testamento © Daniela Tuscano
Le guardi e non hai scampo, non sono
dipinti, sono profezie realizzate, la Chyniere che si squarcia come una
Madonna nera e poi sviene in chiesa, annullata in un urlo munchiano, e
la povera crista nera di botte, la sindone del femminicidio, la Federica
spolpata, anch'essa con un grido ultimo, digrignato per l'eternità. La
prima ha perso un amore, gliel'ha strappato via l'infame furia del
razzismo, la seconda ha perso per amore, per un'altra infame furia dalla
stessa radice. Signori, questo è l'odio. L'odio per il diverso, l'odio
per la donna, anch'essa diversa, anch'essa da punire. Emmanuel, il
marito di Chinyere, è stato trucidato semplicemente perché era lui,
perché era nero, perché occupava lo stesso suolo, respirava la stessa
aria del suo assassino. Perché aveva una moglie che non ha tollerato di
sentirsi chiamare scimmia, perché non lo voleva lui, perché la dignità
non ha prezzo, perché curvarsi non si può e non si deve più. Francesca,
rea d'aver lasciato Luigi Alfarano, il marito-padrone, è stata
ingiuriata anche dopo morta dal parroco che ha assolto e commiserato
l'assassino (anche del figlioletto di quattro anni) e suicida,
attribuendo la responsabilità del delitto al "Demonio".
Perché Alfarano
"era un uomo buono, amava la famiglia e adesso è senz'altro in
paradiso". Come se il demonio non fossimo noi, come se il diavolo, colui
che divide, non fosse in quel pugno che ha letteralmente diviso il
bimbo dalla madre e massacrato il corpo d'entrambi.
A lui il paradiso spetta di diritto in quanto maschio devoto "alla famiglia", ecco il senso delle sciagurate parole del prete, ministro d'un dio con un solo sesso, davanti a cui è fatto obbligo inginocchiarsi, e servire, e morire.
Signori, questo è l'odio, e questa la cultura che troviamo nei libri, le frasi che sentiamo al bar, lo sguardo che leviamo sul mondo, da millenni, dagli albori dell'umanità. Questa la summa del darwinismo sociale, dell'apartheid dei sessi, del mondo a una dimensione: quella del maschio bianco, arroccato in una normatività criminale.
Sono baratri senza fine, queste donne. Rapprese in un definitivo "no". Stremate eppur possenti. Signori, questa è la guerra. L'avete in casa, ogni giorno. Sta solo a voi, a noi, disarmarla. Adesso, per sempre, ne vediamo il volto.
© Daniela Tuscano
di Mauro Biani pagina |
A lui il paradiso spetta di diritto in quanto maschio devoto "alla famiglia", ecco il senso delle sciagurate parole del prete, ministro d'un dio con un solo sesso, davanti a cui è fatto obbligo inginocchiarsi, e servire, e morire.
Signori, questo è l'odio, e questa la cultura che troviamo nei libri, le frasi che sentiamo al bar, lo sguardo che leviamo sul mondo, da millenni, dagli albori dell'umanità. Questa la summa del darwinismo sociale, dell'apartheid dei sessi, del mondo a una dimensione: quella del maschio bianco, arroccato in una normatività criminale.
Sono baratri senza fine, queste donne. Rapprese in un definitivo "no". Stremate eppur possenti. Signori, questa è la guerra. L'avete in casa, ogni giorno. Sta solo a voi, a noi, disarmarla. Adesso, per sempre, ne vediamo il volto.
© Daniela Tuscano
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