Leggendo republica d'ieri ( 24 agost0 ) ho riocorda la mia maestra dalla 3 elementare alla 5 . chi sà che non lascim anche a noi una cosa simile
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Dal testamento i soldi per la prima elementare del 1971 di un paese abruzzese: ma non potete usarli da soli La maestra che lasciò l'eredità agli alunni della sua scuola Venticinquemila euro con un obbligo: fate beneficenza insieme
di GIUSEPPE CAPORALE
La prima classe del 1971 di Orsogna (Chieti). Sullo sfondo la maestra Ilia Pierantoni
Un testamento. Morale e materiale. A scriverlo, è la maestra: "Lascio ai miei ex alunni della prima classe del 1971 della scuola elementare di Orsogna, la somma di 25 mila euro, con il vincolo di non poterli usare separatamente. Che ciò serva, per farli restare uniti negli anni, per aiutare chi, tra loro, avrà difficoltà o problemi di sorta, ed anche per avviare attività benefiche assieme. Sempre a loro, lascio i miei libri".
Sapeva che le restava poco da vivere Ilia Pierantoni, insegnante di scuola elementare ad Orsogna. Nubile, aveva dedicato tutta la vita ai suoi alunni, trattandoli come figli. In special modo quelli della prima elementare dell'anno scolastico 1971. Così, alla soglia degli 84 anni, proprio negli ultimi mesi di vita, aveva deciso di inserire una clausola nel suo testamento, riservata a loro. Un gesto concreto, quasi un appello, per non far cancellare dal tempo quello che lei riteneva il suo insegnamento più importante: "Restate insieme".
La maestra lo ripeteva sempre. Durante le gite, in classe, nell'ora di lettura di Quasimodo. Sempre, raccontano. Anche l'ultimo giorno di scuola. "Promettete che resterete assieme, che vi aiuterete l'un l'altro". "Promesso", risposero in coro l'undici giugno del 1976, poco prima dello squillo dell'ultima campanella.
Il testamento, dopo la sua morte, è rimasto custodito, nel comodino della sua casa, per alcuni mesi. Poi, alla lettura delle sue ultime volontà, tra lo stupore dei tanti parenti, è stato letta la parte dedicata agli ex alunni.
Ad aiutare Lorena nella ricerca, una giornalista del tg abruzzese della Rai, Angela Trentini, anche lei in quella classe. Impossibile, invece, rintracciare un altro alunno, Giuseppe Tucci. Di lui non si hanno notizie, spiegano gli amici. Semplice invece prendere contatti con Mery Curti, oggi titolare di un negozio in provincia di Chieti.
Responsabilità, dunque. Questo insegnava la maestra che arrivava a scuola con la lambretta, e che indossava un grembiule azzurro "per non sporcarsi", diceva. Invece il grembiule dei suoi alunni, era disegnato proprio da lei con il tocco di una cravatta per i maschietti, e con i pallini a' pois per le femminucce.
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Ma quello che più mi ha commosso è l'articolo commento sempre nello stesso numero di repubblica di Michele Serra . infatti egli dice : << Secondo una [ è non a torto ] delle più classiche lamentele contro i media, le buone notizie non hanno mai spazio [ salvo rari casi ] mentre dilaga l'efferato supermarket delle notizie macabre e scostumate e violente. Il problema è che non esiste solo la banalità del male. Esiste anche la banalità del bene: e l'esaltazione della virtù sfocia molto facilmente nella retorica e nella melassa.
