26.11.07

Senza titolo 2313

Lo so  che  rischierei di annoiare ( in particolare  a chi  , non è colpa loro  ,  non distingue  politica da politika  )  parlando sempre  delle  donne  e della manifestazione del 24  , ma  in base  a quel post  ho ricevuto  lettere    con delle accuse   che   di solito ignoro cestinandole  , ma  stavolta   non  c'è l'ho fatta  ed  intendo  rispondere  ( fugando ogni dubbio ) un a volta per tutte  .

ne prendo due  a caso che indicano  entrambe le   tipologie  .
 la prima  : <<  come ami parli sempre  di donne   non sarai mica  effeminato  ?  o  vuoi per caso cambiare  sesso ?   o  vuoi farti amiche  le donne per  ..... . >>
La seconda  : <<  dici d'essere  a nostro favore  , e  poi  ci getti fango ? hanno fatto bene   , si sono presi quello che meritavano  ,  idem la7  che voleva strumentalizzare  la cosa  .
Rispondiamo ora punto per  punto  a ciascuna d'esse
La prima .
Innanzitutto sono etero (  e poi  se fossi  trans , bi sex , o gay\  omo sex  non cambia  la questione  ) .,  e  se cosi  fosse   che male  c'è di male ?  che male  c'è  se  , almeno per ora  ( poi magari che  sa  )  preferisco vivere  il mio rapporto  con l'Altro sesso  senza  legami amorosi  \ sentimentali  ?  E poi schierarsi  in difesa dei problemi  della  gente  , le donne in questo caso , è  vera lotta . Infatti  essa  è più vera  ( scusate se  rispondo con  slogan o frasi  fatte , ma  mi viene spontaneo  )  quando  è di tutti per  tutti  senza  guardare  , etnia , sesso, religioni
La seconda 
Non sapevo  che  criticare  determinate posizioni  del movimento significasse  gettargli   fango  .
Cosa  lontana  di me  , non attacco mai  , se non c'è  una motivazione  e se  nel caso mi capita faccio autocritica .  replico  con questo articolo qui  sul giornale di Sardegna  di oggi

  Noemi Sanna  Psichiatra clinico e forense

Le donne sono scese   in piazza, ed in piazza hanno portato la  loro esasperazione, per fare rispettare il sacro santo diritto a non essere vittime, spesso ignorate, di violenza. Il fenomeno è una drammatica realtà, diffusa in ogni ceto ed in ogni cultura ed è ancora troppo tollerato. Vi sono almeno due circostanze,tuttavia, nelle quali sono proprio le donne che ostacolano la loro piena affermazione sul piano della creatività e del rispetto dei loro diritti. La prima è rappresentata da quel fenomeno che gli studiosi del comportamento umano definiscono “omovestitismo”. Si tratta di una forma di pervesione sociale del comportamento caratterizzato da un acritico e passivo appiattimento ed adattamento della donna alla volontà maschile, anche quando questa è espressione di manifestazioni intrusive ed aggressive che hanno il solo scopo di dominarla e sfruttarla tipico il rapporto tra la “donna di strada” ed il suo protettore . Senza arrivare a questi estremi si tratta di un tipo di donna assai comune che non è in grado di realizzare alcuno dei suoi desideri non sul piano professionale,non sul piano della scelta educativa sui figli, non sul piano della scelta degli amici da frequentare. E’ l’emblema di una passività ben conosciuta in ambito vittimologico di chi è nato vittima e che continua ad essere vittima per tutta la vita.Il secondo tipo di estremizzazione, apparentemente opposto al precedente ma altrettanto pericoloso, è rappresentato da quel comportamento femminile noto come parodia del “maschilismo” aggressivo e deteriore. Sono donne che vivono nei confronti dell’uomo sentimenti esclusivi di ostilità e che, attraverso un meccanismo psicologico di difesa noto come “identificazione all’aggressore”, si comportano come
i peggiori uomini, adottando comportamenti inutilmente aggressivi e distruttivi.La maggior parte delle donne sanno che, al posto del passivo omovestitismo e dell’aggressivo maschilismo, vi è una terza via. uella che permette l’affermazione dei propri valori e dei propri diritti attraverso il miglior uso dell’intelligenza, il maggiore controllo delle emozioni violente, il rispetto degli altri e di se stessi e l’adozione di mezzi più adeguati alla realtà quali la sensibilizzazione sociale, la maturazione culturale e l’adozione di leggi  eque ed adeguate.

  e con quest'altro articolo satirico sempre  dallo stesso giornale   Chicco Gallus  ripondo anche alla prima 

 Ma se al corteo contro la  violenza sulle donne non erano ammessi gli uomini, cosa vorrà dire Non sarà naturalmente che si lasci velatamente intendere un ragionamento del tipo «gran parte delle violenze contro le donne le perpetrano gli uomini, tu sei un uomo quindi sei potenzialmente colpevole». Il cosiddetto spannologismo. Il sillogismo a spanne. Non sarà cos , vero Sarebbe lo stesso ragionamento di condanna per categorie che
si sente anche troppo spesso in giro per altri casi. Contro nazionalità intere, contro fedeli di certe religioni, contro categorie di persone prese all’ingrosso. Sei parte di una categoria, di un genere, di un gruppo: sei responsabile. Con lo stesso ragionamento se si fa una manifestazione contro i maltrattamenti ai bambini si dovrebbero cacciar fuori dai cortei le mamme: i maltrattamenti li commettono di solito persone adulte, e le mam-
me sono persone adulte. E i cortei per la tutela degli animali Uguale, la maggior parte dei maltrattamenti li perpetrano gli esseri umani. Fuori tutti
gli esseri umani, quindi. Fanno parte, evidentemente della categoria che fornisce la maggior parte dei colpevoli. Non si sceglie di esser maschi o femmine. Non c’è in questo nè merito nè colpa. Non si è migliori o peggiori. Abbiamo già avuto abbastanza dispiaceri da un certo concetto di peccato
originale, per metterci ad inventarne anche di nuovi.

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