e del probabile forte astensionismo dei cattolici. Debora lo informa che Ciampi ha preparato un messaggio da mandare in onda al reti unificate. I due dicono che Berlusconi non sarebbe credibile se rilasciasse delle dichiarazioni. I due pensano che Letta e Fini lo sarebbero di più ma loro non possono trasmettere propri messaggi a reti unificate. Debora avrebbe dato parere negativo a Berlusconi sulla sua comparsa in tv".
Le elezioni amministrative. Poco dopo le 15 di quel complicato 2 aprile in cui poco prima delle 22 l'agenzia Ansa batterà la notizia della scomparsa di Giovanni Paolo II, Debora e Benito Benassi, vicedirettore marketing Rai, iniziano a pianificare la strategia mediatica per gestire al meglio le elezioni. Debora "dice che Cattaneo ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbero chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali". Alle 16 ancora Debora per Benito. "Gli dice che Nardello è molto nervoso. Benito ha intuito che il d. g. (Flavio Cattaneo-ndr) vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata". Alle 17 la temperatura sale, come la sensazione che per la Casa delle Libertà le imminenti elezioni si tramuteranno in una sconfitta. Debora chiama Del Noce: "Lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella. Debora dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset".
Alle 18 e 30 Del Noce telefona alla Bergamini: "Le comunica che Vespa ha parlato con Rossella. Del Noce le riferisce che Vespa accennerà in trasmissione "al Dottore" (ndr, Silvio Berlusconi) ad ogni occasione opportuna"". Un minuto dopo Debora contatta nuovamente Crippa: "Parlano dei rispettivi palinsesti". Alle 21 e 37 l'annuncio della morte del Papa. Le comunicazioni a Saxa Rubra apparentemente si placano nella notte. All'indomani, domenica 3 aprile, i seggi vengono aperti. Intorno alle 14, Del Noce telefona a Debora: "Parlano dell'affluenza degli elettori alle urne e degli exit poll. La Bergamini pensa che i dati seri si avranno dalle 21.00 in avanti. I due parlano male di Mazza (direttore del Tg2-ndr). I due accennano al gioco di squadra tra Mimun e Rossella".
Poco dopo Debora è al telefono con una donna: "Parlano della variazione dei palinsesti a seguito della morte del Papa. La donna vive a Roma. Parlano del ritorno di immagine negativo della presenza di Berlusconi alla trasmissione televisiva di venerdì 1.4.05"
Alle 17 è il consigliere Rai Angelo Petroni a fare squillare il telefono sempre più incandescente di Debora: "Voleva chiederle notizie dei sondaggi. Debora dice di aspettare dati attendibili dopo le 18.30". Le telefonate si susseguono velocemente. Benito a Debora: "Le dice che i dati sulle elezioni sono abbastanza disomogenei e che quindi i suoi dati non sono del tutto attendibili (ore 20.00 circa). Benito dice che l'Udc ha comprato voti in Calabria". Alle 21.29, l'allora notista politico del Tg1 Francesco Pionati, oggi senatore dell'Udc, per Debora Bergamini: "Parlano dei sondaggi elettorali e delle ripercussioni delle elezioni sull'azienda Rai. Pionati si raccomanda a Berlusconi tramite la Bergamini".
La mattina di lunedì 4 aprile il nervosismo è palpabile. Poco dopo le 10 del mattino una certa Linda per Debora: "Linda le passa Niccolò Querci, parlano del lutto nazionale e della programmazione televisiva. Debbi dice che loro fanno la prima serata sul Due (per le elezioni) e quindi gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5. Si risentiranno tra un quarto d'ora". Alle 18.51 è il direttore generale a scendere direttamente in campo. Tenta la mossa della vita, negare l'innegabile: "Cattaneo per Bergamini dice di aver parlato con Bonaiuti che era con Piersilvio, ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati. Cattaneo dice che sta rompendo i coglioni Follini, ma prima o poi dovranno dare i dati. Cattaneo dice che terranno più duro possibile".
