24.11.07

Senza titolo 2304

fra i tanti bla  bla  bla   sulla  giornata  contro la  violenza    ( ne  ho  parlato  precedentemente   qui  sul blog  )  verso le donne  ho letto due articoli interessanti   che dovrebbero  far  riflettere  coloro che picchiano  (  anche  durante  un litigio   , come nel mio caso  ) le   donne  e le  considerano  tutte    di facili costumi  o   zitelle acide   e bavose  (    a  volte  qualche  volta  è scappato al sottoscritto  )   .

il primo è dello  scrittore ( qui i suoi libri )  ed  inviato del Tg2  Angelo  frigorilli 
Scriviabiglietti@gmail.com

Grandi  << donne coraggio in terre lontane >>


Nella piccola hall dell’hotel Akropole archeologi, inviati, ingegneri,
  camionisti da deserto si fermano a riposare e leggere i giornali. Sono quelli che ognuno porta con se e regala alla bacheca comune quando arriva a Khartoum,Sudan.
Per cui puoì esserci il  financial times di ieri, Le Monde di due giorni fa, La Repubblica che ci avevano da to in aereo, insomma, notizie non proprio freschissime ma non importa. Allora uno sfoglia i giornali e pensa all’Italia, citata solo una volta a proposito dello stop al campionato di calcio. Così gli tornano in mente gli italiani che ha incontrato qui in Africa in questi giorni e decide che sì,vale la pena dedicare a loro questo biglietto perchè non hanno mai pensato di andare in televisione o su un giornale.
Ne scelgo tre, capita che sono tutte e tre donne e scrivo subito il loro nome, Bianca, Gabriella e Francesca.
Bianca ha più  di 70 anni e vive qui da quasi 10.quando la andiamo a trovare nella Casa delle suore comboniane ci accoglie con un sorriso come
se ci conoscesse da sempre.
Gli chiediamo se è difficile vivere qui e ci racconta che sì,facile non è stato, soprattuttonei 20 anni della guerra civile che aveva diviso il sud cristiano dal nord mussulmano ma che mai aveva perso la speranza in una convivenza
possibile e oggi, nonostante tutto, il sogno si è fatto vicino. uole che la mattina dopo andiamo con lei nel loro ospedale. Ora una struttura nata per madri cattoliche e straniere, oggi donne mussulmane, anche loro, vengono lì a far nascere i loro figli. Ci porta in giro per i reparti,non si stanca mai, la salutiamo mentre spiega in arabo al nostro autista la strada che dobbiamo fare. Gli occhi chiarissimi di Gabriella sono  l’unica cosa che vediamo tra cuffia e mascherina ma anche lei parla e spiega, vuole che capiamo bene quello che stanno facendo ora. È la trecentesima operazione a cuore aperto, in una sala operatoria che forse nemmeno in Italia,e qui siamo nel cuore dell’Africa. Lei è anestesista alle Molinette ed è qui da tre mesi, fa il suo turno per   emergency e poi tornerà indietro. orse racconterà agli amici di questo ospedale che sembra quello di dr. house solo che attorno c’è il deserto e quelli che hanno bisogno vengono operati, gratis.   Francesca la incontriamo, in mezzo al deserto. Nel senso che il campo tendato che dirige sta proprio sulle dune di fronte alle piramidi di Meroe   a ventisette anni, il padre la voleva in banca, lei ha studiato scienze naturali e voleva stare all’aria aperta. Ora ci sta davvero. Si è conquistata il rispetto di tutti quando ha chiesto a quelli che lavorano al campo di portarle tutti i tipi di insetti che capitavano tiro, per poterli vedere da vicino. Italiane, altre italiane.
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il secondo  della  discussa  ma  in  questo  caso  , fra le tante boiate  , ne dice  una  giusta  ,  Rita  Armeni

Oggi le donne manifestano contro la violenza.
Manifestazione sacrosanta di fronte all’aumento dei crimini nei loro confronti. Solo nel 2006 ci sono state un milione e 150mi la vittime.
Sono sicura che la manifestazione sarà grande perch l’indignazione di fronte a quello che ormai viene definito femminicidio è altissima. E perchè giusto finalmente svelare quella violenza, portarla in piazza, eliminare l’omertà che copre i crimini perpetrati da padri, mariti, fidanzati. Le cronache ne parlano poco perchè nessuno li denuncia e nessuno li rende pubblici perch fanno parte di una orribile normalità che le famiglie italiane comprendono e sopportano.
Ma in piazza oggi non ci saranno gli uomini. Le organizzatrici hanno voluto una manifestazione rigorosamente separatista.
Ne capisco le ragioni, ma non le condivido. Capisco che in corteo contro la violenza nei confronti delle donne si possa non volere la presenza di coloro che sono i soggetti di questi crimini. Che senso ha che coloro che praticano questa violenza siano al fianco delle loro vittime
Questo hanno sicuramente pensato le organizzatrici. Eppure la presenza maschile sarebbe stata opportuna.
Il separatismo è stato un fatto importante. Agli inizi del movimento femminista ha avuto un senso e un significato perch le donne dovevano prendere pienamente coscienza di se . Avevano bisogno di comunicare fra loro, di  commentare e riflettere sui modi in cui si esercitava l’oppressione maschile. Allora la presenza degli uomini poteva intimidire, poteva inquinare,poteva ostacolare un discorso femminile che era agli inizi.Separandosi dagli uomini si è conquistata una forza che poi si è estesa e si manifestata nel la società.
Oggi molte cose sono cambiate e sono cambiate soprattutto le donne, più forti, più consapevoli e capaci parlare agli uomini con una nuova e diversaviolenza becera autorevolezza. E allora non sarebbe meglio raccogliere i frutti del lavoro faticoso di questi anni Non sarebbe meglio costruire un’alleanza con quegli uomini che hanno portato avanti - grazie alle donne - un processo di revisione critica dei loro comportamenti, [ infatti è l'amicizia  con alcune dobnne sia  dal "vivo " siua in rete comprese  alcune   di voi,che  mi ha  fatto  cambiare e mi aiuta  a resistere ad i miei impulsi  da mandrillo effetto meglio noto  come maschio arrappato  atteggiamento  nei loro  confronti , anche se  ogni tanto  , ma molto , molto , meno di  prima  , cui ricado quando sono  in compagnia ] cominciano a dimostrare una vigile consapevolezza Conosciamo molti uomini violenti o che mantengono comportamenti oppressivi, ma sappiamo anche che molti sono cambiati, che riflettono, che si rimettono in gioco e, soprattutto, che sono pronti ad ascoltare. Coinvolgerli in una manifestazione contro la violenza sessuale, avrebbe significato fare un passo in avanti, se non altro costringerli ad una ulteriore riflessione.Così non è stato deciso e, secondo me, è stato un errore.


fonte  il  giornale di sardegjna  rispettivam,ente del 21 e del  24  c.m  
        

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