26.11.07

Senza titolo 2312


Emily  Dickinson


       Dalla zolla, così,
       d’oro e scarlatto
   sorgerà più d’un bulbo
che scaltramente fu nascosto
       ad occhi esperti
      Dal bozzolo, così,
  balzerà più d’un verme
     con tanti lieti colori
    I contadini come me,
     i contadini come te
     guardano perplessi
     (Poesia 66, 1859 ca)

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Un sepalo ed un petalo e una spina
 in un comune mattino d’estate,
un fiasco di rugiada, un’ape o due,
            una brezza,
 un frullo in mezzo agli alberi —
       ed io sono una rosa!
       (Poesia 19, 1858 ca.)

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 La pallida colonna del soffione
      sgomenta l’erba — ed ecco
 che l’inverno d’un tratto si trasforma
    in un coro di gemiti infinito —
   Una sontuosa gemma dallo stelo
spicca seguita da un fiore sgargiante —
   sono i soli che danno l’annuncio
        delle esequie compiute
         (Poesia 1519, 1881 ca.)

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Fiorire - è il fine - chi passa un fiore
          con uno sguardo distratto
             stenterà a sospettare
            le minime circostanze
         coinvolte in quel luminoso
                   fenomeno
      costruito in modo così intricato
       poi offerto come una farfalla
              al mezzogiorno —
Colmare il bocciolo — combattere il verme —
 ottenere quanta rugiada gli spetta —
regolare il calore - eludere il vento —
      sfuggire all’ape ladruncola
     non deludere la natura grande
 che l’attende proprio quel giorno —
      essere un fiore, è profonda
           responsabilità —
(Poesia 1058, 1865 ca.)

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