Alle 19.30, arriva la telefonata direttamente da Arcore. È "Berlusconi per Bergamini". Cosa si dicono resta un mistero, perché il brogliaccio non può riportare le parole di un deputato, quale è appunto Berlusconi. Ma sull'altro fronte Cattaneo non demorde: "Dice che deve essere Nexus a dire che non ha i dati nazionali, non la Rai. Bergamini conferma che non li produrrà Nexus. Bergamini dice che alle dieci e trenta poi il Tg3 potrà dare i dati che vuole. Cattaneo dice che anche Vespa fa la serata elettorale e la Bergamini sostiene che "tanto Vespa è Vespa"".
Alle 20.38 la linea Cattaneo sembra incredibilmente prevalere. Benito per Bergamini: "Parlano dei dati elettorali che sono dannosi per uno schieramento e quindi è meglio non darli a Vespa". Alle 22.39 viene sancita la Caporetto. Una nota dell'Ansa ufficializza i dati: "Regionali: Unione verso l'11 a 2. Prodi: l'Italia ci chiede di governare. Follini: una sconfitta su cui riflettere".
Il mattino successivo lo smarrimento all'interno dei vertici di viale Mazzini prosegue mestamente. Questa volta è la direzione del Tg1 per Deborah: "La segretaria gli passa il dottor Mimun Clemente; continuano a parlare della sconfitta di Berlusconi". Alle 10.50 si pensa al rimedio. Un uomo per Debbi: "Dice di aver parlato con Paolo, l'uomo dice che il Cavaliere deve riconquistare il rapporto con il paese senza più vendere fumo. Parlano di dati economici e che i problemi grossi sono al Sud". Alle 13.19 Debbi per una donna: "Commentano lo stato d'animo del premier e la donna dice che dovrebbero andare via molte persone, la donna dice che dovrebbe migliorare la condizione di vita degli italiani". Intorno alle 22 di martedì 5 aprile, la notizia della presenza di Berlusconi a Ballarò, la trasmissione di Rai Tre, coglie tutti di sorpresa: "Ma è pazzo?", si chiedono in viale Mazzini.
Il 7, intorno alle 11, tale Riccardo contatta Debora per proporre drastiche soluzioni: "Parlano di politica e Riccardo dice che bisogna cambiare il portavoce di Berlusconi e Debbi risponde che è d'accordo, bisogna cambiare il modo di comunicare".
L'8 aprile un altro sconosciuto per Debora: "Commentano che ormai sono in mano ai comunisti, poi Debora dice che si devono vedere ed insiste che lui vada da lei. L'uomo dice che ha letto i giornali e gli chiede come sta il suo ex capo (parlano di politica); dicono che devono produrre una cosa scritta e seria. L'uomo parla del suo lavoro. Debora dice di andare a pranzo con Comanducci e Del Noce". Intorno a mezzogiorno un uomo contatta la Bergamini. "Parlano del fatto che Berlusconi è stato inquadrato pochissimo dalle telecamere presenti al funerale del Papa. E fanno commenti sul cerimoniale e sui capi di Stato".
Il Festival di Sanremo. Le incursioni del gruppo Mediaset nella sfera della Rai non si limitano a eventi che possono oscurare l'immagine del Cavaliere. Vanno oltre. Il 24 agosto 2004, per esempio, Querci, top manager di Rti, parla con un uomo di Bonolis, "che ha detto di non capire nulla di musica anche se è stato nominato direttore artistico di Sanremo". Non ci sono problemi. Ci pensa Querci. "Nicolò dice che in relazione a Sanremo ha avuto delle idee e che vuole comunicare all'uomo. Nicolò, tuttavia, dice che la cosa comunque non deve sapersi in giro". Sanremo è sempre Sanremo.

Concludo con una  chicca   la  versione censurata (  ne trovate  il il confronto con la versione  originale  su questo sito  di un fans  di De Andrè)  de " La  canzone del Maggio " 


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