Un triplo hurrà, dunque, per la maestra elementare abruzzese che è riuscita - e ci vuole talento - a confezionare per noi una notizia buona, anzi ottima, però fantasiosa, creativa, decisamente fuori dal comune. Bella da raccontare, bella da ascoltare. L'idea di lasciare in eredità una discreta sommetta a una sua vecchia classe di scolari, costringendo (affettuosamente) persone oramai adulte e distratte a rimettersi in contatto, ritrovarsi e infine costituire una piccola assemblea benefica, destinando il gruzzolo alle opere buone, è anticonformista a partire dal suo assunto: che è un assunto didattico, quasi autoritario nel richiamo postumo alla disciplina e alla moralità. >> continua qui oppure anche qui
Sempre a proposito di eredità ci sono aggiornamenti sulla vicenda Pioddi ne avevo parlato in un post precedente ( quel sardo che tutti cercavano per l'eredità e poi l'ha rifiutata ) . Il motivo è il seguente ( fonte Tgcom ) :
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Eredità rifiutata, svelato segreto Madre offese Piroddi: "Dovevi morire"
E' stato forse svelato il mistero sull'eredità di Angelo Piroddi ( foto a destra ) il cameriere sardo residente in Inghilterra che ha rinnegato la propria famiglia sino a rifiutare un'eredità di 2,5 milioni di euro. Secondo il settimanale Gente, il gesto sarebbe dovuto al fatto che la madre, Anselma Chiai, alla morte dell'altro figlio Giovanni Maria, investito da un bus, gli avrebbe detto: "Se avesse investito te sarebbe stato meglio".
Stando alla ricostruzione giornalistica, "la donna, preda del dolore, inveì contro il figlio Angelo subito dopo il funerale del figlio minore, morto accidentalmente investito da un autobus a soli 19 anni. Il cameriere non perdonò mai la madre per quelle parole e da lì la decisione di emigrare e far perdere le proprie tracce".
In una lettera del 1991, si rivolge alla donna chiamandola gelidamente 'Signora Chiai' e la invita a non cercarlo più. "Mi dimentichi - scrive Piroddi alla madre -. Qualsiasi tentativo di raggiungermi può comportare conseguenze davvero sanguinose".
Una vicenda che ha fatto clamore non solo in Italia, ma anche in Inghilterra, dove l'uomo lavora e risiede da 25 anni. Piroddi, 45 anni e celibe, finora ha continuato sulla sua strada e per questo sono in molti a voler mettere le mani su quell'eredità lasciata libera.
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Sempre secondo la stessa fonte
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Caso Piroddi: eredità alla badante ?Il figlio non vuole ricevere la fortuna
Angelo Piroddi, l'uomo che ha ereditato dalla madre 2,5 milioni di euro ed è stato ritrovato dopo anni di ricerche, non vuole i soldi. Si è aperto quindi un caso su chi si impadronirà della somma. Secondo La Stampa, la fortuna potrebbe andare alla badante della donna, vicino a lei negli ultimi anni di malattia. L'interessata si trincera dietro un "no comment", dispiacendosi solo dell'atteggiamento di Angelo."La mamma gli ha voluto un bene infinito e ha continuato a parlarmi di lui per tutto il tempo che le sono stata vicino, fino al suo ultimo respiro", dice la signora Luciana. "Gli voleva un bene particolare, come se fosse un figlio da stimare e da proteggere. Aveva persino pagato un investigatore privato perché lo trovasse", continua la donna, senza commentare l'ipotesi di diventare lei la beneficiaria dell'eredità.Angelo Piroddi, da parte sua, non avrebbe niente da ridire: ha solo chiesto che quei soldi non vadano al parentado. Ma neanche a lui, che preferisce la sua vita modesta da impiegato a ogni possibilità di riccchezza: "Voglio restare povero, voglio restare quello che sono", ripete. L'uomo, nato in provincia di Nuoro e trasferitosi a Londra come lavapiatti nel 1985, ora lavora alla Thames Water, società di gestione delle acque per Londra e la valle del Tamigi.Chi, invece, potrebbe non condividere questa nuova linea di successione sono le zie. Le cinque sorelle di Anselma hanno fatto ricorso e hanno ottenuto una sentenza favorevole dal Tribunale, che dava loro la somma in affidamento. "E' vero che Anselma ha detto che non dovevamo toccare uno spillo. Ma noi volevamo soltanto difendere l'eredità di Angelo dalle mire di qualcun altro", si difende una di loro.Certo è che la ricomparsa del Piroddi fa cadere la motivazione. Sarà quindi lui a decidere la chiave di volta di quell'eredità contesa.
1 commento:
Proprio una bella notizia. Prova ad andare anche su http://www.buonenotizie.it
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